Dalla Cina al Vietnam, vita, ideali, delusioni di un testimone appassionato del Novecento.
A dieci anni dalla scomparsa escono i suoi taccuini.
Tiziano Terzani
Un'idea di destino
Longanesi
in libreria
dall'otto maggio
La solita rabbia a vedere lungo il mare la distesa dei mendicanti, i ricchi che fanno la ginnastica per eliminare i loro immensi grassi e gettano distrattamente ai piccioni ramaiolate di granturco che pagano, mentre quelli non hanno da mangiare. L'India è il posto che mi convincerà, una volta per tutte, della necessità di abolire la politica, di distruggere i politici, di affidare le cose dello Stato a dei filosofi.
5 aprile 1995, Bombay
Credo di dover fare un discorso, e mi preparo in fretta delle note su
un pezzo di carta: perché si viaggia? Per me me è un modo di scappare
dal conosciuto in cerca di qualcosa che non conosco... un modo per
scappare da casa per cercare casa. «La strada è casa», dice Chatwin, che
pure, nonostante il suo «nomadismo», a sentire la malingua della sua
editor, restava volentieri e a lungo nelle belle case degli altri.
11 luglio 1999, Roma
La Cina è senza ispirazione. Ci avviamo sempre più verso una forma di fascismo senza ideologia, se non quello della disciplina, dell'ordine, della forza, della delazione, del sospetto. Mai una punta di ironia, mai una follia dell'intelligenza.
1 ottobre 1981, Pechino
La grande differenza è fra le religioni rivelate e quelle no: nelle prime c'è un profeta a cui Dio ha detto come stanno le cose e lui lo ripete agli altri (e Maometto dice di essere l'ultimo profeta); nelle seconde non c'è intermediario, il fondo è «conosci te stesso» e con ciò scopri che Dio sei tu.
28 gennaio 2000, Binsar