Pagine

Visualizzazione post con etichetta Guerra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Guerra. Mostra tutti i post

giovedì 14 aprile 2022

Buona Pasqua. Risorgeremo?

Buona Pasqua

Buona Pasqua, E noi risorgeremo da questi tempi bui?

sabato 12 marzo 2022

La guerra è finita


"La guerra è finita" si sente annunciare nel video. Erano altri tempi. Quando questo annuncio lo sentiremo nel tempo presente?

sabato 5 marzo 2022

Non abbiamo visto la guerra e...

Guerra Ucraina

Non abbiamo visto la guerra e non vogliamo vederla mai.

Scuola elementare di via San Mamete a Milano.

sabato 26 febbraio 2022

Ho pubblicato 43 post con etichetta "guerra"

Ho pubblicato su questo blog 43 post con etichetta "guerra". Li potete vedere tutti QUI. Iraq, Afghanistan, Israele, Gaza, e poi altre riflessione sulle guerre passate. Ma mai come questa volta la parola guerra ci fa un po' tremare. Non è tanto la reazione alle tragiche immagini che ci arrivano ma sono le conseguenze che questa guerra potrebbe provocare nelle nostre vite. È la prima volta che questa paura prende l'Europa dalla seconda guerra mondiale.

sabato 11 settembre 2021

A vent'anni esatti dall'undici settembre

Strumenti musicali distrutti dai talebani

Strumenti musicali distrutti dai talebani
Dopo una guerra durata vent'anni per combattere i terroristi l'Afghanistan è ripiombato nel Medio Evo.  Ecco un esempio (e ce ne sono di peggiori).
I  talebani hanno distrutto gli strumenti dell'Afghanistan National Institute of Music, dove fino a poco tempo fa si esercitava la prima orchestra tutta femminile del Paese, "Zohra" (dal nome della dea persiana della musica).

https://www.zohra-music.org/



 

 

QUI tutte le foto del sabato (387 post)

giovedì 22 ottobre 2020

Stasera comincia il coprifuoco

Stasera qui in Lombardia comincia il coprifuoco. Ma secondo voi questa parola che richiama un clima di guerra è a loro scappata o l'hanno proprio voluta per rimarcare l'obbligatorietà assoluta del comportamento?

mercoledì 8 gennaio 2020

La povertà e la guerra


Non possiamo dare da mangiare ai poveri ma possiamo finanziare una guerra.

sabato 14 aprile 2018

I brandelli della bandiera della pace

Bandiera della pace

In quanti, anni fa, le abbiamo appese, dove sono finite? Che forse pace c'è stata?

Visto i venti di guerra non mi sembra il caso di augurarvi buona domenica come faccio sempre.



QUI tutte le foto del sabato (281 post).

mercoledì 26 luglio 2017

I nostri carabinieri con il colbacco a luglio

Gentiloni Serraj



Io ho fatto il militare (per forza) e mi ricordo che a una certa data c'era il cambio della divisa. Da invernale a estiva. Dal soldato semplice al generale si passava all'uniforme leggera.

E questi qui, carabinieri o corazzieri che siano, invece col colbacco nel mese del solleone?

Le immagini si riferiscono all'incontro di ieri tra Gentiloni e uno dei due leader della Libia Serraj.

Volevo prenderla solo in ridere o almeno in sorridere, ma mi scappa la mano. I francesi con Sarkozy hanno scatenato la guerra in Libia e adesso sembra che riescano a fare passi significativi per la pace perché Macron i leader rivali li ha incontrati tutti e due assieme. Noi contiamo meno del due di picche.

Gentiloni Serraj

martedì 6 ottobre 2015

L'Italia pronta a bombardare l'Isis in Iraq


Questa clamorosa notizia apparsa questa mattina sul sito del Corriere della Sera (e lasciamo perdere la "à" per la "e") è stata ripresa dai più importanti portali, italiani e stranieri,  e trasmessa nei tiggì, salvo poi rivelarsi per quel che era, una bufala, smentita dal Ministero della Difesa. Sia ben chiaro, non dico che magari in un futuro anche prossimo l'Italia verrà imbarcata in una simile missione di guerra, ma allo stato non ci sono Tornado italiani pronti al decollo per sganciare bombe.

Non ho ancora capito se è una bufala di un giornalista incosciente con la voglia folle dello scoop o se invece è una bufala sparata ad arte per vedere l'effetto che una simile azione di guerra potrebbe fare sugli italiani. Con tanto di sondaggio: L'Italia attaccherà Isis in Iraq, siete d'accordo? Sonde di sondaggi che entrano, o cercano di entrare, sempre più nei nostri pensieri. Maledetti voi.


mercoledì 4 febbraio 2015

Bombardare l'Isis di libri non di bombe

Bombardare l'Isis di libri non di bombe

QUANDO si dice che l’Is è "il nuovo nazismo" lo si fa per attribuire la massima gradazione di violenza e sopraffazione all’esercito jihadista. Ci si domanda, poi, se la forzatura retorica abbia senso, data l’enorme distanza storica e culturale tra i due fenomeni (per dire solo la più macroscopica: il nazismo fu tecnologico-industriale, il jihadismo è arcaico e tribale). Ma il rogo di libri sulla piazza di Mosul basta, da solo, a dare una sinistra verosimiglianza al paragone. Secondo fonti irachene sono stati bruciati tutti i testi "non islamici": scienze, letteratura, saggistica, poesia. Librai sono stati arrestati per avere fatto il libraio.

Se avessimo sale in zucca, noi occidentali rincitrulliti dal benessere, organizzeremmo sull’Iraq e su tutte le terre occupate o minacciate dall’Is il più grande lancio di libri della storia. Basterebbero i resi delle librerie europee e americane, più quelli in arabo forniti dai paesi islamici civili, per disseminare il Medio Oriente di carta stampata e rilegata: i nostri "scarti" culturali, tanto quanto quelli alimentari, sono sufficienti a sfamare un altro pianeta intero. Costerebbe, la tempesta di libri, nemmeno un decimo del più modesto bombardamento, ma avrebbe effetti molto più devastanti. Un libro, a volte, esplode anche cinque o cinquanta o cinquecento anni dopo essere stato letto.
Michele Serra
L'amaca di oggi


giovedì 17 luglio 2014

Free Palestine

free palestine

E adesso, dopo un po' di morti, che sono tutte strazianti queste morti ma quelle dei bambini di più, cosa succederà? Niente, ci sarà un periodo di relativa calma col fuoco a covare sotto la cenere. Fino a che la brace si farà di nuovo fiamma.

È la sporca coscienza dell'Occidente, Russia compresa beninteso, a permettere tutto ciò.  A continuare a permetterlo. E a non volere porvi rimedio.


venerdì 11 luglio 2014

L'Italia ha consegnato ieri a Israele due caccia M-346

caccia M-346

I primi due velivoli da addestramento Alenia Aermacchi M-346 prodotti per la Forza Aerea di Israele sono stati consegnati ieri presso la base aerea israeliana di Hatzerim. Questi aerei non sono solo da addestramento ma  adatti anche per attacchi a terra e anti-nave.

Gli affari sono affari, e quindi il governo tace.

Dal sito Analisi_difesa

sabato 1 marzo 2014

I sogni colorati

bandiera della pace

Milano, via Padova
Scattata nel pomeriggio sotto questa pioggia che non ci dà tregua e che forse un po' ci deprime

Chissà chi abita dietro quelle finestre. Comunque una mosca bianca, ops, colorata, che non ha gettato la spugna. Le mie bandiere (due) sono mestamente ripiegate dentro un cassetto, e quell'altra i brandelli di quell'altra, sempre mia, l'hanno vista chi mi segue da parecchio.

La pace non è venuta, anzi, nuove guerre sono cominciate e non se ne vede la fine.

C'eravate anche voi a sventolarle queste bandiere? O almeno in mezzo a quelli che le sventolavano? E adesso? Adesso sono un sogno passato quelle bandiere, e il futuro colorato non si sogna più.

Ma tanti, troppi, non sognano proprio più niente.

Come si fa a dire a 'sto punto buon fine settimana? Ve lo dico lo stesso, buon fine settimana.



QUI tutte le foto del sabato.

giovedì 24 ottobre 2013

Fate la guerra non fate l'amore

Alla fine, dopo aver pestato i piedi per mesi, l'hanno avuta vinta i rabbini ultra-ortodossi che predicano la separazione netta dagli arabi e si battono per impedire ad ogni costo unioni miste tra ebrei e non ebrei.

Così, d'ora in avanti, in Israele le infermiere volontarie che prestano servizio in ospedale al posto di indossare la mimetica e imbracciare un mitragliatore non potranno più lavorare dopo le 9 di sera. Il turno di notte sarà effettuato solo da uomini.

La mobilitazione di tutta l'ultradestra sionista contro il servizio  notturno delle infermiere  è partita l'anno scorso dopo che erano venute alla luce "pericolose relazioni intime" sbocciate tra volontarie ebree e medici palestinesi che prestano servizio negli ospedali pubblici israeliani.

La febbre dell'amore è pericolosa.

venerdì 4 ottobre 2013

Perché Lampedusa merita il premio Nobel

La pace non è un concetto astratto. La pace è un’azione verso gli uomini, le donne, i bambini. Non c’è altro paese al mondo in cui abbia visto mettere in pratica questo impegno in modo così costante e determinato. Quel paese, un piccolo paese disperso in mezzo al mare, è Lampedusa. Con tutti i suoi abitanti, i soccorritori, i medici, i volontari. In queste ore, la gente di Lampedusa ancora una volta ha portato a terra i vivi e raccolto i morti.

L’ho provato sulla mia pelle. Letteralmente. La notte tra il 23 e il 24 settembre 2005. Un uomo che non conoscevo e non mi conosceva mi ha avvistato in mare, a nuoto alla deriva. Mi ha aiutato a risalire sulla scogliera. Mi ha fatto sdraiare sulla pietra. Si è tolto la maglietta e me l’ha stesa sul petto per coprirmi. Continuavo a tremare di freddo. Allora lui, con tutto il suo corpo, si è sdraiato sopra di me. Pesava, eccome. Mi ha riscaldato così. Senza sapere chi fossi. Ero sporco, la barba sfatta da mesi, potevo essere malato e contagioso. Ho memorizzato nella mente la sua voce, le sue parole. Vale la pena risentirle: “Questo poveretto erano quasi cinque ore che chiedeva aiuto”, diceva agli altri intorno a lui, “alle dieci l’ho sentito gridare. Credevo fosse uno dei turisti ubriachi che dormono in spiaggia e gli ho perfino risposto cu c’è. Madonna mia, perdonami. Questo si è ghiacciato. Sta tremando… Forza, qualcuno porti una coperta che questo sta morendo di freddo. Dai, che ti portano una coperta e ti scaldi”. Poi si è messo in ginocchio e si è chinato a strofinare i miei piedi. Tempo dopo l’uscita sull’Espresso della mia inchiesta sotto copertura, ci siamo rivisti per la prima volta. Massimo Costanza non faceva il soccorritore di mestiere. Fa l’elettricista in un albergo, ha una moglie, i figli. Una persona normale.

Fuori dei centri di detenzione dove i sopravvissuti vengono rinchiusi per legge, del filo spinato, della reclusione fino a diciotto mesi, della politica estera incapace e inconcludente, Lampedusa è così. Gente che non fa differenza tra amici o nemici. Connazionali o stranieri. Cittadini o clandestini. Ecco perché una volta seppellite le decine e decine di morti e placate le polemiche, dopo aver premiato nel 2012 l’Unione Europea, colpevole assente in questa tragedia sulle sponde del Mediterraneo, il Nobel per la pace dovrebbe andare agli abitanti di quest’isola, capitale mondiale d’umanità.

Fabrizio Gatti
da QUI

Per favore, firma la petizione per la candidatura di Lampedusa al premio Nobel per la pace 2014


E grazie a Lorenzo che ha avuto la stessa idea.

sabato 7 settembre 2013

Palle di cannone

palle di cannone in pietra

Palle di cannone in pietra nel fossato del Castello Sforzesco a Milano

Vi ricordate la scena iniziale di "2001: Odissea nello spazio" quando una scimmia capisce che brandendo un osso a mo' di bastone può avere la meglio sulle altre? Comincia da lì l'evoluzione degli strumenti atti a far fuori il nemico. Dalle mani nude si passò ai pugnali, prima di selce, poi di bronzo, poi di ferro. E poi spade, e già la distanza tra i contendenti cominciava ad aumentare, di poco ma aumentava. Poi archi e frecce per colpire da lontano. Con l'invenzione della polvere da sparo, della dinamite, del tritolo, fu una sequela ininterrotta di sempre nuovi aggeggi  concepiti per seminare morte. E tremo a pensare alla bomba atomica. Una gara, da una parte e dall'altra, a chi aveva l'arma che dava la supremazia. Chissà adesso cosa metteranno in campo gli americani se interverranno in Siria come sembra ormai deciso. Di certo non vedrà i corpi dilaniati e tutto lo scempio attorno il militare che, a migliaia e migliaia di miglia dal terreno di guerra, comodamente seduto davanti a un monitor in una base ultrablindata della Virginia, pigerà il bottone del missile o del drone trasformato in bombardiere. Si riuscirà mai a fermare questa follia?


QUI tutte le foto del sabato

giovedì 5 settembre 2013

Scellerate prove di guerra sulle nostre teste

missile

Dopo ore di negazioni e fandonie, Israele martedì ha ammesso di aver lanciato due missili con il supporto americano. Tutti hanno tirato un respiro di sollievo. Il fatto che con la guerra in corso un test a sorpresa possa scatenare l'inferno è parso irrilevante. Per 50 anni Grecia e Turchia sono stati sull'orlo della guerra a causa di presunte violazioni degli spazi aerei. Nel 1983 una manovra Nato fu così realistica che i sovietici la presero per un attacco e armarono centinaia di missili nucleari. Il presidente Reagan sudò freddo: «Credono davvero che li stiamo attaccando?». Sì lo credevano. Lo stesso anno si sfiorò la guerra per un errore dei satelliti sovietici. Ora, o Netanyahu fa umorismo yiddish o anche la storia del test è una balla. Cosa sarebbe successo se i russi non avessero visto i missili? Ci avrebbero detto che erano partiti due Scud siriani? Che Israele era sotto attacco? E poi se era un test difensivo perché i missili non sono stati abbattuti? Il sistema di ferro non ha funzionato? Non è un gran sollievo.
Fabio Mini
(generale)

giovedì 4 luglio 2013

Gli F35 e l'Europa

F35


C'è da domandarsi cosa servono 27 aviazioni con aerei supersonici, 27 marine militari dotate di sottomarini e portaerei, 27 forze armate di terra con carriarmati e missili, in un continente che si offre al mondo come emblema di pacifismo. Il costo complessivo di questi eserciti è stimato intorno ai 300 miliardi di euro l'anno.
Umberto Veronesi


C'è da domandarsi anche questo. Gli F35 sono cacciabombardieri costruiti in base ad un accordo di cooperazione tra nove Paesi: Usa, Italia, Regno Unito, Turchia, Olanda, Canada, Australia, Danimarca e Norvegia. Come mai mancano la Germania e la Francia che in questa Europa dei 27 eserciti non sono proprio i lumicini di coda?

Aggiunta  8 luglio
Devo fare una rettifica che è poi un'integrazione a quello che ho scritto. Il Canada si è chiamato fuori dal consorzio, e il fatto la dice lunga su tutto il progetto.