Castello di Donnafugata |
Ragusa: Duomo |
E' una Sicilia non facile da raccontare. Mi porto dentro infatti sensazioni, colori, profumi, ma anche sapori di tale suggestione che parole e immagini non bastano a tradurre: dal silenzio raccolto e commosso davanti alla tomba di Vincenzo Bellini nel Duomo di Catania, all'animato vociare del mercato del pesce, vera full immersion nel colore locale; dal mare luminoso di Siracusa, alla progressiva arcana penombra delle latomie e dell'"Orecchio di Dionisio".
Ma mi restano impresse anche le
Modica : Duomo |
Aspetti diversi di una Sicilia dai mille volti: dalle vecchie botteghe ricavate ancora oggi da antiche grotte a Scicli, a dimore sontuose e aristocratiche come il Castello di Donnafugata; da una ricchezza umana fatta di grande ospitalità e da un vivo senso di intraprendenza, a una visione della vita venata invece da una punta di rassegnato scetticismo.
Scicli: chiesa rupestre. |
Penso alla competenza e alla passione con cui le guide illustrano chiese, palazzi e vicende storiche.
Noto: balcone di Palazzo Nicolasi |
Scicli: S.Giovanni |
Ma sono anche le decorazioni a rendere le architetture affascinanti in ogni dettaglio: dai ferri battuti simili a pizzi, fino alle balconate sontuose nelle loro mensole scolpite e direi quasi lussureggianti, come i fiori blu di jacaranda e gli agrumeti già carichi di frutti che costellano le campagne e i viali di città.
Agrigento: Tempio di Hera Lacinia |
Pietre vivissime ancora oggi nella loro armonia, nonostante il contrasto stridente con la collina accanto sulla quale s'innalzano i palazzi di Agrigento frutto di una sconsiderata speculazione edilizia.
Agrigento: Tempio della Concordia |
Ma dall'alto della città, un impagabile panorama si apre fino alla striscia verde-blu del mare: la piana in mezzo alla quale, in contrada Kaos - con la kappa, come precisa la guida - è nato Pirandello e in fondo Porto Empedocle.....dov'è nato anche mio padre.
Mancherà l'Etna a completare il quadro di questa meraviglioso angolo di Sicilia: riusciremo a vederlo uscire dalla foschia solo ripercorrendo la strada verso Catania, alto sulla piana e incappucciato da una nube di vapore.
Il mare a Siracusa |
Poi l'aereo prende quota e ci porta via inesorabile, sempre più alto sul Tirreno incontro a una bianca barriera di nuvole, verso la mia pianura disseminata di pievi romaniche.
E resto con in cuore quel verso di Ungaretti che sempre mi risuona ad ogni distacco: "E come portati via / si rimane".
Ma per tornare alla musica, mi sembra bello commentare le immagini che vedete con un brano del catanese Vincenzo Bellini (1801 - 1835).
Vien quasi da tremare scrivendo queste date - come peraltro quelle di altri autori romantici come Schubert e Chopin, solo per citarne alcuni - ma trentaquattro anni sono davvero pochi e chissà quanta altra musica il compositore ci avrebbe regalato se fosse vissuto più a lungo!
Parlando di Bellini, il primo pensiero va alla "Norma" con la sua romanza più famosa, "Casta diva", interpretato naturalmente dalla Callas: è un brano che ho già pubblicato tempo fa e che, se volete, potete ritrovare qui.
Così, ora della stessa opera ho scelto l' "Ouverture", anche perchè mi pare sommi in sè una varietà di temi e caratteri diversi: sono toni ora irruenti e tesi, ora decisamente più lirici; ora marziali, ora pervasi da dolcezza e limpida serenità.
Un insieme di passionalità e di fremiti che possono ben rappresentare gli aspetti così eterogenei dell'anima di Sicilia.
Buon ascolto! |