Visualizzazione post con etichetta privacy. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta privacy. Mostra tutti i post
mercoledì 21 dicembre 2016
Privacy sì, privacy no
La foto sopra l'ho scaricata da facebook dove l'ha pubblicata un amico e si riferisce a una encomiabile manifestazione della Protezione Civile dei paesini liguri di Vallebona Seborga Perinaldo.
La foto sotto l'avevo pubblicata assieme ad alcune altre e si riferiva al saggio di fine anno. Non chiesi allora nessuna autorizzazione alle mamme o ai papà. E anzi alcuni di loro mi ringraziarono.
Credo che per questa sbandierata privacy ci vorrebbe un bel pizzico di buon senso.
giovedì 18 febbraio 2016
La Apple la privacy le Brigate Rosse
Penso abbiate sentito della diatriba sulla privacy tra la Apple e l'Fbi. Non entro nel merito perché la questione è davvero complicata ma mi sento di dire che queste grandi aziende dal fatturato stratosferico non vanno tanto per il sottile quando adoperano la privacy dei nostri dati a loro uso e consumo, per marketing e chissà per quali altri scopi.
È il 2 marzo del 2003. In un conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze rimangono uccisi il poliziotto Emanuele Petri e il br Marco Gallesi. La Polizia riesce ad arrestare la brigatista Nadia Lioce che era anche lei sul treno e le sequestra due palmari (il primo iPhone sarebbe uscito solo nel 2007). La Polizia postale è subito all'opera per cercare di forzare i file criptati dove potrebbero esserci i dati utili per smantellare tutta la colonna della Brigate Rosse. Niente da fare di fronte al codice di criptazione Pgp (Pretty good privacy) che protegge la memoria. I due palmari dunque, per rogatoria della magistratura, vengono inviati ai laboratori Fbi di Quantico, in Virginia, perché possano essere violati i codici. Ma la Psion, società anglo-canadese che unica potrebbe fornire le chiavi, in nome della privacy risponde con un "no" assoluto.
In soccorso degli inquirenti ci sarà poi qualcuno che non avrà bisogno di particolari chiavi informatiche per accedere al contenuto di quei file, sarà la pentita Nadia Banelli.
È il 2 marzo del 2003. In un conflitto a fuoco sul treno Roma-Firenze rimangono uccisi il poliziotto Emanuele Petri e il br Marco Gallesi. La Polizia riesce ad arrestare la brigatista Nadia Lioce che era anche lei sul treno e le sequestra due palmari (il primo iPhone sarebbe uscito solo nel 2007). La Polizia postale è subito all'opera per cercare di forzare i file criptati dove potrebbero esserci i dati utili per smantellare tutta la colonna della Brigate Rosse. Niente da fare di fronte al codice di criptazione Pgp (Pretty good privacy) che protegge la memoria. I due palmari dunque, per rogatoria della magistratura, vengono inviati ai laboratori Fbi di Quantico, in Virginia, perché possano essere violati i codici. Ma la Psion, società anglo-canadese che unica potrebbe fornire le chiavi, in nome della privacy risponde con un "no" assoluto.
In soccorso degli inquirenti ci sarà poi qualcuno che non avrà bisogno di particolari chiavi informatiche per accedere al contenuto di quei file, sarà la pentita Nadia Banelli.
Iscriviti a:
Post (Atom)