Ieri sera stavo soffocando a causa di un “proclama” del califfo:
«Non credo ci siano dubbi sul fatto che chi sbaglia e commette dei reati non possa pretendere di restare in nessun movimento politico».
La risata sonora che mi è salita ha sbloccato il boccone, salva.
Da quando il califfo ha deciso di inquinare la politica ha sempre manifestato di essere affetto da “personalità multiple”, ma che si mettesse a litigare con se stesso no, non me la sarei aspettata.
Ha sempre fatto proclami e a questi ha fatto sempre seguire delle smentite, tant’è che per un periodo lo abbiamo chiamato “Fra Inteso”.
Qualcuno deve avergli spiegato che quella di ieri è la migliore del 2010, ma rischia il collo, infatti oggi Corsera riporta:
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera «salvo intese» al disegno di legge che inasprisce le pene per i reati contro la pubblica amministrazione, tra cui la corruzione. Lo riferiscono fonti governative, spiegando che il testo è «ancora una bozza modificabile».
Tranquilli, tutto rientra nella normalità, ma questa ennesima boutade del califfo mi ha spinta a cercare una mail contenente un “Buongiorno di Massimo Gramellini”
Per chi non legge La Stampa, la propongo, l’ho trovata deliziosamente perfida.
- SE QUESTO È UN UOMO
Massimo Gramellini
Ma come farà a essere israeliano con gli israeliani e palestinese coi palestinesi? Ad affermare, davanti a Netanyahu, che bombardare Gaza fu «una reazione giusta» e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah? Zelig si limitava a cambiare faccia, a seconda dell'interlocutore da compiacere. Ma questo è un uomo in grado di cancellare il tempo e lo spazio. Riesce a stare con il pilota dell'aereo che sgancia le bombe e nel rifugio sotterraneo con i bombardati.
In contemporanea, e dispensando a entrambi parole di comprensione. Nella sua vita precedente insegnava ai venditori di pubblicità a essere concavi coi convessi e convessi coi concavi. Una volta li sfidò a salutare cinquanta clienti, trovando un complimento per tutti. Solo stringendo la mano al cinquantesimo, un uomo brutto e sgradevole, rimase perplesso. Poi gli disse: «Ma che bella stretta di mano ha lei!».
Molti hanno letto quei manuali americani che insegnano a infinocchiare il prossimo in 47 lezioni. Ma solo lui ha il fegato di applicarne il precetto fondamentale: credere sempre a quel che dici, anche quando è il contrario di quel che hai appena detto. Una tecnica che evidentemente funziona persino con le vecchie volpi mediorientali. Come farà? Vorrei tanto chiederglielo, se non fosse che lui nel frattempo si è già spostato nella basilica della Natività, a Betlemme, dove sta raccontando ai frati una barzelletta sulla Madonna che avrebbe preferito una femminuccia. A quel punto mi arrendo.
MARCO VUKIC
MORALE