(Nota a margine: prosegue la serie di post duplicati dal mio vecchio blog a causa della sparizione dei testi originari. Chi avesse già letto e si ricordasse porti pazienza... e complimenti alla memoria! visto che son passati più di cinque anni).
DIZIONARIO FELINO
or: what about four-letter words?
Disegno di Giampaolo Zecca per "Pick Wick" |
Oggi che in ogni dialogo circolano con indifferenza attributi sessuali di ogni genere esposti con pervicace nonchalanche, potrebbe apparire fuori luogo e un po’ démodé una riflessione sul turpiloquio e sui suoi termini peculiari, quelli che gli anglosassoni chiamano four-letter words, poiché in lingua inglese la maggior parte delle cosiddette parolacce – fuck, cock, shit e così via – sono per l’appunto di quattro lettere. Da noi li chiamavano – e non so se fosse un uso regionale ligure o se fosse diffuso anche altrove; voi ve lo ricordate? – paroline del gatto, e mi son sempre chiesto per quale strano motivo i nostri felini domestici fossero additati come emblema del turpiloquio.
Ad ogni buon conto – e visti i tempi – vi propongo qui di seguito un piccolo glossario di parolacce rivisitate: chissà che, in quest’epoca di linguaggio libero e pittoresco, adottare qualcuno di questi elaborati eufemismi non possa avere lo stesso effetto di rottura dell’esclamazione zavattiniana di venti e più anni fa.
allogamo: da allós, altro, e gámos, nozze, questo termine potrebbe utilmente sostituire gli abusati gay, omosessuale, ed altri meno eleganti. Ovviamente utilizzabile anche il femminile allogama e il sostantivo allogamìa.
callipigia: già appellativo di Venere (lett. dalle belle natiche) si raccomanda, nel riferirsi alle grazie di una signora dalle forme opulente, in luogo del poco elegante culona.
crisobalano: termine attestato in italiano per indicare un arboscello dell’America latina. Dal greco chrysobalanos, ghianda d’oro, potrebbe essere utilizzato per designare quei maschi superdotati e dall’infaticabile attività sessuale.
fallocefalo: da phallós, membro virile, e kephalê, testa; già proposto in sede parlamentare negli anni sessanta da qualche onorevole buontempone in luogo del comune testa di c… non ha tuttavia trovato degna accoglienza. Appare peraltro vocabolo perfettamente congruo e ben formato.
falloforo: da phallós, come sopra, e phorein, portare in giro. Riproduce il significato scurrile che ha assunto il verbo italiano menare (originariamente sinonimo di portare). Utilizzabile anche il derivato falloforìa nel senso di menata. Da notare tuttavia che questi due termini sono già attestati nella lingua italiana, se pure con significato diverso, e cioè, rispettivamente: sacerdote del dio Priapo e processione in onore di Priapo.
gluteocapienza: dal verbo latino capere, prendere, afferrare, deriva questo sostantivo che designa l’azione di prendere per i fondelli il prossimo. Il vocabolo appare di uso piuttosto scomodo: che gluteocapienza! suona infatti più artificioso dell’originale che presa per il c…! Anche la variante gluteocaptazione, proponibile in sostituzione, non apporta sostanziali benefici.
mentulopensile: dal latino popolare mentula (di evidente significato, vista la diretta derivazione del siciliano minchia), potrebbe designare tutte quelle cose che si è usi invitare il prossimo ad attaccarsi, per l’appunto, al membro. Già adottato da Umberto Eco (che nel suo Secondo diario minimo propone come materia d’insegnamento una Fisica delle soluzioni mentulopensili) appare tuttavia d’uso poco pratico, soprattutto per la difficoltà di derivarne un verbo (ma mentulopenditelo! suona infatti decisamente peggio che non ma attàccatelo al…).
orchioclasta: da orchis, testicolo, e klásis, rottura, appare come un perfetto – ed elegante – equivalente di rompiballe. Anche il derivato orchioclastìa è perfettamente congruo: esclamare uh, che orchioclastìa! invece di uh, che rompimento! è senza dubbio da raccomandare anche al più pignolo dei puristi.
scatomittenza: dal greco skatós, escremento, indica l’azione di mettere nella m… qualcuno. Accettabili – per non dire raccomandabili – tutti i derivati: la forma verbale scatomettere, e i sostantivi scatomittente (chi compie l’azione) e scatomesso (chi la subisce).
scatomorfo: da skatós, come sopra, e morphé, forma, può utilmente sostituire uno dei più comuni insulti della lingua italiana. Analogamente utilizzabile il derivato scatomorfìa (ve lo immaginate Fantozzi/Villaggio esclamare: – La Corazzata Potemkin è una scatomorfìa pazzesca! – ?).
sodomotecnica: termine dal significato trasparente, designa ovviamente l’arte di metterlo in quel posto a qualcuno. Utilizzabile ad libitum in senso proprio o traslato senza particolari controindicazioni. Raccomandabile anche il derivato sodomotecnico per indicare chi quell’arte mette in pratica continuamente (il volgarmente detto mettìnculo).
Un saluto e un sorriso dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò