Olivone
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Olivone frazione | |
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Olivone ai piedi del monte Sosto | |
Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Blenio |
Comune | Blenio |
Territorio | |
Coordinate | 46°32′N 8°57′E |
Altitudine | 902 m s.l.m. |
Superficie | 76,13 km² |
Abitanti | 873 (2005) |
Densità | 11,47 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6718 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5043 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Olivone (in dialetto ticinese Rivöi[1]) è una frazione di 873 abitanti del comune svizzero di Blenio, nel Canton Ticino (distretto di Blenio).
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]Già comune autonomo che estendeva per 76,1 km²; il 22 ottobre 2006 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Aquila, Campo, Ghirone e Torre per formare il nuovo comune di Blenio, del quale Olivone è il capoluogo.
Nell'inverno 1950-1951, una valanga si fermò a ridosso dell'abitato.[2]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa parrocchiale di San Martino di Tours, attestata nel 1136[1];
- Oratorio di San Giuseppe[senza fonte];
- Cappella Piazza, realizzata da Hans Widmer nel 1937 per Giovanni Piazza[senza fonte];
- Cappella mortuaria con il monumento funebre dell'abate Vincenzo Dalberti (1763-1849)[senza fonte];
- Monumento funebre del politico Giovanni Martino Soldati (1747-1831)[senza fonte];
- Oratorio di Santa Maria Maddalena[senza fonte];
- Oratorio di San Bartolomeo[senza fonte];
- Oratorio di San Rocco[senza fonte];
- Oratorio di San Giacomo Maggiore[senza fonte];
- Chiesa-oratorio di San Colombano;
- Oratorio di Santa Maria delle Grazie in località Sommascona;
- Cappella Cusi[senza fonte];
- Antico ospizio degli Umiliati[senza fonte];
- Ospizio di Casaccia, pure retto dagli Umiliati, dedicato al Santo Sepolcro e a San Barnaba[1];
- Oratorio di Sant'Anna[senza fonte];
- Oratorio di San Domenico di Guzmán[senza fonte];
- Oratorio di San Sebastiano[senza fonte];
- Statua in granito della Madonna col Bambino di Giovanni Genucchi di Castro, del 1956, che sorge su un'altura presso l'oratorio di Santa Maria al passo del Lucomagno[senza fonte].
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Centralone, villa neoclassica situata in un ampio parco fatta erigere da Carlo Poglia nel 1839[senza fonte];
- Villa nel parco del Centralone, residenza edificata per Giovanni Piazza nel 1913[senza fonte];
- Casa Piazza, all'entrata sud del borgo, palazzo tardo-neoclassico edificato nel 1868 circa dall'architetto milanese Luigi Savoia per Vincenzo Piazza[senza fonte];
- Ca' da Rivöi, edificio del XV secolo che ospita arredi e paramenti provenienti dalla chiesa parrocchiale di San Martino[1]; è l'antica casa del beneficio priorile[senza fonte];
- Casa Cerboni in località Solario, con affreschi votivi raffiguranti la Madonna in trono con il committente, lo stemma dei Visconti della seconda metà del XV secolo e Sant'Anna Metterza[senza fonte];
- Casa Dalberti, grande casa borghese di stampo neoclassico costruita nel 1776 e forse trasformata nel 1803, che conserva la pregiata e ricca biblioteca[senza fonte];
- Casa Bolla, costruzione in pietra e legno di origine forse medievale, ampliata all'inizio del XVII secolo e parzialmente trasformata nel XIX secolo[senza fonte];
- Albergo Olivone e Posta, costruito nel 1880 in concomitanza con l'apertura della strada del passo del Lucomagno per iniziativa di Giacomo e Vincenzo Bolla e Paolina Poglia, riattato nel 1987[senza fonte];
- Casa seicentesca in legno con basamento in pietra e tetto in beole[senza fonte];
- Palazzo Martinali, palazzo signorile a pianta rettangolare fatto erigere nel 1748-1749 da Luigi Barera[senza fonte].
Aree naturali
[modifica | modifica wikitesto]- Capanna Dötra, sulle falde del Pizzo Cadreghe, posta a 1 748 m s.l.m.[3];
- Capanna Gorda, posta a 1 800 m s.l.m.[4].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti[5]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Iabella Spinelli, Olivone, in Dizionario storico della Svizzera, 10 gennaio 2017. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Galliciotti, p. 21.
- ^ Capanna Dötra, su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2015).
- ^ Capanna Gorda [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894., 244, (Scona) 269.
- Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
- Piero Bianconi, Arte in Blenio. Guida della valle, S.A. Grassi & Co. Bellinzona-Lugano 1944; Idem, Inventario delle cose d'arte e di antichità, I, S. A. Grassi & Co, Bellinzona 1948, 134-154.
- Fiorentino Galliciotti (a cura di), Il flagello bianco nel Ticino, Bellinzona, Arti grafiche Arturo Salvioni & co., 1953.
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 22, 38, 41, 44, 91, 179, 263, 299, 330, 407, 463-470, 482, 483, 501, 509.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 6, 69-84.
- Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
- Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 8, 11, 12, 38, 41, 113, 149, 232, 289, 314, 339, 406.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 23, 81, 95, 98, 104, 105, 107.
- Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d'archivio. I «Materiali e Documenti Ticinesi» (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull'architettura e l'arte medievale delle Tre Valli, in Archivio Storico Ticinese, seconda serie, 148, Casagrande, Bellinzona 2010, 216 nota 67, 229, 231, 233, 241.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Olivone
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito istituzionale del comune di Blenio, su comuneblenio.ch. URL consultato il 4 settembre 2017.
- Iabella Spinelli, Olivone, in Dizionario storico della Svizzera, 10 gennaio 2017. URL consultato il 4 settembre 2017.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 131678036 · LCCN (EN) no2001013168 · GND (DE) 4558133-2 · J9U (EN, HE) 987007484778805171 |
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