Si è svolto a Genova, il 21 e 22, un seminario internazionale, pardon, workshop che fa più cool, su “I terrazzamenti, risorse del territorio”. Traduzione, si è parlato delle nostre “fasce”. Sono intervenuti i capataz della Regione e poi professori universitari e poi ancora esperti stranieri, e per forza, altrimenti che roba internazionale era? Hanno discusso sul come fare per arrestare il degrado dei muretti a secco che se ne stanno andando. Costruiti nei secoli con le mani e le unghie dai nostri antenati più che della vecchiaia risentono dell’abbandono delle colture tradizionali e del conseguente degrado del fragile territorio, da sempre, come tutte le costruzioni umane, in precario equilibrio. Io non c’ero ma immagino senza sforzare troppo la fantasia. I piani, gli studi, i progetti, i possibili finanziamenti, i coordinamenti, ancora pardon, volevo dire i network. Parole al vento come piume leggere che mai avranno la forza di muovere pietre.
Sono curioso, ma proprio curioso, di sapere se a questo consesso era stato invitato un vero esperto di queste pietre, cioè uno che i muretti li costruisce e li ripristina davvero, bestia quasi estinta per mancanza assoluta di discendenza. E in caso affermativo se gli si è dato la parola. Temo di no. Anzi ci scommetto. E allora è come aver celebrato una messa senza prete. Non valida. Nulla. Ma chi se ne frega, cosa potrà mai insegnare un povero contadino, magari anziano, a degli assessori, a degli architetti, a degli esperti, quelli di professione? Lei cosa fa nella vita? L’esperto. Tanto di cappello. E poi fra pausa caffè, pausa pranzo, buffet nel pomeriggio e poi pranzo in trattoria, come da programma, le idee vengono. Quali idee concrete siano venute lo verificheremo tra qualche anno quando il tempo sarà scaduto.
Io però una piccola idea ce l’avrei. Piccola? Mica tanto. M’è venuta pensando alle vicende di una cava di pietra pregiata in quel di Barge, in Piemonte, sull’orlo del fallimento, che rilevata da un’azienda cinese e risanata, viaggia adesso a gonfie vele. Bene. La Regione noleggi una grossa nave e le faccia fare rotta per la Cina. Laggiù imbarchi qualche migliaio di contadini della remota provincia agricola esperti da sempre nel costruire e riparare muretti e li porti qui da noi allettandoli con un radioso futuro. Ci vuole poco per la vita che fanno adesso. Una volta sbarcati a Genova li dissemini nei paesini semiabbandonati dell’entroterra dove saranno impiegati a rimettere in sesto le case fatiscenti e a restaurare con efficace maestria la “muraglia ligure”. Sto scherzando? Fate voi.
L’argomento mi interessa. Avremo modo di parlarne ancora.
L'ho già detto ma lo ripeto. Se per caso dovesse rispondere il rappresentante di qualche ente pubblico deve usare la mail che si vede nella parte destra della schermata dove c'è scritto "la mia mail", perchè adoperando i commenti Dio si può spacciare per il Diavolo e viceversa.
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