FRAGOROSO SILENZIO

giovedì 19 febbraio 2015

Barbari...è un complimento!





Le nostre carceri sono gabbie dove annientare le persone,
gabbie per nascondere l'inascondibile,
luoghi del dolore che altre persone imbevute di ipocrisia preferiscono ignorare.
E poi quando accadono queste cose e leggiamo questi commenti ci si indigna...
Ipocriti...


Da: Corriere.it

Suicidio detenuto, sul profilo Fb degli agenti frasi choc: «Uno in meno»

L’Alsippe, un sindacato della polizia penitenziaria, pubblica un link sul suicidio di un detenuto di 39 anni nel carcere di Opera a Milano. Si scatenano i commenti

di Redazione Online

I commenti alla notizia del suicidio in carcere

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L’Alsippe, l’Alleanza sindacale Polizia Penitenziaria, pubblica il 15 febbraio un link sulla propria pagina Facebook. Si parla del suicidio di un detenuto nel carcere di Opera a Milano. Un rumeno di 39 anni, condannato all’ergastolo per omicidio, si è impiccato nella sua cella. Il Giornale della Polizia Penitenziaria «condivide» a sua volta il link. E si scatenano i commenti: «Ottimo speriamo abbia sofferto», esordisce un uomo che sul suo profilo Facebook si qualifica come «ispettore presso il ministero della Giustizia». Passano una quarantina di minuti e arriva il secondo commento: «Uno in meno». E ancora: «Uno in meno, che sicuramente non avrebbe scontata la pena per intero, ci sarebbe costato parecchi denari e che all’uscita avrebbe creato di nuovo problemi. Spero che abbia sofferto. 3 mq a disposizione per qualcun’altro». Parole testuali.


I commenti su Fb



«Consiglio di mettere a disposizione più corde e sapone»

Seguono una ventina di altri commenti, tutti su questo tono. E molti degli autori - dalle informazioni da loro stessi riportate online - sembrano essere agenti. «Consiglio di mettere a disposizione più corde e sapone», «Collega scala la conta», «Giustizia fu’ fatta. Ora ci sarà la giustizia Divina a fare il resto», «Oh. Come sono dispiaciuto», «- 1 questo passo dovrebbero farlo in tanti così si risparmiano un po’ di soldi non vi pare», «un rumeno in meno che aveva ammazzato un anziano......evviva», «1 de meno. Che lo stato nu ha da magna. E x la conta 1 de meno», «Mi domando cosa aspettino gli altri seguirne l’esempio, tutto da emulare». C’è chi prova ad ammorbidire i toni: «Per piacere calma comprendo i disagi gravi del Vs.lavoro. Ma la morte non si augura a nessuno. Grazie e buon lavoro dovete essere sempre angeli». Replica immediata: «Lavora all’iterno (il commento è scritto così, ndr) di 1 Istituto. Poi vedrai. Specialmente extracomunitari. X questo mestiere devi ava er core nero».

Dap: «Nel caso fossero poliziotti, prenderemo provvedimenti»

Luigi Pagano, vicecapo vicario del Dap (Dipartimento amministrazionepenitenziaria) di Roma, commenta la vicenda: «Stiamo facendo accertamenti per capire, intanto, che sindacato è questo - spiega Pagano - e se effettivamente i commenti sono stati scritti da agenti della polizia penitenziaria, risaliremo all’identità e nel caso prenderemo gli opportuni provvedimenti». Pagano «stigmatizza tali commenti e dichiarazioni»: «Se sono veramente agenti, interverremo».

Sappe: «Ignobile esultare per la morte di un detenuto»

Anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, commenta i messaggi apparsi su social network: «Esultare per la morte di un detenuto è cosa ignobile e vergognosa. Il suicidio in carcere è sempre, oltre che una tragedia personale, una sconfitta per lo Stato. E ci vuole rispetto umano e cristiano ancor prima di quello istituzionale». Per Capece, «chi ha dato dimostrazione della sua stupidità ed insensibilità se ne assumerà le responsabilità. Quel che è certo - conclude il segretario del Sappe - è che non rappresentano affatto le donne e gli uomini del Corpo Polizia Penitenziaria che ogni giorno lavorano nelle carceri con professionalità, abnegazione ma soprattutto umanità».


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