Ho sentito e letto in questi giorni, a riguardo del movimento degli studenti, paragoni col Sessantotto. Delle attinenze, a sproposito, e delle differenze, a proposito.
Chi ha vissuto quegli anni, e anche chi si è bene informato, intanto sa che quel movimento qui in Italia nasceva sull'onda lunga delle rivolte di Berkeley e del Maggio parigino, e quindi era un incendio che divampava al di là e al di qua dell'Atlantico, e non solo ristretto alle reazioni a una legge di una ministrucola di un governo ottuso.
Ma la differenza, per me enorme, è che allora fu una rivolta di una generazione di giovani che si stava inventando forme nuove e originali di espressione (parole, musica, giornali, letteratura, teatro, cinema, satira, modi di vita) in netto contrasto con la cultura imperante rappresentata dalle generazioni più anziane che erano completamente spiazzate e non riuscivano a capire quel magma che ribolliva, a cominciare dai partiti, destra e sinistra.
Chi allora aveva superato la trentina raramente veniva ammesso nelle assemblee, e del resto nemmeno si presentava, perché difficilmente avrebbe avuto cose da dire. E di fischi ne sentii parecchi indirizzati a qualche professore "democratico", che aveva letto il suo pistolotto, come per avere dialogo, non accorgendosi che il suo linguaggio era ormai irrimediabilmente datato e di fatto ormai svuotato di ogni contenuto.
Sarebbe bello che questo movimento riuscisse a creare un bel fertile cortocircuito che desse fuoco a tutto il vecchiume che si è accumulato da quell'ultimo incendio, che desse fuoco alla maniera attuale di fare i giornali e la televisione, che desse fuoco alle burocrazie dei partiti e alla burocrazia tout court, che desse fuoco... continuate voi.
Ma ho i miei dubbi che tutto ciò avvenga. Poco tempo fa parlavo con Luca, un mio amico sulla trentina, e gli dicevo che mai e poi mai gli avrei detto che la mia generazione era stata migliore della loro per il fatto che questo discorso me l'avevano già fatto quelli più vecchi di me ma questo glielo dovevo pur dire, che non avevano avuto la forza, la volontà, il coraggio, fate voi, di ribellarsi ai propri padri e la risposta fu disarmante, senza possibilità di replica «E a cosa ci saremmo dovuti ribellare che ci hanno sempre dato tutto quello che abbiamo voluto, e ci hanno lasciato fare tutto quello che avevamo in testa».