La fotografia è un mezzo che permette di catturare momenti, raccontare storie e comunicare emozioni attraverso le immagini. Tuttavia, spesso si pensa che la creatività, un elemento cruciale per distinguersi grazie alla realizzazione visiva di idee che ci vengono in mente, sia un dono innato. In realtà, la creatività è una capacità che può essere coltivata e migliorata con dedizione e pratica costante.
La Creatività e l’Intelligenza La creatività e l’intelligenza sono spesso interconnesse, ma non sono la stessa cosa. L’intelligenza riguarda la capacità di risolvere problemi e di comprendere concetti complessi, mentre la creatività implica l’abilità di generare idee nuove e originali. Tuttavia, essere intelligenti può aiutare a riconoscere e sfruttare opportunità creative, così come la pratica della creatività può migliorare certe forme di intelligenza, specialmente quelle legate al pensiero divergente e alla risoluzione innovativa dei problemi.
Cos’è la Creatività e Come si Sviluppa? La creatività è la capacità di vedere il mondo da prospettive diverse e di generare idee originali. Non si tratta solo di avere un’intuizione improvvisa, ma anche di saper combinare conoscenze ed esperienze in modi nuovi e innovativi. Nella fotografia, questo significa trovare modi unici di utilizzare la luce, i soggetti, le composizioni e gli ambienti che portino a creare “progetti” che sorprendano e coinvolgano.
Contrariamente alla credenza popolare, la creatività non è una caratteristica riservata a pochi eletti. Tutti possono sviluppare questa capacità attraverso l’esercizio e la sperimentazione. Come? Ecco alcuni suggerimenti.
Esercizi per Coltivare la Creatività in Fotografia dal punto di vista tecnico Sperimenta con Nuove Tecniche: Prova tecniche fotografiche che non hai mai utilizzato prima. Ad esempio, se sei abituato a scattare in digitale, prova la fotografia analogica o viceversa. Gioca con esposizioni lunghe, doppie esposizioni, macrofotografia o fotografia astratta.
Progetti Fotografici a Tema: Lavorare su un progetto a tema può stimolare la tua creatività. Scegli un tema che ti appassiona e cerca creare una serie di immagini coerenti. Questo ti obbligherà a pensare in modo più profondo e a cercare modi nuovi per rappresentare il tema scelto.
Fotografa in Luoghi Sconosciuti: Viaggiare o semplicemente esplorare nuove aree della tua città può offrire nuove ispirazioni. Luoghi sconosciuti ti spingono a vedere il mondo con occhi nuovi e a trovare bellezza e interesse in cose che normalmente trascureresti.
Cambia Prospettiva: Prova a scattare foto da angolazioni insolite. Siediti, sdraiati a terra, arrampicati su un punto elevato o utilizza un drone. Cambiare prospettiva può dare un nuovo significato ai tuoi soggetti e alle tue composizioni.
Esercizi per Coltivare la Creatività in Fotografia dal punto di vista pratico
Collaborazioni Artistiche: Lavorare con altri fotografi o artisti di diversi campi può aprire nuove vie creative. Scambiarsi idee e tecniche può ispirarti a provare approcci che non avresti mai considerato.
Imparare dai Maestri: Studia il lavoro dei grandi fotografi. Analizza le loro tecniche, composizioni e il modo in cui raccontano storie attraverso le immagini. Questo non significa copiare, ma piuttosto capire i loro processi e lasciarsi ispirare. Non guardare i singoli scatti, concentrati sui progetti, su insiemi di fotografie, cerca di capirne il linguaggio, le sequenze narrative e le modalità espressive.
Consapevolezza e Osservazione: Sii presente e osserva attentamente il mondo intorno a te. La creatività nasce spesso da dettagli che gli altri non notano. Allenati a essere curioso e a esplorare ogni scena con occhi nuovi.
Essere consapevoli significa essere pienamente presenti nel momento, percependo ogni dettaglio della scena che ci circonda. L’osservazione, d’altra parte, richiede di guardare il mondo con occhi curiosi e attenti, notando particolari che spesso sfuggono all’occhio distratto. In fotografia, la combinazione di queste due capacità può trasformare una semplice immagine in un’opera d’arte. La consapevolezza è la pratica di essere presenti e pienamente coinvolti in ciò che si sta facendo. In fotografia, questo significa mettere da parte le distrazioni e concentrarsi completamente sulla scena davanti a te. Quando sei consapevole, sei in grado di percepire la luce, i colori, le forme, i suoni e persino le sensazioni del momento. Questa profondità di percezione ti permette di cogliere aspetti unici della scena che potrebbero passare inosservati.
Fotografia Consapevole: Pratica la fotografia consapevole, dove ti dedichi completamente all’atto di scattare foto, senza fretta e senza distrazioni. Osserva la scena per diversi minuti prima di scattare, cercando di percepire ogni dettaglio. L’osservazione è la capacità di guardare il mondo con occhi nuovi e curiosi, notando dettagli che spesso vengono ignorati. In fotografia, questo significa trovare bellezza e interesse in cose apparentemente banali o ordinarie. L’osservazione acuta ti permette di scoprire composizioni interessanti, giochi di luce e ombra, texture e colori che possono trasformare una foto in qualcosa di straordinario.
Esercizi per migliorare l’osservazione:
Fotografa i Dettagli: Dedica una sessione fotografica interamente ai dettagli. Cerca texture, pattern, riflessi e piccoli elementi che spesso passano inosservati. Questo ti allenerà a vedere oltre l’ovvio.
Diario Fotografico: Mantieni un diario fotografico quotidiano, scattando almeno una foto al giorno. Questo esercizio ti obbliga a cercare ispirazione e interesse in situazioni quotidiane, allenando il tuo occhio a trovare la bellezza ovunque.
Allenati a Essere Curioso La curiosità è un motore potente per la creatività. Essere curioso significa avere un desiderio costante di esplorare, scoprire e imparare. In fotografia, la curiosità ti spinge a esplorare nuove tecniche, a sperimentare con attrezzature diverse, e a cercare nuove storie da raccontare attraverso le tue immagini.
Modi per coltivare la curiosità:
Esplora Nuovi Luoghi: Viaggia o semplicemente esplora nuove parti della tua città. Ogni nuovo ambiente offre opportunità per scoprire qualcosa di inaspettato.
Impara da Altri: Studia il lavoro di altri fotografi e artisti. Leggi libri, guarda documentari e partecipa a workshop. Imparare da altri può aprire nuove prospettive e idee.
Poni Domande: Allenati a porre domande su ciò che vedi. Chiediti perché qualcosa ti attira, come è stato creato un particolare effetto, o quale storia potrebbe nascondersi dietro una scena.
Routine e Discipline Creative: Dedica del tempo ogni giorno alla tua fotografia. Non sei obbligato a scattare ogni giorno, ma impara a osservare a guardare le cose che ti circondano come fossero fotografie. La creatività spesso arriva mentre lavori, non prima.
Conclusione Essere un fotografo creativo non è una questione di talento innato, ma di pratica, sperimentazione e costante crescita. La creatività è una capacità che si può sviluppare e migliorare, e ogni fotografo può scoprire il proprio modo unico di vedere e rappresentare il mondo. Attraverso l’uso di esercizi specifici e l’impegno costante, puoi coltivare la tua creatività e trasformare la tua progettualità in fotografia in un’arte espressiva e potente.
In conclusione, la creatività in fotografia è un viaggio continuo. Non ci sono scorciatoie, ma con pazienza e passione, ogni fotografo può raggiungere nuovi livelli di espressione artistica e creare immagini che parlano direttamente al cuore degli osservatori.
Ciao Sara Munari
Fotografia di Sara Munari
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Sono entusiasta di condividere con voi i progetti straordinari dei partecipanti ai due workshop di fotografia che ho avuto il privilegio di organizzare, tenutisi a Shanghai nel 2020 e a Pechino nel 2024. queste esperienze hanno rappresentato per me e per i partecipanti un viaggio creativo unico, segnato non solo dalla crescita artistica, ma anche dalla forza del legame umano tra noi.
Nel 2020, a Shanghai, ho guidato in questo percorso, un gruppo di fotografi completamente diversi tra loro e ho visto ognuno di loro scoprire nuovi modi di vedere e interpretare il mondo attraverso l’obiettivo. I risultati sono stati eccezionali: una collezione di immagini che raccontano storie uniche, catturano emozioni profonde e celebrano la diversità della vita delle due città.
Quattro anni dopo, nel 2024, ci siamo ritrovati a Pechino e mi ha riempito di gioia vedere come il tempo avesse rafforzato lo spirito di collaborazione e la passione condivisa per la fotografia. Questo secondo incontro è stato un’occasione per riflettere sulla nostra evoluzione artistica e per creare nuovi progetti che riflettessero le esperienze e le sfide affrontate nel corso degli ultimi difficili anni. Le fotografie realizzate a Pechino testimoniano una maturità artistica sorprendente e una coesione che raramente si incontra nei gruppi di lavoro.
Voglio esprimere la mia più profonda stima e affetto nei confronti di tutti i partecipanti. Il loro impegno, la loro creatività e la loro capacità di sostenersi a vicenda hanno reso questi workshop momenti indimenticabili. Ogni progetto presentato è una testimonianza del loro talento e della loro dedizione.
Non vedo l’ora di vedere dove ci porterà il prossimo capitolo del nostro viaggio. Ciao a tutti! Sara
Qui potete vedere il lavoro di Cristina BARBIERI.
Fotografie di Cristina Barbieri vietata la vendita o la riproduzione.
Grazie ai partecipanti per avermi ricordato che, indipendentemente dal passare del tempo, la passione per la fotografia può unire, ispirare e produrre opere di straordinaria bellezza.
S.P.Q.C.(Sono Pazzi Questi Cinesi)
Colorati, esagerati, buffi, eccessivi, calati in situazioni inconsapevolmente umoristiche, i cinesi suscitano il nostro stupore e ci strappano un sorriso divertito.
Perchè, se spesso ci appaiono inconsapevoli del carattere assurdo di quello che fanno o delle combinazioni che creano, altre volte sembrano divertirsi con le loro trovate, che siano un copricapo, un dispositivo improbabile o un costume, magari indossato addirittura da un cane. Gli animali sono coinvolti a loro insaputa nelle situazioni piu’ surreali, come il pastore tedesco con tanto di maschera seduto impettito nel sidecar. Camminando lungo le strade si incontrano animali giocattolo e pupazzi di dimensioni giganti che coabitano con arredi e persone, manichini animati, a prima vista indistinguibili da esseri umani, che si mescolano e alternano a questi provocando disorientamento in chi cinese non e’, e statue in bronzo di persone fissate nell’atto di svolgere gesti quotidiani che diventano richiestissimi coprotagonisti di selfie, per scattare i quali ci si mette in fila.
Disneyland, la massima espressione dell’americanismo, e’ sbarcata in Cina. L’iperrealta’, che scardina il confine tra vero e finto e magnetizza perche’ trasforma i sogni in realta’ -ricondotta dagli intellettuali al capitalismo e al consumismo di massa- incontra la predisposizione all’assurdo ed il gusto per la copia dei cinesi, dando vita ad un connubio felice.
Ma sembra di essere a Disneyland anche fuori da Disneyland: e’ normale che le persone si travestano in modo da sembrare finte, cosicche’ personaggi che sembrano usciti dalle fiabe o dalla storia girano tranquillamente per la città’, senza suscitare alcun moto di stupore nella folla. Ci si traveste anche da animali (di peluche)… e contemporaneamente si travestono gli animali da esseri umani (con vestiti e addirittura scarpe) o da supereroi o animali mitologici (il leone del capodanno cinese): in Cina si puo’ vivere un giorno da imperatori o principesse e anche i cani possono vivere un giorno da leoni!
Quando ci troviamo di fronte a un’immagine, possiamo dare atto a una lettura immediata, spesso molto soggettiva, che prevede un’interpretazione basata su chi siamo, come ci sentiamo in quel momento, che tipo di esperienze, educazione e contesto abbiamo vissuto. Questo tipo di approccio alla lettura della fotografia è quello più diffuso e spesso gli viene erroneamente attribuito valore universale: se io vedo questo e comprendo questo, tutti faranno lo stesso. La verità è che, di fronte ad una stessa fotografia, senza indicazioni testuali o istruzioni da parte del produttore dell’immagine, ci troveremo a confrontarci con una miriade di possibili e veritiere letture differenti.
Solamente un approccio approfondito può accompagnare verso una potenziale comprensione del messaggio contenuto in un’immagine.Si passa in questo caso, da una lettura confusa e frammentaria a una più complessa che può infine collimare con le intenzioni dell’autore.
Ogni immagine porta con sé significati differenti che vanno approfonditi oltre alla semplicità dell’oggetto o soggetto fotografato. Tra l’altro, molto più spesso di quanto si pensi, la percezione della stessa fotografia può evolversi nel tempo, cambiando.
Sebbene esista un metodo coerente per la lettura di una fotografia, non esistono regole specifiche che si possano applicare in ogni luogo e in ogni momento.
Lo stesso vivere, fare esperienza, cambiare nel tempo, influenza molto il nostro avvicinamento alle fotografie, sia in termini di produzione che di ricezione.
Suggerirò qui un metodo che vi permetterà di approcciarvi all’immagine fotografica al fine di ottenere una lettura abbastanza completa che porti ad un’interpretazione il più coerente possibile. Vi darò quindi qualche indicazione che vi metta nelle condizioni si poter leggere correttamente una fotografia, in quanto rimango completamente convinta del fatto che se non si sa leggere un’immagine, diventa molto difficile saperla produrre consapevolmente.
Quando ci troviamo di fronte a una fotografia dovremmo sapere chi è l’autore, se l’immagine ha un titolo e se la produzione è avvenuta su committenza oppure è stata prodotta per necessità personale del fotografo. Stabilire anche il periodo storico in cui è stata prodotta sarà utile ad assegnarle un valore coerente allo stesso. Questo ci serve ad avere un quadro generale di base che serve da punto di partenza per un’interpretazione più accurata.
Una volta stabilito quale sia il soggetto e la sua ambientazione, dovremmo essere in grado di comprendere il genere fotografico al quale l’immagine appartiene (reportage, paesaggio, street photography, still life, schifezza ecc.).
Dovremmo poi concentrarci sulla composizione dell’immagine, sulle linee (oblique, orizzontali, verticali, curve, spezzate ecc), le forme e la loro collocazione all’interno del riquadro fotografico. Queste possono essere presenti nelle strutture dei soggetti riprodotti o create dal fotografo attraverso la distribuzione degli elementi inseriti. Sempre a livello compositivo potremmo considerare la prospettiva scelta, il punto di vista adottato dal fotografo e la dimensione di soggetti e oggetti nell’immagine. Infine possiamo determinare se tutte queste scelte sono funzionali a proporre un insieme equilibrato, armonioso, simmetrico, dinamico, statico, semplice o complesso.
La luce è un altro elemento fondamentale da prendere in considerazione. Che luce ha scelto il fotografo? Dura, Morbida, naturale, artificiale? Che ombre produce?
I colori scelti dal fotografo, sia nel momento dello scatto che come preferenza in termini di fotoritocco, che caratteristiche hanno? Sono colori forti, tenui, esprimono drammaticità o risultano leggeri e armoniosi? La gamma tonale utilizzata è ampia, quindi ci troviamo di fronte a molti toni che sfumano gradatamente o è molto ristretta, quindi i passaggi tonali sono prepotenti e repentini? Si, perché ricordate che i colori che proponiamo, così come la quantità di toni, producono reazioni diverse.
Approfondendo il grado di lettura potremmo cominciare a distinguere gli elementi connotativi da quelli denotativi.
Produrre una fotografia non vuol dire solamente “far vedere”, ma anche significare qualcosa per mezzo dell’immagine, serve quindi conoscere gli effetti visivi che servano al destinatario per condurlo verso l’interpretazione voluta.
Il livello denotativo della lettura si riferisce all’individuazione degli elementi costitutivi dell’immagine (persone, case, strade), ciò che è effettivamente presente. Possiamo attribuire alla lettura denotativa il livello base, il punto di partenza, l’impatto iniziale.
A livello connotativo, invece, il lettore cerca di decifrare anche codici non presenti concretamente, piuttosto appartenenti alla propria cultura, età, sensibilità ecc., sulla base dei quali conferisce all’immagine “alcuni” significati più personali. Che sensazioni suscita? Vuole comunicarci felicità, agitazione, tranquillità, paura, conforto o drammaticità? A me nello specifico, cosa arriva?
Nella foto sottostante, per esempio, a livello denotativo vediamo un uomo, con alcuni disegni sul muro dietro di lui, che sorregge una grande radio portatile con una mano e un cellulare con l’altra mano. A livello connotativo potrei dire che mi ricorda vagamente quel rompiscatole dell’insegnante di ginnastica delle medie, che forse sta cercando una canzone sul telefono e la trasmetterà a tutto volume con la sua radio gigante. Il tutto mi trasmette molta allegria!
La lettura completa e approfondita di una fotografia necessita di molto tempo e risorse, quello che vi ho suggerito qui, vuole solo essere uno spunto di riflessione per un primo approfondimento. L’interpretazione corretta di una fotografia non potrà mai provenire rigorosamente da schemi dettagliati o imposti, piuttosto proviene da un’attività dialettica, che considera tutti gli elementi, le forze in gioco e i contrasti.
Fotografia di Sara Munari
Una volta tentata un’interpretazione personale potremmo proseguire con il chiederci quale sia la funzione specifica dello scatto e se la nostra decodificazione corrisponde a quella operata dal fotografo.
Quella che vi ho presentato ora è solo una parte di ciò che un’immagine contiene, ma se vi allenate un pochino seguendo la modalità che vi ho scritto, vedrete che non solo capirete molte più cose delle immagini che incontrerete, ma con tanta felicità da parte mia, probabilmente comincerete a selezionare con più attenzione anche quelle che scatterete.
Con 116 fotografie, 18 grandi fotografi e 12 set dei più celebri film hollywoodiani, la mostra “Lo sguardo dei grandi fotografi sui divi di Hollywood” si appresta a diventare l’evento espositivo di richiamo di fine estate a Pordenone, offrendo un’ampia retrospettiva sull’incontro “magico” tra i maestri della fotografia e quelli del cinema. L’inaugurazione ufficiale, prevista per sabato 14 settembre alle ore 17, è stata preceduta oggi da un’anteprima stampa alle ore 11 presso la sede espositiva, la Galleria civica Harry Bertoia, al n. 60 di Corso Vittorio Emanuele II, dove la mostra sarà visitabile al pubblico dal 15 settembre all’8 dicembre, insieme al Vicesindaco Assessore alla Cultura di Pordenone, Alberto Parigi, la co-curatrice Suleima Autore, Riccardo Costantini, per Cinemazero e da remoto la curatrice Alessandra Mauro. Proposta dal Comune di Pordenone, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con Contrasto, Pordenonelegge, Cinemazero, Craf, Magnum e Versicherungskammer Kulturstiftung celebra l’intenso legame tra il mondo della fotografia e quello del cinema, mostrando il “dietro le quinte” di alcune leggendarie pellicole hollywoodiane, da “Improvvisamente l’estate scorsa” (1959) a “Zabriskie Point” (1970) e “Morte di un commesso viaggiatore” (1975), solo per citarne alcune. “Un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di cultura visiva e cinematografica, perché offre un viaggio affascinante e uno sguardo inedito sui protagonisti e le atmosfere del cinema”, sottolinea il vicesindaco e assessore alla Cultura di Pordenone Alberto Parigi. “È un onore – aggiunge – poter ospitare nella nostra città un evento culturale di tale rilievo, che rende omaggio alla storia del cinema attraverso l’occhio dei grandi fotografi della Magnum”. Grazie alla collaborazione con Cinemazero di Pordenone, l’esposizione presenta anche una selezione di poster e locandine promozionali dei film hollywoodiani proveniente dalle prestigiose collezioni “La Cineteca del Friuli”, “La Cineteca del Friuli – Fondo Gianni Da Campo”, e “Collezione Isidoro Brizzi”, arricchendo ulteriormente l’esperienza immersiva. Dalla storica collaborazione tra l’agenzia Magnum Photos e il mondo del cinema, l’esposizione presenta ritratti e scene che catturano momenti irripetibili: Charlie Chaplin mentre dirige “Luci della ribalta” (fotografato da Eugene Smith), Billy Wilder e Marilyn Monroe in “Quando la moglie è in vacanza” (scatti di Elliott Erwitt), e James Dean in “Gioventù bruciata” (fotografato da Dennis Stock). Le grandi dive come Elizabeth Taylor e Katharine Hepburn in “Improvvisamente, l’estate scorsa” (fotografate da Burt Glinn) e l’intero cast di “The Misfits – Gli Spostati”, immortalato da diversi autori Magnum, rappresentano solo alcune delle straordinarie immagini in mostra. Tanti i grandi fotografi della Magnum Photos presenti in mostra, da Henri Cartier Bresson a Eugene Smith, Inge Morath, Dennis Stock, Elliot Erwitt, David Hurn, Peter Marlow, Guerogui Pinkhassov.
Curata da Alessandra Mauro di Contrasto, questa nuova edizione della mostra mette in risalto il profondo legame tra Magnum e il cinema attraverso 12 reportage dettagliati che esplorano i retroscena di altrettante pellicole iconiche. Ogni sezione sarà accompagnata da pannelli informativi che racconteranno la storia del film, il suo impatto culturale e curiosità inedite, offrendo ai visitatori una narrazione completa e coinvolgente. “Non si tratta di una mera esposizione fotografica – spiega la curatrice –, ma di un vero e proprio viaggio nelle emozioni e nelle sorprese che un set cinematografico può riservare agli occhi di un fotografo. Come sottolineava Elliott Erwitt, ‘quel che la vita ha di meraviglioso sono le sorprese. Non vedo perché dimenticarsene quando si fa un film”. Inoltre, dal 18 settembre al 17 novembre, al 2° piano di Galleria Bertoia, sarà allestita la mostra fotografica “Il tempo di una fotografia”, in cui saranno esposte le opere dei giovani dai 15 ai 30 anni che hanno partecipato al concorso indetto dal Comune, assieme alle associazioni SOMSI e Panorama. Questa “mostra nella mostra”, che proporrà le opere selezionate da una giuria tecnica, sarà ad ingresso gratuito e visitabile secondo gli orari di “Magnum sul set”. Tutti i visitatori potranno esprimere una preferenza e votare la fotografia preferita. Gli autori delle 3 foto più votate saranno premiati in una cerimonia ufficiale a dicembre.
Parallelamente, saranno organizzati diversi eventi collaterali. Durante l’esposizione internazionale SICAM, il m° Francesco Tizianel si esibirà in alcuni concerti dedicati alle colonne sonore dei film rappresentati nelle foto dei grandi maestri. Prevista anche la proiezione di alcune pellicole relative alle foto esposte, in collaborazione con Cinemazero. Inoltre saranno organizzate visite guidate didattiche per i ragazzi delle scuole.
In occasione dell’apertura di “Magnum sul set”, sarà attivato il biglietto unico che consentirà ai visitatori l’ingresso ad un prezzo speciale per ammirare le opere esposte in Galleria Bertoia, al Museo civico Palazzo Ricchieri e al Paff!.
Dal 15 Settembre 2024 al 08 Dicembre 2024 – Galleria civica Harry Bertoia – Pordenone
Tina Modotti, Donna con bandiera, 1927, Paladiotipo, stampato da Richard Benson nel 1976, 24.9 × 19.7 cm, The Museum of Modern Art, New York
La più completa mostra mai proposta in Italia sull’opera di Tina Modotti (1896-1942) arriva a Torino dopo il successo raccolto nella tappa di Palazzo Roverella a Rovigo.
Dal 16 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025 gli spazi di CAMERA accolgono la mostra Tina Modotti. L’opera, a cura di Riccardo Costantini – promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con Cinemazero – dedicata a una delle figure più rilevanti della fotografia del XX secolo.
Le 300 opere esposte a Torino raccontano la poliedricità, le peculiarità artistiche, l’indole curiosa, partecipe e libera di Modotti, che durante la sua breve ma intensa carriera è riuscita a catturare l’intensità e i contrasti dei mondi che ha attraversato, espressi con ritratti di vita quotidiana, ma anche e soprattutto raccontando l’ingiustizia, il lavoro, l’attivismo politico, la povertà, le contraddizioni del progresso e del passaggio alla modernità.
La mostra ha una rilevanza dal punto di vista documentale, in quanto raccoglie diversi materiali inediti, video, riviste, documenti, ritagli di quotidiani, ritratti dell’artista, nonché fotografie che risalgono alla prima e unica esposizione che realizzò Tina Modotti nel 1929 e che testimoniano e rendono giustizia all’arte della fotografa.
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Dario Cimorelli Editore.
Dal 16 Ottobre 2024 al 02 Febbraio – Camera Centro Italiano per la Fotografia Torino
Dal 16 ottobre 2024 fino al 2 febbraio 2025, la Project Room di CAMERA ospiterà Mimmo Jodice. Oasi, mostra in collaborazione con Fondazione Zegna.
Curata da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Barbara Bergaglio, la mostra presenta per la prima volta 40 immagini appartenenti alla serie realizzata dal fotografo napoletano, tra la primavera e l’inverno del 2008, per una committenza ricevuta dalla Fondazione. Uno straordinario corpus all’interno del quale è possibile ritrovare tutta la poetica di Jodice, la sua capacità di trasformare gli elementi della realtà, naturali o artificiali, paesaggi o interni, piante o macchinari industriali, in visioni metafisiche, sospese nel tempo e nello spazio.
In anteprima, in occasione delle Giornate FAI, il 12 ottobre presso Casa Zegna e il Lanificio Ermenegildo Zegna di Trivero (Biella), verranno presentate quattro stampe di grandi dimensioni dell’artista della stessa serie. Per l’occasione, Walter Guadagnini terrà un talk dal titolo La trama e la neve. Mimmo Jodice a Trivero. La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Dario Cimorelli Editore, introdotto da una testimonianza di Anna Zegna, presidente di Fondazione Zegna, con un saggio del curatore Walter Guadagnini, un testo di Ilaria Bonacossa e la riproduzione della serie completa, composta da oltre 60 opere.
Dal 16 Ottobre 2024 al 02 Febbraio 2025 – CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia – Torino
– 40 fotografie ripercorrono due decenni fondamentali (1980-2000) del percorso artistico di Giovanni Chiaramonte, scomparso nel 2023, figura centrale della fotografia italiana degli ultimi decenni, che come pochi altri ha contribuito alla ridefinizione poetico-concettuale dell’immagine del paesaggio contemporaneo. – Tre sezioni – Italia, Europe, Americas – compongono un viaggio lungo le origini della civiltà occidentale e lo sviluppo che ha intrapreso nel corso dei secoli. – Il titolo, Realismo infinito, fa riferimento tanto alla linea dell’orizzonte, elemento centrale della fotografia paesaggistica, quanto alle molteplici possibilità rappresentative che ogni scenario reca in sé.
Dal 16 novembre 2024 al 9 febbraio 2025, il Museo Diocesano di Milano dedica una mostra a Giovanni Chiaramonte (Varese 1948 – Milano 2023), autore considerato tra i più grandi maestri della fotografia italiana, che con la sua opera ha contribuito come pochi altri alla ridefinizione poetico-concettuale dell’immagine del paesaggio contemporaneo. La rassegna, curata da Corrado Benigni con il sostegno di Fondazione Banca Popolare di Milano e Fondazione Fiera Milano, celebra l’artista a un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 18 ottobre 2023.
Il percorso espositivo si compone di 40 immagini, suddivise in tre sezioni-capitoli (Italia, Europe, Americas) che ripercorrono oltre due decenni, dal 1980 ai primi anni del 2000, di ricerca intorno ai diversi modi di percepire il paesaggio e la veduta urbana, da sempre al centro della fotografia e della riflessione teorica di Chiaramonte.
Un’esplorazione che si sviluppa lungo i punti chiave della storia e dell’identità occidentale, a partire dall’Italia, il cui paesaggio, che porta i segni di una lunga stratificazione di culture e costumi, diviene la matrice per leggere e comprendere l’intero Occidente, il suo carattere e il suo destino. In un pellegrinaggio che tocca Atene e Roma, passa da Berlino e arriva fino al Bosforo e Gerusalemme, il fotografo ha ritratto le vestigia del Vecchio Continente alla ricerca delle origini della nostra civiltà.
Il viaggio, che si spinge fino agli Stati Uniti e l’America Centrale per rintracciare lo sviluppo del cammino dell’Occidente, legato alla tradizione ma inevitabilmente proiettato verso un futuro differente, diviene al contempo una riflessione teorica sull’atto del fotografare e sulla natura dell’oggetto rappresentato, evocando anche una riflessione sull’atto stesso del vedere. Per Chiaramonte non esiste un punto di vista preordinato per osservare il paesaggio, pensa invece che sia un luogo suscettibile di differenti interpretazioni, le quali seguono le dinamiche dell’esperienza individuale. Il titolo, Realismo infinito, fa riferimento tanto alla linea dell’orizzonte, elemento centrale della fotografia paesaggistica, quanto alle molteplici possibilità rappresentative che ogni scenario reca in sé.
“La sua arte, da sempre legata a un’esplorazione esistenziale e spirituale, è un ‘testo’ stratificato che narra il lungo e difficile cammino dentro le immagini per costruire un discorso che va oltre la dimensione del racconto del mondo, rivelando piuttosto i fondamenti del vedere umano…”, scrive Corrado Benigni nel testo del libro che accompagna la mostra. “Chiaramonte sa bene che non c’è nessuna armonia nel mondo, nessuna totalità̀, nessuna compiutezza. La sua non è una fotografia consolatoria. L’ultima resistenza – sembra suggerirci – è solo quella dell’immagine che mostrando le cose le fa esistere in una luce nuova, come fa la parola nominandole”.
L’esposizione sarà completata da un omaggio al contributo di Giovanni Chiaramonte alla realizzazione dell’Evangeliario Ambrosiano del 2011, per il quale la Diocesi di Milano ha commissionato al maestro alcuni scatti che vengono presentati in un’apposita sezione.
In programma una serie di iniziative collaterali, quali incontri di approfondimento sui temi della mostra e sulla fotografia, visite guidate e laboratori didattici per scuole, famiglie con bambini e visitatori adulti.
Dal 16 Novembre 2024 al 09 Febbraio 2025 – Museo Diocesano Carlo Maria Martini – Milano
Sabato 19 ottobre 2024, alle ore 18.00, la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce inaugura la mostra La Puglia vista dai fotografi dell’Agenzia Magnum, a cura di Walter Guadagnini, storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino. 35 scatti di 12 fotografi – Ian Berry, Bruno Barbey, Stuart Franklin, Burt Glinn, Harry Gruyaert, David Hurn, Guy Le Querrec, Herbert List, Martin Parr, David Seymour, Ferdinando Scianna, Patrick Zachmann – raccontano la Puglia, il suo territorio e i suoi abitanti, attraverso la lente e l’obiettivo di alcuni dei più grandi protagonisti della più nota agenzia fotografica del mondo, Magnum Photos.
All’interno del percorso, il bianco e nero di David Seymour, tra gli storici fondatori di Magnum nel 1947 insieme a Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, lascia il posto agli scatti, tra Bari e Lecce, di Herbert List, il grande fotografo tedesco particolarmente legato al Mediterraneo, e alle difficoltà del dopoguerra raccontate da David Hurn accanto alla rinascita degli anni Cinquanta e Sessanta.
Il colore di Ian Berry e Burt Glinn tradurrà il fascino della natura di Alberobello e le singolarità architettoniche della regione, mentre il bianco e nero di Bruno Barbey Stuart Franklin, Guy Le Querrec si ripropone per ripercorrere in tempi diversi i mestieri legati al mare e alla terra. In tempi più recenti il turismo di massa irrompe con l’ironia di Martin Parr, mentre la quotidianità contemporanea è catturata con poetica nostalgia da Patrick Zachmann, nella “sua” Gallipoli, e da Harry Gruyaert.
A vegliare idealmente su questi autori è lo sguardo di Ferdinando Scianna che per oltre trent’anni ha immortalato le città e le campagne pugliesi raccontando le persistenze, architettoniche e ideali, e i cambiamenti di una delle regioni più affascinanti del nostro paese. La mostra è corredata da un catalogo illustrato in tre lingue (italiano, francese e inglese), pubblicato da Dario Cimorelli Editore, con una introduzione del curatore Walter Guadagnini, contenente la riproduzione di tutte le opere esposte ed essenziali note biografiche degli autori.
Dal 19 Ottobre 2024 al 05 Gennaio 2025 – Fondazione Biscozzi | Rimbaud – Lecce
Unseen, le foto mai viste di Vivian Maier è il titolo della mostra che la Villa Reale di Monza dedica, dal 17 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025, a una delle pioniere e massime esponenti della street photography.
Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, Unseen, le Foto Mai Viste di Vivian Maier è la più importante esposizione mai fatta in Italia su questa straordinaria, riservatissima artista. 220 fotografie, divise in 9 sezioni, che esplorano i temi e i soggetti caratteristici del suo stile: dagli autoritratti alle scene di strada, dalle immagini di bambini alle persone ai margini della società, avventurandosi anche in aspetti sconosciuti o poco noti di una vicenda umana e artistica non convenzionale. La mostra si compone di un nucleo di fotografie in bianco e nero e a colori, molto rare e fino a pochi anni fa mai viste in pubblico, alle quali si aggiungono filmati in formato Super 8, provini a contatto, audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti, come le macchine fotografiche Rolleiflex e Leica. Parte di questo è materiale inedito di Vivian Maier che la curatrice Anne Morin presenta per la prima volta in questa mostra alla Villa Reale di Monza. Come tutte le esposizioni realizzate da Vertigo Syndrome la mostra è arricchita da una serie di eventi collaterali che comprendono workshop artistici, conferenze sulla storia della fotografia, laboratori per i bambini e altre varie iniziative strettamente collegate al mondo della fotografia e dell’immagine in generale. Per completare la conoscenza della fotografa e del suo lavoro, i visitatori della mostra saranno invitati ad accedere a una sala speciale, ideata appositamente da Vertigo Syndrome, dove proveranno la coinvolgente esperienza di EssereVivian Maier…
Dal 17 Ottobre 2024 al 26 Gennaio 2025 – Belvedere Reggia di Monza
Dal 16 novembre 2024 al 21 aprile 2025 il Museo Civico, in collaborazione con Silvana Editoriale e con l’Estate Brassaï Succession, presenta al pubblico un nuovo grande capitolo della storia della fotografia con la mostra Brassaï. L’occhio di Parigi, a cura di Philippe Ribeyrolles e Barbara Guidi.
Ungherese di nascita ma parigino d’adozione, Brassaï (1899-1948) è stato uno dei grandi maestri della storia della fotografia, autore di immagini che tutt’oggi identificano nell’immaginario collettivo il volto della capitale dell’arte moderna, Parigi. Attraverso quasi 200 stampe d’epoca, la retrospettiva bassanese offrirà al pubblico l’occasione di conoscere e approfondire l’opera di uno dei più innovativi e sorprendenti artisti del secolo scorso.
“L’occhio vivo della fotografia”, così lo definisce l’amico scrittore Henry Miller. Una definizione calzante per quell’acuto osservatore che, trasferitosi a Parigi nel 1924, sarà in grado di immortalare come nessun altro i mille volti della capitale francese e i suoi abitanti: dai monumenti simbolo ai quartieri operai, dalla gente di strada agli amici artisti e intellettuali, dalle serate di alta moda alla Parigi segreta dei club e delle “case delle illusioni”.
Ma è soprattutto l’amicizia con personaggi del calibro di Picasso, Prévert e Dalí, e la vicinanza al movimento surrealista, che permetterà a Brassaï di partecipare allo straordinario fermento culturale che investì Parigi in quegli anni.
Genio poliedrico dal multiforme talento – si è cimentato con il disegno, la pittura, la scultura ma anche con la scrittura – Brassaï trova nella fotografia il mezzo perfetto con cui affrontare il reale. L’obiettivo è un filtro che gli permette di depurare il mondo che lo circonda dalle convenzioni e dalle consuetudini, trasformando anche l’oggetto più banale in qualcosa di sorprendente: “Se tutto può diventare banale, tutto può ridiventare meraviglioso: che cos’è il banale se non il meraviglioso impoverito dall’abitudine?” afferma infatti l’artista.
Le sue più celebri immagini, come la serie Parigi di notte e le foto che hanno ispirato la nascente poetica del Surrealismo, accompagnate da una selezione di sculture, un arazzo tessuto a partire dalle foto dei graffiti di Brassaï, documenti e oggetti appartenuti all’artista, si articoleranno in un percorso espositivo di undici sezioni tematiche che immergeranno il visitatore nelle sofisticate e misteriose atmosfere della capitale francese della prima metà del Novecento, meta di artisti e intellettuali, “città spettacolo” che seduce e rapisce.
La mostra sarà inoltre accompagnata dall’omonima pubblicazione in lingua italiana e inglese a cura di Philippe Ribeyrolles, studioso nonché nipote del grande fotografo, e da una ricca offerta didattica pensata per tutte le tipologie di visitatori. Tra le attività in programma anche uno
speciale workshop dedicato alla fotografia organizzato in collaborazione con il Liceo Artistico “Michele Fanoli” di Cittadella, articolato in quattro appuntamenti condotti dal prof. Dario Antonini, che consentirà al pubblico di cimentarsi, in prima persona, nell’arte della stampa su carta fotografica in camera oscura e al termine del quale potrà portare a casa l’immagine realizzata.
La mostra Brassaï. L’occhio di Parigi è patrocinata dalla Regione del Veneto.
16 novembre 2024 – 21 aprile 2025 – Bassano del Grappa (Vi), Musei Civici
Un’opera di rigenerazione urbana realizzata nel territorio di Milano viene raccontata attraverso le fotografie del collettivo Urban Reports: Alessandro Guida, Davide Curatola Soprana, Isabella Sassi Farìas, Viviana Rubbo.
La mostra raccoglie una selezione di scatti, tratta da una campagna fotografica durata cinque anni, in cui gli autori hanno ripreso i momenti salienti della trasformazione del paesaggio, prestando attenzione continua allo spazio del cantiere e alla nascita del nuovo parco abitato.
Con le fotografie esposte assistiamo al racconto di un’evoluzione, che parte dal potenziale del luogo, incontra la genialità creativa dei due progettisti coinvolti – l’architetto Mario Cucinella e il paesaggista Michel Desvigne – e ci restituisce prospettive inedite del sito rinnovato.
Le immagini raccontano la complessità del cambiamento di un’ampia porzione del territorio di una città che ha saputo recepire i principi sottesi alle politiche e agli interventi di rigenerazione urbana e umana.
Dal 08 Ottobre 2024 al 27 Ottobre 2024 – Triennale Milano
Photography changes nothing. Violence continues, poverty continues. Children are still being killed in stupid wars. Letizia Battaglia
The Photographers’ Gallery presents a solo show of work by Italian photographer.
Letizia Battaglia: Life, Love and Death in Sicily is the first major exhibition in the UK following her death in 2022. The exhibition is curated by Paolo Falcone, in collaboration with Archivio Letizia Battaglia and Fondazione Falcone Per Le Arti and supported by the Fondazione Candido Speroni e Carla Fendi Speroni, The Italian Cultural Institute, London and Ambra & Antonio Gatti.
09 Oct 2024 – 23 Feb 2025 – The Photographers’ Gallery – London
Dal 7 novembre al 15 dicembre 2024 il MUDEC ospita la mostra fotografica delle vincitrici o dei vincitori del prestigioso riconoscimento fotografico Photo Grant di Deloitte, promosso da Deloitte Italia con il patrocinio di Fondazione Deloitte e in collaborazione con 24 ORE Cultura, la direzione artistica di Denis Curti e il team di BlackCamera.
Il tema proposto per la seconda edizione del Photo Grant di Deloitte è Possibilities: quest’anno fotografe e fotografi sono chiamati a guardare al futuro con l’obiettivo di cogliere le possibilità di cambiamento e di trasformazione che il tempo presente, personale e storico, offre.
In mostra saranno esposte le opere della vincitrice o del vincitore dell’edizione 2024 (che sarà proclamato il prossimo settembre) e “Dust From Home” della fotografa brasiliana Fernanda Liberti (Rio de Janeiro, 1994) vincitrice della OpenCall 2023. L’artista ha lavorato tutto l’anno al suo progetto grazie al contributo del grant. Al Museo delle Culture di Milano verrà presentato, per la prima volta, il progetto inedito ispirato dalle storie migratorie della sua famiglia di origine siriana, italiana e albanese in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio.
Partendo dal prezioso archivio fotografico familiare, l’artista ha infatti creato un incredibile ponte iconografico che unisce paesaggio, memoria storica, nostalgia, eredità e politica territoriale. Il percorso espositivo sarà poi completato da un’anteprima dell’idea progettuale della vincitrice o del vincitore dell’Open Call 2024, dedicata a fotografe e fotografi Under 35.
Dal 07 Novembre 2024 al 15 Dicembre 2024 – MUDEC Museo delle Culture – Milano
Casale Monferrato torna a parlare di fotografia con la seconda edizione di MonFest, il festival a cadenza biennale che ha visto il proprio felice esordio nel 2022, confermato con il Middle MonFest 2023 incentrato sull’antologica di Maria Vittoria Backhaus.
La nuova edizione si svolgerà dal 30 novembre 2024 al 4 maggio 2025.
Realizzato con il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con la direzione artistica di Mariateresa Cerretelli e promosso dalla Città di Casale Monferrato, il MonFest continua il proprio percorso nel segno di un’identità tracciata fin da subito all’insegna del confronto della fotografia con le altre arti, e della contaminazione tra passato e presente.
Il tema di questa seconda edizione sarà ON STAGE e le parole chiave saranno Cinema Teatro Musica, attorno a cui sarà costruito un ricco caleidoscopio di inedite visioni fotografiche articolate in 14 mostre, che andranno ad occupare alcuni dei luoghi più belli e simbolici di Casale Monferrato.
A partire dal suggestivo Castello del Monferrato, sede principale del festival dove trovano accoglienza ben 12 esposizioni.
A partire dal foyer, dove sarà esposta una selezione di foto di Maria Vittoria Backhaus realizzate negli anni Settanta durante la tournee dei Beatles in Italia.
LA SETTIMA ARTE di Mimmo Cattarinich a cura di Armando Cattarinich e Maurizio Presutti, che vuole offrire un’immersione nella magia totalizzante del cinema fino agli anni Duemila. Dai divi come Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Pedro Almodovar, la grande Maria Callas, ai dietro le quinte di grandi protagonisti come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini o John Cassavetes e i ritratti più incisivi di attori come Roberto Benigni, Gigi Proietti fino, Monica Bellucci e Penelope Cruz.
CINEMA ON THE ROAD di Fiorella Baldisserri a cura di Elena Givone e Mariateresa Cerretelli è invece una mostra/reportage. Nel 2009, Francesca Truzzi e Davide Bortot hanno fatto una straordinaria scelta di vita: hanno comprato un vecchio camion e lo hanno trasformato in una casa mobile, con l’intenzione non solo di viverci ma di viaggiare per il mondo e proiettare film, equipaggiandola con pannelli solari e dotandola di tutte le attrezzature necessarie per creare un cinema sotto le stelle ovunque andassero. Questa mostra, accolta negli spazi del Castello, racconta i loro spostamenti e la loro vita quotidiana dal 2022 sia in Italia che all’estero.
CLAUDIO ABBADO di Cesare Colombo a cura di Sabina e Silvia Colombo, che presentano una selezione di fotografie del Maestro Claudio Abbado. La prima parte lo ritrae durante le prove di un concerto al teatro alla Scala nel 1965. Nella sezione seguente è raccolta una serie di immagini relative alla tournée europea di Abbado con i Berliner Philharmoniker nel 1996. Sono presenti anche fotografie del 2008 relative alla rappresentazione di Pierino e il lupo, con Abbado alla direzione dell’Orchestra Mozart e con la voce recitante di Roberto Benigni.
LA PASSIONE PER LA SCENA – IL LIVING THEATRE di CARLA CERATI (1967-1984) di Carla Cerati (1967-1984) a cura di Elena Ceratti, è un tuffo negli anni Sessanta in cui la Cerati inizia a interessarsi al lavoro della compagnia newyorkese, fondata da Julian Beck e Judith Malina nel 1947. Tra il 1967 e il 1968 il Living propone in Europa tre degli spettacoli più iconici del suo repertorio e sono Antigone,Frankenstein e Paradise Now che Carla Cerati fotografa a Milano Modena e Avignone.
PRIMA CHE ACCADA di Luca Canonici, TEATRALITA’ di Patrizia Mussa, AL PUNTO FERMO DEL MONDO CHE RUOTA di Lia Pasqualino a cura di Andrea Elia Zaninisonotre tappe di una riflessione visiva sul tema del teatro. Luca Canonici propone un’indagine in bianco e nero sui momenti che precedono l’inizio della rappresentazione. Patrizia Mussa racconta, con la sua straordinaria tecnica che mescola fotografia e acquarello, i teatri italiani che sta indagando da oltre un decennio. Lia Pasqualino costruisce una serie di formidabili quadri che fermano alcuni momenti delle rappresentazioni teatrali.
VISIONI di Gabriele Croppi a cura di Susanna Scafuri, è un lavoro che parte dai fotogrammi di quattro caposaldi della Storia del cinema, Metropolis di Fritz Lang (1927), Quarto Potere di Orson Welles (1941), Stalker di Andrej Tarkovskij (1979), Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (1987), per arrivare ad una elaborazione digitale personale e emozionale. Nel solco della sua poetica che si incentra sull’indagine del rapporto tra la fotografia e le altre arti, realizza un corpus di opere trasfigurate in una sintesi estetica pittorialista.
SOUNDING PICTURES di Roberto Polillo a cura di Marco Pennisi. Da Miles Davies a Cecil Taylor, da Duke Ellington a Count Basie, Roberto Polillo a partire dal 1962 fotografa i giganti del jazz nei concerti di Milano e dintorni, al seguito di suo padre Arrigo Polillo. Continua fino al 1975 e le sue immagini di grande impatto riflettono la documentazione delle performance ma rappresentano una magica rappresentazione visiva della musica stessa.
SPB di Ando. In questa performance,SPB è l’acronimo di Sensitive Portrait Box: una cabina nera, una sorta di scatola in cui una volta entrati ci si isola dal mondo esterno.La persona che partecipa alla performance deve solo entrare, sedersi e sentirsi libera. Di fronte al viso un foro e l’obiettivo della macchina fotografica. Due scatti, due pose: una in silenzio, l’altra con la musica. Due pose che verranno messe insieme in un’unica foto stampata immediatamente in formato 10×15 in bianco e nero.
JAZZ SPIRIT di Pino Ninfa è un altro bel viaggio all’interno del mondo del jazz. Storie su e giù dal palco, fra luoghi sacri e architetture profane, in mezzo alla natura o in riva al mare, inseguendo un gesto o un riflesso, aspettando il momento decisivo, sempre e comunque all’insegna di un racconto.
TEN YEARS OF ROCK AND ROLL di Mathias Marchioni a cura di Luciano Bobba. Marchioni festeggia al MonFest i 10 anni di carriera con l’esposizione di ritratti di big indimenticabili ed eventi seguiti da folle oceaniche. Dal palco di Bruce Springsteen nel tour italiano The River tour a Lenny Kravitz, da Liam Gallagher agli Iron Maiden, Red Hot Chili Peppers e molti altri ancora.
PICTURES OF YOU di Henry Ruggeri a cura di Mattia Priori, una raccolta di immagini memorabili e di ricordi, estrapolati dalla storiadi concerti ed eventi partecipati da Ruggeri. Attraverso una app gratuita, l’iconica voce del giornalista e dj radiofonico Massimo Cotto sarà messa al servizio di questa mostra spettacolare, a raccontare quegli attimi di gloria grazie al contributo di una memoria orale indimenticabile.
Palazzo Gozzani Treville, splendida sede dell’Accademia Filarmonica di Casale, ospita invece FAVOLOSOTEATRO di Giovanni Hänninen a cura di Renata Ferri. Questa mostra celebra i teatri come luogo vivo, magico ed eterno. Contengono storie, raccontano epoche e costumi, protagonisti di capoluoghi o di piccole città di provincia, sono forzieri ricchi di bellezza che diventa storia identitaria, affidata a questo viaggio visivo realizzato dalla fotografia d’architettura in purezza di Hänninen.
Sempre nell’Accademia Filarmonica, nello spazio della Balconata, sarà esposto SUL FILO di Laura Marinelli, fotografa, e Dado Bargioni, cantautore. È estratto da SINESTESIA, progetto fotografico-musicale che unisce canali comunicativi e sensoriali differenti: fotografie e canzoni che raccontano diverse storie e affrontano diverse tematiche.
Nel Chiostro del Complesso di Santa Croce, sede del Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi, in questo che è l’anniversario di Francesco Negri (Tromello, 1841 – Casale Monferrato, 1924) le sue foto saranno messe a confronto con le immagini di Marc Ferrez, maestro della fotografia brasiliana contemporaneo di Negri. A cura di Elena Givone e Ilenio Celoria.
Emanuele Capra, Sindaco di Casale Monferrato, sottolinea: “Con la seconda edizione del MonFest, dopo il successo della prima e della speciale Middle MonFest, Casale Monferrato conferma il suo ruolo di polo culturale che concilia divulgazione e ricerca attraverso manifestazioni di ampio respiro che hanno risonanza ben oltre i limiti territoriali consueti. Un’attività intensa che si conferma e consolida la scelta intrapresa di puntare in modo deciso sulla fotografia, una disciplina che nella nostra città ha visto operare Francesco Negri, del quale ricorrono i cento anni dalla morte, e che oggi ha un seguito rilevante contribuendo al successo di una manifestazione culturale che cresce e coinvolge tutta la città, valorizzandola e consentendo al pubblico di scoprirne la bellezza e la storia. Grandi Maestri e talenti riconosciuti, con parentesi storiche, si affiancano in un percorso stimolante che darà continuità qualitativa, soddisfacendo le aspettative del pubblico e degli addetti ai lavori”.
30 novembre 2024 – 4 maggio 2025 – Casale Monferrato – sedi varie
FOTOGRAFIA E FEMMINISMI. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi
Lisetta Carmi, dalla serie I Travestiti, 1965-1970. Stampa gelatina bromuro d’argento, 18×24 cm. Martini & Ronchetti. Courtesy Archivio Lisetta Carmi
Sabato 5 ottobre 2024alle ore 11, la Fondazione Sabe per l’arte presenta FOTOGRAFIA E FEMMINISMI. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi, mostra collettiva a cura di Federica Muzzarelli, realizzata in collaborazione con il Gruppo di Ricerca FAF/Dipartimento delle Arti, Università di Bologna, all’interno del Progetto PRIN 2020 “La Fotografia Femminista Italiana”. Fondazione Sabe per l’arte, nata nel 2021 quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura, nel 2024 si è aperta infatti alla fotografia esplorando le sue relazioni con la ricerca plastica, il paesaggio e lo spazio, fisico e mentale. Il suo programma espositivo ha ottenuto il patrocinio del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna – Campus di Ravenna ed è realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. A partire da una selezione di immagini provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, la mostra FOTOGRAFIA E FEMMINISMI mette in dialogo il lavoro di diverse generazioni di fotografe e artiste operanti nel panorama italiano degli ultimi cinquant’anni. In particolare, la collettiva focalizza la persistenza ideale, l’eredità culturale e, insieme, lo sviluppo e i mutamenti dell’immagine e della presenza delle donne attraverso gli snodi offerti da quattro nuclei tematici principali: Album di famiglia, Identità di genere, Stereotipi e spazi domestici, Ruoli e censure sociali. Lo fa accostando, secondo un montaggio parallelo che ne rivela concretamente continuità e dissonanze, i lavori di artiste storicizzate quali Liliana Barchiesi, Lisetta Carmi, Lucia Marcucci, Paola Mattioli e Tomaso Binga, a quelli di Martina Della Valle, Giulia Iacolutti, Moira Ricci, Alessandra Spranzi e Alba Zari. Ma la mostra è anche un racconto nel racconto: quello di un’iniziativa pionieristica e lungimirante che ha portato Donata Pizzi a iniziare un percorso di valorizzazione del lavoro delle donne artiste e fotografe italiane che oggi assume i contorni di un patrimonio storico e culturale eccezionale. Completano la mostra una riproduzione anastatica di alcune maquette dell’iconico volume collettivo femminista Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo(1978), e una selezione di pubblicazioni e cataloghi che tracciano la storia espositiva e progettuale della Collezione Donata Pizzi.
Dal 05 Ottobre 2024 al 15 Dicembre 2024 – Fondazione Sabe per l’arte – Ravenna
Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine ospiterà la mostra Miracoli a Milano. Carlo Orsi fotografo,curata da Giangiacomo Schiavi e Giorgio Terruzzi con la consulenza di Silvana Beretta e organizzata da Vertigo Syndrome, in collaborazione con l’Archivio Carlo Orsi e il Comune di Milano.
Realizzata grazie al supporto del main sponsor Dils, azienda leader nel Real Estate, l’esposizione rende omaggio a Carlo Orsi (1941-2021), autore, con le sue Leica, di un percorso professionale iniziato nell’Italia del dopoguerra con il Bar Jamaica a Brera come fosforico luogo di appartenenza, frequentato da pittori, scrittori, poeti. Figure ispirate e ispiratrici per la sua intera carriera. 140 opere in bianco e nero, quasi tutte vintage provenienti dall’archivio personale dell’autore, stampate sotto la sua supervisione. Fotografie che seguono le tematiche care a Orsi, dagli esordi, come reporter per il Corriere della Sera, Panorama, Settimo Giorno, Il Mondo e Oggi, prima di diventare assistente di Ugo Mulas per poi definire uno stile dissidente e ironico da applicare a diversi ambiti della fotografia.
La mostra è divisa in 4 sezioni: una è dedicata a Milano, indagata senza sosta per sessant’anni; un’altra presenta i ritratti di artisti, designer, stilisti e attori che hanno segnato il secondo Novecento. Una terza area riguarda i lavori svolti per il mondo della moda e della pubblicità per alcuni marchi importanti come Omsa, La Perla, Catellani&Smith, American System, Swatch, Philip Morris, Ducati, Alias, Baleri, Nemo, Cassina, Fedeli. La quarta sezione è riservata ai reportage. Dalle scuole
per i toreri in Spagna alle sculture dell’amico Arnaldo Pomodoro; dai paesaggi iconici degli Stati Uniti alla caduta del muro di Berlino fino alle missioni umanitarie, accompagnate come volontario, in Tibet, Cina, Uganda, Bangladesh e Bolivia.
Come tutte le esposizioni curate da Vertigo Syndrome, la mostra si completa con una serie di eventi collaterali. Sono previsti a Palazzo Morando, tra novembre 2024 e gennaio 2025, cinque incontri dedicati ai rapporti tra Milano e la musica, la letteratura, il giornalismo, la comicità, il sociale. Conferenze aperte ai visitatori della mostra, animate da ospiti d’eccezione.
MILANO L’anima esposta Carlo Orsi ha perlustrato ogni strada di Milano, componendo un racconto per immagini che spazia dai suoi punti più alti (L’ombra del Pirellone, 1961; Un mondo nuovo, 2015) a quelli sotterranei (Metropolitana in bianco e nero, 1965); dai Beatles al Vigorelli, 1965 agli emarginati di oggi (Invisibile, 2014). Orsi ha dedicato due libri a Milano. Il primo, pubblicato nel 1965, con i testi di Dino Buzzati e la celebre foto del vigile in divisa bianca in copertina; un secondo volume realizzato nel 2015, con i testi di Aldo Nove. È datata 1997 l’ideazione di Città, una rivista fuori misura in ogni senso, pensata per esplorare le energie in circolo a Milano con il contributo di grandi fotografi, da Francesco Cito a Ferdinando Scianna; da Francesco Zizola a Elliott Erwitt. Città continua a essere stampata fino al 2001. Le pubblicazioni verranno riprese nel 2019 e continuano tuttora, sostenute dall’Associazione Amici di Città.
RITRATTI Teste fini e facce toste Per Carlo hanno posato grandi artisti del secondo Novecento (Lucio Fontana, Valerio Adami, Emilio Tadini, Jannis Kounellis, Arnaldo Pomodoro, Mario Schifano), cantanti (Luciano Pavarotti, Gino Paoli, Mina, Loredana Bertè), personaggi del cinema e dello spettacolo (Mariangela Melato, Ornella Muti, Dario Argento, Cochi e Renato, Dario Fo), ma anche politici (Sandro Pertini) e sportivi (Michael Schumacher, Marco Simoncelli, Valentino Rossi). Che i ritratti siano il risultato di un lavoro nello studio oppure frutto del momento manifestano la capacità di abbinare interpretazione personale e carattere di ogni soggetto.
MODA E PUBBLICITÀ Dammi l’idea Alla moda e alla pubblicità Orsi ha dedicato molti anni di lavoro. Modelle e modelli, così come alcuni “complici” occasionali, sono attivi, in movimento, portatori di una necessaria naturalezza. Anticonformismo e umiltà corrispondenti al suo modo di vivere: “Macché artista, sono un semplice artigiano”.
REPORTAGE Luoghi del cuore Dal 2004 Orsi si è occupato di sofferenza e speranza, accompagnando i medici, gli infermieri e i volontari di Interplast, associazione umanitaria attiva in luoghi disagiati del mondo. Due libri documentano cinque missioni organizzate in Tibet, Cina, Uganda, Bangladesh e Bolivia. Un ritorno al reportage, a distanza di molti anni dai primi viaggi fotografici organizzati in Italia, Spagna, negli Stati Uniti, nei deserti africani e in Europa. Viaggi sentimentali per invitare al viaggio ogni fruitore.
Dal 31 Ottobre 2024 al 02 Febbraio 2025 – Palazzo Morando | Costume Moda Immagine – Milano
Cos’è una foresta vista dallo spazio? E come si può raccontare per immagini un evento naturale che impatta il nostro Pianeta? In che modo la tecnologia spaziale può aiutare a comprendere le calamità naturali? Come si vede da lontano e da vicino lo stesso fenomeno?
Su un concept proposto da Fiorella Coliolo e Benoit Delplanque, nasce una nuova collaborazione tra Leica Camera Italia e ESA – Agenzia Spaziale Europea. Grazie alle immagini satellitari dell’ESA e alle fotografie realizzate da Alessandro Cinque (Orvieto, 1988) nei territori trentini colpiti dalla tempesta Vaia nel 2018, Forests seen from space – Echoes of the Vaia storm prova a rispondere a queste domande.
Esplorando i boschi a più di cinque anni di distanza, il progetto cerca di capire quale possa essere l’impatto di un evento meteorologico estremo sull’ambiente naturale e sulle comunità che lo abitano: unendo dati scientifici, visioni e storie di chi è stato colpito dalla deforestazione, la lente della tecnologia spaziale rende più consapevoli dell’urgenza del monitoraggio, della risposta a eventi estremi ambientali e dell’importanza di proteggere la Terra.
Questa mostra nasce dalle necessità di unire le immagini “dell’occhio nel cielo” di ESA con le fotografie “dell’occhio in terra” di Leica, per mezzo dello sguardo di Alessandro Cinque. Con questo progetto, Leica Galerie Milano ribadisce il proprio impegno nel dar voce a quei fotografi che lavorano incessantemente sul rapporto tra uomo e ambiente, come confermano gli oltre 40 anni del premio Leica Oskar Barnack Award di cui Cinque è già stato finalista nel 2022.
Maurizio Beucci, Senior Manager Global Leica Akademie
17 ottobre – 1 dicembre 2024 – Leica Galerie Milano
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Buongiorno a tutti! Non dimenticate di partecipare ai prossimi premi!
Buona giornata
Annalisa
Hope In Action Photography Contest
Una fotografia è più di un’immagine; è un potente catalizzatore per il cambiamento. SeeingHappy.org, Instituto De Bienestar Integral e Primals Project stanno lanciando un concorso fotografico in vista della Hope Circuit Conference, un evento internazionale dedicato a ispirare un cambiamento globale dall’impotenza alla speranza attraverso l’azione.
Riesci a scattare una fotografia che racchiuda l’essenza della speranza in azione per te stesso o per gli altri? Che si tratti di catturare atti di gentilezza, attivismo di base, impegno della comunità, simboli di speranza o leadership ispiratrice, la tua foto potrebbe accendere la scintilla del cambiamento e motivare gli altri a contribuire a un mondo migliore. Puoi partecipare al concorso tutte le volte che vuoi!
Women in Photography 2025 International Photography Exhibition
La Glasgow Gallery of Photography organizza una mostra a marzo chiamata Women in Photography.
Negli ultimi due anni abbiamo celebrato la Giornata internazionale della donna con una mostra che espone il lavoro di fotografe provenienti da tutto il mondo e quest’anno non è diverso. Women in Photography è una mostra a tema aperto aperta solo alle donne, ma se hai bisogno di ispirazione per la tua fotografia, il tema per la Giornata internazionale della donna di quest’anno è “Accelerate Action”.
Paris International Street Photo Awards è un concorso fotografico annuale dedicato alla Street Photography aperto a tutti i fotografi indipendentemente dalla loro nazionalità e posizione geografica.
Dopo il grande successo dell’ultima edizione di Paris Street Photo Awards in cui abbiamo raggiunto un record di partecipazione. E dopo l’acclamata grande mostra che abbiamo organizzato negli Emirati in collaborazione con il festival fotografico Xposure, o ricordiamo, non meno di 85 fotografi di strada che hanno partecipato al nostro concorso fotografico PISPA hanno visto la loro foto stampata su carta Fine Art in grande formato, incorniciata ed esposta per 9 giorni.
Dopo aver onorato tre grandi vincitori e dato a diversi fotografi la possibilità di esporre per la prima volta, siamo tornati quest’anno con una rinnovata ambizione e una ferma determinazione ad andare avanti nella nostra strategia di dare maggiore visibilità alla Street Photography mostrando i migliori talenti emergenti nella disciplina. Il tutto con un nuovo packaging che speriamo possa piacere ai fotografi che desiderano partecipare al nostro concorso quest’anno.
Siamo entusiasti di annunciare una nuova collaborazione tra PEP e Kommunale Galerie Berlin!
Artisti selezionati prenderanno parte a una mostra collettiva a marzo 2025 come parte di EMOP, il mese europeo della fotografia a Berlino.
Originariamente concepita come uno strumento per rappresentare il mondo che ci circonda, la fotografia in ultima analisi ne fornisce una visione frammentata. La sua capacità dinamica di riflettere e plasmare la realtà la colloca in una posizione ambigua nella cultura contemporanea. Ogni lavoro fotografico e documentaristico porta con sé narrazioni inventate incorporate nei processi di editing, omissione e selezione. Questo fenomeno, combinato con le nuove tecnologie visive in parte alimentate dall’apprendimento dell’intelligenza artificiale, contribuisce a un crescente senso di sospetto da parte del pubblico nei confronti delle immagini.
D’altro canto, lo status del fotografo come artista, con la libertà di interpretare e ricreare la realtà attraverso il proprio obiettivo è diventato sempre più riconosciuto. Con ogni immagine che realizzano, i fotografi non solo catturano, ma contribuiscono anche al tessuto stesso della realtà che cercano di rappresentare. Questa interazione di documentazione fattuale e libertà creativa, combinata con l’influenza dello spettatore e il contesto in cui vengono ricevute le immagini, plasma continuamente la relazione in evoluzione tra fotografia e realtà.
Dove collochi la tua pratica artistica in questo contesto? Stai cercando di rappresentare determinate realtà che contano per te e che pensi debbano essere svelate? Produci immagini che rafforzano o sfidano le certezze e le rappresentazioni del mondo del pubblico? Mostri intenzionalmente la tua percezione del mondo nelle tue immagini, raccontando allo spettatore tanto chi sei quanto il soggetto raffigurato, e quindi creando modi alternativi di guardare la realtà? Qual è la relazione dello spettatore con le tue fotografie? Agiscono come una separazione o come un collegamento che collega le vostre rispettive esperienze?
Qualunque sia il tuo stile o approccio alla fotografia, stiamo cercando opere che mostrino la coesistenza di realtà parallele, rivelando la vibrante diversità del mondo in cui viviamo e le molteplici percezioni che ne abbiamo e invitando ad aprirci e ad ampliare i nostri orizzonti.
Invitiamo fotografi di ogni estrazione e livello di esperienza a partecipare al London Photo Show Awards Competition.
Il concorso è aperto a chiunque nel mondo ed è aperto a tutti i generi di fotografia. Se vuoi dire di aver esposto a Londra, partecipa a questo concorso.
Ogni singola iscrizione al concorso verrà stampata (dimensione 7×5 pollici) su una tavola e esposta insieme al tuo nome al London Photo Show a novembre 2024.
I nostri giudici selezioneranno un vincitore assoluto tra tutte le iscrizioni.
Il vincitore riceverà il riconoscimento di “London Photo Show – Competition Winner”.
Il legame della fotografia in bianco e nero con la tradizione e i valori senza tempo è incontestabile. Fin dalla sua infanzia, la fotografia in bianco e nero non è stata solo un’arte, ma soprattutto un’arte, in cui le idee evocate nell’immaginazione dell’artista vengono immortalate attraverso l’obiettivo della loro macchina fotografica.
Oltre una dozzina di categorie consentono ai partecipanti di specificare le definizioni delle specializzazioni fotografiche e la loro ampia diversità consente un’adeguata rappresentanza dei fotografi in diverse aree chiave. Come pilastro e culla della fotografia, la fotografia in bianco e nero è evidentemente il prodotto di una grande tradizione. Richiede esperienza, capacità di discernere dipendenze e sottigliezze di tono e, soprattutto, immaginazione.
The Glasgow Gallery of Photography organizza una mostra ad aprile chiamata Colour.
Per accompagnare la nostra mostra Monochrome di questo mese, abbiamo pensato a cosa c’è di meglio di una mostra che si concentra di più sul colore.
Il colore in una fotografia può davvero farla risaltare, catturare l’attenzione dell’osservatore e portarlo a considerare davvero il soggetto all’interno di un’immagine. Vogliamo vedere il tuo lavoro che usa davvero la cattura del colore a suo vantaggio e fa risaltare le tue fotografie.
Considerando l’importanza delle donne nella società e la libertà e l’indipendenza delle donne, che è importante. Vogliamo organizzare il festival di fotografia FW.
La Ten Moir Gallery invita artisti e fotografi a catturare l’essenza dei paesaggi del mondo e a inviare le loro migliori opere d’arte ispirate ai paesaggi.
Sei un artista affascinato dalla bellezza e dalla diversità dei paesaggi di tutto il mondo? Possiedi una prospettiva unica sulle scene naturali che definiscono il nostro ambiente? Ecco la tua opportunità di mostrare il tuo talento nella mostra virtuale Landscapes in Focus ospitata dalla Ten Moir Gallery! Che tu sia ispirato da tranquille campagne, montagne aspre o sereni paesaggi marini, questa mostra ti invita a condividere la tua visione artistica dei paesaggi che ti affascinano.
N.B.: Vi ricordiamo, come sempre, di prestare attenzione prima di candidarvi ai premi. I concorsi da noi pubblicati sono frutto di ricerche su internet e anche se i dati inseriti sono stati selezionati, restano di carattere indicativo e pertanto sta a voi verificare con attenzione i contenuti e i regolamenti prima di partecipare ai premi. Ci scusiamo per eventuali errori
Musa fotografia
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Quali sono i luoghi migliori per imparare a scattare fotografie per strada?
Qui alcuni esempi che potrebbero esserti utili. Buona lettura! Sara
Per molti anni La stragrande maggioranza delle immagini street sono state scattate a Parigi e New York, successivamente Londra. IL Lavoro di Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Willy Ronis a Parigi e Robert Frank, Helen Levitt, Garry Winogrand, Lee Friedlander e, successivamente, Gus Powell, Joel Meyerowitz e Bruce Gilden a New York hanno gettato Le basi per quello che oggi definisce il genere. Londra è subentrata successivamente, ma oggi vanta un gran numero di fotografi molto conosciuti come Matt Stuart, Paul Russel o Nick Turpin.
Oggi abbiamo La possibilità di muoverci parecchio e La fotografia di strada si è sviluppata in tutto il mondo, motivo per cui troviamo immagini che provengono da ogni grande città, con autori di ogni provenienza. Istanbul, per esempio, è stata perlustrata a fondo sia da Alex Webb sia da George Georgiou, due grandi nomi nella storia della fotografia.
Credo che negli uLtimi anni, La città di Tokyo sia stata una delle più bombardate, dal punto di vista fotografico.
Le città sono un terreno fertile per chi sceglie La strada. Le occa- sioni sono molteplici e La quantità di gente presente offre un ventaglio di opportunità continue e in perenne evoluzione. Spesso ci si trova a vagabondare senza meta, guardando persone intente nelle proprie attività, avvolte da Luci e ombre, attraverso vetri e pertugi. Ci si sente un po’ dei falchi, insomma. Nelle città, si possono trovare ispirazioni su temi differenti e sempre all’interno di un confine definito: architetture, strade, Luoghi famosi e riconoscibili, parchi, persone di tutti i generi, animali e piante, tutto… una miniera d’oro per i fotografi.
La città rimane La miglior palestra per un fotografo che vuole indagare e migliorare Le proprie capacità sia a livello visivo sia tecnicamente. Le strutture cittadine ci consentono di avere sfondi geometrici e potenzialmente puliti per isolare i soggetti dal con- testo. Un suggerimento che do spesso, soprattutto agli inizi, quando l’attenzione per il contesto sembra una condizione difficile da attivare, è di scegliere prima uno sfondo pulito e poi aspettare, fino a che un buon soggetto ci passa davanti.
La definizione di Luogo pubblico non si Limita alla sola strada, comprende piuttosto tutti i posti fruibili dal pubblico. Quindi, Le fotografie con un “approccio street” si possono scattare anche in campagna o al mare, non necessariamente in città.
Per me, L’approccio alla strada è una filosofia di vita.
Avere un approccio street significa essere ininterrottamente pronti allo scatto, essere attenti osservatori, cercare di capire cosa accade intorno a noi, per non perdere attimi decisivi.
Importanti sono La vostra sensibilità (ma quella non si insegna), La capacità di previsione, La capacità di stare concentrati per periodi Lunghi (dopo un paio d’ore L’attenzione tende a calare).
Veniamo sorpresi dall’attimo e Lo riprendiamo. Quell’attimo, spesso, ma non sempre, dura giusto il tempo dello scatto, che altrimenti perderebbe valenza narrativa.
Questa modalità e questo criterio sono applicabili, quindi, a ogni situazione, non necessariamente solo al pieno centro cittadino. Si tratta del modo con cui si affronta il Luogo, non del Luogo in sé.
Sono entusiasta di condividere con voi i progetti straordinari dei partecipanti ai due workshop di fotografia che ho avuto il privilegio di organizzare, tenutisi a Shanghai nel 2020 e a Pechino nel 2024. queste esperienze hanno rappresentato per me e per i partecipanti un viaggio creativo unico, segnato non solo dalla crescita artistica, ma anche dalla forza del legame umano tra noi.
Nel 2020, a Shanghai, ho guidato in questo percorso, un gruppo di fotografi completamente diversi tra loro e ho visto ognuno di loro scoprire nuovi modi di vedere e interpretare il mondo attraverso l’obiettivo. I risultati sono stati eccezionali: una collezione di immagini che raccontano storie uniche, catturano emozioni profonde e celebrano la diversità della vita delle due città.
Quattro anni dopo, nel 2024, ci siamo ritrovati a Pechino e mi ha riempito di gioia vedere come il tempo avesse rafforzato lo spirito di collaborazione e la passione condivisa per la fotografia. Questo secondo incontro è stato un’occasione per riflettere sulla nostra evoluzione artistica e per creare nuovi progetti che riflettessero le esperienze e le sfide affrontate nel corso degli ultimi difficili anni. Le fotografie realizzate a Pechino testimoniano una maturità artistica sorprendente e una coesione che raramente si incontra nei gruppi di lavoro.
Voglio esprimere la mia più profonda stima e affetto nei confronti di tutti i partecipanti. Il loro impegno, la loro creatività e la loro capacità di sostenersi a vicenda hanno reso questi workshop momenti indimenticabili. Ogni progetto presentato è una testimonianza del loro talento e della loro dedizione.
Non vedo l’ora di vedere dove ci porterà il prossimo capitolo del nostro viaggio. Ciao a tutti! Sara
Qui potete vedere il lavoro di Alessandro Guzzeloni.
Fotografie di Alessandro Guzzeloni vietata la vendita o la riproduzione.
Grazie ai partecipanti per avermi ricordato che, indipendentemente dal passare del tempo, la passione per la fotografia può unire, ispirare e produrre opere di straordinaria bellezza.
Negli ultimi anni, la Cina ha subito una trasformazione urbana senza precedenti, caratterizzata da un rapido sviluppo, imponenti grattacieli e infrastrutture tentacolari. Nelle grandi città si manifesta una spinta verso la spettacolarizzazione delle trasformazioni urbane, culminanti nelle architetture-icona degli anni 2000 mirate a ridefinire l’immagine e la narrazione della Cina contemporanea, in risposta prima ai mercati globali e poi all’arrivo delle Olimpiadi del 2008. Ogni edificio racconta una storia. I resti art-déco della Cina pre-comunista si affiancano ai condomini dell’era comunista, mentre le recenti strutture iconiche ed eleganti simboleggiano il progresso.
In recent years, China has undergone an unprecedented urban transformation, characterized by rapid development, towering skyscrapers and sprawling infrastructure.
In large cities there is a push towards the spectacularisation of urban transformations, culminating in the iconic architecture of the 2000s aimed at redefining the image and narrative of contemporary China, in response first to global markets and then to the arrival of the 2008 Olympics .
Every building tells a story. Art-deco remnants of pre-communist China stand alongside communist-era apartment blocks, while recent iconic and elegant structures symbolize progress.