Notte tempestosa di vento e lacrime.
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Gli abbracci non fanno male a nessuno. Sono un’isola di pace, un dirsi che nonostante tutto siamo qui, ci vogliamo bene. Gli abbracci non fanno male a nessuno. Farebbero solo tanto bene a noi….
Stasera ho gli occhi liquidi….
Ho appena finito di vedere il documentario di Wim Wenders su Sebastiao Salgado. Il mio cuore oggi era già provato, sofferente e sanguinante,anche se non ho capito bene per cosa…. Il film è molto potente, soprattutto per me che vedo e vivo le cose emotivamente, completamente immersa nelle emozioni.
Le foto di Salgado scattate in Ruanda, Congo, Etiopia, unite al racconto dei genocidi avvenuti in quelle zone, di ciò che i suoi occhi hanno visto e vissuto, al di là delle fotografie, già di per se’ potentissime, mi hanno preso lo stomaco, di tanto intanto ho dovuto distogliere lo sguardo, non ce la facevo. Tutta quella sofferenza negli occhi di quelle persone malnutrite, che a stento si reggevano in piedi, tutti quei morti, la barbarie di cui noi uomini siamo capaci, ti cambia inevitabilmente. Posso solo immaginare quanto orrore abbia viso Salgado per quei suoi splendidi scatti.
Mi ha colpito tanto questa foto, la foto ad un bambino, di spalle, rimasto solo, in fuga dal suo paese, in cerca del suo posto nel mondo, che, a 7/8 anni, ha già visto e sofferto troppo ma ha nella sua postura, nel suo ergersi in piedi, sicuro, l’atteggiamento di chi ce la farà, di chi sa cosa vuole.
Ma ciò che ha fatto rigare di lacrime il mio viso è stato paradossalmente il suo ultimo progetto, Genesis, foto scattate negli angoli rimasti incontaminati nel mondo. Lui, fotografo di reportage, di persone, antropologo, ha iniziato a fotografare animali e paesaggi. Ne aveva bisogno per tornare a sentirsi vivo. Ha visitato luoghi meravigliosi, popolazioni uniche, ha visto ogni genere di animali, dalla Siberia al polo sud.
Dopo tanta morte, la Bellezza mi ha fatto piangere.
La Bellezza nel mondo e nella natura mi ha emozionato tanto.
Già. Quella che sento così distante da me..
Mal di testa.
Mal di denti.
Torcicollo.
Nausea.
Brividi.
Non sto bene.
E non mi sto facendo bene.
Non riesco più a stare a dieta e mangio cose che già so mi faranno male.
Mi sento come se avessi l’influenza.
Ma lo so che non è influenza, misuro la temperatura ma si ostina a non alzarsi.
E’ il modo che ha ciò che ho dentro di venire fuori. Ne sono consapevole, ma non so ancora dare un nome a ciò che ho dentro, non sono ancora pienamente consapevole di cosa sia che mi fa sentire così. ..Ed intanto suona “Il dio delle piccole cose”… proprio questa canzone….
Sono giorni che non verso più una lacrima, ma non è meglio piangere che mangiare? Mi sento così in colpa ma non riesco a fare a meno di mangiare cioccolata.
Mi sento tornata ad un anno fa, nella mia apatia dentro e fuori, lascio scorrermi addosso i giorni senza fare nulla che vada oltre la routine, trascorro i pomeriggi che sono in casa facendoli semplicemente passare. Senza interrogarmi, senza piangere o cercare aiuto e compagnia, apatica e indifferente. Preferisco il malessere del cuore a questo nulla.
Mi sento vuota, svuotata.
E stamane ho di nuovo la nausea.
La foglia nella foto sembrava sospesa nel vuoto. Durante la sua caduta è stata trattenuta per breve tempo da un sottile filo di ragnatela, invisibile ai miei occhi, ed era lì, in balia delle correnti, mai ferma, in attesa della prossima folata di vento che l’avrebbe portata via, a diventare concime per la prossima primavera.
Ed io?
Osservo. E aspetto. Di più sento di non poter fare.
Ed il mio telefono è silenzioso di te.
Ho lo stomaco in subbuglio, alla fine per delle sciocchezze… non riesco a stare tranquilla, non mi sento apprezzata da te, come invece mi pare fai con altre. Basta un minimo per farti chiudere di nuovo in te stesso e sentirti lontanissimo. E così non ci so stare.
Come si fa a mettere d’accordo testa e stomaco??? A contenere le emozioni?
Tu ci riesci così bene….
Come si fa? Insegnami a reprimerle… insegnami a non sentirmi così, dentro, a far sì che la ragione abbia più importanza del resto.
……io nn lo so fare….
Tu di notte dormi ché sei stanco, ma ti perdi delle stelle spettacolari, stanotte. Luminosissime, sembra che siano state incastonate lì nel cielo blu scuro solo per me… Ti penso.
Prima sono andata fuori ed ho visto la luna spuntare da dietro al palazzo di fronte. Pareva attendermi…. Una splendida, luminosa mezza luna…
Luna adorata, parliamo anche stasera? Vorrei tanto poter credere, Luna, di avere ancora speranza, ma non ne ho più. Vorrei ancora poter desiderare l’amore, vivere quegli occhi dolci… Ma so che nn accadrà. Una settimana fa ero felice, o credevo di esserlo, speravo che qualcosa stesse cambiando. Evidentemente mi sbagliavo. Ancora.
Sono molto delusa, Luna, amareggiata dalle bugie, dal sentirmi così presa in giro. Quanto c’era di vero in quel feeling? Non lo so. Domani forse saprò…
Vorrei avere ancora fiducia, vorrei poter credere. Non credo più. Non so più niente.
Ho molta paura di quel “confesso tutto”… Quante altre bugie verranno fuori, quant’altra sofferenza sentirò dentro me? Quanto, ancora, mi sentirò stupida x aver riposto male la mia fiducia? Quanto ancora mi sentirò la donna più brutta di tutte, la più inutile… Quella “meno” di tutte?
Ho paura.
Aiutami tu, Luna, aiutami a pensare che nn saranno cose tanto orribili… Al momento mi viene in mente di tutto… aiutami, poi, ad andare oltre sul serio.
Ed a sperare e credere ancora.
Ritrovarsi a piangere singhiozzando come una bambina, copiose gocce salate, singhiozzi che lasciano la gola irritata… era tanto che non piangevo così. Non più sottili lacrime silenziose che scendono quasi senza accorgersene…
Fa bene anche ogni tanto concedersi la libertà di soffrire fuori così come senti dentro.
Curioso come le lacrime sulle guance seguano le curve della strada.
Curioso come la mia vita abbia solo curve e salite.
Non ho voglia di lavorare foto, stasera.
Avrei voglia di gente, di amici, di chiacchiere, di racconti intimi, di persone vicine…