FRAGOROSO SILENZIO

venerdì 28 febbraio 2014

Maroni rompe i maroni...









Si grida al cambiamento,lo si invoca,lo si pretende…

La realtà è che nessuno vuole il cambiamento perché il sistema non lo consente,pena ritorsioni da chi il sistema lo ha consolidato.

Ma il paese soffre…

Così accade che l’Italia è al 48 posto della lista dei paesi per tasso di alfabetizzazione infatti

cinque italiani su cento sono analfabeti, trentotto su cento leggono con difficoltà una scritta semplice, l’abitudine alla lettura di libri non coinvolge più del venti per cento della popolazione.

Il linguista Tullio De Mauro cita vari studi, concludendo che nel 2008 soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea.

19 dicembre 2013-repubblica.it

L'Italia è tra i paesi peggiori d'Europa per abbandono delle aule: lascia i banchi troppo presto il 17,6% degli alunni, con punte del 25% nel Mezzogiorno. A renderlo noto è l'Anief (l'associazione che riunisce gli insegnanti italiani), che sottolinea come ci stiamo allontanando troppo dalla media dei 28 Paesi dell'Ue, scesa quest'anno al 12,7%, e all'obiettivo comunitario del raggiungimento del 10% entro il 2020. Sono ancora cinque le nazioni ancora molto lontane da questa meta; tra loro anche l'Italia, che per numero di 18-24enni che hanno lasciato gli studi prima del tempo è riuscita a fare peggio anche della Romania, che è al 17,4%.

E ancora…

Come se non bastasse, poi, in Italia la spesa in istruzione è sempre più misera: tanto che (dati Ocse alla mano) il nostro Paese si piazza per investimenti nella scuola al 31esimo posto tra i 32 considerati. Solo il Giappone fa peggio di noi. Per non parlare degli stipendi degli insegnanti, tra i più bassi: con 32.658 dollari l'anno nel 2010 nella scuola primaria (contro i 37.600 della media Ocse), 35.600 dollari nella scuola media (39.400 Ocse) e 36.600 nella secondaria superiore contro 41.182 dell'area Ocse.

Il problema è complesso, ma nessuno ne parla anche perché i media sono distratti dal nulla,la politica intenta a celebrare se stessa, la società intera a proclamare i tanti debiti che affliggono i più…

Nessuno si pone il problema…occorre mettere in campo scelte concrete per riconoscere il valore e il lavoro della scuola.

Scelte da tempo attese di “concreta valorizzazione del sistema pubblico di istruzione e formazione,quale risorsa decisiva per la ripresa della crescita dell’intero paese”…

E cosa leggiamo???

In Lombardia Maroni ha archiviato una petizione con 15 mila firme promossa dall’associazione “ Non uno di meno” che chiedeva l’abolizione dei buoni scuola. Risorse regionali che finiscono nelle tasche delle scuole private, mentre le risorse per la scuola pubblica sono state falcidiate…da 24 milioni a 5 milioni, per i buoni scuola si è passati da 33 milioni a 30 milioni…

E ancora …

La regione ha pensato bene di rivedere i criteri di calcolo per accedere ai buoni scuola.

Per le famiglie con figli alla scuola pubblica, per avere il contributo che va da 60 euro a 290, occorre dimostrare di avere un ISEE non superiore a 15000 euro, per le famiglie che scelgono le private,con un buono di 2000 euro,il tetto ISEE è stato alzato a 38000!!!!!!!!!!!!!

Non animus surdis.

( Non cantiamo ai sordi)


Sempre vigili