“Il giovane ma particolarmente abile capo del clan Kamisato della Commissione Yashiro. Un uomo dalle mille risorse, colto e garbato.”
Storie del personaggio[]
Informazioni sul personaggio
In quanto capo del clan Kamisato, uno dei grandi clan della Commissione trilaterale, Kamisato Ayato è un nome noto a Inazuma.
Tuttavia, la gente non sa molto di lui al contrario della Shirasagi Himegimi, la gentile ed elegante Ayaka. I più sanno solo che è una figura importante nello Shogunato e che è il capo di una casa nobile e famosa. Sono poche le notizie certe riguardanti aspetti più peculiari della sua vita.
Alcuni ritengono che dietro i festival e gli eventi della Commissione Yashiro, organizzati sempre con cura e particolare riguardo nei confronti del popolo, debba sicuramente esserci lo zampino del commissario.
Altri pensano invece che i misteri che accompagnano la vita politica siano tanti, e che debba esserci sicuramente qualcosa sotto, se una persona come lui è riuscita a mantenere una carica così importante.
Ayato non si lascia mai intimorire da questi commenti.
"Mi considero un funzionario pubblico serio e coscienzioso, fedele alla Shogun onnipotente."
Storia del personaggio (1)
Livello amicizia 2
Kamisato Ayato, in quanto primogenito della nobiltà di Inazuma, è stato molto amato fin dalla nascita.
Nonostante i suoi genitori non avessero sempre tempo per stare in sua compagnia a causa dei loro numerosi impegni, il "signorino" era sempre accompagnato da qualcuno in grado di soddisfarne qualsiasi esigenza.
Quando crebbe un po', su richiesta del padre, iniziò un complesso e severo regime di addestramento come successore della famiglia. Tuttavia, non tutto andò come si sperava, tanto che il padre morì prematuramente a causa delle pressioni a casa e a corte che ne indebolirono la salute.
Il giovane Ayato si ritrovò così a combattere per la sopravvivenza del proprio clan. A quei tempi, nessuno rimase impressionato da questo giovane senza esperienza. Ayato passò dall'essere un principino elegante e raffinato all'essere considerato "il povero giovin signore del clan Kamisato" dalla gente comune e "lo sbarbatello" dai suoi avversari politici.
Il tempo, tuttavia, avrebbe dimostrato che queste persone si sbagliavano. Con uno straordinario coraggio e mosse strategiche di prim'ordine, evitò che il clan continuasse a languire. Al contrario, la posizione del clan Kamisato sarebbe cresciuta sempre più.
Ayato affrontò e superò i pesanti incarichi di lavoro, i malevoli inganni e i tentativi di incastrarlo, riuscendo persino a volgerli a proprio favore.
Il passare del tempo non ha fatto altro che accrescere la reputazione del clan Kamisato della Commissione Yashiro presso lo Shogunato e il popolo.
Oggi, Ayato è un capoclan di cui una grande casa come il clan Kamisato non può che essere orgogliosa e un commissario Yashiro riconosciuto da tutti.
Storia del personaggio (2)
Livello amicizia 3
La Commissione Yashiro è responsabile dei rituali sull'Isola di Narukami, nonché delle questioni di svago culturale atte a soddisfare il popolo e le divinità; e svolge i suoi compiti adempiendo pienamente ai propri doveri.
Tuttavia, grandi responsabilità implicano tanto lavoro. Fortunatamente, sua sorella Ayaka condivide gran parte delle responsabilità del clan: la maggior parte dei rapporti tra la Commissione e il popolo spetta a lei, consentendo ad Ayato di dedicare il suo tempo principalmente alle questioni di governo.
Avere a che fare con gli ufficiali dello Shogunato non è affatto semplice, poiché provengono tutti da Commissioni e clan diversi e hanno punti di vista differenti. Ogni singolo incarico diventa più difficile con l'aumentare del numero di persone coinvolte.
La grande forza di Ayato risiede nella sua capacità di gestire tali questioni. Lui ritiene che le persone siano mosse dall'interesse: basta trovare un argomento su cui fare leva per riuscire a collaborare con la propria controparte.
È necessario trovare un obiettivo che spinga la controparte ad abbracciare il proprio pensiero, cercando di imbonirla con alcune banalità adatte all'occasione. In questo modo, è possibile risolvere facilmente gran parte dei problemi.
Quando si ha a che fare con una persona testarda, basta appellarsi a un potere superiore: dopotutto, quale mortale potrebbe mai opporsi alla luce del cielo stesso, per quanto elevato possa essere il suo status o arrogante il suo atteggiamento?
Con il tempo, l'esperto e decoroso capo del clan Kamisato si è guadagnato una buona nomea all'interno dello Shogunato.
"Mmh... Questa sembra essere una questione difficile da gestire. Forse dovremmo chiedere al commissario Yashiro."
Così era solita dire la gente. Tuttavia, sebbene Ayato sia davvero ricco di risorse, non è sempre disposto ad aiutare incondizionatamente.
Innanzitutto, non tutte le questioni sono legate alla Commissione Yashiro. In secondo luogo, spesso non vale la pena che il clan Kamisato si faccia coinvolgere nei meschini interessi degli altri.
La maggior parte delle volte, Ayato fa solo da accompagnatore, con una tazza da tè tra le mani, limitandosi a sorridere.
"Ah, suvvia, signor Nagaoka. Siamo tutti fedeli servitori della Shogun onnipotente. Non c'è altro da aggiungere. Dobbiamo solo essere ben disposti l'uno verso l'altro e riusciremo a risolvere il problema insieme."
Storia del personaggio (3)
Livello amicizia 4
Per via della sua posizione e del suo lavoro, Ayato non appare spesso in pubblico, né ha molto tempo per passeggiare in tranquillità. Tuttavia, questi ostacoli non gli impediscono di rimanere aggiornato sulle novità.
A volte al mattino può capitargli di scorgere una delle dipendenti della Casa editrice Yae che si aggira per il luogo, apparentemente per "presentarsi al lavoro". In tal caso, fa finta di non accorgersene, per scoprire quali nuovi metodi ha architettato per saltare il lavoro... e riferire "accidentalmente" il tutto alla Guuji Yae.
Durante una riunione con i vecchiardi del Tenshukaku, non è necessario parlare troppo in fretta. Dopotutto, osservare persone adulte che litigano animatamente per questioni di poco conto è piuttosto divertente.
Mentre cammina per le strade, a volte può farsi stuzzicare dalla vista di un qualche chiosco speciale. Avvicinandosi al proprietario si informa sui nuovi prodotti e su come vanno gli affari, dopodiché compra qualche bibita da provare... Se le trova interessanti, ne compra un paio per il resto della famiglia.
Ultimamente, ha anche incoraggiato il giovane oni che frequenta Hanamizaka per via dei suoi problemi con il combattimento tra insetti... Per pura e semplice bontà d'animo, ovviamente. Una volta, ha persino scoperto che l'oni cremisi non sapeva cosa significasse il nome "Ayato"... e la cosa, ovviamente, non lo ha infastidito: non è necessario spiegare questo genere di cose.
Sulla strada di casa, a volte attraversa la Foresta di Chinju e osserva i passanti subire gli scherzi dei bake-danuki, palesandone le illusioni. Se i bake-danuki dovessero ulteriormente affinare le loro abilità di trasformazione, dovrebbero indubbiamente ringraziarlo per lo stimolo.
Naturalmente, anche un tipo talentuoso come Thoma a volte non sa cosa preparare per cena. È proprio in momenti simili che il gioco dell'hot pot dà il meglio di sé! Ayaka mette sempre le cose più inaspettate in pentola, rendendo il fratello davvero orgoglioso!
Sono queste le cose che rendono la vita del commissario Yashiro realmente unica.
Storia del personaggio (4)
Livello amicizia 5
Grazie al lavoro dei vari domestici, la Residenza dei Kamisato è sempre in ordine, sia all'interno che all'esterno... tranne in un punto.
La scrivania di Kamisato Ayato è sempre in disordine dopo che quest'ultimo ci ha lavorato.
I libri sono sparsi in giro, aperti e persino rivolti a faccia in giù sulla scrivania, mentre documenti di svariate dimensioni sono impilati in modo disordinato. L'inchiostro non è mai conservato in modo adeguato e non è raro trovare carte o pezzi degli scacchi sul pavimento.
Ogni volta che il capo del clan stacca dal lavoro, i servitori hanno sempre bisogno di un po' di tempo per ripulire lo studio. Durante le pulizie, hanno scoperto che tra le pagine sono spesso presenti note di vario tipo. A un'analisi più approfondita, risultano essere scritte da mani diverse, e anche il loro contenuto varia.
"Signore, i servitori hanno inviato altri fiori. Li ho messi in un vaso in un angolo del tavolo. Per favore, faccia attenzione a non rovesciarlo di nuovo."
"Signore, oggi è venuta una sacerdotessa del Gran Santuario di Narukami a riferire che Lady Guuji desidera vederla. Riguarda la requisizione di un terreno a Ritou, sembra importante. La invita al Santuario per discutere i dettagli."
"Lord commissario, i fiori di Momoyo non sono ancora appassiti. I rami continuano a crescere. Non c'è da preoccuparsi."
"Caro fratello, ho appreso una nuova ricetta mentre partecipavo ai festeggiamenti con (il/
"Signore, i servitori non sapevano come dirglielo, quindi permetta che sia questa povera anziana a farlo: se desidera mangiare qualcosa, lasci che se ne occupi il nostro domestico. Inoltre, non usi gli ingredienti della cucina... È compito nostro preparare da mangiare per lei, dopotutto!"
Per via del suo lavoro, Ayato esce presto di casa e torna spesso tardi. Per questo motivo, gli abitanti della Residenza dei Kamisato usano questo modo per comunicare con lui. Si tratta di un metodo inventato dallo stesso Ayato, che gli permette di gestire la Residenza attraverso note brevi e concise.
Purtroppo, il loro uso non ha fatto altro che accrescere il disordine sulla scrivania... ma non è che un piccolo prezzo da pagare.
Storia del personaggio (5)
Livello amicizia 6
A Inazuma, a volte le persone pregano le divinità offrendo alcuni tipi di foglie di cipresso. Tuttavia, date le dimensioni ridotte di tali rituali, essi vengono spesso dimenticati tra le tante grandi e piccole celebrazioni che si svolgono in tutto il territorio.
Anche se è passato diverso tempo, Ayato si ricorda ancora di quando sua madre gli disse che, sebbene quei cipressi siano sempreverdi, le loro foglie non sono aghiformi.
Al contrario, hanno foglie grandi e vivide, che non appassiscono né cadono mai, neanche quando ne crescono di nuove. Per questo sono spesso associate al concetto di prosperità, e nell'antichità venivano usate per le offerte di cibo. Oggi, le persone non usano più le foglie come supporti su cui disporre il cibo, ma l'abitudine di offrire foglie di cipresso continua a esistere.
Forse era un suo passatempo, o forse era solo particolarmente esperta, in ogni caso sua madre aveva sempre molto da dire sull'organizzazione dei festival: "Forse il clan Kamisato della Commissione Yashiro è nato per proteggere le divinità".
In gioventù, Ayato non era del tutto d'accordo con questa affermazione. Credeva che il clan Kamisato non appartenesse a nessun altro se non ai membri della sua famiglia. Era convinto che esso esistesse per loro, e che qualsiasi servizio agli dèi fosse un incarico dettato dalle circostanze.
Tuttavia, Ayato non si permetteva di esternare un pensiero così arrogante, né si sognava mai di frenare l'entusiasmo della madre. Non importava quanto potesse dilungarsi, Ayato si sedeva sempre davanti a lei e la ascoltava in silenzio, anche a costo di farsi addormentare le gambe.
Con il passare degli anni, le giornate di Ayato furono occupate dall'arte della spada e dai libri. Le lezioni gli venivano impartite dal padre, e gli argomenti spaziavano dall'organizzazione dei rituali a temi di cui si sarebbe dovuto occupare il successore del clan.
I suoi doveri nei confronti del clan avrebbero occupato ancora più spazio nella vita di Ayato. La Shogun Raiden non era più un semplice simbolo come ai tempi della sua infanzia. Adesso era l'Ogosho, colei che avrebbe salvaguardato la pace eterna di Inazuma.
"Il clan Kamisato oggi esiste grazie alla misericordia di Narukami. In quanto tale, il clan deve difendere la strada verso l'eternità e seguire la Shogun per sempre. Questo è il nostro accordo, nonché l'immutabile regola del nostro clan. Non bisogna mai dimenticarlo."
Per quanto riguarda i dettagli dell'accaduto, Ayato ne aveva già colti alcuni leggendo gli antichi insegnamenti: erano state le mancanze degli anziani Kamisato a causare la grave perdita delle Raiden Gokaden. Se non fosse stato per l'intervento della Guuji Yae, che aveva convinto la Shogun ad avere clemenza, il clan Kamisato sarebbe caduto in disgrazia e avrebbe cessato di esistere, come successo ad altri clan prima di esso.
La grazia concessa da Sua Eccellenza era allo stesso tempo anche un avvertimento da parte del suo servitore. Ayato non ha mai dimenticato gli insegnamenti del padre. Nonostante continuasse a mettere la protezione del suo clan prima di tutto, capiva anche che Inazuma era protetta dall'Archon di Electro. Solo la pace a Inazuma poteva garantire la longevità e la prosperità del clan.
A prescindere da come le cose sarebbero potute cambiare a Inazuma, il clan Kamisato non avrebbe mai tradito l'onnipotente Narukami. Anche in caso di dissenso, egli avrebbe nascosto il suo disaccordo sotto un'apparenza affabile. Proprio come gli aveva detto sua madre all'epoca...
"I cipressi protetti dagli dèi fanno crescere nuove foglie dagli antichi rami. Allo stesso modo, la camelia del cortile rimane profumata anche nell'inverno più rigido."
Astuccio in legno onirico
Livello amicizia 4
Nemmeno Kamisato Ayato avrebbe mai pensato che l'esercizio della calligrafia, che aveva trovato così noioso in gioventù, sarebbe diventato uno dei suoi passatempi preferiti.
Aveva sgobbato a lungo per esercitarsi e incarnare al meglio il ruolo di figlio maggiore del clan Kamisato. Oggi, invece, è solito trascrivere qualche poesia per schiarirsi le idee e pensare in silenzio.
Ovviamente, questo gli permette di dare l'impressione di essere sempre impegnato e di evitare di prendere parte a eventi o appuntamenti, anche quando in realtà non ha niente da fare.
Con il passare del tempo, tra i servitori al suo servizio, si è diffusa l'idea che non solo gli piacesse giocare a scacchi, ma che fosse anche appassionato di calligrafia.
La notizia si diffuse rapidamente ed è per questo che Ayato riceve spesso ottimi pennelli in regalo durante le feste o i compleanni. Alcuni sono persino arrivati a donargli penne d'oca particolarmente costose e di speciale fattura provenienti da oltreoceano.
Ayato non ha mai detto nulla al riguardo, ma ha fatto costruire un grazioso astuccio di legno in cui riporre ognuno di quegli attrezzi.
È sempre stato attratto dalle novità e provare i nuovi pennelli è indubbiamente divertente. Inoltre, regali simili spesso rivelano molto sulla persona che li ha dati. Queste informazioni, infatti, sono uno dei mezzi con cui Ayato riesce a farsi un'idea sul loro conto.
Detto ciò, sebbene sostenga di aver comprato questo astuccio per conservarvi gli attrezzi di cancelleria, ci sono tre penne che Ayato non ha mai riposto al suo interno.
Una di esse, sottile e di buona fattura, è posizionata sulla sua scrivania. Mostra alcuni segni d'usura, ma scrive bene ed è usata per le petizioni.
La seconda è conservata in fondo a un cassetto, e la sua punta è consumata dall'estenuante esercizio a cui l'ha sottoposta in gioventù. La facilità con cui poteva essere usata dai principianti è il motivo per cui, in passato, è stata spesso usata anche da Thoma e Ayaka.
La terza penna si trova invece all'interno di un armadietto di legno usato per conservare gli oggetti d'antiquariato, sigillata all'interno di un sacchetto di seta. Un oggetto di eccellente stile e fattura, che gli è stato regalato dalla madre in occasione della sua cerimonia per il passaggio all'età adulta.
Visione
Livello amicizia 6
Molti anni fa, a tarda ora, Ayato venne convocato dal padre gravemente malato.
Quella notte, suo padre sembrava avere un aspetto diverso da quello di una persona consumata dalla malattia. La sua espressione era solenne, eppure la preoccupazione nei suoi occhi era fin troppo palese. Sforzandosi di rimanere vigile, chiese ad Ayato se avesse finito l'allenamento, se avesse mangiato abbastanza a cena e come stessero andando i suoi progressi con la spada.
Alle risposte di Ayato, il padre annuì sorridendo, apparentemente soddisfatto. Tuttavia, la sua espressione si oscurò rapidamente, come se ci fosse qualcosa che avrebbe voluto dire ma che non poteva.
Dopo molte esitazioni, e sotto lo sguardo malinconico della moglie, suo padre infine parlò, con voce pesante: "Ayato... Ricorda, qualunque cosa accada al clan Kamisato in futuro, tu sei il nostro figlio più grande, il fratello maggiore di Ayaka... Un erede di cui il clan Kamisato è orgoglioso".
Dopo aver ricordato al padre di riposare, Ayato si congedò dai genitori e tornò nella sua camera da letto. Non appena aprì la porta, vide la Visione splendente che giaceva sulla sua scrivania.
Ayato aveva sentito sin da piccolo che le Visioni sono un simbolo del favore degli dèi, nate dai desideri umani. Sin dalla giovinezza, aveva desiderato diventare il punto di riferimento della famiglia per garantire la prosperità del clan e per proteggerlo. La comparsa della Visione in quel momento... significava che, forse, era giunto il momento di assumersi quell'onere.
Con questo pensiero in testa, Ayato non chiamò i servitori ad accendere le lampade. Al contrario, si limitò a sedere vicino alla scrivania. Furono tante le cose che gli passarono per la testa.
Suo padre era gravemente malato e anche sua madre non stava bene. Il clan era senza una guida e i suoi avversari ne bramavano da tempo il ruolo.
Sua sorella era ancora giovane e lui doveva assicurarsi che crescesse al sicuro. L'ambiente di corte dello Shogunato era come un mare pieno di scogli nascosti. Bisognava prestare particolare attenzione...
Bisognava preservare la Shuumatsuban, la cui guida era stata tramandata di generazione in generazione nella sua famiglia. Per quanto riguarda i servitori, ci sarebbe stato ancora qualcuno di cui fidarsi, qualora l'importanza del clan Kamisato fosse venuta meno...
E Thoma? Benché fosse un amico e alleato, proveniva da un paese straniero: avrebbe forse preso in considerazione altre opzioni se il clan Kamisato fosse davvero caduto in rovina?
Tutti questi pensieri affollarono la mente di Ayato, con al centro un'unica convinzione: avrebbe garantito la sicurezza della sua famiglia e il suo futuro a qualsiasi costo.
Quella notte, la Visione fu l'unica luce che gli fece compagnia. Quando le prime luci dell'alba successiva si posarono sulla scrivania, il giovane erede era pronto ad affrontare il mondo.
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