Sabato saremo di nuovo a Torino, si riprende il tran tran del quotidiano, con le incazzature da traffico isterico e costrizioni da formalismo cittadino.
Le cose che mi mancheranno di Porto Pino per i prossimi 11 mesi sono moltissime, al primo posto il mare, il profumo dei pini e della salsedine, l’aria tersa con i suoi odori, il sole che scalda e colora (e se non fai attenzione ti trasforma in una bistecca al sangue).
Mi mancherà il cielo notturno, la veranda della cucina, la libertà di stare in costume o in mutande dentro e fuori casa, le piante da frutta che negli anni, fregandosene dei prodotti antiparassitari di vecchia e nuova generazione, sono cresciute dando frutti dal sapore netto, i fichi bianchi e neri, le prugne, i fichi d’india e le mandorle, mi mancheranno i sapori dei pomodori carnosi, delle melanzane grigliate, del pane con le olive, delle salsicce e delle orate al sale cotte alla griglia, insomma, mi mancherà il passo lento del quotidiano a queste latitudini, il parcheggio quando vado in paese o in spiaggia, mi mancherà il sorriso della gente del posto, disponibile senza essere servile, l’orgoglio dell’appartenenza degli Arresini.
Mi mancheranno le toppate di mio marito e suo fratello improvvisati marinai, riescono ad adagiarsi sul fondale per eccesso di carico e ieri sono stati superlativi:
hanno perso l’ancora.
Non mi mancheranno i cafonal che anno dopo anno crescono di numero, i camperisti che arrivano come le cavallette lasciandosi dietro (alla partenza) una scia di escrementi a terra e sacchetti di spazzatura lungo la provinciale, quelli che non spendono un euro per un portacenere da spiaggia e costellano l’arenile di mozziconi, insomma, sono quelli che sparano parole a zero sul meridione e quando ci vengono sparano la spazzatura dalle macchine in corsa o l’appendono ai rami dei pini…e i cassonetti sono a due metri di distanza, ognuno porta con se la propria educazione. Insomma, non mi mancheranno “i continentali”, almeno, una fetta di loro.
Dovrò aggiornarmi sugli ultimi avvenimenti, scarsi e brevi collegamenti in rete mi hanno impedito la lettura dei giornali nazionali, per mandare una mail questa mattina mi sono fermata accanto all’ufficio postale del paese, il televisore di casa è inchiodato su due soli canali, uno trasmette sport e l’altro cartoni animati, L’Unione Sarda dedica due pagine scarne alla politica Italiana (lo trovo giusto, la politica Italiana se ne sbatte dei problemi della Sardegna) e moltissimo ai fatti locali, adoro i quotidiani che raccontano la vita delle piccole frazioni, portano in primo piano la gente comune.
Tornerò sul tema, il flagello della spazzatura lungo la 131 e i comportamenti cafoneschi di molti vacanzieri meritano una analisi approfondita, ora mi fermo lasciando lo spazio a due immagini di questo angolo di Basso Sulcis che, quest’anno ha visto un afflusso enorme di turisti e ne continuano ad arrivare.