Raffaello: "Scuola di Atene" (part.) - Musei Vaticani |
Vi troverete articoli che spaziano dalla filosofia alla teologia, dalla storia all'attualità e poi alla musica, tanta splendida musica condivisa con grande passione e competenza.
Ma vi sono anche numerose poesie: simpaticissime strofe con rime talora scherzose che rivelano in lui abilità di letterato, insieme a una verve frizzante e ironica, un modo tutto suo di essere controcorrente, nella ricerca di quella verità che risuona anche nel titolo del suo blog.
Insomma, una cultura poliedrica quella del nostro Amicus, e una personalità della quale ho sempre colto il rigore, ma anche apprezzato l'apertura insieme all'attitudine vivace del suo carattere, da buon aretino qual era.
Sì...era, perchè purtroppo se n'è andato non molti giorni fa - la Domenica delle Palme - lasciando un gran vuoto nel cuore di chi l'ha conosciuto anche solo dietro lo schermo di un computer, com'è accaduto a me.
È stato il primo a entrare nel mio blog nel lontano 2010, e dalle sue parole mi è arrivato spesso un incoraggiamento del quale gli sono molto grata.
Per quanto commentasse un po' saltuariamente - da ultimo con lunghi periodi di pausa - e nonostante non ci siamo mai incontrati, nel tempo era nato un rapporto di grande stima reciproca.
Finissimo musicologo e in particolare esperto di polifonia per aver fatto parte di una prestigiosa corale, Antonio - questo il suo nome dietro il nickname Amicusplato - aveva sull'argomento competenze da vero maestro e confesso che a volte, soprattutto i primi tempi, mi sentivo un po' in soggezione nel timore che, davanti a certi miei post, mi bacchettasse! Una soggezione tramutatasi poi in profonda stima per una persona che è divenuta per me un riferimento.
Oggi, insieme alla gratitudine per quanto ho ricevuto dalla sua ricchezza umana e culturale, avverto il vuoto della sua assenza. Mentre cercavo la musica per il post di Pasqua, mi veniva spontaneo immaginare cosa avrebbe pensato della scelta del brano, dell'interpretazione e via dicendo...Mi manca il riferimento dei suoi commenti sempre pieni di garbo e insieme il conforto di quella sotterranea sintonia che la musica sa creare tra chi la condivide.
Ma proprio in nome di tale sintonia - oltre alla foto in alto che ricalca la sua icona di blogger - so con lampante chiarezza quale brano dedicargli.
Si tratta del "Cum Sancto Spiritu" dal "Gloria" della "Grande Messa in do minore K.427" di Mozart, straordinario pezzo polifonico, movimentato e gioioso, che in qualche modo può rispecchiare la costante ricerca di bellezza del nostro Amicus.
Lo avevo riascoltato a lungo nei giorni scorsi incuriosita da un particolare.
Mi sono accorta infatti che il brano ha una struttura fugata che lo accomuna ad altri pezzi simili sia di Mozart che di altri autori: dal "Cum Sancto Spiritu" della "Waisenhausmesse K.139", della "Missa longa K.262" e della K.66 sempre mozartiane, a quello del "Gloria" di Vivaldi e della "Petite Messe Solennelle" di Rossini, solo per citare alcuni esempi famosi.
Così, mi sono chiesta il motivo di tale coincidenza: perchè sempre una fuga nel "Cum Sancto Spiritu" ? Ragioni musicali o altro?
Indubbiamente, i vari autori avranno sentito la necessità di concludere il "Gloria" in modo grandioso e niente di meglio che una complessa architettura contrappuntistica. Ma mi piace pensare anche a motivazioni che vadano oltre, legando la costruzione musicale al significato del testo.
Se infatti, da un lato, il richiamo allo Spirito Santo ricorda il cap.3 del Vangelo di Giovanni - dove la sua azione è paragonata a un vento che soffia dove vuole - dall'altro, mi pare che possano essere proprio gli elementi del contrappunto a dare di tutto ciò un'espressione davvero efficace.
Lo Spirito è presenza che appare e riappare, qui e poi là, libera, sorprendente, vivificante e in costante movimento; e così pure è una fuga, nel suo coniugare lo stesso tema in differenti tonalità e voci che s'inseguono, con sviluppi sempre animati e nuovi, proprio come un vento che soffia dove vuole.
Dedico allora al nostro Amicusplato queste mirabili note mozartiane, e lo faccio anche per un altro motivo, legato a una notizia della quale sono venuta a conoscenza solo dopo la sua morte.
Il blogger Antonio era, in realtà, "Don Antonio": parroco nella diocesi di Arezzo, eminente studioso, insegnante e storico, scomparso alla soglia dei 50 anni di sacerdozio che avrebbe festeggiato tra poco, se la malattia gliene avesse lasciato il tempo.
Sono dati che ne arricchiscono la figura spirituale e al tempo stesso ne disegnano l'apertura verso un mondo di cui - nel suo blog - aveva sempre stigmatizzato ciò che è vanità o, peggio ancora, barbarie, ma insieme accolto e celebrato con gioia tutti quegli aspetti che rendono bella la vita.
Per questo sono certa che, dall'Alto, ci seguirà con occhio vigile facendo il tifo per noi che restiamo.
Buon ascolto!