Stabio
Stabio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Mendrisio |
Amministrazione | |
Sindaco | Simone Castelletti (PLR) |
Lingue ufficiali | italiano |
Territorio | |
Coordinate | 45°51′00″N 8°56′24″E |
Altitudine | 352 e 357 m s.l.m. |
Superficie | 6,23 km² |
Abitanti | 4 591 (31-12-2018) |
Densità | 736,92 ab./km² |
Frazioni | Gaggiolo, San Pietro |
Comuni confinanti | Bizzarone (IT-CO), Cantello (IT-VA), Clivio (IT-VA), Mendrisio, Rodero (IT-CO) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6854, 6855 |
Prefisso | 091 e 004191 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5266 |
Targa | TI |
Circolo | Stabio |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Stabio è un comune svizzero di 4591 abitanti del Canton Ticino, nel distretto di Mendrisio, situato al confine con l'Italia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sono numerosi i reperti romani trovati nel territorio di Stabio. Il più importante è la necropoli romana e longobarda che si trova in località San Pietro[1]; allo stesso periodo, il I secolo, risale anche la stele funeraria esposta alle spalle del municipio[2] e dedicata a Caio Virio Vero[senza fonte].
A questi reperti nel XIX secolo si aggiunsero alcune placche in bronzo dorato longobarde, provenienti dal reperto detto Scudo di Stabio e trovate in località Alla Vigna. Negli anni 1830 furono trovati inoltre diversi oggetti preziosi che oggi non sono più a Stabio[3]: una croce equilatera in oro e alcuni orecchini di tradizione bizantina[4].
Una seconda necropoli, questa volta longobarda[5], fu trovata nel 1999[1] in località Barico: si tratta di sei tombe, una delle quali conserva l'ampio corredo di un guerriero, del quale fanno parte la punta di una lancia, una cesoia, due coltelli, alcuni frammenti (di una croce in oro, di un pettine in osso e di una cassetta), una spada e parte del suo fodero, uno scramasax, una tracolla e una cintura, un umbone, un gancio, l'impugnatura di uno scudo, uno sperone e alcune linguette. L'abbigliamento e le armi del guerriero, sottoposti a radiografia e tomografia all'ospedale di San Giovanni a Bellinzona e poi studiati al Museo Nazionale Svizzero di Zurigo, è composto di lino filato, lana, vello ovino o caprino, fusaggine, ontano, quercia e pioppo[6].
Stabio fa parte della Svizzera dal 9 maggio 1517, quando fu scambiato con Domodossola in occasione del trattato di Ponte Tresa[7].
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo martire, attestata dal 1275, fu ricostruita alla fine del XVI secolo[1]; divenne parrocchiale nel 1575 e fu consacrata nel 1599[senza fonte];
- Chiesa dei Santi Pietro e Lucia in località San Pietro, già parrocchiale, attestata dal 1275[senza fonte] ma risalente al VII secolo e ricostruita nel XII-XIII secolo[1];
- Chiesa dell'Assunzione di Maria o del Castello, eretta nel XVI secolo[senza fonte];
- Chiesa di Santa Margherita, attestata dal 1437; romanica, si trova poco distante dalla frontiera con l'Italia[senza fonte];
- Oratorio della Madonna di Caravaggio, eretto nel 1754-1758 in stile tardo barocco[senza fonte];
- Cimitero, con la Tomba di Natale Albisetti, la scultura Arnold von Melchtal assieme al padre (1923) e il bassorilievo Ritratto di don Giacomo Perucchi di Vincenzo Vela[senza fonte];
- Croci della processione delle Rogazioni[senza fonte].
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Casa Ghiringhelli, del XVII secolo[senza fonte];
- Sede della Fondazione Realini in via dei Bagni, eretta nel 1856 in stile neoclassico; originariamente[senza fonte] la struttura ospitava delle terme[1];
- Ex Camiceria Realini (1902)[1], con decorazioni tardo liberty di Carlo Cocquio, fra i quali una Pace e una Giustizia[senza fonte];
- Casa unifamiliare cilindrica realizzata da Mario Botta nel 1981-1982[senza fonte];
- Casa Ginella in via Costera[senza fonte];
- Lavatoio coperto al bivio tra via Dogana e via Ai Ronchi[senza fonte].
- Casa Medici, progettata dall'architetto Mario Botta[8]
Siti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]- Necropoli romana e longobarda di San Pietro;
- Necropoli longobarda di Barico.
Siti e musei paleontologici (UNESCO)
[modifica | modifica wikitesto]- Monte San Giorgio (Unesco): sito fossilifero del Triassico Medio inserito nella lista dei Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO
- Museo dei fossili del Monte San Giorgio a Meride
Altri
[modifica | modifica wikitesto]- Cippi di confine;
- Monumento al soldato svizzero, opera di Riccardo Larghi del 1953 che commemora la mobilitazione in occasione della Seconda guerra mondiale.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2010 nel paese abitavano 4345 persone, per lo più di nazionalità svizzera[senza fonte] (3330, il 76,9%) e italiana (742, il 17,1% del totale e il 74,2% degli immigrati). La popolazione ha una lieve prevalenza femminile, con 2208 donne a fronte di 2122 uomini. L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti[9]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo della civiltà contadina del Mendrisiotto, aperto nel 1981[1].
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Posto sul confine con l'Italia, Stabio ospita i valichi di frontiera di Rodero e di Gaggiolo (quest'ultimo servito dalla strada H394/N24).
Il comune è dotato dell'omonima stazione un tempo parte della ferrovia di Valmorea, aperta nel 1926; dopo due anni, nel 1928, la ferrovia internazionale fu soppressa, tuttavia la linea in territorio svizzero rimase attiva come raccordo industriale. Nel 2008 iniziarono, in territorio svizzero, i lavori di realizzazione della nuova ferrovia Mendrisio-Varese; della quale il tratto Stabio-Mendrisio è entrato in funzione il 15 dicembre 2014, restituendo così la stazione sita in via Ufentina 25 al servizio passeggeri. La linea Varese-Mendrisio è stata inaugurata il 22 dicembre 2017[10] e l'inizio del servizio passeggeri regolare è avvenuto il 7 gennaio 2018[11].
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Nel comune hanno sede la squadra di calcio dilettantistica Football Club Stabio, la società federale di ginnastica SFG Stabio e lo Sci Club Stabio, attivo dal 1979[12].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Stefania Bianchi, Stabio, in Dizionario storico della Svizzera, 3 ottobre 2011. URL consultato il 22 novembre 2017.
- ^ Gilardoni, 1967, p. 563.
- ^ Pastore, 2006, pp. 41-52.
- ^ Bertelli, Brogiolo, Brescia, 2000.
- ^ Cardani Vergani, Amrein, Boissonas, 2003, pp. 2-17
- ^ Cardani Vergani, 2010, p. 19.
- ^ Motta, 1991, p. 42.
- ^ SPAZI DELL'ABITARE, su botta.ch. URL consultato il 14 marzo 2020.
- ^ Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona, Dizionario storico della Svizzera
- ^ ferrovie.it, Inaugurata ufficialmente la Arcisate - Stabio. URL consultato il 23 dicembre 2017.
- ^ RFI, attivata la nuova linea Arcisate - Stabio, su fsnews.it, FS News. URL consultato il 3 dicembre 2017.
- ^ statuto, su sciclubstabio.ch. URL consultato il 14 marzo 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Sarinelli, La Diocesi di Lugano. Guida del clero, La Buona Stampa, Lugano 1931, 96-97.
- Giuseppe Martinola (a cura di), Invito al Mendrisiotto, Lions Club del Mendrisiotto, Bellinzona 1965, 18-22.
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 24, 36, 37, 186, 226, 378, 435, 563-566.
- Giuseppe Martinola, Inventario d'arte del Mendrisiotto, v. I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 502-534.
- Carlo Speziali, I fatti di Stabio del 22 ottobre 1876. Commemorazione del centenario, Arti grafiche A. Salvioni e Co. S. A., Bellinzona 1977.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 351-353.
- Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
- Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
- Carlo Bertelli, Gian Pietro Brogiolo (a cura di), Il futuro del Longobardi. L'Italia e la costruzione dell'Europa di Carlo Magno, catalogo della mostra al Museo di Santa Giulia, Brescia 2000.
- Rossana Cardani Vergani, Heidi Amrein, Valentin Boissonas, L'ultimo guerriero longobardo ritrovato a Stabio TI, in Archeologia svizzera, numero 26, 2003.
- Costanza Pastore, La dispersione del patrimonio archeologico di Stabio, in Rossana Cardani Vergani, Sergio Pescia (a cura di), Stabio antica. Dal reperto alla storia, Comune di Stabio, Armando Dadò editore, Locarno 2006.
- AA. VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 435-438.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stabio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stefania Bianchi, Stabio, in Dizionario storico della Svizzera, 3 ottobre 2011. URL consultato il 22 novembre 2017.
- Ufficio di statistica del Cantone Ticino: Stabio, su www3.ti.ch.
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