domenica 31 ottobre 2010

Ricamo di Natale.

Il Natale si avvicina e già nelle riviste di ricamo appaiono schemi e proposte per piccoli lavori da realizzare e da regalare...
Ecco la mia proposta, per chi ha seguito le mie lezioncine di punt'e nù:
una stella di ghiaccio da realizzare su tessuto ad armatura quadrata, con ritorto fiorentino n° 12 ( o rétors d'Alsace) del classico colore rosso natalizio. Lo scorso Natale realizzai una striscia con stelle di ghiaccio come questa, la bordai con una fettuccia rossa (con l'aiuto di mia cognata Anna: io a cucire sono una frana!) e la appesi all'ingresso di casa per creare un po' d'atmosfera natalizia. Se qualcuna fosse interessata ad altri schemi simili non ha che da chiederli che glieli invierò.

sabato 30 ottobre 2010

... adoro i mercatini...

Stamattina sono andata al mercatino del sabato a Carbonia. È una bella mattinata di sole e l'aria è tiepida, fa piacere fare una bella passeggiata :o)! Erano anni che non ci andavo, ma mi avevano detto che spesso ci stanno i polacchi che vendono delle lenti di un tipo particolare che avrebbero potuto essermi utili nel ricamare perchè la mia vista, ahimè, peggiora ogni giorno di più.
Invece: niente polacchi :o(!
Però ho trovato questa tovaglietta che ho subito acquistato:


é fatta a mano, ben rifinita, si vede che chi l'ha fatta era una persona che sapeva ricamare il filet. L'ho pagata una stupidata: 10€. A rifarla, solo il materiale, con quel che costa la rete, verrebbe molto di più. Io non la farei nemmeno se mi pagassero 10 volte tanto!

martedì 26 ottobre 2010

Il Museo del costume e delle tradizioni popolari di Nuoro./2

Il tulle ricamato è una caratteristica molto frequente e diffusa nei costumi tradizionali sardi. Nel Museo di Nuoro sono presenti numerosi esempi. Per lo più i capi in tulle ricamato sono i fazzoletti quadrati piegati a metà nel senso della diagonale, così da costituire un triangolo, da posare sul capo. Possono essere indossati da soli - e dalle mie parti ciò significa che colei che lo indossa è una ragazza da marito, cioè non ancora sposata -  come in questo caso:

... oppure possono essere coperti da un altro capo chiamato 'mantiglia' che, nella mia zona, è fatto di raso, a larghe bande trasversali bianche e celesti. In questo caso il fazzoletto di tulle spunta solo in minima parte da sotto la mantiglia per cui gran parte del ricamo risulta poco o per nulla visibile. Colei che porta la mantiglia è una donna sposata. Per la vedova i colori della mantiglia non sono più bianco e celeste ma bianco e nero (vedi: http://www.hbsulcis.com/portal/content/view/59/59/lang,it/ ).

Un altro capo in tulle ricamato che viene utilizzato in alcuni costumi sardi è il grembiule ( in sardo: 'fentalicu' o 'devantali') come in questi costumi:


Nella foto seguente anche il corpino è costituito da tulle ricamato: il fazzoletto, disposto a mo' di scialle, si incrocia sul davanti.


Ancora una volta devo chiedere scusa per la scarsa nitidezza delle foto, dovuta alla presenza della vetrata...
Un'ultima curiosità: nel costume sardo non esiste il cappotto o un capo d'abbigliamento similare per la stagione fredda. Di solito le donne mettevano uno scialle che copriva le spalle e la testa e che è bordato da larghe frange lavorate in macramè. In alcuni paesi però l'usanza era quella di indossare diverse gonne una sull'altra e l'ultima veniva utilizzata come uno scialle a coprire la testa, come in queste foto:


lunedì 18 ottobre 2010

Il Museo del costume e delle tradizioni popolari di Nuoro./1

Il Museo è allestito in un edificio che ricorda (e forse lo era) le antiche case padronali.
Ecco alcune foto dell'edificio visto dal cortile interno:


una delle cose belle di questo museo è che ti lasciano fare tutte le foto che vuoi, senza alcuna limitazione :)).
Tornando alla descrizione delle sale del museo, come ho già detto, la parte centrale della prima è occupata da una gigantesca vetrina dedicata ai costumi tradizionali. Ecco qui di seguito alcune foto. Mi scuso per la qualità non sempre buona, dovuta alle mie modeste doti ed al fatto che spesso i riflessi dei faretti sulle vetrine rendevano difficoltose le riprese.


Non so di quale paese sia questo costume, nel fotografare non ho pensato a registrare anche i nomi dei paesi, ed è difficile risalire al paese di provenienza se non si ha una buona cultura in materia. Infatti spesso da un paese all'altro, anche assai vicini tra loro, ci sono delle varianti significative che solo chi è del luogo o chi è un esperto individua. In questo costume mi ha colpito la ricchezza del ricamo sul fazzoletto di tulle di cui, sotto mostro un dettaglio:


Questo qui sotto invece è il polsino del costume femminile. L'ampiezza della manica è ottenuta da una minutissima plissettatura ricamata a 'puntu vanu' con motivi di 'caboniscusu' (=galletti) mentre il polsino è fittamente ricamato a punt'a broru e rifinito da un prezioso merletto ad ago.

sabato 16 ottobre 2010

Vima, le amiche ed io....

Ieri, 15 ottobre, a Nuoro, al Museo del costume e delle tradizioni popolari, io, mia sorella Elisabetta, mia cognata Anna e la mia amica di sempre Marinella, ci siamo incontrate con Vima de Marchi Micheli ed il gruppo delle ricamatrici americane che lei guidava. È stato un incontro molto cordiale: Vima (che avevo conosciuto a Parma, su presentazione di Jeanine) mi ha presentato le sue amiche provenienti da vari stati del nord America. Io, che non capisco la classica 'H' di inglese, a stento ho afferrato la provenienza di alcune di loro: due dal Canadà, due dalle Hawaii, diverse dalla California, dal Minnesota ecc.
Abbiamo fatto anche alcune foto:

qui siamo io e Vima...

e qui con mia sorella (a sinistra) e la mia amica Marinella.
In queste foto ci troviamo all'interno del museo, nelle stanze dedicate alle maschere carnevalesche tradizionali che certamente qualcuna avrà sentito nominare, (come ad esempio  i mammuthones) e che sarebbero poi gli incappucciati che ci stanno dietro.
Non vedevo il museo del costume da più di 30 anni (uff... come passa il tempo), cioè dai tempi in cui era stato appena inaugurato. Il costo del biglietto è assai basso (3€ biglietto intero e 1€ appena il ridotto per le vecchiette come me) ma io l'avrei magari sollevato un po' ed avrei utilizzato quelle risorse per migliorare l'allestimento che in alcuni punti lascia un po' a desiderare. Un vero peccato perchè quanto a materiale esposto questo museo è splendido e se vi capitasse di passare a Nuoro dovete vederlo.
Una parte del museo inoltre - quella al piano superiore - non è accessibile al pubblico perchè, se non ho capito male, è in fase di ristrutturazione.
Comunque quel che ho visto per me è stato sufficiente per lustrarmi gli occhi.
All'ingresso si accede in una sala che ha al centro un grande zona protetta da vetrine dietro le quali sono sistemati i manichini rivestiti con i costumi tradizionali dell'isola. I costumi sono molti, non li ho contati ma sono senz'altro parecchie decine, e purtroppo troppo assiepati, per cui quelli esposti in secondo piano, non osservabili da vicino, sono un po' mortificati, mentre meriterebbero anche essi una migliore visibilità.

forse questa foto può dare l'idea dell'affollamento della vetrina...
Nella stessa stanza, lungo una parete sono esposti i gioielli tipici della filigrana in oro, argento e corallo: bottoni, spille, collane, orecchini ecc.
 Anche qui devo rilevare la cattiva illuminazione delle vetrine per cui le luci dei faretti si riflettono sui vetri ostacolandone la visibilità.


come vedete dalla foto ho dovuto ricorrere all'aiuto della mia amica per oscurare la luce del faretto che mi impediva di vedere e fotografare le spille. La foto poi è un po' sfuocata: in parte perchè io come fotografa sono, come si dice qui, assai 'scarsa', ma anche perchè la vetrina ostacolava la messa a fuoco.
il resto del racconto, come si suol dire, alla prossima puntata ;-)!


mercoledì 13 ottobre 2010

un centrino veloce veloce...



 ...... da regalare ad un'amica. una cosina semplice: un'arenara a punt'e nù, quattro rombi ed uno zig-zag con lo stesso punto,



 punto a giorno e punto quadro nell'orlo ed una puntina di punto vapore nell'angolo

martedì 12 ottobre 2010

sabato 9 ottobre 2010

Il nodo 'alla tessitora'

Questo tipo di nodo mi venne insegnato più di 30 anni fa (... come passa il tempo!) quando mi misi in testa che dovevo imparare a tessere con il telaio tradizionale sardo. Me lo insegnò la mia maestra della scuola di tessitura che allora frequentavo. È un nodo che, se ben fatto, non scorre ed i suoi capi possono perciò essere tagliati abbastanza vicino al nodo stesso, così da renderlo il meno visibile possibile. Quando si sta tessendo, i fili dell'ordito sono sottoposti ad una notevole tensione che li logora, unitamente allo sfregamento con i denti del pettine e con i licci. Perciò accade abbastanza facilmente che si spezzino e quindi vengono ricollegati con questo nodo che resiste alle nuove sollecitazioni che il filo di ordito deve subire.
Spiegare come si fa è abbastanza complesso, altri ci si sono provati con buoni risultati. Per esempio mi capitò di vedere le spiegazioni in un vecchio numero di Mani di fata sul filet (non mi ricordo quale, però). Anche in rete si trovano delle valide spiegazioni, es.: http://www.chiacchierino.it/lezioni1a.htm#Tessitora
o questo video: http://www.territorioscuola.com/youtube/view.php?video=LdvjC7eH1tI&feature=youtube_gdata_player&title=Chiacchierino+Nodo+alla+tessitora
entrambi i siti fanno riferimento al chiaccherino perchè con questo tipo di pizzo la conoscenza di questo nodo è indispensabile.
Ora ci voglio provare anch'io a spiegarlo, con l'aiuto di alcune foto: spero di non confondere di più le idee di chi volesse impararlo...
Innanzitutto preciso che ho usato di proposito del cotone grosso (da lavorare ai ferri n° 3) per rendere il tutto più visibile e, sempre per lo stesso motivo, ho usato due fili di colore diverso così che si possa capire dove va un capo e dove va l'altro.
1° passo: si incrociano i capi dei due fili che si vogliono collegare in questo modo: il filo alla destra passa sopra a quello a sinistra;


2° passo: tenendo fermi i fili così incrociati tra pollice ed indice, agganciare il filo di sinistra con l'anulare, così:


3° passo: far passare la parte inferiore del filo appena agganciato attorno al pollice e dietro la parte iniziale del capo stesso...


...che viene subito tenuto fermo con il dito medio dietro l'indice. Passare poi lo stesso filo davanti al capo iniziale dell'altro filo (celeste, in questo caso), tenendo sempre il tutto stretto tra pollice ed indice.

4° passo: liberare il cappio che si era formato nell'anulare, avendo cura di farci passare dentro, piegandolo, il capo iniziale del filo di destra (quello celeste, per capirci).


occorre precisare che non bisogna mail lasciar andare i fili che via via si sono sovrapposti tra pollice ed indice.
... coraggio: siamo quasi alla fine!
5° passo: stringere il cappio allentando un po' la presa tra pollice ed indice(ma senza lasciarla: solo il tanto sufficiente a far scorrere il filo!)



finito! uff! che fatica! spero di essere stata chiara, sennò chiedete pure, se posso, risponderò. Altrimenti fate finta di non aver nemmeno letto questo mio pasticcio e cercate altrove in rete: sicuramente troverete qualcosa di meglio in proposito.
p.s.: chiedo scusa: le ultime due foto sono un po' sfuocate, ma, credo, abbastanza chiare.

giovedì 7 ottobre 2010

ricamare sul tulle...

Ricamare sul tulle non è facile, specialmente per una come me che non ha frequentato alcuna scuola, ma si è basata solo sui manuali. Questo è un timido tentativo:

La cosa più difficile è assicurare i fili sia all'inizio che alla fine, in maniera invisibile ma che 'tengano' e questo raramente lo trovate nei manuali. Chissà, con il tempo e la pratica magari riuscirò a fare di meglio... non siate troppo severe con me, però sono disposta ad accettare tutte le critiche ed i consigli che siete disposte  a darmi. grazie.

 
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