lunedì 31 dicembre 2007
Ti ricordi?
Ho la fortuna, non so quanto piccola, non so quanto grande, di essere nato in un paesello. Adesso che abito da molto tempo in una grande città me ne rendo conto. I colleghi e gli amici che in questa Milano ci sono nati hanno perso quasi tutti i contatti con il loro ambiente d'infanzia. Io invece, quando ritorno nelle mie terre natali, è un continuo rivedersi e rammemorare una miriade di fatti, ridicoli tragici sentimentali, che hanno intrecciato le nostre vite nei decenni passati. Possono insorgere dentro di te rimpianti e anche rimorsi, ma sono sempre comunque emozioni collettive che ricreano per un attimo le complicità di una volta. E questo periodo di feste è proprio quello adatto a simili confidenze. Ieri, una donna sposata, madre di due figli, me l'ha finalmente detto: «Sono stata innamorata di te per due anni e non te ne sei mai accorto». Sono rimasto tramortito, perché lei anche mi piaceva.
sabato 29 dicembre 2007
Yosa Buson
chiaro di luna:
il pruno bianco torna
albero invernale
shiraume no
kareki ni modoru
tsukiyo kana
il pruno bianco torna
albero invernale
shiraume no
kareki ni modoru
tsukiyo kana
Yosa Buson
Kema (Giappone) 1715
Kioto 1783
venerdì 28 dicembre 2007
La grande abbuffata continua
Gli agnelli che ho fotografato ieri, sopra, oggi sono così, sotto. I ristoranti e anche le famiglie stanno preparando i cenoni di fine anno e hanno bisogno di nuova materia prima. Commentate, se volete.
domenica 23 dicembre 2007
La cubaita di Isolabona
Miele e nocciole a cuocere
I fari pe e nage e e nage
L'ostia per le cubaite
Voglia di dolcezza porta questa festa che arriva fra qualche giorno, e credo non ci sia paese in Italia che non abbia la sua specialità tradizionale. Ecco qui la cubaita , in dialetto cubåita, dolce tipico natalizio di Isolabona (IM). Purtroppo da un po' di tempo è invalsa la brutta abitudine di confezionarle tutto l'anno per ristoranti e locali vari, e così hanno perso un po' quel senso di novità ricorrente per cui erano nate, anche se in questo periodo la produzione è al massimo. Sono in pratica delle cialde ripiene di nocciole cotte nel miele. Detta così sembra una ricetta semplicissima, che anche semplice lo è, ma ha i suoi piccoli segreti. Intanto la cialda od ostia che dir si voglia, in dialetto, nage: sono pochissime le donne che sono capaci di farla con maestria adoperando lo strumento che vedete nelle foto, i fari pe e nage, e i cui esemplari si contano ormai sulle dita di una sola mano. Sembra che nessun fabbro riesca a rifarli questi ferri con quella lega che adoperarono i loro colleghi un secolo fa. Poi la cottura del miele con le nocciole, quando è cotto al punto giusto? Altro piccolo segreto che non svelo altrimenti che segreto è? Ci sono imitazioni di questi dolci, come a Pigna, che li chiamano ubrin, a Castelvittorio che li chiamano marzapai e a Triora che li chiamano turun, ma sempre e solo imitazioni rimangono. Le cubaite, quelle che vedete, sono solo di Isolabona.
L'impasto di miele e nocciole deposto sull'ostia
Le cubaite pronte da gustare
A Isolabona coda di stoccafisso ripiena. A Isolabona festival delle arpe. A Isolabona "Antichi mestieri". A Isolabona sagra delle anguille negli anni Settanta. A Isolabona Gazzetta di Isolabona.
sabato 22 dicembre 2007
Lao Tzu
Non lontano da una vecchia città cinese, c’era una bella collina con una bella foresta. Gli abitanti della vecchia città erano molto contenti. In un paese in cui fa caldo vi andavano a cercare l’ombra e a trovarvi anche qualche frutto. Passeggiavano, offrivano sacrifici agli dei, ai geni della regione, e tutto andava per il meglio. Tutto ad un tratto, hanno pensato: «Abbiamo bisogno di un grande edificio di legno, taglieremo gli alberi sulla metà della collina». E così fecero. Rimaneva ancora l’altra metà in cui la gente poteva passeggiare. Nessuno si lamentava. Dopo qualche anno, ci fu bisogno di un secondo grande edificio. Tagliarono l’altra metà degli alberi sull’altra metà della collina. I taglialegna dissero «Non agitatevi, torneranno.» E infatti, sono tornati. Dopo una trentina d’anni, una quarantina d’anni, c’era già lì una giovane foresta. Un’altra decina d’anni e dissero: «Abbiamo bisogno di alberi, tagliamo questa nuova foresta visto che torna.» è tornata, più modesta. E di nuovo dopo quaranta o cinquant’anni, hanno tagliato. Quella volta, non è tornata. E non c’è più stato un solo albero sulla montagna sacra.
Lao Tzu (500 a.C. circa), filosofo cinese
venerdì 21 dicembre 2007
I Sioux: «Non siamo più cittadini Usa»
Toro Seduto (foto da wikipedia)
Gli indiani Lakota, una delle tribù Sioux più leggendarie che ha dato alla storia figure come Toro Seduto e Cavallo Pazzo, hanno stracciato i Trattati firmati dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa. Lo hanno annunciato due giorni fa alcuni rappresentanti della tribù.
«Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati», ha dichiarato Phyllis Young, una militante della causa dei nativi americani che ha contribuito a organizzare nel 1977 la prima conferenza internazionale sui diritti degli indiani. Russel Means, in una conferenza stampa a Washington, ha precisato che passaporti e patenti saranno consegnati a tutti gli abitanti del territorio che rinunceranno alla loro cittadinanza statunitense.
I Sioux rimangono impressi nella storia americana per la battaglia del Little Bighorn, dove sconfissero e sterminarono il Settimo cavalleggeri del colonnello Custer. Non tutti sanno che da quel massacro si salvò il trombettiere John Martin che era stato inviato a chiedere soccorsi. Questo John Martin altri non era che Giovanni Martini partito da Apricale (IM) per il Nuovo Continente in cerca di fortuna. È stato l'amico Marco Cassini che alcuni anni fa con una ricerca documentatissima aveva identificato nel militare americano il proprio compaesano. Da allora altri paesi italiani, con nuovi documenti, hanno avanzato altre ipotesi sui natali di quest'uomo. E anche Marco ultimamente non sembra più tanto convinto delle certezze precedenti. Ciò non ha impedito all'altro amico, Claudio Nobbio, poeta e scrittore e artista, anche lui di Apricale ma cittadino del mondo, di scrivere un libro su questo ormai mitico trombettiere.
giovedì 20 dicembre 2007
Il 62 per cento dei quindicenni non sa "il perché del giorno e della notte"
Dai questionari somministrati per il Pisa 2006 ad oltre 21 mila quindicenni italiani emerge un livello di conoscenze a dir poco sconcertante se si considera il livello altamente tecnologico dell'ambiente in cui vivono i nostri adolescenti. Il 62 per cento non sa "il perché del giorno e della notte". E quindi niente sanno della rotazione della Terra intorno al proprio asse. E tutto porta a pensare che se si facesse alzare loro la testa per osservare il sole che percorre il suo tragitto nel cielo pensino che è il nostro astro che gira attorno al nostro pianeta.
Io sono allibito, mentre il ministro Fioroni è fortemente preoccupato ed interviene con un finanziamento di 5 milioni che mira a combattere "la dispersione scolastica". Vivo fuori dall'ambiente della scuola e quindi non posso entrare nel merito, ma so che fra i miei lettori/lettrici ci sono dei prof. Cosa dite?
Io sono allibito, mentre il ministro Fioroni è fortemente preoccupato ed interviene con un finanziamento di 5 milioni che mira a combattere "la dispersione scolastica". Vivo fuori dall'ambiente della scuola e quindi non posso entrare nel merito, ma so che fra i miei lettori/lettrici ci sono dei prof. Cosa dite?
martedì 18 dicembre 2007
Rivoglio i mandarini, quelli veri
Ho faticato però alla fine ce l'ho fatta a trovare una mandarino vero, come quelli di una volta. Almeno nelle grandi città sembra siano stati quasi tutti sostituiti dalle clementine, ibridate chissa come, tutte uguali, con la buccia sottile sottile, profumo niente o quasi e, scorno finale, castrate, cioè senza semi.
Questi frutti mi ricordano il Natale, si appendevano all'albero assieme alle bocce di vetro soffiato, e sembravano tanti piccoli soli. E poi c'era il divertimento del pzzzzz: la buccia schizzata negli occhi del fratello o dell'amico. Natali d'altre atmosfere di una società ancora ingenua e povera che di lì a poco il "benessere" avrebbe spazzato via e sostituito con il luna park indecente di adesso.
lunedì 17 dicembre 2007
Nel solstizio d'inverno alle 12 27' 44'' un raggio di sole...
Sabato 22 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, sarà inaugurata a Perinaldo (IM) una meridiana a camera oscura lunga 20 metri, fra le più grandi esistenti, la prima di queste dimensioni realizzata dopo il 1900. Progettata nel 2004 è stata dedicata al grande astronomo G.D.Cassini, che in questo paese ebbe i natali, in occasione dei 350 anni della meridiana della basilica di San Petronio, da lui realizzata a Bologna nel 1655 ed ancor oggi la più lunga del mondo.
E alle 12 27' 44" del 22 dicembre, ora civile, ci sarà il passaggio del sole sulla linea meridiana. Per chi è in zona un'occasione unica da non perdere.
Se volete vedere il paese in questo post, questo il sito dell'osservatorio.
Tempo fa scrissi su questo blog di una grande meridiana in ardesia e della storia assurda e non ancora conclusa della sua sparizione. È qui e qui.
E alle 12 27' 44" del 22 dicembre, ora civile, ci sarà il passaggio del sole sulla linea meridiana. Per chi è in zona un'occasione unica da non perdere.
Se volete vedere il paese in questo post, questo il sito dell'osservatorio.
Tempo fa scrissi su questo blog di una grande meridiana in ardesia e della storia assurda e non ancora conclusa della sua sparizione. È qui e qui.
sabato 15 dicembre 2007
Pablo Neruda
Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.
Pablo Neruda
Parral (Cile)1904
Santiago (Cile)1973
venerdì 14 dicembre 2007
In Liguria
Oggi solito intercity Milano-Nizza, solito ritardo di quaranta minuti, solite imprecazioni (ma rivolte a chi?). Almeno questo, una mezz'ora a godermi il tramonto, che non è sempre il solito, e il tempo di scattare un'immagine cartolinesca prima di rintanarmi nelle terre interne di Liguria da dove posto con una stramaledetta e stralenta linea telefonica.
Agenzie dal becco adunco
Ci sono famiglie che quest'anno non passeranno un bel Natale. Sono quelle che hanno contratto con le banche un mutuo a tasso variabile e adesso, con l'aumento complessivo del costo della vita e con stipendi che non si adeguano, non ce la fanno più a pagare le rate. Sono drammi che non possono capire appieno chi ha un tetto sicuro sulla testa. Le banche, che sono delle anime candide, in casi del genere si vendono il mutuo ad agenzie dal becco adunco che fanno il lavoro sporco. E così cominciano ad apparire annunci come questo che ho ripreso da La Stampa.
giovedì 13 dicembre 2007
La chiesa ha la memoria corta, per quello che vuole
La chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dall'autorità civile. Anzi, essa rinunzierà all'esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove circostanze esigessero altre disposizioni.
Dal cap. 76 della costituzione pastorale Gaudium et Spes promulgata dal papa Paolo VI l'8 dicembre 1965.
In questi giorni agli italiani tocca pagare la seconda rata dell'ICI. La chiesa però non pagherà un euro sul suo sterminato patrimonio immobiliare adibito a usi commerciali per una norma votata a larga maggioranza in questa finanziaria. Dite voi.
mercoledì 12 dicembre 2007
12 dicembre
Milano, 12 dicembre 1969, 38 anni fa. Voi che non eravate ancora nati ne avete sentito parlare?
martedì 11 dicembre 2007
Albero di Natale
Milano - Albero di Natale in piazzale Cadorna
E secondo voi questo sarebbe un albero di Natale?
Metto in evidenza questo bel commento di gimmi che ringrazio, e ringrazio anche filo che ha scatenato la sua vena poetica.
Per me, quel vegetale anodizzato
invece va chiedendosi il motivo
di trasformare un simbolo giulivo
in un obrobrio ben sponsorizzato.
Lui non si da' ragione e, sconsolato,
stramaledice l'estro d'un "creativo":
nolente, del degrado collettivo
e' fatto testimone disprezzato.
Mostrasi si demente a chi lo mira
e dà per gli occhi un coccolone al core
che intender non lo puo' chi non lo prova
e dalli suoi transistor par si mova
'no spirito elettronico d'amore
che va dicendo a chi l'ha fatto: "Pirla!"
e anche il commento di filo
Ma guarda, chi l'avrebbe detto
che questo vegetale anodizzato
nel traffico cortocircuitato
avrebbe generato 'sto sonetto!
lunedì 10 dicembre 2007
La cattiva coscienza degli italiani
Questo sabato a Torino un italiano completamente ubriaco ha investito e ucciso una donna romena di 37 anni. La notizia è finita subito nel cestino. Immaginate se... e non vado oltre perché vi potete immaginare dove voglio arrivare.
La cattiva, anzi sporca coscienza di una parte degli italiani e di tutti i mass media che di questa coscienza ne sono in buona parte responsabili.
La cattiva, anzi sporca coscienza di una parte degli italiani e di tutti i mass media che di questa coscienza ne sono in buona parte responsabili.
domenica 9 dicembre 2007
Un non credente in mezzo ai buddisti
Come si trova un non credente in mezzo a ottomilaottocento persone che hanno deciso di imboccare una nuova religione? A disagio. Questo era il mio stato d'animo stamattina al Palasharp, ribattezzato per tre giorni Palatibet. Così, circondato da ferventi buddisti, o in procinto di diventarlo, anch'io non ho potuto fare a meno di annodarmi al capo la fettuccia amaranto e di giungere le mani in questa cerimonia di iniziazione. Quando le ho giunte mi ha preso un flashback e mi son rivisto che mi davano la cresima, perché da allora queste mie mani non si erano più messe in questa posizione. Giusto un attimo, che poi ho seguito con attenzione, fino alla fine, i vari mantra che la guida spirituale dei tibetani mano a mano indicava ed eseguiva seguito con devozione da tutti i presenti.
Sono rimasto un non credente perché condizione imprescindibile per seguire una religione è la fede. E io non ce l'ho. Ma devo ringraziare il Dalai Lama, i monaci, e tutta la gente che era presente perché questa mattina mi hanno fatto balenare una scintilla che non avevo mai visto prima.
Technorati Tags: dalai lama, Palasharp, Palatibet
sabato 8 dicembre 2007
Liu Yu-hsi
Canto dei fiori di salice
Lievi volano
non portati dal vento.
Lievi cadono
non sfiorando la terra.
In ridda confusi, danzano
nel limpido spazio:
sì che libero vaga
il mio pensiero.
Lievi volano
non portati dal vento.
Lievi cadono
non sfiorando la terra.
In ridda confusi, danzano
nel limpido spazio:
sì che libero vaga
il mio pensiero.
Liu Yu-hsi
772-842
venerdì 7 dicembre 2007
Ma un prete indagato per pedofilia è una notizia o no?
Ieri mattina ho letto una notizia su ImperiaParla, poi nel pomeriggio un amico mi ha inviato per e-mail la stessa notizia con qualche spunto in più per riflettere. Eccola
L'ho copiata da Sanremonews, un portale delle Riviera dei Fiori che a sua volta l'aveva presa da ImperiaTV, compresa la foto del prete indagato che non pubblico. La stessa stringata cronaca del fatto era apparsa sul Secolo XIX, sulla Stampa e su altri siti web. Ora c'è un altro portale di news in Riviera, Riviera24, di proprietà del vescovo, che ha una normale redazione e un direttore. Visto che, unici, la notizia non l'hanno passata mi chiedo se è il direttore che si è autocensurato o se l'ha censurato il suo capo. Mi chiedo anche se qualche giornalista della redazione si sia posto la domanda, solo la domanda, anche senza risposta.
Ci sono censure e censure. Questa è di tipo, diciamo così, ideologico. Ce ne sono altre di tipo, diciamo così, di portafogli. Mettiamo caso che abbiate, sia chiaro è un puro esempio teorico, un portale che vive e va avanti con la pubblicità. Mettiamo caso che avete un grande inserzionista che vi scuce un bel po' di quattrini. Mettiamo caso che questo inserzionista sia impegnato in un grande progetto immobiliare e che questo progetto sia contestato per il suo impatto ambientale. Mettiamo caso che di questa contestazione ne parlino tutti i mezzi di informazione. E allora anche voi vi accodate ad amplificare le proteste di questi ambientalisti rompicoglioni? Ma perdio no. Sparare su un povero imprenditore che si è dato tanto da fare e che che ci dà anche la pagnotta? Sveglia blogger, così va il mondo, non l'hai ancora capito? Lo ripeto, è un puro esempio teorico.
L’ex cappellano ospedaliero di Imperia, Padre Francesco De Rienzo, 35enne originario della Puglia, è indagato per abusi sessuali su minori. Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile imperiese, avrebbero appurato alcuni abusi, su bimbi di 11 o 12 anni, toccati nelle parti intime. Il prelato, dopo aver saputo delle indagini sul suo conto, aveva detto che si trattava di voci ‘false’ e lo aveva fatto presente anche durante l’omelia tenuta in ospedale, qualche giorno prima del suo trasferimento a Torino. Padre De Rienzo verrà difeso dall’avvocato Carlo Fossati, che avrebbe già chiesto ad alcuni conoscenti del prelato, di intervenire a testimoniare.
Carlo Alessi
L'ho copiata da Sanremonews, un portale delle Riviera dei Fiori che a sua volta l'aveva presa da ImperiaTV, compresa la foto del prete indagato che non pubblico. La stessa stringata cronaca del fatto era apparsa sul Secolo XIX, sulla Stampa e su altri siti web. Ora c'è un altro portale di news in Riviera, Riviera24, di proprietà del vescovo, che ha una normale redazione e un direttore. Visto che, unici, la notizia non l'hanno passata mi chiedo se è il direttore che si è autocensurato o se l'ha censurato il suo capo. Mi chiedo anche se qualche giornalista della redazione si sia posto la domanda, solo la domanda, anche senza risposta.
Ci sono censure e censure. Questa è di tipo, diciamo così, ideologico. Ce ne sono altre di tipo, diciamo così, di portafogli. Mettiamo caso che abbiate, sia chiaro è un puro esempio teorico, un portale che vive e va avanti con la pubblicità. Mettiamo caso che avete un grande inserzionista che vi scuce un bel po' di quattrini. Mettiamo caso che questo inserzionista sia impegnato in un grande progetto immobiliare e che questo progetto sia contestato per il suo impatto ambientale. Mettiamo caso che di questa contestazione ne parlino tutti i mezzi di informazione. E allora anche voi vi accodate ad amplificare le proteste di questi ambientalisti rompicoglioni? Ma perdio no. Sparare su un povero imprenditore che si è dato tanto da fare e che che ci dà anche la pagnotta? Sveglia blogger, così va il mondo, non l'hai ancora capito? Lo ripeto, è un puro esempio teorico.
mercoledì 5 dicembre 2007
L'ammiraglia delle auto blu
Le mani delle donne
C'era chi si prendeva un aereo e se ne andava fino a Bangkok e dintorni, si stendeva su un lettino e affidava il proprio corpo, sconquassato da una vita disarmonica, alle espertissime mani di una massaggiatrice perché lo rimettesse in sesto. Qualche riccone la massaggiatrice se la portava di là e l'assumeva in pianta stabile,
Adesso io, se ne ho voglia, esco di casa, faccio quattro passi, ma proprio quattro, ed entro nel locale che vedete. Quando si dice le comodità.
L'altra metà del cielo ha un'abilità nelle mani che i maschi se la sognano. Non parlo solo di massaggi e carezze, parlo del tirare una sfoglia, del fare i tortellini, dell'attaccare un bottone... Continuate voi.
lunedì 3 dicembre 2007
Nucleare non radioattivo, l'ultima barzelletta
[...] I grandi movimenti ecologisti, impegnati contro gli Ogm, contro gli inceneritori di rifiuti, contro l'elettrosmog e magari contro le brutture dei motori a vento, hanno rallentato la morsa sul nucleare e tutto questo giova alla sua resurrezione, con qualche "ma però" ma con la strada sempre più spianata, magari con le prospettive del "nucleare non radioattivo", l'ultima barzelletta del nostro sciagurato paese.
Siamo sopravvissuti in pochi a ricordare che l'energia nucleare non è sicura, non è economica e non è pulita ed è indissolubilmente legata alle armi nucleari, le più oscene fra le merci oscene che sono le armi. A ricordare le tonnellate di scorie radioattive che albergano in Italia e che nessuno sa dove seppellire o nascondere, e dei materiali radioattivi, cento volte maggiori, in circolazione nel mondo.
Sorprende che almeno la sinistra, quel che ne resta, sia assente da un grande movimento di contestazione della politica energetica, che significa poi della politica produttiva, dei rapporti internazionali, del territorio, dell'ambiente. Non si tratta solo di piangersi addosso sui rischi dell'effetto serra, ma di chiedersi che cosa occorre produrre e usare in un mondo di 6700 milioni di terrestri, metà dei quali sotto le soglie della sopravvivenza, in un mondo di città congestionate, nel Nord e nel Sud del mondo, e di enormi spazi deserti ed erosi.
La resurrezione del nucleare è la condizione necessaria e sufficiente per far aumentare la violenza fra persone, fra popoli e nei confronti della natura, per compromettere le condizioni di vita delle generazioni future, per dilatare il divario fra ricchi e poveri, per impedire qualsiasi passo verso una revisione dei consumi e degli sprechi e per ostacolare una vera innovazione tecnico-scientifica capace di mettere le risorse naturali e energetiche del pianeta al servizio dei terrestri, nel rispetto di vincoli inviolabili come i limiti di tali risorse, del territorio e della capacità ricettiva dell'atmosfera e degli oceani.
Giorgio Nebbia
da Liberazione
Siamo sopravvissuti in pochi a ricordare che l'energia nucleare non è sicura, non è economica e non è pulita ed è indissolubilmente legata alle armi nucleari, le più oscene fra le merci oscene che sono le armi. A ricordare le tonnellate di scorie radioattive che albergano in Italia e che nessuno sa dove seppellire o nascondere, e dei materiali radioattivi, cento volte maggiori, in circolazione nel mondo.
Sorprende che almeno la sinistra, quel che ne resta, sia assente da un grande movimento di contestazione della politica energetica, che significa poi della politica produttiva, dei rapporti internazionali, del territorio, dell'ambiente. Non si tratta solo di piangersi addosso sui rischi dell'effetto serra, ma di chiedersi che cosa occorre produrre e usare in un mondo di 6700 milioni di terrestri, metà dei quali sotto le soglie della sopravvivenza, in un mondo di città congestionate, nel Nord e nel Sud del mondo, e di enormi spazi deserti ed erosi.
La resurrezione del nucleare è la condizione necessaria e sufficiente per far aumentare la violenza fra persone, fra popoli e nei confronti della natura, per compromettere le condizioni di vita delle generazioni future, per dilatare il divario fra ricchi e poveri, per impedire qualsiasi passo verso una revisione dei consumi e degli sprechi e per ostacolare una vera innovazione tecnico-scientifica capace di mettere le risorse naturali e energetiche del pianeta al servizio dei terrestri, nel rispetto di vincoli inviolabili come i limiti di tali risorse, del territorio e della capacità ricettiva dell'atmosfera e degli oceani.
Giorgio Nebbia
da Liberazione
E voi, pro o contro?
Dire, fare , baciare, lettera, testamento
È lei che mi ha infettato. Mi dicono che se rispondi subito guarisci.
Dire: Quante volte te l'ho detto!
Fare: Ma non l'hai ancora fatto?
Baciare: Un «'» rosa eccetera. Rosa? Rosso, rossofuoco.
Lettera: S'è persa.
Testamento: Spirituale.
Mi dicono anche che per guarire del tutto bisogna infettare altri. Mi dispiace ragazzi, ma mors vostra vita mea e così adesso passo il virus a Ed, Negroski, Third Inconvenience, Alessio, Velenero, iMod, Carmelo, Il segnalatore, e anche a lei.
Chiedo perdono.
Dire: Quante volte te l'ho detto!
Fare: Ma non l'hai ancora fatto?
Baciare: Un «'» rosa eccetera. Rosa? Rosso, rossofuoco.
Lettera: S'è persa.
Testamento: Spirituale.
Mi dicono anche che per guarire del tutto bisogna infettare altri. Mi dispiace ragazzi, ma mors vostra vita mea e così adesso passo il virus a Ed, Negroski, Third Inconvenience, Alessio, Velenero, iMod, Carmelo, Il segnalatore, e anche a lei.
Chiedo perdono.
domenica 2 dicembre 2007
Prof distratti
Guardate QUI, e se per caso anche voi avete avuto dei prof distratti riferite. Ma riferite anche voi prof delle vostre distrazioni.
sabato 1 dicembre 2007
È dicembre e a Milano fiorisce il tarassaco
Oggi a Milano non c'è il sole, ma splendeva forte nei giorni passati. E così, nel giardino di casa sono fioriti fuori stagione e poi hanno fruttificato dei bei tarassachi.
Questo mese è appena cominciato e chissà se prima della fine il giardino si imbiancherà di nuovo così.
Avete mai soffiato sul tarassaco e, se vi capita, ci soffiate ancora?
Rabindranath Tagore
Dove son già
Dove son già fatte le strade, io smarrisco
il cammino.
Nell'oceano immenso, nel cielo azzurro
non è traccia di sentiero.
La viottola è nascosta dalle ali degli
uccelli, dal fulgor delle stelle, dai fiori
delle alterne stagioni.
E io domando al cuore, se il suo sangue
porti seco la conoscenza dell'invisibile via.
Dove son già fatte le strade, io smarrisco
il cammino.
Nell'oceano immenso, nel cielo azzurro
non è traccia di sentiero.
La viottola è nascosta dalle ali degli
uccelli, dal fulgor delle stelle, dai fiori
delle alterne stagioni.
E io domando al cuore, se il suo sangue
porti seco la conoscenza dell'invisibile via.
Rabindranath Tagore
Calcutta 1861
Calcutta 1941
Technorati Tags: Rabindranath Tagore, strade, cammino, via
venerdì 30 novembre 2007
Quindicenne vende sue foto osé in cambio di una ricarica da 25 euro
Succede a Udine. Una quindicenne offre sul web la sua immagine osé in cambio di una ricarica da 25 euro per il cellulare. E' una delle tante storie scoperte dalla polizia postale di Udine che vedono coinvolti minorenni e foto spigliate e spogliate.
Vedo in giro commenti ipocriti e bigotti su questo fatto. Nel periodo dove impazzano i calendari che sappiamo, in cui il corpo femminile non è venduto a trattativa privata ma pubblica, in milioni di copie, ci si meraviglia che le ragazzine provino anche loro a guadagnare qualche euro dalla loro immagine. E se vogliamo a più caro prezzo. Si paga qualche euro per dodici o tredici foto della scosciata di turno, ben 25 per una della ragazzina che si propone.
D'accordo, è minorenne, ma non lo sono anche le baby modelle semianoressiche e semisvestite che sfilano sulle passerelle di tutto il mondo?
Vedo in giro commenti ipocriti e bigotti su questo fatto. Nel periodo dove impazzano i calendari che sappiamo, in cui il corpo femminile non è venduto a trattativa privata ma pubblica, in milioni di copie, ci si meraviglia che le ragazzine provino anche loro a guadagnare qualche euro dalla loro immagine. E se vogliamo a più caro prezzo. Si paga qualche euro per dodici o tredici foto della scosciata di turno, ben 25 per una della ragazzina che si propone.
D'accordo, è minorenne, ma non lo sono anche le baby modelle semianoressiche e semisvestite che sfilano sulle passerelle di tutto il mondo?
giovedì 29 novembre 2007
Birmania libera (1)
Milano. Basilica di San Lorenzo
Questo sabato a Lamezia Terme la notte non sarà bianca ma arancione in solidarietà con il popolo birmano in lotta per diritti umani e su cui dopo la vampata di riflettori da tutto il mondo sembra sia scemata l'attenzione, anche dei blog.
L'iniziativa è promossa dal Comune, da Libera, Amnesty International, e da altre associazioni a livello locale - Pax Christi, Avviso Pubblico e Caritas - e coinvolge molti artisti nazionali e tanti gruppi calabresi e meridionali.
Intanto il Dalai Lama sarà in visita in Italia i primi giorni di dicembre. L'ambasciatore cinese ha già messo le mani in avanti. Facciano attenzione le istituzione pubbliche a riceverlo, ha detto in buona sostanza, perché il nostro governo potrebbe prendere dei provvedimento contro la vostra nazione. Stiamo a vedere se i nostri governanti si piegheranno al ricatto. Di più QUI.
domenica 25 novembre 2007
Casa mia, pardon, tenda mia
Muammar Gheddafi sarà a Parigi in visita ufficiale questo prossimo dicembre. E si sa, ogni capo di Stato ha le sue esigenze. La sua è quella di una tenda beduina da montare nel parco dell'hotel Marigny, residenza riservata agli ospiti dell'Eliseo. Pas de problèmes hanno detto i francesi.
Immaginatevi il colonnello libico in visita a Roma. Tenda beduina nei giardini del Quirinale. E le tribù di Prodi e Berlusconi tutte vestite da capo a piedi da beduini per compiacere l'ospite che ci fornisce petrolio di ottima qualità e ce lo dobbiamo tenere buono.
È una di quelle occasioni in cui i fotografi rubano il mestiere ai vignettisti, perché producono immagini che parlano da sole.
Vi ricordate di qualche foto di politici che vi abbia mosso al riso?
Immaginatevi il colonnello libico in visita a Roma. Tenda beduina nei giardini del Quirinale. E le tribù di Prodi e Berlusconi tutte vestite da capo a piedi da beduini per compiacere l'ospite che ci fornisce petrolio di ottima qualità e ce lo dobbiamo tenere buono.
È una di quelle occasioni in cui i fotografi rubano il mestiere ai vignettisti, perché producono immagini che parlano da sole.
Vi ricordate di qualche foto di politici che vi abbia mosso al riso?
sabato 24 novembre 2007
Alceo
La conchiglia marina
O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli.
O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli.
Traduzione Salvatore Quasimodo
Alceo
Lesbo (Grecia) 630 a.C.
Lesbo ???
giovedì 22 novembre 2007
Da vent'anni mangiamo cibi OGM e non lo sappiamo
Avete in mente il grano duro? È quello che serve per fabbricare la pasta nelle sue molteplici forme e derivati. Fino agli anni Settanta la varietà maggiormente coltivata in Italia era la "Cappelli", grano tradizionale ad alto fusto che si piegava verso terra sotto l'azione della pioggia e del vento e quindi poco produttivo. Da qui l'dea di creare una varietà di grano a basso fusto, nanizzato, senz'altro più redditizio. E così nel 1974 un gruppo di ricercatori del CNEN (comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) indusse una mutazione genetica nel grano duro “Cappelli” esponendolo ai raggi Gamma per ottenere una mutazione genetica poi venne ibridato con una varietà canadese. Nacque il grano "Creso" che è quello maggiormente usato dall'industria alimentare.
Ora nessuno può mettere in dubbio che questo grano sia geneticamente modificato, anche se non è transgenico, nel senso che non è stato ottenuto dall'inserimento di frammenti di DNA estranei. Ecco, il punto è questo. Una pianta trasformata con questo metodo deve sottostare a tutte le restrizioni che le leggi impongono sugli OGM?
Ma cosa più importante, chi può garantire che a lungo andare un cibo ottenuto dal grano "Creso" non sia dannoso alla salute? Per dirne una, c'è stato in questi ultimi decenni un notevole aumento della celiachia con un incremento annuo del 9 per cento. Ora c'è qualche scienziato che può dare una spiegazione riguardo al fenomeno? Allo stato non risulta uno studio in materia.
Ho affrontato questo argomento perché è in atto una raccolta di firme, la mia l'ho messa, contro gli OGM. Anche il grano "Creso" rientra tra questi?
La foto è presa da qui
mercoledì 21 novembre 2007
Class action contro i Savoia
I Savoia hanno chiesto allo Stato italiano un risarcimento di 260 milioni di euro più la restituizione dei beni che furono loro confiscati. E noi partiamo con una class action contro questa famiglia per i danni materiali e morali che procurò con la seconda guerra mondiale alle nostre di famiglie. In braghe di tela devono rimanere, così imparano. Si facciano avanti gli avvocati che i clienti non mancano.
Televisori da rottamare?
Non so che televisore abbiate, se uno con lo schermo come quello di sopra (widescreen, 16:9) o uno come quello di sotto (4:3). Nel primo caso avete tre alternative: deformare l'immagine per adattarla ai 16:9, fare zoom, o trasmetterla così com'è al centro dello schermo. Tutte e tre le possibilità hanno inconvenienti. La prima rende le figure e le persone appiattite e un po' tozze. La seconda fa perdere alcune porzioni di immagini ai bordi. La terza conserva la fedeltà dell'immagine, ma due fasce nere laterali rendono superfluo un monitor di questo formato. Questo succede perché le emittenti italiane in analogico e anche quasi tutti i canali Sky continuano a trasmettere nel formato 4:3. Viceversa, nel televisore sotto vedrete le trasmissioni a tutto shermo, ma se volete godervi un film in Dvd, che è più "rettangolare", perderete due porzioni di schermo, sopra e sotto.
Adesso l'Adiconsum chiede al parlamento di aggiungere un emendamento alla finanziaria che obblighi dal primo gennaio 2009 le emittenti a trasmettere in 16:9. Da quella data infatti cesserà la vendita di Tv dotate di sintonizzatori analogici. Naturalmente i programmi in 16:9 si vedranno comunque bene sulle vecchie Tv 4:3. Solo, saranno create due bande, in alto e in basso sullo schermo come dicevo prima con i Dvd. Nel resto d'Europa, la diffusione del widescreen ha già toccato il cuore delle emittenti: per esempio, la Rtl tedesca ha appena annunciato che dal 2008 passerà ai 16:9.
Widescreen, un po' come il CinemaScope. Chi se lo ricorda?
lunedì 19 novembre 2007
Occitani in Liguria? (7)
I vecchi lettori di questo blog sanno di cosa sto trattando. I nuovi, se vogliono capire , devono andare a questo post e si faranno un'idea.
Ci sono novità, non da parte della Provincia di Imperia, che sulla questione, almeno per quanto ne so, se sta rannicchiata in se stessa come un riccio pauroso, ma da parte dei professori, gli unici che possono mettere una pietra tombale a questa vicenda che ha assunto i tratti di un paradosso linguistico.
Il giorno 16-17-18 novembre si è svolto a Bolzano il Convegno di Studi "Garibaldi e l’identità nizzarda – Garibaldi und Nizzas Identitaet". Nel consesso è stato emesso questo O.d.G che verrà inviato a tutte le autorità competenti sulla materia, in primis la Provincia. Il documento riafferma in maniera ormai incontrovertibile che l'occitanità incautamente e irresponsabilmente dichiarata di alcuni paesi della Liguria occidentale è un'assurdità che va corretta senza indugio.
Vedremo se finalmente il riccio si schiude.
Ci sono novità, non da parte della Provincia di Imperia, che sulla questione, almeno per quanto ne so, se sta rannicchiata in se stessa come un riccio pauroso, ma da parte dei professori, gli unici che possono mettere una pietra tombale a questa vicenda che ha assunto i tratti di un paradosso linguistico.
Il giorno 16-17-18 novembre si è svolto a Bolzano il Convegno di Studi "Garibaldi e l’identità nizzarda – Garibaldi und Nizzas Identitaet". Nel consesso è stato emesso questo O.d.G che verrà inviato a tutte le autorità competenti sulla materia, in primis la Provincia. Il documento riafferma in maniera ormai incontrovertibile che l'occitanità incautamente e irresponsabilmente dichiarata di alcuni paesi della Liguria occidentale è un'assurdità che va corretta senza indugio.
Vedremo se finalmente il riccio si schiude.
sabato 17 novembre 2007
Milano, Fiera di Senigallia
Raffaella Carrà sulla rivista NAT, 1 dicembre 1965
Era un bel po' che non ci andavo, vuoi per disinteresse, ma vuoi soprattutto per il fatto che molto raramente passo il fine settimana in città. Così stamattina ho dato appuntamento a un amico che non vedevo da un anno alla Fiera di Sinigallia. Due piccioni accalappiati con una fava sola.
Questa fiera, che è un'istituzione milanese, non prende il nome da una via o da una piazza come succede da altre parti. Sinigallia perché nel XV° sec. la citta' di Sinigaglia (nelle Marche) si chiamava Fiera di Sinigaglia. Durante la festa di S. Maddalena le navi che vi ormeggiavano erano esentate dai dazi, e vi era una tale massa di mercanzia esposta che i milanesi ribattezzarono Sinigallia la loro fiera delle pulci che si svolgeva negli anni 20 sul Bastione di P.ta Ticinese. Poi fu spostata in via Calatafimi dove rimase per parecchi anni, da lì andò alla Darsena e adesso si trova allo scalo merci della stazione di Porta Genova.
Ho girato fra i banchi, soprattutto quelli di libri e riviste usate, e ho parlato con molte persone che non avevo mai visto prima. Sarebbe stato possibile qui? Forse questa è una delle poche situazioni di Milano ancora umana.
E voi, nella vostra città e paese che fiera avete?
Un cestino di biscotti al plasmon. Dietro un scatola di Turmac, le sigarette che fumava Enrico Berlinguer.
Technorati Tags: fiera di s1nigallia, milano
Attilio Bertolucci
Per B...
I piccoli aeroplani di carta che tu
fai volano nel crepuscolo, si perdono
come farfalle notturne nell’aria
che s’oscura, non torneranno più.
Così i nostri giorni, ma un abisso
meno dolce li accoglie
di questa valle silente di foglie
morte e d’acque autunnali
dove posano le loro stanche ali
i tuoi fragili alianti.
I piccoli aeroplani di carta che tu
fai volano nel crepuscolo, si perdono
come farfalle notturne nell’aria
che s’oscura, non torneranno più.
Così i nostri giorni, ma un abisso
meno dolce li accoglie
di questa valle silente di foglie
morte e d’acque autunnali
dove posano le loro stanche ali
i tuoi fragili alianti.
Attilio Bertolucci
Parma 1911
Roma 2000
Technorati Tags: attilio bertolucci, aeroplani di carta, abisso
venerdì 16 novembre 2007
Una quindicenne prende a schiaffi il prof
Il professore di Diritto è stato preso a schiaffi nel corridoio della scuola da un’alunna di 15 anni, che l’ha anche strattonato violentemente, strappandogli il maglione. L’aggressione è avvenuta alla sezione alberghiera dell’istituto professionale «Ciro Pollini» di Mortara ed è costata alla responsabile la sospensione dalle lezioni per 15 giorni: il consiglio di classe, riunito in seduta straordinaria martedì, le ha inflitto la sanzione massima, ritenendo che fosse necessaria una punizione esemplare.
via e anche qui
Mi ero ripromesso di non dirlo mai, ma a 'sto punto non posso proprio farne a meno «Ai miei tempi...»
giovedì 15 novembre 2007
Anni Settanta, il decennio lungo del secolo breve
Particolare della sala dedicata ai fumetti
Finalmente ho trovato due ore di tempo (ci vogliono tutte e forse non bastano) e sono andato a vedere questi Anni Settanta, il decennio lungo del secolo breve alla Triennale di Milano. Che il Novecento sia stato un secolo breve è da vedere, e quanto prima ne parlerò, che il decennio degli anni Settanta sia stato lungo anzi lunghissimo è nella mia memoria.
Non c'è un percorso stabilito nel dipanarsi dei vari luoghi, 26, con le parole di Fabrizio De André che ti accompagnano, e tra video, installazioni, microrappresentazioni, moda, interviste da seguire in cuffia, fotografie, filmati, trasmissioni radio e televisive, fumetti, manifesti, giornali, bar in stile di quegli anni, con tanto di jukebox, telefono a gettoni, liquori di quel tempo, ci si perde.
Le mostre son fatte per essere viste e non per essere raccontate. Però quando sono entrato nella cella dove le Brigate Rosse avevano tenuto prigioniero Aldo Moro, perfettamente rifatta, uguale dimensione, uguale materiale, uguali oggetti, devo ammettere che ho avuto uno scossone.
Chi, come me e gli amici con cui ero, ha vissuto in pieno quel periodo di generosi e creativi entusiasmi seguiti poi da penose delusioni affiancate da irrimediabili tragedie, quando vede la rappresentazione che se ne dà la trova sempre parziale e impropria. Viene a galla nostalgia struggente, che non è la gioventù che se n'è andata ma il rimpianto per la strada imboccata dall'umanità opposta a quella che allora avremmo voluto.
Manifesti dei film di serie B ( B?)
Una foto anche QUI
mercoledì 14 novembre 2007
Questo colore è illegale
Colore magenta
Se fossi in Germania questo colore che vedete non potrei adoperarlo. Il magenta, codice (CTM 002534774) è stato infatti registrato e acquistato dalla Deutsche Telekom e se in quello Stato un utente vuole utilizzarlo sul proprio computer non può farlo. Compare una finestra che dice: "Attenzione, questo colore non è tuo". La "T" della Telecom tedesca è di color magenta e l'azienda considera la tonalità parte integrante del marchio.
Se faccio in tempo mi registro l'arcobaleno così voi rimanete a bocca asciutta.
Il tam tam è cominciato anche qui
Aggiunta 15/11
Ho trovato il trucco che gabba il brevetto. Mi riferisco alla stampa tipografica in quadricromia ma a video è lo stesso basta cambiare i parametri in RGB. Allora il magenta puro è C0 M100 Y0 K0, che vuol dire zero di Cyan, 100 di Magenta, zero di Giallo e zero di Nero. Basta che io aggiunga 1 a uno dei tre colori a scelta e il Magenta si "sporca" di una piccola parte di un altro colore, invisibile a occhio ma non è più quello registrato.
martedì 13 novembre 2007
Scie chimiche, a volte ritornano
Qualche tempo fa ci recammo, io e due amici, uno dei quali un notissimo scrittore, in un negozio sull'Aurelia a Vallecrosia (IM). Qualcuno, di quelli che credono agli ufo e dintorni, ci aveva assicurato che lì avremmo potuto trovare una macchina che eliminava gli effetti sedativi delle scie chimiche rilasciate nell'aria da aerei bianchi, senza insegne, decollati da basi segrete. Guai a ridere quando uno di questi tipi vi parla delle cose più impossibili e incredibili, quanto meno vi darà dell'ignorante, perché: «NOI lo sappiamo, e voi credete a tutto quello che vi dicono i giornali e le televisioni». Fare buon viso a cattivo gioco, se quel giorno ne avete voglia, e vi accorgerete quante panzane furbastri di ogni genere fanno bere a persone facilmente suggestionabili.
Ne parlo perché c'è una domanda formale (Atto n. 4-02585) rivolta ai ministri della salute e della difesa italiani dal senatore Amedeo Ciccanti, vicepresidente del gruppo UDC, che parla di "scie chimiche (chem trails), rilasciate da aerei non meglio identificati".
QUI tutto quello che c'e da sapere e quello che ne pensano i piloti.
Ne parlo perché c'è una domanda formale (Atto n. 4-02585) rivolta ai ministri della salute e della difesa italiani dal senatore Amedeo Ciccanti, vicepresidente del gruppo UDC, che parla di "scie chimiche (chem trails), rilasciate da aerei non meglio identificati".
"diversamente dagli aerei civili, i quali su rotte predeterminate rilasciano scie di condensazione a dispersione quasi immediata, le scie chimiche riscontrate sono di natura gelatinosa e vengono nebulizzate da aerei che volano a bassa quota e sono irrorate nell’aria attraverso sistemi di supporto ben visibili ad occhio nudo"
QUI tutto quello che c'e da sapere e quello che ne pensano i piloti.
lunedì 12 novembre 2007
Il paradosso della pigrizia
Spesso rimproveriamo gli altri per la lor pigrizia, perché noi stessi ne siamo colpevoli. Qualche giorno fa due giovani donne sedevano vicine lavorando a maglia, quando una dice all'altra: «Viene un freddo dannato da quella porta, sorella, tu che sei più vicina, chiudila per favore». L'altra, che era più giovane, si degnò di dare un'occhiata alla porta, ma rimase seduta e non disse nulla. La maggiore lo ripeté due o tre volte, e alla fine, poiché l'altra non rispondeva e non accennava a muoversi, si alzò e chiuse la porta. Tornando a sedere, lanciò alla più giovane un'occhiataccia, e disse: «Dio, sorella Betty, non vorrei essere pigra come te per tutto l'oro del mondo»; e lo disse con tanta forza da diventare rossa in volto. Riconosco che la più giovane avrebbe dovuto alzarsi, ma se la più grande non avesse dato tanto peso alla sua fatica, avrebbe chiuso lei stessa la porta, non appena le avesse dato fastidio il freddo, senza dire alcuna parola. Distava dalla porta solo un passo più della sorella, e quanto all'età non vi erano nemmeno undici mesi di differenza fra di loro, ed entrambe avevano meno di vent'anni. Ho pensato che fosse difficile stabilire chi delle due fosse la più pigra.
Bernard Mandeville La favola della api 1724.Paradosso irrisolvibile sulla pigrizia oppure qualcuno sa dire quale delle due sorelle è la più pigra?
Technorati Tags: pigrizia, paradossi, api, Bernard Mandeville, La favola della api
domenica 11 novembre 2007
6 miliardi di Altri
Il sito 6 miliardi di Altri è un'iniziativa assolutamente lodevole di Yann Arthus-Bertrand. Andate a visitarlo.
Nato all'inizio del 2003, il progetto si propone di creare un ritratto degli abitanti del pianeta e dei loro sentimenti.
Le interviste sono state realizzate da 6 persone che stanno viaggiando in giro per il mondo per interrogare gli abitanti di ogni angolo della Terra con domande semplici ma non banali. Il riso, il pianto, la gioia, la famiglia, le esperienze vissute...
Sono 6000 interviste con ben 450 ore di filmati sottotitolati anche in italiano.
sabato 10 novembre 2007
Jorge Carrera Andrade
Lo straniero
Un gelido territorio mi circonda
una zona impermeabile e silenziosa
dove gli ardenti segni si spengono
e perdono il loro senso gl'idiomi terrestri.
Distese di piante e di città
che solo anima l'ubicuità del vento,
latitudine ridotta dalla notte,
meridiani sperduti nella mappa del sonno.
Non un gesto d'amicizia dell'uccello o della nube
o del gregario tetto accigliato.
Un muto monaco verde abita in ogni albero
e un cielo senza pupille guarda il mondo.
Tra volti cangianti ed edifici che crescono
cerco la compagnia salvatrice,
ma il suo frutto nasconde un nocciolo amaro
e mi resta tra le mani la loro forma di cenere.
Tu, solitudine perduta e recuperata,
affidi agli uccelli il tuo dominio senza limiti
e m'addentro nelle tue intime provincie
custodito da forze invisibili.
Senza memoria di bussola né di idiomi terrestri,
spronato di cielo,
guadando solitudini senza fiumi,
attraverso la muta geografia del pianeta.
El extranjero
Un territorio helado me rodea,
una zona impermeable y silenciosa
donde se apagan los ardientes singnos
y sun sentido pierden los terrestres idiomas.
Extensiones de plantas y ciudades
que anima solamente la ubicuidad del viento,
latidud abreviada por la noche,
meridianos perdidos en el mapa del sueño.
Ni un gesto de amistad del pájaro o la nube
o el gregario tejado cejijunto.
Un mudo monje verde en cada árbol habita
y un cielo sin pupilas mira el mundo.
Entre rostros cambiantes y edificios que crecen
busco la salvadora compañía,
mas esconde su fruta un hueso amargo
y me queda en las manos su forma de ceniza.
Tú, soledad perdida y recobrada,
entregas a lo pájaros tu dominio sin límites
y me interno en tus intimas provincias
custodiado de fuerzas invisibles.
Sin memoria de brújula ni terrestres idiomas,
espoleado de cielo,
vadeando soledades como rios,
la muda geografía del pianeta atravieso.
Un gelido territorio mi circonda
una zona impermeabile e silenziosa
dove gli ardenti segni si spengono
e perdono il loro senso gl'idiomi terrestri.
Distese di piante e di città
che solo anima l'ubicuità del vento,
latitudine ridotta dalla notte,
meridiani sperduti nella mappa del sonno.
Non un gesto d'amicizia dell'uccello o della nube
o del gregario tetto accigliato.
Un muto monaco verde abita in ogni albero
e un cielo senza pupille guarda il mondo.
Tra volti cangianti ed edifici che crescono
cerco la compagnia salvatrice,
ma il suo frutto nasconde un nocciolo amaro
e mi resta tra le mani la loro forma di cenere.
Tu, solitudine perduta e recuperata,
affidi agli uccelli il tuo dominio senza limiti
e m'addentro nelle tue intime provincie
custodito da forze invisibili.
Senza memoria di bussola né di idiomi terrestri,
spronato di cielo,
guadando solitudini senza fiumi,
attraverso la muta geografia del pianeta.
El extranjero
Un territorio helado me rodea,
una zona impermeable y silenciosa
donde se apagan los ardientes singnos
y sun sentido pierden los terrestres idiomas.
Extensiones de plantas y ciudades
que anima solamente la ubicuidad del viento,
latidud abreviada por la noche,
meridianos perdidos en el mapa del sueño.
Ni un gesto de amistad del pájaro o la nube
o el gregario tejado cejijunto.
Un mudo monje verde en cada árbol habita
y un cielo sin pupilas mira el mundo.
Entre rostros cambiantes y edificios que crecen
busco la salvadora compañía,
mas esconde su fruta un hueso amargo
y me queda en las manos su forma de ceniza.
Tú, soledad perdida y recobrada,
entregas a lo pájaros tu dominio sin límites
y me interno en tus intimas provincias
custodiado de fuerzas invisibles.
Sin memoria de brújula ni terrestres idiomas,
espoleado de cielo,
vadeando soledades como rios,
la muda geografía del pianeta atravieso.
Jorge Carrera Andrade
Quito 1903
Quito 1978
venerdì 9 novembre 2007
L'enciclopedia Treccani riconosce le unioni di fatto
Non è un'enciclopedia, la Treccani è "l'Enciclopedia", che vediamo certe volte dietro le spalle durante l'intervista a personaggi importanti. Mi viene in mente l'ufficio del direttore del Corriere della sera.
Andate alla voce "matrimonio" e scoprirete che la Grande Enciclopedia Italiana ha già fatto i conti con la realtà, e con il dibattito europeo, decretando che il "riconoscimento giuridico" e la tutela delle unioni di fatto rispondono, "in uno Stato laico e democratico, a basilari principi di equità sociale".
E intanto il Parlamento italiano è ancora incatramato tra ex Pacs, ex Dico, ora Cus (Contratti di Unione solidale), e chissà fino a quando.
La Treccani fornisce le cifre: le unioni di fatto sono passate dall'1,8 per cento (biennio '94-'95) al 3,6 per cento del totale delle coppie nel 2001. Dati indiscutibili, fenomeno sotto gli occhi di tutti come lo è, sottolinea l'Enciclopedia, la constatazione che solo pochi Paesi, tra cui l'Italia, sono indietro nel cammino di riconoscimento pubblico della famiglia di fatto con l'equiparazione giuridica alla famiglia di diritto, ossia quella fondata sul matrimonio.
Eppure, Isabella Bertolini, fedelissima del pluriammogliato Berlusconi, strilla indignata: "Anche la Treccani è diventata strumento di propaganda!". Le danno man forte Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, che parla di "una scelta fuori luogo fatta dall'Istituto diretto dal professor Francesco Casavola" e il forzista Maurizio Lupi, convinto di trovarsi di fronte ad una tipico caso di "genuflessione al laicismo". Che squallore!
Andate alla voce "matrimonio" e scoprirete che la Grande Enciclopedia Italiana ha già fatto i conti con la realtà, e con il dibattito europeo, decretando che il "riconoscimento giuridico" e la tutela delle unioni di fatto rispondono, "in uno Stato laico e democratico, a basilari principi di equità sociale".
E intanto il Parlamento italiano è ancora incatramato tra ex Pacs, ex Dico, ora Cus (Contratti di Unione solidale), e chissà fino a quando.
La Treccani fornisce le cifre: le unioni di fatto sono passate dall'1,8 per cento (biennio '94-'95) al 3,6 per cento del totale delle coppie nel 2001. Dati indiscutibili, fenomeno sotto gli occhi di tutti come lo è, sottolinea l'Enciclopedia, la constatazione che solo pochi Paesi, tra cui l'Italia, sono indietro nel cammino di riconoscimento pubblico della famiglia di fatto con l'equiparazione giuridica alla famiglia di diritto, ossia quella fondata sul matrimonio.
Eppure, Isabella Bertolini, fedelissima del pluriammogliato Berlusconi, strilla indignata: "Anche la Treccani è diventata strumento di propaganda!". Le danno man forte Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, che parla di "una scelta fuori luogo fatta dall'Istituto diretto dal professor Francesco Casavola" e il forzista Maurizio Lupi, convinto di trovarsi di fronte ad una tipico caso di "genuflessione al laicismo". Che squallore!
giovedì 8 novembre 2007
Ha vinto Bin Laden
Pochi si ricordano, e viene anche citata poco, una delle minacce che Bin Laden fece dopo l'attentato dell'11 settembre :«Il petrolio salirà a cento dollari al barile». Ci siamo. E sui mercati di tutto il mondo gli spintoni che si danno gli Stati per accaparrarsi questa, per adesso insostituibile, materia prima, diventano sempre più violenti.
Come tutta la nostra vita dipenda dall'oro nero non merita parlarne. Ognuno di noi lo sa. Ma c'è un aspetto poco considerato e che invece è di primaria importanza. Quello del cibo e del tipo di agricoltura che serve a produrlo.
La rivoluzione meccanica delle coltivazioni nella prima metà del Novecento con l'avvento del trattore è stata seguita nei successivi cinquant'anni dalla rivoluzione chimica. Fra il 1950 e il 1989 l'uso dei fertilizzanti azotati inorganici, sintetizzati con processi petrolchimici, è passato da 14 a 143 milioni di tonnellate. Fra il 1950 e il 1986 l'impiego di pesticidi, parecchi sperimentati nella guerra del Vietnam, è passato da 100.000 tonnellate a 6400 milioni di tonnellate.
Molti antropologi miopi considerano l'aumento della resa della produzione agricola come uno dei più grandi successi dell'era moderna. Non considerano però che l'azoto dei fertilizzanti è attualmente responsabile della metà dell'inquinamento idrico e di due terzi di quello dovuto a rifiuti solidi e che i pesticidi contribuiscono anche alla distruzione di quel che resta del suolo quasi ormai esausto nella sua vitalità primordiale.
Nel contempo la possibilità dell'esistenza di grandi masse urbane cresciute a dismisura in questi ultimi decenni non sarebbe neppure concepibile senza l'aumento di rendimento e produttività delle attività agricole, determinato dall'utilizzo del petrolio per alimentare le macchine, per fertilizzare la terra e per sconfiggere i parassiti, oltre che per trasportare i prodotti verso le aree metropolitane.
E intanto il petrolio continua a salire...
Come tutta la nostra vita dipenda dall'oro nero non merita parlarne. Ognuno di noi lo sa. Ma c'è un aspetto poco considerato e che invece è di primaria importanza. Quello del cibo e del tipo di agricoltura che serve a produrlo.
La rivoluzione meccanica delle coltivazioni nella prima metà del Novecento con l'avvento del trattore è stata seguita nei successivi cinquant'anni dalla rivoluzione chimica. Fra il 1950 e il 1989 l'uso dei fertilizzanti azotati inorganici, sintetizzati con processi petrolchimici, è passato da 14 a 143 milioni di tonnellate. Fra il 1950 e il 1986 l'impiego di pesticidi, parecchi sperimentati nella guerra del Vietnam, è passato da 100.000 tonnellate a 6400 milioni di tonnellate.
Molti antropologi miopi considerano l'aumento della resa della produzione agricola come uno dei più grandi successi dell'era moderna. Non considerano però che l'azoto dei fertilizzanti è attualmente responsabile della metà dell'inquinamento idrico e di due terzi di quello dovuto a rifiuti solidi e che i pesticidi contribuiscono anche alla distruzione di quel che resta del suolo quasi ormai esausto nella sua vitalità primordiale.
Nel contempo la possibilità dell'esistenza di grandi masse urbane cresciute a dismisura in questi ultimi decenni non sarebbe neppure concepibile senza l'aumento di rendimento e produttività delle attività agricole, determinato dall'utilizzo del petrolio per alimentare le macchine, per fertilizzare la terra e per sconfiggere i parassiti, oltre che per trasportare i prodotti verso le aree metropolitane.
E intanto il petrolio continua a salire...
mercoledì 7 novembre 2007
La luna sotto casa
E' uscito per la Shake edizioni (ciao Gomma) La luna sotto casa storia sociale di Milano, dall’immediato secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Ottanta. Autori Primo Moroni e John N. Martin.
"[...] Sono centinaia di informazioni che emergono dal libro. Compaiono nomi di persone, di strade, di locali notturni, di cinema,di piazze e, piano piano, in quel caos di «cemento armato» che trasformò la Milano dei vecchi quartieri, sembra di afferrare il filo di una trama. Quella scritta sulla propria pelle non da quelli che volevano essere «primi», ma dagli «ultimi»: dai figli dei poveri che, all'improvviso, hanno urlato il loro basta. Basta alla «società dei sacrifici» e via alla lotta per autoaffermarsi. Senza però cambiare molto. Anzi, cercando di rispettare una non ben identificata ruvida legge della strada, intrisa di lealtà reciproca, di sicurezza di gruppo [...]"
Piero Colaprico
Primo Moroni al parco Lambro nel 1989. Scattai la foto in occasione della tre giorni, 23-24-25 giugno, organizzata dal Centro Sociale Leoncavallo Né eroina, né polizia. Nemmeno due mesi dopo, il 16 agosto, il centro sociale fu sgomberato e abbattuto dalle ruspe. La vecchia facciata di via Leoncavallo 22.
"[...] Sono centinaia di informazioni che emergono dal libro. Compaiono nomi di persone, di strade, di locali notturni, di cinema,di piazze e, piano piano, in quel caos di «cemento armato» che trasformò la Milano dei vecchi quartieri, sembra di afferrare il filo di una trama. Quella scritta sulla propria pelle non da quelli che volevano essere «primi», ma dagli «ultimi»: dai figli dei poveri che, all'improvviso, hanno urlato il loro basta. Basta alla «società dei sacrifici» e via alla lotta per autoaffermarsi. Senza però cambiare molto. Anzi, cercando di rispettare una non ben identificata ruvida legge della strada, intrisa di lealtà reciproca, di sicurezza di gruppo [...]"
Piero Colaprico
Primo Moroni al parco Lambro nel 1989. Scattai la foto in occasione della tre giorni, 23-24-25 giugno, organizzata dal Centro Sociale Leoncavallo Né eroina, né polizia. Nemmeno due mesi dopo, il 16 agosto, il centro sociale fu sgomberato e abbattuto dalle ruspe. La vecchia facciata di via Leoncavallo 22.
Quando alla fine degli anni Settanta arrivai a Milano la mia prima casa fu in via Porpora al numero 14 vicino a piazzale Loreto. Era il tempo della banda Vallanzasca, dell'Autonomia, di Re Nudo, del Macondo e delle Brigate Rosse. Via Montenevoso dove fu scoperta la base strategica di questa organizzazione era, è, una traversa di via Porpora. A fianco del mio portone potevi entrare in un bar frequentato da una fauna pulsante di vite fuoribinario. Metalmeccanici turnisti incazzati, rapinatori appena usciti di galera in cerca di ingaggio, slavi biscazzieri e armati, greci ridanciani e truffatori, casalinghe ribelli dei piani di sopra in cerca di brivido, padri disperati in cerca delle figlie in fuga, tossici che si erano appena bucati in piazza Aspromonte, intellettuali disillusi che avevano buttato la spugna e scrivevano per riviste pornografiche, compagne e compagni, seri e frichettoni uniti nella lotta. Un giorno a un tavolo vidi quattro che giocavano a carte. Perdio, ma giocavano a belote! un gioco francese diffusissimo nell'estremo Ponente ligure, ma che pensavo sconosciuto in città. E difatti sconosciuto lo era, ma non ai malavitosi che lo avevano imparato, come seppi in seguito, dai loro colleghi di Marsiglia. Quel bar c'è ancora, ma non è più lui.
lunedì 5 novembre 2007
Ho fatto l'olio
Ieri ho abbacchiato le olive. Oggi le ho frante in questo frantoio. Sono alberi di Taggiasche che piantò il bisnonno di mio bisnonno e che malgrado le gelate e le malattie che hanno subito in questi secoli sono ancora vegeti e produttivi. Vegliardi della terra di Liguria, quintessenza della lentezza, si trovano spaesati in un mondo di insana velocità che non ti fa più godere il presente. Tanti se ne stanno andando assieme ai muretti a secco dove vivono e non sono questi convegni che arresteranno il degrado di un territorio nato su un equilibrio bisognoso di continuo sostegno e attenzione. Se coltivo questi alberi lo devo anche a Paolo che dell'olivicultura è un maestro e che scrive anche degli ottimi libri.
L'abbacchiatura
Un pugno di olive Taggiasche appena raccolte
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Un pugno di olive Taggiasche appena raccolte
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domenica 4 novembre 2007
Il mercato dei capri espiatori
I recenti avvenimenti nazionali hanno portato una ventata di euforia sul mercato delle materie prime, specie nel comparto “capri espiatori”, un po’ depresso dopo la bolla speculativa dei lavavetri. I romeni continua...
sabato 3 novembre 2007
Erminio Lanteri Motin
Erminio Lanteri Motin era parte di una comunità antichissima - i brigaschi - che da millenni ha abitato le montagne intorno al Saccarello. A Realdo, uno degli alti borghi della terra brigasca, era rimasto forse l’ultimo autentico cantore di questa civiltà . E’ con struggente nostalgia che ricordo le innumerevoli volte in cui Erminio mi ha raccontato le interminabili storie della sua terra. Storie che percorrevano secoli e ritornavano sempre al nocciolo della questione: la lotta per la sopravvivenza in una terra conquistata all’altitudine, la vita scandita dalle stagioni, la storia di questo popolo di pastori che in parte diventa contadino e semina grano fino alle alte pendici del Saccarello. Nello scandire lento di una civiltà rimasta quasi immutata fino al dopoguerra e preservatasi fino al 1972 grazie al suo isolamento (solo allora venne costruita la strada carrozzabile da Loreto a Realdo) i fatti della storia che hanno interessato questo territorio assumono un fascino e una valenza tutta particolare. Dalle lotte per i confini tra Repubblica ligure e Regno di Sardegna- confine che era tracciato dal torrente argentina tra Realdo e Verdeggia – alle battaglie degli eserciti napoleonici e sabaudi proprio vicino a Cima Marta, alla guerra partigiana combattuta proprio su quei monti, Erminio era il nostro affascinante aede, ultimo erede di un popolo abituato a tramandare la propria identità da generazione a generazione attraverso i suoi racconti orali.
Tutto è importante per conservarne la memoria: il dialetto, le tradizioni, i riti, i canti, le feste religiose, le processioni, le preparazioni di piatti tradizionali, l’accensione del forno comune almeno una volta l’anno. Ma soprattutto l’abitudine di riunirsi nella piazza in cima al paese per accogliere chi arrivava con un saluto cordiale.
E da lì controllare il monte Saccarello seguendo con il binocolo il migrare dei camosci, i livelli delle acque e della neve. Erminio ha accompagnato per i sentieri della terra brigasca tutti coloro che gli chiedevano di poter conoscere quel fantastico e sconosciuto territorio. Spesso erano giornalisti, registi, autori di documentari, archeologi, storici, etnologi. Generoso ed orgoglioso della sua appartenere alla comunità brigasca ha sempre voluto far partecipe l’ospite del paese svelandogli l’anima del paese stesso, il pulsare della vita contadina e degli uomini che per secoli hanno vissuto in quelle case ora abbandonate e hanno percorso con i loro animali quegli acciottolati sconnessi. Preferiva che altri e non lui scrivessero su Realdo e sui brigaschi. Erminio si riservava il piacere più intimo di scrivere poesie, bellissime poesie. Per ricordarlo trascrivo la mia preferita
(‘Ř Ni’), tradotta in italiano dal brigasco (l’originale ha una maggiore forza espressiva dovuta all’uso di termini e espressioni dialettali).
Il Nido
Una volta, entrando nella batteria
del forte del Saccarello
(abbandonato da tanti anni)
in un buco del muro
ho visto un nido,
forse di un piccolo tordo, con gli uccellini dentro.
Finalmente, mi son detto,
che tanta spesa servisse a qualcosa
e lo potessero vedere, e ne sarebbero
contenti, anche gli operai
che hanno lavorato qui al forte,
fatto per mandare fuoco e morte,
servire invece per proteggere un nido.
Come sarebbe bello, mi son detto,
che tutti i forti e le rampe del mondo
si trasformassero un giorno
in nicchie per uccelli,
e le baionette in falci e roncole,
i fucili e cannoni
in aratri e bidenti
per lavorare e coltivare questa terra.
Se tutte le frontiere si coprissero di fiori
come al mese di giugno
qui al Saccarello,
quando il verde dei prati
si abbina al rosa dei rododendri in fiore.
Erminio Lanteri Motin
Realdo (frazione di Briga Marittima) 1928
Realdo (frazione di Triora) 2007mercoledì 31 ottobre 2007
La rivolta contro la pubblicità, Parigi lancia la battaglia in Europa
Il consiglio comunale di Parigi voterà un nuovo regolamento che dovrebbe far sparire il 60 per cento della pubblicità che bombarda gli abitanti della capitale. E per dimostrare il suo spirito ecologista, il sindaco socialista Bertrand Delanoe, ha annunciato che non utilizzerà manifesti elettorali per l'imminente campagna elettorale, che dai noi son cose della luna, avete in mente? Alcuni quartieri saranno off-limits come Montmartre e così anche i ponti sulla Senna. In questi luoghi niente tabelloni.
Qui a Milano succede invece il contrario e la situazione sta degenerando. Ormai ci sono palazzi in posizioni strategiche che da anni sono fasciati da enormi pannelli (la scusa è che stanno rifacendo la facciata e il Comune non controlla o controlla ma, tre puntini). Vedremo quando sarà finita questa facciata, dato che ci passo davanti tutti i giorni e le pubblicità continuano a ruotare. Ma i casi più stridenti sono QUI QUI . QUI invece la situazione è peggiorata come potete vedere dalla foto sotto, ingranditela. La città è bella che plastificata.
La basilica di San Lorenzo a Milano
Qui a Milano succede invece il contrario e la situazione sta degenerando. Ormai ci sono palazzi in posizioni strategiche che da anni sono fasciati da enormi pannelli (la scusa è che stanno rifacendo la facciata e il Comune non controlla o controlla ma, tre puntini). Vedremo quando sarà finita questa facciata, dato che ci passo davanti tutti i giorni e le pubblicità continuano a ruotare. Ma i casi più stridenti sono QUI QUI . QUI invece la situazione è peggiorata come potete vedere dalla foto sotto, ingranditela. La città è bella che plastificata.
La basilica di San Lorenzo a Milano
martedì 30 ottobre 2007
Ma non mi chiamo "dog"
Questo blog confusionario in inglese, che comunque ringrazio per aver citato un mio post, guardate un po' come ha storpiato il mio cognome, a cui tengo e su cui certe volte faccio anche autoironia tipo "Sì, sì, Cane, come bau bau, non Cané". Provate, se ne avete voglia, a tradurre in Italiano qualche cognome straniero. Comincio io, Vogel, molto diffuso in Germania, uccello.
lunedì 29 ottobre 2007
Mi chiamo Federica, ho 33 anni e per pagare il mutuo mi prostituisco
Pochi giorni fa il Giornale ha pubblicato una toccante lettera di una ragazza, Federica D. La lettera, d’accusa verso i sindacati e verso Diliberto, si concludeva così: “Sapete che lavoro sto facendo ora? La prostituta per poter pagare il mutuo! Ma questo i sindacati e Diliberto lo sanno? Se non lo sanno fateglielo sapere.”
Sembra l’ennesima prova di come i comunisti predichino bene e razzolino male. Non so se era questa l’intenzione della scrivente, però ho subito capito che per il Giornale avere una lettera così era la manna dal cielo, da pubblicare subito.
continua
Il sito del Governo costato cinquantotto milioni di euro chiude
Ve lo ricordate il sito del Governo. italia.it? Ne parlai QUI QUI e QUI. Andatevi a vedere questi post e da lì potete rendervi conto a che punto siamo ridotti. Adesso Francesco Rutelli con ironia che non fa per niente ridere chi non riesce a tirare la fine del mese dichiara: «Per il portale Italia.it adopero un termine calcistico: ho dato il triplice fischio finale». L'intervista su ItaliaOggi è QUI (pdf).
Ecco il conto finale
- 45 milioni (20 per realizzazione+promozione; 21 alle regioni per contenuti; 4 per contenuti “redazione nazionale”)
- 2,1 milioni (contributo dalle regioni del 10% su 21 milioni a loro destinati)
- 9 milioni (da fondi Ministero Ambiente)
- 2 milioni per promozione del portale
TOTALE: 58,1 milioni di euro
(cifre fornite dal Governo a questo blog)
Questa storia non è uno scandalo è un'infamia.
Ecco il conto finale
- 45 milioni (20 per realizzazione+promozione; 21 alle regioni per contenuti; 4 per contenuti “redazione nazionale”)
- 2,1 milioni (contributo dalle regioni del 10% su 21 milioni a loro destinati)
- 9 milioni (da fondi Ministero Ambiente)
- 2 milioni per promozione del portale
TOTALE: 58,1 milioni di euro
(cifre fornite dal Governo a questo blog)
Questa storia non è uno scandalo è un'infamia.
domenica 28 ottobre 2007
La coca è un dono di Dio
I narcos noi li arrestiamo. Quello che mi interessa difendere sono le coltivazioni legali. Combatto l'idea dell'estinzione forzata della pianta di coca, per noi è sacra, e un dono di Dio.
[...]
Facciamo così. Mandiamo il Vaticano a New York e le Nazioni Unite a Roma. Credo che convenga anche a voi italiani.
Evo Morales, presidente della Bolivia, che oggi è in visita in Italia. Da questa intervista.[...]
Facciamo così. Mandiamo il Vaticano a New York e le Nazioni Unite a Roma. Credo che convenga anche a voi italiani.
Ogni giorno che passa questo presidente mi diventa sempre più simpatico.
Il libro dell'ignoranza
Particolare della copertina
Ho tra le mani Il libro dell'ignoranza, Einaudi, che è da qualche giorno nelle librerie. Scritto da due giornalisti inglesi, John Lloyd e John Mitchinson, nel Regno Unito è stato un successo da 400.000 copie. È il tentativo di sfatare una serie di verità accettate da tutti e alcune ormai entrate nel linguaggio («fa lo struzzo», ma non è per niente vero che metta la testa sotto la sabbia). Non ci riuscirà, anche se le prove per smascherare le falsità sono inoppugnabili.
Stefano Bartezzaghi commenta:«Naturalmente non ha né la pretesa di riempire gli abissi della nostra ignoranza né quella - forse anche più ambiziosa - di svuotare il mare delle nostre credenze infondate, ma si propone innanzitutto di far sorgere qualche dubbio a proposito della nostra principale religione: la fede in ciò che abbiamo appreso in via indiretta, senza verifiche sperimentali e revisioni critiche.»
Sono in tutto 224 voci con molti riferimenti storici e scientifici.
Quale musica incanta di più i serpenti?
Non gliene importa niente, per loro è tutta uguale.
Cosa fanno i camaleonti?
Comunque non cambiano colore per mimetizzarsi con lo sfondo.
Quanti prigionieri furono liberati grazie alla presa della Bastiglia?
Sette.
Che cosa porta al collo un San Bernardo?
I San Bernardo non hanno mai e poi mai portato al collo dei barilotti di brandy.
Quanti sensi ha un essere umano?
Almeno nove.
Che ne faceva dei bufali Buffalo Bill?
Niente. Non ci sono bufali nell'America del Nord.
Qual è stata la prima invenzione a rompere la barriera del suono?
La frusta.
Perché una maratona è lunga 42,195 chilometri.
Per comodità della famiglia reale inglese.
Qual era il gesto con cui gli imperatori romani ordinavano la morte di un gladiatore?
Pollice in su.
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sabato 27 ottobre 2007
L'Haiku di Antonio
Antonio è un mio piccolo amico di sette anni. Ha vinto il primo premio (sezione collettiva) della 5° edizione del Concorso Internazionale di poesia Haiku in lingua italiana organizzato dalla Cascina Macondo.
l’uva è matura
assaggio un grappolo
alla mia altezza
Grapes are mellow
I taste a bunch
up to me
assaggio un grappolo
alla mia altezza
Grapes are mellow
I taste a bunch
up to me
venerdì 26 ottobre 2007
Il Vaticano festeggia la Marcia su Roma
Gerarchi fascisti assieme ad alti prelati
Domenica 28 ottobre 2007, anniversario della marcia su Roma, saranno beatificati in San Pietro 498 franchisti, tra appartenenti al clero e laici. Secondo i prelati spagnoli, sono “martiri della Repubblica”. Sarà la più numerosa delle beatificazioni mai realizzate.
La gerarchia vaticana con questa azione di massa entra violentemente nel dibattito politico spagnolo. Il governo Zapatero sta infatti per varare una legge sulla memoria che condanni il franchismo e la chiesa cattolica spagnola che lo appoggiò fino all'ultimo.
La beatificazione di 498 franchisti presentati come martiri è uno dei tanti esempi di revisionismo storico di cui la chiesa si è servita nei secoli per occultare o comunque giustificare le sue malefatte. Raccontano adesso che il clero fu vittima di sanguinari comunisti quando invece fu proprio questo clero parte integrante della reazione fascista che portò la Spagna alla guerra civile e all'instaurazione della dittatura.
Scegliere poi questa data che segnò l'inizio del fascismo in Italia con tutte le sue tragedie è un vero affronto al nostro Paese. Il presidente Napolitano è un antifascista? Il presidente Prodi (per quel che possa contare in queste ore) è antifascista? Che tirino fuori le palle, se le hanno, e si facciano sentire. Sarà difficile.
Hitler stringe la mano a preti cattolici
L'anno scorso, in occasione dell'anniversario della marcia su Roma, scattai queste foto.
giovedì 25 ottobre 2007
Bebé omosex
Il braccialetto è in bella vista, allacciato intorno al minuscolo polso di un neonato che compare sullo sfondo in un’immagine leggermente sfocata. Ma invece del nome del bambino, come avviene in ogni nursery qui c’è scritto «homosexual». È l’immagine scelta dalla Regione Toscana per la campagna di comunicazione contro l’omofobia (dal titolo «L’orientamento sessuale non è una scelta»), patrocinata dal Ministero per le Pari Opportunità: spot, pagine pubblicitarie, cartoline e depliant da distribuire e manifesti da affiggere in luoghi pubblici in collaborazione con le Province. Era inevitabile che una campagna del genere provocasse reazioni politiche contrapposte che degenerano facilmente in polemica sterile e fanno saltare fuori le più ridicole faziosità.
Si va avanti a forza di provocazioni che a lungo andare possono infastidire e non sensibilizzano per niente la gente sul problema.
Lasciamo che il bambino della foto cresca, si istruisca, che prenda coscienza in maniera autonoma, come è giusto che sia, lasciamo che sia lui a decidere, cosa deve fare.
Tra l'altro, se non ricordo male, qualche tempo fa non era uscita una norma che vietava i bambini nella pubblicità?
Si va avanti a forza di provocazioni che a lungo andare possono infastidire e non sensibilizzano per niente la gente sul problema.
Lasciamo che il bambino della foto cresca, si istruisca, che prenda coscienza in maniera autonoma, come è giusto che sia, lasciamo che sia lui a decidere, cosa deve fare.
Tra l'altro, se non ricordo male, qualche tempo fa non era uscita una norma che vietava i bambini nella pubblicità?
mercoledì 24 ottobre 2007
La carestia del 1812 nel manoscritto di Gio Antonio Cane
Manoscritto di Gio Antonio Cane
Nel post precedente parlo di siccità. Diciamolo chiaro, questo stato sofferente di natura non ha influito di una virgola sulla vita pratica degli abitanti dell'estremo Ponente ligure. Non era così nei secoli passati.
Nel 1992 ritrovai in maniera del tutto fortuita nella casa di Giacomino Rodini a Isolabona il manoscritto di Gio Antonio Cane che sembrava svanito nel nulla dopo che ne aveva parlato Girolamo Rossi nella "Storia del Marchesato di Dolceacqua e dei Comuni della Val Nervia". È una specie di diario che quest'uomo scrisse a cavallo tra Sette e Ottocento dove racconta fatti privati e avvenimenti pubblici. Le pagine che più mi colpirono furono quelle sulla carestia del 1812 generata dalla siccità. Ne riporto alcuni passi, la trascrizione è di Marino Cassini.
Gio Antonio Cane
1812: Questo anno e stato il più misero che abia visto alcuna persona vivente in generale per tutto il Mondo era un pianto di vedere il numero delli poveri per le contrade che piangeva la fame dal principio del jnverno sino al mese Giugno cioè gli utimi di deto mese era ancora fame tutti li giorni non si vedeva che done figlioli e homini in giro in cerca di qualche cosa da mangiare chi vendeva ogni sorte di ferramenti bronzi rami roba linea lania fascie gierbidi canbi per prendere denarila magior parte delle done e figlioli impiegava tutti li giorni a racoglier erbe di tutte sorte
il forno erano pochi i giorni che cociesse e quando coscia non era altro che poche gabele o crisciensie di granon di pane erano tre o quatro particolari che ne facevano di quando in quando perche orzo non se ne sentiva mensionare il grano andava li dodeci la quarta.
insomma non era altro che granon e per tutto il Mondo non si mangiava altro che polenta richi e poveri quelli che ne poteva avere o con denari o a lascio li poveri non mangiavano altro che erbe senza oglio e poca sale si procurava una mana o sia pugnata di farina da meschiare con dete erbe per poterle inghiotire. giornate ne da homo ne da dona nesciun particolare ne rico e benestante non se ne cercava chi se potria fare li travagli li faceva chi non poteva farli li lasciava per non avere ne denari ne da dargli mangiare non solo il nostro paese ma in generale da tutte le parti erano morte persone di bona qualità homini e done e figlioli che facevano della fame per non trovare ne a vendere ne a impegnare ne a farssi lasciare lamico andava a trovar lamico ma non si poteva dare aiuto perche era frenquente la necessita di tutti amici parenti e simili
la Providenza di Dio e stata grande per gran abondanza del granon che da tutte le parti veniva e mancava li denari da comprarlo queli che aveva li denari lo pagavano lire cinque e dodeci o sei lire la quarta queli che lo prendevano a lascio lo pagava lire otto e mesa e nove la quarta e bisognava cader a quel presso e grazia di poterne avere a lascio la grande frequenza delli poveri che veniva in casa tutti li giorni metevan pietà tante cose che si cercava di vendere mobili e simili à pato roto e non si trovava per non esser denari
Ma la Providenza di Dio e stata tanto grande che con tante erbe di tutte sorte che si mangiava a nesciun hanno fato male solo che in terra di xventimiglia cioè nelle campagne per non aver sale hanno salato le erbe con aqua salata e poco o niente oglio e ne e morto quatro e in parte si sono amalati e li anno portati al Ospedale in xventimiglia
la fame crescieva sempre più nelle giornate lunghe a segno che homini e done figlioli andavano de in casa in casa chi per breno chi per sale per farina era una continua cerca chi vendeva roba linea chi ferramenti chi bronzi chi rami e tutto al disbarato e altro non si trovava che granon e altro non mangiavano la magior parte che erbe di tutta sorte e mar condite cioè poca sale e niente oglio
sono state morte case che sono vivute due e tre mesi di erbe con un pò di breno no solo in questo paese ma ancora nelli altri convicini li homini e done avevano il color del erba e parevan schereti metevano pietà di vederli
li ultimi del mese Aprile e venuto una dona della Bordighera fato bater la crida chi voleva farina di granon a cinque sordi la libra che prendeva tanto ferro roto a un sordo la libra in un giorno ne a racorto Rubi tredici ci era magagli roti martaleti mazze piastre di schiopo abondanza di lo toi (?) e tutto a un sordo la libra quanti che pe un magaglio anno avuto una libra farina in fine poi ne ho aguistato jo dalla deta dona me li lasciava serne e li pagava due sordi di bona moneta la libra ne ho comprato quatro Rubi
1812. jl mese di Maggio jo ho visto poveri che dimandavano breno di qual si sia sorte ateso che no si poteva dar altro e quel breno che gli dava se lo mangiavano cossì sciuto come le bestie ho visto degli homini e done e metevano pieta a vederli a Baiardo si e visto delli poveri racoglie lerba barca e farla boglie e poi la mangiavano
li 14. deto a hore tre dopo meso giorno e arivato Gioani Vezia con trei muli di Lodovico rebaudo carichi di granon d'jnpiemonte
e alle hore tre e mesa e arivato il servitore di Mariana di Apricale e montato piangendo per lafronto che a avuto in altomoro aveva quatro muli carichi di granon è si e apresentato due homini con il camiscio e il capucio nelli ochi e armati e li anno discaricato due muli e poi l'anno fato marciar via si hanno preso li quatro sachi
li 20. maggio in Apricale cioè al vitarel è morto il figlio del fùlodovico deto bogè dalla fame sie verificato du suo fratello che la deto ad un altro che si chiama di nomenato il xin e arestato morto sula porta di S. Bartolomeo e hanno dato li Sacramenti e poi ricuverato con vino e quarque cosa da mangiare e rinvenuto e scampato ancora alegro
li 27. se ne trovato uno per istrada nel territorio di Camporosso ancora morto dalla fame aveva un cavagneto con un cotelo dentro che andava a racoglier erbe e morto per strada
la magior necessità delli poveri oltre il non aver niente da mangiare era che si andavano tutto giorno a racoglier di ogni sorta di erbe e come erano a sua casa le bolivano e la magior neccesita come ho deto era di non aver sale ne oglio da condirle già di olio non se ne fava più costume di meterghene perche non ne avevano e nesciun non ne dava, andavano in cerca della sale ma era tanto continua dalla maggior parte delli habitanti che non se ne trovava
li 10. Giugno si è trovato una giovine che gardava bestie nel teritorio di Pigna morta dalla fame.
Una pagina del manoscritto
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