sabato 27 giugno 2015
La Milano multietnica, popolando-mi
Nell'antica casa dove abito, in zona Padova qui a Milano, abitano anche Manuela e Marida che sono le anime creative e anche le responsabili di Villa Pallavicini sul naviglio Martesana a due passi dalle nostre abitazioni. Fra le varie attività e le diverse manifestazioni Villa Pallavicini organizza ogni anno, con l'aiuto di molte altre realtà (le potete vedere tutte sulla locandina se la ingrandite) Popolando-mi, che si è svolta sabato e domenica scorsi. Per tutta una serie di coincidenze non ho potuto partecipare alle passate edizione ma quest'anno c'ero. Le foto le ho scattate nella parata che dal parco Trotter è sfilata fino all'anfiteatro della Martesana.
sabato 20 giugno 2015
martedì 16 giugno 2015
Migranti: restare umani
Sono stato ieri in Centrale per rendermi conto della situazione e per portare un minimo di solidarietà a questa umanità che ha avuto la sfortuna di essere nata laggiù in Africa, che noi europei abbiamo sulla coscienza di averla depredata in maniera selvaggia nel secolo scorso e di continuare a depredarla in questo.
Con alcuni amici e amiche abbiamo riunito un po' di abiti smessi ma ancora in buone condizioni e li abbiamo portati lì. Un'inezia rispetto alle energie che tanti volontari a Nord e a Sud stanno spendendo generosamente per alleviare almeno un po' il calvario di queste donne e uomini in un cammino che non si sa come e dove andrà a concludersi.
Intanto sento le notizie e vedo le immagini di quello che sta avvenendo a Ponte San Ludovico, alla frontiera con la Francia. Conosco bene quegli scogli su cui si sono asserragliati, e poi sgombrati, i migranti respinti dai francesi. Quante volte ho fatto il bagno nella piccola baia proprio lì dietro! E conosco più che bene quelle rocce a picco sovrastanti per avervi frequentato diversi corsi di arrampicata un'era fa.
Anche qui generosità encomiabile e quasi commovente per cibo e vestiti da parte della popolazione di qua e di là del confine. Non c'è solo un'Italia gretta rincoglionita dallo sbraitare sgangherato di Salvini, c'è anche questa, rimasta umana grazie al cielo.
Con alcuni amici e amiche abbiamo riunito un po' di abiti smessi ma ancora in buone condizioni e li abbiamo portati lì. Un'inezia rispetto alle energie che tanti volontari a Nord e a Sud stanno spendendo generosamente per alleviare almeno un po' il calvario di queste donne e uomini in un cammino che non si sa come e dove andrà a concludersi.
Intanto sento le notizie e vedo le immagini di quello che sta avvenendo a Ponte San Ludovico, alla frontiera con la Francia. Conosco bene quegli scogli su cui si sono asserragliati, e poi sgombrati, i migranti respinti dai francesi. Quante volte ho fatto il bagno nella piccola baia proprio lì dietro! E conosco più che bene quelle rocce a picco sovrastanti per avervi frequentato diversi corsi di arrampicata un'era fa.
Anche qui generosità encomiabile e quasi commovente per cibo e vestiti da parte della popolazione di qua e di là del confine. Non c'è solo un'Italia gretta rincoglionita dallo sbraitare sgangherato di Salvini, c'è anche questa, rimasta umana grazie al cielo.
sabato 13 giugno 2015
Grazie sorella acqua
Milano, piazza Gae Aulenti, lassù tra i grattacieli
Questa foto scattata la scorsa domenica mi va venire in mente quando mio padre mi portava sulla canna della Bianchi. Bici che è ancora lì, nel magazzino al paesello, con i suoi freni a bacchetta e tutto il resto d'antan. Non ho nostalgia perché gioisco a vedere questo papà che continua la bella abitudine. E anche di più, con due figli in mezzo ai getti d'acqua in questa calura milanese.
Buon fine settimana.
QUI tutte le foto del sabato.
giovedì 11 giugno 2015
Umberto Eco: «Con i social parola a legioni di imbecilli»
«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
Umberto Eco ieri dopo aver ricevuto a Torino la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”.
Non so voi ma io sono stradaccordo frequentandoli.
sabato 6 giugno 2015
Il mio ciliegio multietnico
Sei anni fa comprai in un vivaio una pianticella di ciliegio. Per varietà durone me lo vendettero e pure era scritto sul cartellino con tanto di foto dei frutti appeso a un suo ramoscello. Lo misi a dimora con tutte le cure nell'orto che ho al paesello. Il primo anno non produsse niente. Il secondo apparvero timidi frutti piccoli piccoli. Finalmente il terzo, già dai fiori e poi dai frutti, fu uno spettacolo.
Ma appena le ciliegie maturarono ebbi l'amara sorpresa: rimasero piccole e acerbe. Come se fossero selvatiche. Evidentemente l'innesto non aveva attecchito. Mi dispiaceva sradicare quello che nel frattempo era diventato un bell'alberello. Così ne parlai un po' in giro e anche con il mio amico Gianni u fieru (il fiero, soprannome ereditato dal padre), che in vena creativa, come spesso gli capita, mi fece una proposta: innestare su tre rami tre varietà diverse. Fui subito d'accordo e nel febbraio di tre anni fa eseguì l'operazione.
Adesso è uno spettacolo senza sorpresa come potete vedere dalla foto. Pieni di frutti di altre razze anche gli altri rami, ma non sono ancora maturi.
Grazie Natura e buon fine settimana a tutti voi da un'infuocata Milano.
QUI tutte le foto del sabato.
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