Breve riepilogo:
- Jobs Act, scritto dieci anni prima da una deputata di forza italia, celebrato dal ministro Alfano cosi’ “Apriamo varchi per cambiare in direzione liberale e di forte riformismo le regole del Paese”.
2. La Buona Scuola, che ha aumentato (se ne’ sentiva un bisogno immenso) gli emolumenti alle paritarie, ha ricevuto questo virgolettato proprio dal fautore: “Non tutte le ciambelle riescono col buco” Renzi Matteo 27 9 2016.
3. Gli 80 euro. Meglio di una pedata nel culo. Tale e quale alla scarpa di Achille Lauro.
4. Il “Salva banche”. Le loro, ovviamente, mentre Zonin continua a fare il miliardario e Banca Popolare di Vicenza non esiste piu’, pero’ la pubblicita’ per “La Grande Bellezza” non ha avuto alcuna problematica di spesa.
5. La riforma Madia della pubblica amministrazione, questa e’ splendida, la riforma e’ legge ma, perche’ c’e’ sempre un ma, i decreti attuativi sono ancora da scrivere, come approvare un block notes intonso, un altro albero rubato all’Amazzonia.
6. L’Italicum. Da spanciarsi, prima la miglior legge elettorale del mondo, e giu’ fiduce e fiduce, salvo poi svegliarsi un mattino, realizzare che ti andrebbe meglio dare un contentino a quel che rimane di sinistra del tuo partito, e candidamente dire che “si puo’ cambiare”.
Ma sto scrivendo di Matteo Renzi o di Silvio Berlusconi?
7. Il Ponte sullo stretto.
Ah ecco, sto decisamente scrivendo del nanopriapo.
Questione referendum, che data la sua natura propositiva (benefit riservato solo al governo) non prevede il quorum, non e’ di difficile disamina, anche se fanno di tutto per raccontare le solite menzogne:
Innanziatutto una sacrosanta precisazione: sebbene i Brunetta e claque al seguito continuino a sostenere la tesi “Votiamo No per mandare a casa Renzi”, il governo non cadra’ e il NO e’ per ben altri motivi.
Lo scollamento fra il quesito che sottopongono e il reale cambio che si andra’ a definire se vince il SI e’ incredibile, dieci righe in un unica domanda per fottere i padri costituenti, 62 pagine di modifiche che mi son pappato almeno cinque volte, ricorrendo spesso ai calmanti.
Posso fare piu’ di trenta esempi, per ora sottopongo alla vostra attenzione solo un quesito:
Se il Senato dovra’ eleggere i propri rappresentanti tramite i componenti dei consiglieri regionali, e’ lapalissiano che, non essendoci la copertura della “commissione autorizzazioni a procedere” in regione (un consigliere che ruba puo’ essere arrestato come qualsiasi altro cittadino), verranno nominati a Palazzo Madama quelli che hanno pendenze giudiziarie, con lo scudo della commissione, e’ un concetto semplicissimo da apprendere, non serve essere costituzionalisti.
Aggiungo, per la oramai celeberrima semplificazione, l’articolo 70 della carta:
Recita: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”
Occhio a come diventa:
«Art. 70. – La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all’articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di senatore di cui all’articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma.
Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati.
Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata.
L’esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti.
I disegni di legge di cui all’articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione.
I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti.
Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati».
Se siate arrivati sino a qui siete degli eroi.
E’ probabile che da qui a dicembre vi tartassero’ le palle con un altro paio di post dedicati a questa infausta perdita di tempo, mi vorrete perdonare e, nel caso mi sbagliassi su qualche comma, ebbene, “Voi mi corrigirete”.
Per non mancare di rispetto ai pentastellati, rilevo che ieri l’amministrazione capitolina, dopo aver tirato il pacco a Malago’, non ha fatto parlare in aula consiliare Daria Bianchedi, oro olimpico nel fioretto. E’ nelle loro facolta’, neanche una parola.
Pero’ se mi dici no ai giochi, dove sarebbero stati stanziati 5 miliardi di euro per le strutture da rimettere in sesto, e li stanziavamo tutti noi, non solo i romani,
NON PUOI CHIEDERMELI COME COMUNE DI ROMA!!!!!! IMBELLI da oratorio, magari leggere qualcosina prima di sparare eresie non guasterebbe, adesso i 5 pergoli li fate saltar fuori voi, con i vostri scontrini, con i vostri assessori al bilancio, con la vostra onesta’, punto.