14 giugno 2016

Casa Chic... Ancora... in Copertina.


Ed ecco che ho ancora il grandissimo onore 
di apparire sulla più bella rivista italiana di arredamento 
nel nostro style 
Casa Chic


Sia in Francia che in Italia
ne vado molto fiera come si sa...
sono orgogliosa di piacere
con il mio lavoro ad una signora che ha inventato un genere
 e ha fondato una rivista che da anni ci mostra 
le più belle case del mondo.




In questo numero si parla della mia Casetta Shabby
come la chiamo io
la Casetta in Giardino
che ho arredato 
seguendo un pò il mio stile che è una commistione di stili 
che io amo e che ho fatto miei , 
dicono inventandone uno mio proprio...
Riconoscibile
questo è un vero onore.

come forse già sapete mi diverto anche con un sito Instagram
e ho deciso di non firmare più le mie foto
ormai lo fanno tutti
io aspiro alla riconoscibilità immediata
eh lo so 
è vanità...

vi prego di concederla ad una vecchia signora
 che da anni si diverte così, 
spero facendovi divertire


Spero non sia l ultimo dei lavori che farò
ma questo è veramente uno cui tutti i giorni mi dedico


è a casa mia 
dove ogni giorno devo stare 
a curare mia madre che è molto malata
Un silenzioso passaggio della mia vita 
in cui fare quello che non ho pensato di fare mai, 
mi aiuta a fare quello che ho fatto sempre, al meglio.
Grazie a tutti voi che mi seguite e 
un vero profondo sentito grazie a Maria Letizia Tartaglini
e a Lucrezia Vozza
le foto le troverete dentro alla rivista con un articolo interessantissimo
quelle sopra sono 
per me e per i miei seguaci su Instagram
Buona giornata a tutte voi e che lo sia....

La vostra Marzia Sofia




7 giugno 2016

Lo SHABBY CHIC 
Avendo ora iniziato a spiegarvi a modo mio che cos'è Il Gustaviano, e avendo credo e spero, voi le idee più chiare...
Vorrei anche con l' aiuto del web prima, e delle mie considerazioni dopo, spiegarvi che cos'è e cosa rappresenta lo Shabby Chic.
E vorrei farlo cercando di documentarmi in questa giungla di "esperti di periferia"... su quello che dovrebbe essere un mezzo di comunicazione sicura, la digitazione su wikipedia di un nome, uno solo, Rachel Ashwell, una signora nata nel 1959 a Cambridge in Inghilterra, con il nome di Rachel Greenfield. (PS per i cultori del nomen is omen consiglio la traduzione letterale dall' inglese)

Nata da un commerciante di libri di seconda mano e da una restauratrice di bambole vecchie... lascia la scuola a 16 anni come dice al New York Times nel 2004, e si mette a vendere cose più o meno antiche in un mercatino all' aperto, così cresce segnata, per così dire e impara presto a riconoscere nell'antico che cosa è da comprare e cosa no. inizia quindi in patria a fare la stilista e la fotografa, e quando nel 1980 si trasferisce in America, le viene naturale proseguire su quello stile. Vende quello che non è propriamente antico, ma solo vintage come si direbbe oggi.
Rachel dunque apre il suo primo negozio a S Monica nell' 89.

Dal momento che è cresciuta nei mercatini delle Pulci, le viene naturale adottare quel mood nel suo negozio.
(Mentre leggo queste notizie e collego le date a me, mi rendo conto che a parte il fatto che ho un anno esatto e 4 giorni più di lei entrambe scorpioni etc etc, le date coincidono in un percorso parallelo che ha del curioso... e anche i percorsi, sono molto simili e paralleli, a parte l'Opra Winfred Show, naturalmente! ma questo forse importa solo a me... Diciamo simili.Eccoci al punto ;
Pare che lei abbia dettato questi cinque punti come regole dello Shabby Chic una sigla da lei inventata (o da Oprah???) che la rende famosissima in tutti gli USA. E io ve li riporto copiaincollati, per onore di cronaca.


Ecco qua i 5 punti:
1. Lo Shabby rappresenta uno stile d’arredamento che strizza l’occhio a tutto ciò che è utile e confortevole, a dispetto di tutte quelle persone che potrebbero percepirlo come troppo usurato per essere utile o avere un qualche valore. La raccolta di oggetti costosi e preziosi, destinata ad essere vista e non toccata, non fa parte della filosofia dello shabby chic!
2. Un bambino deve sentirsi libero di vivere la casa senza limitare la sua libertà e il suo istinto al gioco e alla scoperta: i nostri figli non dovrebbero essere sacrificati alla preziosità della casa, che va vissuta e non protetta come un museo! Idem per gli ospiti, che necessariamente devono sentirsi a proprio agio. “Credo nell’accogliente, non nell’esigente, nel rilassato, non non nel rigido e lo stile Shabby (che come sapete significa sciupato!) mi permette di creare ciò in cui credo: a un tavolino di cristallo prezioso, preferisco un vecchio baule con la vernice scrostata sul quale il bambino può poggiare i suoi piedini assaporando, allo stesso tempo, la forza e i sapori di un tempo passato”.
3. “Un vaso di rose del giardino, un po ‘appassite e con alcuni petali mancanti; uno specchio d’epoca con una cornice bianca, un pezzo di ferro floreale recuperato da un vecchio cancello, un lampadario un po’ arrugginito, una serie di candele al profumo di vaniglia, ecco quali sono gli elementi che rendono Shabby una casa! Sono questi gli elementi che considero indispensabili e a cui non rinuncerei mai!”
4. I colori in sintonia con lo stile Shabby sono: il bianco sporco, l’avorio, menta, rosa polveroso, azzurro pallido, color crema, grigio e tortora, ma anche il bianco più candido e pulito nel quale si immerge ogni cosa. Il significato dei colori nello Shabby è un argomento che in pochi conoscono, ma è pur vero che questo stile va ben oltre lo stereotipo del total white, del rosa o del fiorato!
5. Alcuni hanno definito questo stile a metà strada tra un matrimonio in spiaggia a Los Angeles e la grazia romantica della vita di campagna inglese nella sua forma più informale, altri come la fusione di un design romantico con funzioni moderne. In realtà lo shabby chic è uno stile che riguarda tutte quelle cose ereditate e che quindi non possono essere comprate al supermercato o prodotte in serie. Lo shabby apprezza tutto quello che è trasformazione ed evoluzione, ma sempre rispettando l’anima del passato.




Questo è quanto. Per ora. Io non mi fermerò qui, solo per oggi mi fermo, per darvi tempo, e vi prego di riflettere su quello che leggete e vedrete poiché si sa le interpretazioni che si danno alle cose hanno sempre un filtro personale. Per alcuni lo Shabby è così, per altri beh, è tutt'altro. Di fatto io ho solo una considerazione da fare, anzi due.
Prima: In Italia, colei o colui che ha portato lo Shabby sapeva bene quello che faceva e si era informato, oppure ha introdotto una sua idea di Shabby alquanto edulcorata?
A questo punto, nei prossimi post dovrò parlarvi di me e della mia storia, come fu che io mi intrecciai imbattendomi nel 96( si due anni prima del Gustaviano, con un altro libro determinante "Shabby Chic Interior" by Rachel Ashwell. Un libro innovativo che con questa definizione Shabby Chic mi apri un mondo, ma avrei dovuto aspettare fino a quando aprii nel 2010 un blog che ancora esiste che si chiama www.shabbyechic.blogspot e che vanta un paio di milioni di clik, dove là nel nome la "e" in mezzo allo Shabby prima dello Chic era dovuta a Blogger che non accettava gli accenti. Shabby è Chic, era il mio stile questo significava e mi serviva per avere la parola Shabby nei motori di ricerca, ma significava anche che io amavo quello che era vecchio consunto e rovinato ad arte. 



E Il Gustaviano lo era! E poi il Gustaviano, allora, chi se lo filava? Questa la prima considerazione.
La seconda considerazione, invece è, ma In fondo, chi se ne frega? Nessuno, rispondo io, ma è bello sapere le cose,. Informarsi conoscere, per non incorrere in errori clamorosi. Su internet e in special modo su FB, spesso si leggono delle Bufale paurose. Quindi se volete informarvi, continuerò qui a spiegarvi a modo mio, prolisso non schematico... che cosa c'entra Il Gustaviano con Lo Shabby, e come c'entra.

La vostra Marzia-Sofia

6 giugno 2016

Il Gustaviano, la Storia

                                                 Il GUSTAVIANO Parte II
Sappiamo adesso che il Gustaviano è uno stile derivante da varie epoche storiche che si susseguono nei secoli, dalle decorazione murali pompeiane, (quindi dopo la riscoperta delle Grottesche di Raffaello) da Firenze e dai Medici, attraverso Caterina de Medici, grande Regina e madre di molti Re, fino alla corte di Versailles con le sue pompose esagerate voluttuose, e magistrali, decorazioni. Sintetizzo, mi si perdoni.
Siamo alla corte di Re Gustavo III di Svezia, negli ultimi venti anni del XVIII secolo e proprio in Svezia, un re Illuminato, un amante sfortunato, e un manipolo di geniali pittori, da vita al Classicismo Gustaviano.


La bellezza e la semplicità di queste pareti ricoperte di stoffa dipinta nel modo più semplice e accattivante, serve a dare un tocco di eleganza e di modernità ad ambienti prima decisamente spartani, e rende questo stile così popolare allora. Uno stile che finalmente esce dai castelli e dalle dimore Svedesi e dilaga in tutto il paese. Come sempre dico io, spogliandosi ulteriormente degli orpelli superflui, fino a diventare, quella che per molti storici è la perfezione della Bellezza, senza l' esagerazione della capacità. Lars Bolander è considerato il più completo esponente di questa nuova Tendenza. I suoi stupendi pannelli marmorizzati, le pareti dei saloni, le leggiadre decorazioni floreali delle anticamere, si ripetono anche nelle camere da letto, sostituendo le tappezzerie fino allora d' obbligo. La diffusione, sociale e geografica, delle pareti dipinte dell' età Gustaviana va di pari passo con i mobili di quello stile, quindi le fabbriche non produrranno più manufatti ad uso esclusivo della nobiltà, ma i tessuti stampati, le stufe di ceramica, gli specchi i cristalli, sono finalmente a portata di mano della gran parte della popolazione. La spinta all' esportazione, sotto forma di sussidi statali, (gli svedesi si sa, erano svedesi anche allora, prima dell' Ikea) incoraggia ebanisti, falegnami,vetrai e fabbricanti di casse d'orologio, tipici i famosi MORA, a produrre su larga scala pezzi più o meno identici.

In quel periodo aumenta anche la produzione di divani imbottiti sedie e varie, e in quel periodo i mobili assumono un aria più austera ma classicheggiante. Le gambe incurvate diventano rastremate e tornite. Su letti divani e sedie compaiono dardi volute, greche, alternate a foglie di alloro e ghirlande. E la sedia più diffusa ha la così detta mongolfiera nello schienale, anche detto medaglione. Anche il divano in legno che oggi viene considerato tipico di questo stile, con schienale diritto, e cuscini mobili, prende sempre più campo. Il colore dei mobili considerato il bisogno di luce di quegli ambiente, è naturalmente chiaro, quasi sempre bianco, così come le stufe che sono magnificamente decorate, in maiolica, e che ancora oggi ci deliziano. Al massimo viene usato il Grigio una tenue tonalità di grigio, più vicino alle pitture ad olio che non al gesso colorato del rococò.
L' alternativa più economica alle sete di gran pregio, furono però le stoffe tessute in casa a righe o a quadretti. Questi tessuti comunemente usati in castelli di provincia, o case più semplici, vengono usati per le stanze della servitù, o come rivestimento per i tessuti pregiati, dove questo passaggio rende ancora leggermente più semplice e più bello uno stile che ancora di più si va spogliando degli orpelli e del superfluo fino a raggiungere secondo me la sua perfezione stilistica. La luce, il bisogno giustificato di luce fa si che le finestre vengano velate e decorate con sottili tendine di cotone bianco, però guarnite di smerli e festoni applicate sui vetri e accompagnate da cortine più pesanti per difendere gli arredi dall' effetto scolorante del sole. Lampadari in ottone e cristalli e specchiere dorate, sono un must. Eppure nella loro perfezione questi ambienti sono austeri, rispetto al passato e per questo molto molto moderni.


Una puntata a parte merita il Castello di Gripsholm, di cui vedete le foto qui sotto,le ultime tre sono mie e sono del 2005. Gripsholm il mio primo luogo di culto. Quello da cui per me cominciò tutto... Nel lontano 1998. Gripsholm, Il castello nel centro di Stoccolma ampliato da Re Gustavo per i dignitari di corte e i numerosi ospiti di sua Maestà. Una meraviglia di perfezione e Purezza stilistica ancora oggi.
Ma per questo ci vediamo dopo. Nella terza puntata... se vorrete seguirmi... 


Questo che vedete nelle foto di sopra, è il mio
Gustaviano
Il Gustavian Chic

La vostra Marzia Sofia

5 giugno 2016

Il Gustaviano, La Storia

 Il GUSTAVIANO.

Lo stile più sontuoso ed elegante che tra il 1770 e il 1780, (fino al 1790 epoca in cui iniziò l' Impero) caratterizza gli interni delle più famose Case Svedesi è stato ed è tuttora collegato al nome di Re Gustavo III di Svezia. In verità questo genere di architettura d' interni nacque prima dell' ascesa al trono nel 1771 di questo Re illuminato, appena tornato in Svezia dalla Corte di Versailles per prendere il posto del padre morto. Lo stile, si può definire, come si direbbe oggi, una Fusion perfetta e armoniosa, tra la vivace frivolezza del Rococò e le rigorose forme del Classicismo. 
Un connubio perfetto per me. 







E per coloro che amano Il così detto Gustaviano. 
Il libro Case Svedesi di Lars Sijoberg, curatore del museo sul Gustaviano e il cultore per eccellenza di questo stile, (non lo si ringrazierà mai abbastanza per la cura con cui ha portato a nuova vita lo stupendo maniero di Ekensberg) lo definisce in questi termini, nel suo libro tradotto in molte lingue.
UNO STILE ORDINATO, SEVERO PER LA SIMMETRIA DELLE SUE PROPORZIONI, CHE PERO' PREDILIGE LE DECORAZIONI PARIETALI APPARISCENTI, CON FINTE COLONNE E PANNELLI SOVRACCARICHI DI FIORI E FESTONI: TUTTO E' CHIARO E LUMINOSO, I COLORI LA TRASPARENZA DEL TOCCO E L'INSIEME DI SPECCHIERE E SCINTILLANTI LAMPADARI DI CRISTALLO SPICCANO CONTRO SOFFITTI CHIARI E PAVIMENTI IN LEGNO CHIARO.



Questo è il Gustaviano, questo è lo stile che da anni ispira numerosi artisti e decoratori, i quali hanno ciascuno a modo proprio contribuito a renderlo famoso nel mondo, così perfetto connubio, tra la Bellezza e lo Stile, qual'è. Perfettamente sospeso tra la cultura e il buon gusto, così capace di rendere vere Regge, le case anche le più semplici. E così moderno ancor oggi.
Tutto cominciò inizialmente con il bisogno di riscaldare le case molto fredde di quella lontana e glaciale terra meravigliosa, che è la Svezia. A quei tempi infatti a causa della rigidezza del clima, molte stanze in inverno non potevano essere vissute appieno, ma quando due signori geniali inventarono le stufe a piastrelle di ceramica nel 1777, quindi in piena epoca Gustaviana, tutto cambiò. E queste stufe che riscaldavano otto volte più dei normali camini, divennero il punto di partenza dell' architettura d' interni dell' epoca che vogliamo conoscere. L'era Gustaviana.



Quei favolosi 20 o poco più anni di fuoco e di sconvolgimenti per tutta l' Europa intera. Epoca di illuminismo e del suo contrario, la Rivoluzione. Eh si, perché il classicismo Gustaviano guardava alla Francia naturalmente, ma sopratutto ad un libro specifico, pubblicato a puntate, tra il 1757 e il 1770, le cui numerose copie furono fonte di ispirazione infinita per i decoratori dell' epoca.
Uno studente dell' Accademie des Beaux Arts di Parigi, Jean Eric Rehn ritornando in patria, si dedicò alla ristrutturazione delle stanze di un castello, Sturefors, e diede vita a quello che viene considerato il prototipo di ambiente in stile Gustaviano. 
Le pareti coperte di stoffa, erano dipinte per imitare il marmo. False nicchie, cornici, ritratti a medaglione. QUESTO E' IL GUSTAVIANO, sculture dorate su soggetto allegorico. Serti di alloro, greche, urne o rosette tipiche dello stile Classico.
Il perfetto esempio di questo mondo decorativo si raggiunge a Ljiung costruito alla fine del settecento per il consigliere privato del Re, quel Fredrik Axel von Fersen che tanta parte ebbe nella vita di Maria Antonietta.



Questo stile ha cambiato il mio modo di vedere la casa, che io considero il teatro, il palcoscenico della nostra vita, quello che fa da sfondo alla nostra storia. Che cosa saremmo noi senza la nostra casa? Con tutto quello che comporta, con tutto quello che ci affascina e ci respinge,la nostra CASA. E fu innamorandomi di questo libro, che mi inventai il Gustavian Chic ma ancora non lo sapevo. Era il 1998 quando acquistai questo meraviglioso oggetto di culto, questo libro per me fonte di ispirazione immutata... e ancora oggi ne sono affascinata. Quello che mi è costato, posso dirlo dopo quasi ventanni con un sorriso, ma se vorrete ve ne parlerò ancora, e sopratutto vi dirò una cosa, che cosa c'entra lo Shabby Chic con il Gustaviano???
Seguitemi...


La vostra Marzia Sofia

4 giugno 2016

Gustavian or Shabby ? This is the question


Molte di voi amiche, si sono appassionate alla mia storia. 
Amiche nuove, amiche vecchie, anche vecchie nemiche. 
La mia storia. 
Con quello che è il mio tormento e la mia estasi, 
e che tanto mi è costato in termini di vita.
 La solita diatriba. 

Shabby cos'è, Gustaviano cos'è. Molti mi chiedono, perché dall' alto della tua esperienza, anche solo per anzianità di servizio, non ti permetti di dire la tua? 
Sul Gustaviano, sullo Shabby e quant' altro? L' ho fatto, l'ho fatto in tempi non sospetti. Ne ho parlato anni fa sul mio Blog e anche altrove. Ho anche cercato di scrivere la mia Storia, in merito a questo. L' intento non era parlare di me, anche se attraverso me. la storia poteva essere più accattivante, e destare quantomeno un filo di curiosità in più. Eccome se l'ho fatto. Non credo sia servito a molto, ma l' ho fatto. Molti pensano di sapere tutto,

 
Io invece penso di non sapere nulla. Parlo solo della mia conoscenza Ma se vedo certe cose, a volte sconcertanti, non posso esimermi dal parlare. Chiaro che tutto qua sopra, si concentra, si assimila si riunisce. Si condensa. Pare che esista solo lo Shabby. Qui. Vedo da anni persone che dettano legge, ne vedo altre nuove crescere. ma è tutta sapienza o è presunzione di sapere ?
E lo so... c'è tanta confusione e tanta arroganza di sapere. Lo so,perché vi piaccia o no, son tutte passate da qua, dalla mia anzianità di servizio. Che cosa c'è da capire ancora? La differenza tra lo Shabby e il Gustaviano interessa a qualcuno? Forse no, ma si dovrebbe quantomeno fare un pò di chiarezza. Come mi chiedeva ieri in posta un'amica di vecchia data. 


E io le dicevo, ma è stato detto tutto!! E lei rispondeva, no, non è ancora chiaro...e onestamente se mi indigno ancora per certi episodi che accadono (veri e propri linciaggi), beh ne voglio ancora parlare.... sento di averne il dovere. Parlare di che cosa sia Il Gustaviano, e che cosa sia lo Shabby. Molti dicono che palle. Sempre sta menata! E pare come quando la maestra dalle elementari in poi ci vuol ripetere la storia e noi ci stufiamo e diciamo, che palle!!!! Ma secondo me, se vi interessa capire qualcosa, se avete voglia di capirci di più, Voi che aprite gruppi, voi che fate da Opinion leader, voi che vi cimentate, voi che sperate e sognate di fare il Meglio, di essere le migliori di capirci di più. Dovreste fermarvi tutte a riflettere. Io penso che tutti dobbiamo riflettere. Specialmente quando vedo, osservo certi attacchi incomprensibili. Tutti, indistintamente, io per prima! Dobbiamo riflettere! E allora prima ci ho riso, e poi mi son detta, 


Sì devo fare di meglio. Non posso buttarci lì due parole, e poi lasciare che tutto cada nel vuoto. Ci sono molti contrasti, molte fontane a cui dissetarsi, oppure solo rinfrescarsi, ma chi da sempre se ne occupa, ha il dovere di dire la sua.
Da oggi io vi racconterò di nuovo, la Storia della differenza tra il Gustaviano e lo Shabby e di cosa siano l' uno e l' altro e di come ci sia tanta disinformazione in merito. 
La mia storia, il mio modo di vedere le cose. Con le prove di quanto affermo.
Chi ha voglia di seguirmi lo faccia, gli altri, continuino pure ad ignorare, e ignorare, ragazzi miei, vuol dire essere Ignoranti !
Da oggi si comincia...

Qua sopra vedete nella pagina del libro da cui inizia la mia storia, che cos'è veramente Gustaviano e come fu che io cominciai a praticarlo... e di come da questo nacque anche il resto... 


buongiorno a tutti e che lo sia...

La vostra Marzia Sofia

La perfezione, questa sconosciuta.

L’ IDEA DI PERFEZIONE è IL PROBLEMA. Dicono LA Perfezione non esiste. Semplicemente perfetta è la nostra perfetta imperfezione… Che co...