Ieri un portinaio, nella hall di una azienda, mi fa’:
“Chi serchelo?” (chi sta cercando?)
Rispondo il tal dei tali.
“Vago vedare se el ghe xe'” (vado a vedere se c’e’)
Di ritorno, il bifolco continua
“Lo salo parche’ parlo el dialeto?” (sa’ perche’ parlo in dialetto?)
La voglia irrefrenabile era rispondere che l’avevano buttato fuori dalle scuole dell’obbligo a calci in culo, ma mi sono frenato e ho chiesto spiegazioni.
“Bisognaria che tuti parlasimo la nostra lingua, cosi’ quando te ve’ in teronia, nisuni te capise, xe’ el modo par dividere l’Italia in due, finalmente”
Non ve la traduco, si capisce credo.
Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.
Leggo autori che provengono dal sud del mondo, amo le donne pugliesi, sicule, calabresi, partenopee, stravedo per la musica napoletana e per le melodie di tutto il sudamerica.
Festeggiai il mondiale dell’82 in quel di Tropea, e da buon veneto mi ubriacai come tre spugne.
Girai in lungo e in largo la Sicilia in inverno ai tempi del rock, e ancor oggi porto nel cuore l’estrema gentilezza di tutte le persone che incontrai, non come quando girai la Lombardia, sempre ai tempi del rock, dove trovai si’ delle persone meravigliose, ma erano meridionali emigrati fra le nebbie e gli sguardi diffidenti.
Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.
L’olio mi arriva da Bitonto, il peperoncino dal sudamerica, la pasta dal napoletano, l’origano da Siracusa, il pomodoro dalle puglie, la bottarga dalla Sardegna.
Quel portinaio non sa’ cosa si e’ perso, e mai lo sapra’.
Qualche giorno fa’ ho rivisto il docufilm “Passione” girato e prodotto da John Turturro, uno struggevole racconto della storia della musica ai piedi del Vesuvio.
Un docufilm che ti mostra una citta’ in perenne conflitto, con problemi atavici, che nonostante tutto scende fra le viuzze e canta, e balla, e canta, e balla. Fanculo il resto, il resto e’ niente, noi cantiamo.
La bellezza delle massaie che si affacciano alla finestra e intonano la romanza che un nugolo di ragazzi hanno cominciato a cantare in strada.
L’incredibile emozione che ti assale quando ascolti “Don Raffae'”.
La favola suonata con mandolino e fisarmonica, mentre tutto attorno si svolge il mercato rionale, pure quello impregnato di suoni e colori.
Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.
Fateci caso, abbiamo avuto diverse eccellenze a livello planetario, soprattutto nell’ambito artistico, e se fate un rapido escursus mnemonico, vi risulteranno dei cognomi riconducibili al sud, al nostro sud.
De Niro, Scorsese, Cimino, Coppola, Stallone, Ciccone, Petrucciani, Pacino, Giamatti, e ancora, La Guardia, De Blasio, Cuomo, Pelosi, nessun Bossi o Brambilla.
E Francesco Clemente, il mio preferito pittore italiano vivente, napoletano.
Non ho avuto tempo di spiegare al portinaio questo scritto, non ne’ avrei avuto nemmeno la voglia e la forza, e di certo non mi avrebbe compreso.
Io sono un uomo del sud, di qualsiasi sud.