“Every breath you
take
And every move you
make
Every bond you break,
every step you take
I'll be watching you!”.
(Mark Zuckerberg,
dichiarazione rilasciata al Congresso degli Stati Uniti dopo lo scandalo
Cambridge Analytica).
“Una vittoria di pirlo!”, così
commentò la signora col tubino nero, il cappottino nero, la sciarpina nera, le
scarpine nere di vernice, il cappellino nero e la borsetta nera anch’essa come
un tizzone d’inferno o un’anima dannata, mentre sorseggiava il suo caffettino
decaffeinato secondo il metodo Liebig con l’ebullioscopio di Brossard-Vidal, né
lungo né corto, altezza media ma misurata secondo campioni standard scandinavi
(depositati nel gabinetto di fisica dell’università di Bergen), in tazza
piccola con il sottotazza grande, schiumato, con latte parzialmente scremato,
ma non del tutto, di mucche di pura razza frisona, che mangiano solo salicornia
dell’Hindu Kush … ben caldo, mi raccomando, ma col cucchiaino freddo però … con
zucchero dell’Himalaya e un ventaglio di cioccolato fondente del Guatemala che
guarnisce la tazzina.
Una roba che se la porti alla
Biennale diventa l’istallazione più apprezzata della mostra.
Riccardo, l’amico che era con me
e che insieme a me aveva preso un semplice caffè liscio, già liscio, perché
ormai più nessuno dice semplicemente: “Un caffè”, bisogna sempre aggiungervi
qualcosa: cacao, ginseng, latte, liquore … se no fai la figura di uomo poco
esigente e raffinato, uno che si accontenta di poco, quello che si uniforma al
gregge, si intromette anche se non la conosce: “Di Pirro vorrà dire …”.
Lei si gira verso di lui con lo
stesso sguardo di chi viene infastidito da una mosca proprio mentre sta
esponendo la sua profonda analisi politica (quando un uomo col caffè liscio
incontra una donna col caffettino decaffeinato … né lungo né corto … schiumato …
ben caldo … in tazza grande … ecc., l’uomo col caffè liscio è un uomo morto!),
e replica: “No, no, Pirlo, quale Pirro, così si chiama il calciatore che
giocava in Nazionale!”; Riccardo vorrebbe ribattere, mi guarda smarrito, mi
supplica quasi di lasciarlo continuare: “No, Pirlo no, ti prego – mi sussurra –
non possiamo permetterglielo!”.
Lo blocco fisicamente, già avrei
voluto fermarlo prima, per esperienza so che è meglio non insistere, non c'è cosa peggiore che contraddire una donna, diventano feroci, implacabili, e possiedono una memoria elefantiaca, ricorderanno ogni piccolo torto, vero o presunto, che hai fatto loro e te lo rinfacceranno per tutta la vita; una sola
volta ho fatto la sciocchezza di correggere una donna, una collega, dopo il suo
intervento l’ho presa in disparte e le ho fatto notare un errore marchiano fra
le parole che ci aveva letto, le ho fornito gli strumenti per verificare la
veridicità di ciò che sostenevo e poiché era del nostro gruppo e voleva
pubblicare il suo contributo, sarebbe stato meglio non esporsi a veicolare
errori così banali.
Solo due mesi più tardi lo stesso
gruppo mi ha eletto come coordinatore e portavoce, un onore per me, quasi
all’unanimità, mancavano solo i voti di questa collega e quello della sua più
cara amica; sarà stato un caso, ma ne ho tratto l’insegnamento che è sempre
meglio non correggere nessuno, meglio non impicciarsi: Pirlo? E Pirlo sia! E ho
trascinato fuori Riccardo che ancora avrebbe voluto insistere e che mi guardava
come se volesse chiedermi implorante: “Ma tu davvero lasci correre un errore
così grossolano?”, e poi con una certa severità: “Pirlo, ma ti rendi conto? Ha
detto la vittoria di Pirlo…”.
I nuovi mostri. |
Avrete capito che non si tratta
soltanto di correggere un congiuntivo, di sottolineare che qual è si scrive
senza apostrofo, che piuttosto non è sinonimo di invece, questi sono interventi "narcisisti”, tesi il più delle volte a sottolineare una propria presunta superiorità
culturale (travisando così il senso della parola “cultura” che non è sinonimo
di erudizione e di scolarizzazione) e per cui l’altro non ti può essere grato,
perché sente la tua correzione come una umiliazione.
Questi stanno riscrivendo la
storia, cancellano Pirro, fra poco cancelleranno anche Giulio Cesare, la
dittatura di Mussolini, la Guerra, la fuga di tutti i responsabili del
fascismo, della guerra e delle leggi razziali, bisogna reagire … Pirro, non
Pirlo … metteranno ciò che conoscono al posto di ciò che non conoscono, la fuga
di Mussolini sarà un weekend romantico, quella della famiglia reale una
scampagnata, Berlusconi sarà un galantuomo, Dell’Utri un martire, Salvini il
più grande statista degli ultimo trent’anni e Di Maio … beh, Di Maio sarà Di
Maio, inqualificabile, inoggettivabile, nulleggiante, uno specchio assoluto che
riflette chiunque … per questo ha preso un sacco di voti, ciascuno dei suoi elettori ha creduto davvero
di aver votato per se stesso.
E che dire del sindaco di Todi Antonino
Ruggiano, che ha negato il patrocinio del comune all’Anpi in occasione della
manifestazione del 25 aprile, dicendo che i partigiani furono di parte? Ma
certo che i partigiani furono di parte, grandissima testa di cazzo, lo dice
anche il nome, e se non fossero stati di parte tu oggi non saresti da nessuna
parte e non potresti esprimere liberamente la tua opinione del cazzo. Il 25
aprile è la festa delle liberazione dal nazi-fascismo, l’Italia intera prendeva
parte contro una catastrofica dittatura e ora noi prendiamo parte contro ogni
possibile ritorno.
Comunque è vero, la signora aveva
ragione, da qualsiasi parte lo si guardava, il risultato di queste ultime
elezioni politiche è stata una vittoria di Pirlo bella e buona, tutti dicono di
aver vinto, in realtà non ha vinto nessuno.
Hanno vinto i Cinque Stelle,
perché sono il primo partito con il 32,5%, ha vinto il CDX con 37%, ha vinto
Renzi perché è riuscito nella sua impresa annunciata nella prima Leopolda:
“Rottamare tutti gli avversari interni al PD”, hanno vinto gli avversari
interni al PD perché hanno rottamato Renzi (per la verità aiutati molto dallo
stesso Renzi e dai suoi errori), ha vinto la sinistra perché ha realizzato un
sogno e attuato finalmente un fondamentale diritto umano, senza precedenti in
Italia, è il primo suicidio collettivo di massa assistito senza neanche bisogno
di Marco Cappato, che si realizza senza che il Vaticano e il popolo della
famiglia protestino.
E nello stesso tempo non ha vinto
nessuno, nessuno è arrivato da solo a quel fatidico 40% che sarebbe servito per
vincere davvero, nessuno ha i numeri nelle due camere per fare un governo; ora,
è vero che il Presidente del Consiglio è nominato dal Capo dello Stato e non
direttamente dagli elettori, è vero che i parlamentari non hanno alcun vincolo
di mandato e possono agire secondo coscienza nel valutare ciò che ritengono più
opportuno, è vero che si possono cercare accordi post-elettorali con i singoli
o con altri partiti, però il fatto che ciò si possa fare non vuol dire che
questo sia giusto, anzi è sbagliato e immorale.
Qualche anno fa, schifato dal PD di allora votai per l’Italia dei Valori di Di Pietro, per protesta e perché era l’unico partito che sosteneva ancora la questione morale, quando tutti gli altri sguazzavano benissimo nella corruzione; ebbene, chi immaginava che il mio voto e quello di molti altri sarebbe andato a convergere su Berlusconi attraverso De Gregorio, Razzi e Scilipoti, chi immaginava che avrei eletti questi tre tangheri? Credo che ci debba essere un limite alla decenza: tu parlamentare sei libero di agire secondo coscienza e di passare da Di Pietro a Berlusconi, io come tuo elettore sono libero di sconfessarti, di ripudiarti e di farti destituire se non sono d’accordo con questo tuo cambiamento, il tuo posto verrà preso dal primo dei non eletti di quel partito.
Solo così saremmo davvero una
democrazia parlamentare rappresentativa, altrimenti saremo sempre nelle mani
dei populisti, che ti promettono qualsiasi cosa per ottenere il tuo voto e poi
fanno quello che vogliono, giustificando il cambiamento col mutamento della
situazione, o non giustificandolo affatto; ma per far questo bisognerebbe avere
una legge elettorale maggioritaria e non proporzionale, qualcosa di simile a
quella che ci permette adesso di eleggere i nostri sindaci.
Tutti possono partecipare alle
elezioni con le alleanze pre-elettorali che preferiscono, se qualcuno riesce ad
emergere al primo turno bene (ad ottenere cioè il 50% più uno dei voti),
altrimenti si fa lo spareggio, un secondo turno, fra i primi due che hanno avuto
più voti … dunque, niente ammucchiate post elettorali e rimane intatto il
programma e la squadra di governo di chi vince.
Adesso assistiamo a questo triste
balletto delle alleanze possibili, di quelle probabili e di quelle improbabili,
dei veti unidirezionali e di quelli incrociati, dell’attesa, del temporeggiare,
dell’affrettarsi perché domani è già tardi e ieri era il momento giusto, della
furbizia, dell’orgoglio, dell’ambizione, del delirio del potere che logora
sempre sia chi ce l’ha sia chi non ce l’ha.
Cercate di comprendere il vero
motivo di ogni mossa di ciascuno e se non vi farete ingannare dalle apparenze,
la dove sussistano, vi accorgerete che ogni cosa viene fatta o detta in
funzione del proprio potere personale, in funzione del potere del gruppo a cui
si appartiene, in funzione dei benefici che quella persona e quel gruppo, più o
meno allargato, crede di poterne ricavare, non in funzione del bene collettivo.
Quest’ultimo essere mitologico,
il bene collettivo, ormai l’abbiamo perso di vista da sempre, pensate
all’affermazione di Claudio Amendola, che si è sempre detto di sinistra, che
improvvisamente dice che Salvini è il più grande leader degli ultimi vent’anni
(e dopo le contestazioni che gli sono piovute addosso incrementerà a 30 gli
anni), penserete che lo faccia perché è un leccaculo, perché sta tentando di
salire sul carro del vincitore, perché potrebbe essere a maggioranza leghista
la prossima Commissione per la Cinematografia che deciderà quali sono i film da
riconoscere di interesse culturale e che, quindi, meritano di ricevere i
contributi statali.
Dove c'è Barilla c'è casa, e dove c'è Berlusconi c'è .... |
No, io credo che il suo
ragionamento sia diverso e molto più semplice e molto più primitivo nello
stesso tempo, ascoltate con attenzione le parole che dice nel suo intervento e
concorderete con me: egli ammira Salvini perché ha portato la Lega da fenomeno
locale circoscritto al nord a fenomeno nazionale e dal misero 4-5% in cui
versava ultimamente al 17 e passa % … un fenomeno!
In sintesi, il successo decreta
la genialità dell’uomo, successo non inteso in termini di cose fatte, di
obiettivi raggiunti, di problematiche sensibilmente migliorate, o di abilità politiche nel tessere accordi o nel prospettare soluzioni efficaci ai problemi e convincere gli altri della loro bontà, anche perché
Salvini non ha ancora governato un solo giorno e non sappiamo se mai lo farà e fin'ora il suo contributo al benessere mondiale, europeo, italiano, padano è pressoché nullo e sfiora lo zero assoluto, in quasi trent'anni di carriera politica, mentre è più apprezzabile il miglioramento del suo benessere personale;
la vittoria stessa è un successo, tutti quei voti per lui e per il suo partito.
Se così fosse Di Maio sarebbe
addirittura l’Einstein o il Freud della politica, visto che dal nulla ha tirato
su il 32 e passa %, Di Maio non ha mai lavorato, non ha mai conseguito nulla di
rilevante, non si è mai distinto per cosa alcuna, non ha mai brillato, eppure
come funghi o come asparagi ha coagulato milioni di voti, molti più di quelli
del solo Salvini, e prima di lui Renzi era giunto al 40 e passa % alle europee
del 2014 e l’Italia tutta sembrava diventata tutta renziana, come ora sembra
oscillare fra Salvini e Di Maio in attesa che si allestisca un carro del
vincitore certo su cui salire.
Non c’è dubbio che non si
giungerà a nessun accordo fra nessuno, pare di assistere alla riproposizione
del dilemma del contadino che deve trasportare con una barca sulla riva opposta
una pecora, un lupo e un cavolo, ma senza alcuna persona di media intelligenza
che sappia risolverlo.
E probabilmente il dilemma
politico attuale, causato dalla legge elettorale e dai trumvirati che a noi
italici piacciono tanto dai tempi della repubblica di Roma
(Cesare-Crasso-Pompeo, Ottaviano-Marco Antonio-Lepido), non ha soluzione
alcuna: Salvini vorrebbe un’alleanza con Di Maio, ma Berlusconi non vuole,
meglio trattare con il PD che è più malleabile in fatto di Giustizia.
Salvini non mollerà la coalizione
e non tanto per fedeltà e lealtà verso di loro (dal momento che la coalizione
stessa è stata cartello elettorale costruito molto faticosamente e non su basi
solide o su ferrei accordi programmatici), ma per il semplice fatto che con
tutto il peso della sua coalizione può fare da padrone in ogni accordo, da solo
sarebbe subalterno ai Cinque Stelle; al PD non conviene fare accordi con
nessuno, deve rifiutare ogni proposta, se non vuole sparire del tutto dalla
scena politica, dopo essere costretto a votare per solidarietà e per senso di
responsabilità qualsiasi cavolata venga proposta dai suoi nuovi alleati.
E le cavolate promesse in
campagna elettorale sono così tali e tante e di una enormità assoluta che non
mi meraviglio che siano passate e che siano state credute dai beoti, se vuoi
fare promesse sparale grosse, faranno sensazione e resteranno attaccate sulla
pelle dei cittadini e nel momento del voto (o dell’acquisto) scegli sempre chi
ti fa sognare, non chi ti profila sacrifici e stenti…ce l’ha insegnato Silvio
Berlusconi e tanti altri imbonitori prima di lui.
Avremo la flat tax, tutti quanti
pagheremo il 15% di tasse, così anche Silvio Berlusconi potrà smettere di
evaderle, anche se qualcuno continuerà a farlo, solo per quel pizzico di
trasgressione che questo comporta, i migranti saranno rimpatriati tutti nei
loro paesi di origine, con i quali Salvini andrà a fare accordi bilaterali
secondo i quali siano costretti ciascuno a riprendersi i propri profughi, così
le camicie non le stireranno più le colf o le lavanderie-stirerie cinesi, ma
Daniela Isoardi.
La pizza la farà Salvini, sarà
abolita la margerita napoletana per far posto al crostone salviniano o alla
margherita rivisitata di Carlo Cracco, rigorosamente in camicia nera e fez ..
quella dei semi di basilico non l’ho capita, cosa facciamo, li annaffiamo e
aspettiamo che cresca il basilico? La Fiat cambierà nome alle sue autovetture,
anche la Panda si chiamerà Ferrari, pur avendo il motore Panda, la carrozzeria
Panda, pur essendo una Panda in TuttoXTutto, così anche se Lapo la distrugge
farà al massimo qualche centinaio di euro di danni, invece di 30 mila …
distruggerla “da fermo” … la curiosità su come ha fatto mi sta uccidendo.
Non vi siete accorti di come le
cose siano migliorate già adesso, al solo annuncio della vittoria dei Cinque
Stelle e della Lega? Ve lo ricordate prima com’era? Stavamo vivendo una vera e
propria invasione di immigrati, arrivavano a migliaia su barconi stracarichi,
dicevano di scappare dalla guerra, dalla fame, dalla povertà, chiedevano l’asilo
politico, in realtà scendevano dalle barche col rolex al polso, le scarpe di
Prada e cellulari ultimo modello, e noi li alloggiavamo in alberghi a cinque
stelle (mentre i nostri terremotati vivono ancora nelle baracche), o in
villaggi vacanze con musica tribale, cocktail serviti su noci di cocco e
Fiorello come animatore, e davamo a ciascuno 35 euro al giorno senza far
niente.
E loro per ringraziarci si
comportavano in maniera arrogante, spacciavano e scippavano le vecchiette,
violentavano le nostre donne, erano rozzi e volgari e diventavano violenti se
solo osavi contestarli; inoltre, in mezzo a loro viaggiavano tanti terroristi
dell’Isis pronti a fare degli attentati nelle nostre città.
Persino Minniti veicolava queste
paure, regalando così alla destra estrema una valanga di voti, per ringraziarlo
Salvini e Di Maio dovrebbero confermarlo come Ministro dell’Interno, in fondo
chi sa manganellare la gente meglio di lui? E chi stipula meglio di lui scellerati
accordi con la Libia secondo i quali i libici, foraggiati da parecchi milioni
di euro e da accordi commerciali super-vantaggiosi con l’Europa, si impegnano a
non far partire barconi di migranti dalle loro coste (o a limitarne il numero),
e a rinchiudere in lager che non hanno nulla da invidiare a quelli nazisti, i
migranti che giungono sul loro territorio, sfogando su questi disgraziati tutto
il loro sadismo e la loro libidine, rendendoli semplici oggetti d’uso? Il
taglio di capelli alla “duce” ce l’ha già!
Io ero così preoccupato che ogni
volta prima di andare a dormire controllavo sempre che sotto il letto non ci
fosse qualche barcone di immigrati prima di addormentarmi, e ogni volta che
aprivo l’armadio per cambiarmi la camicia, prendevo le mie precauzioni per
difendermi da un terrorista armato che stesse li in agguato per tagliarmi la
gola, ogni volta che mi affacciavo in bagno, temevo di veder uscire dal wc
truppe di pentastellati con spugne, cif anticalcare, vetril, spik & span,
mocio e stracci pronti a pulire tutto a specchio e tirarlo a lucido.
E ogni volta che andavo in cucina
o in tinello avevo paura di incontrare la Isoardi col ferro da stiro o con in
mano la pizza che Salvini ha postato di recente sul suo profilo twitter, o
Carlo Cracco con la sua pizza, ribattezzata “pizzetta nera”, perché ogni volta
che viene ordinata, parte la musica di “faccetta nera” nel momento in cui viene
servita al tavolo.
Non trovate anche voi che è
bastato solo l’annuncio della vittoria di Lega e Cinque Stelle perché i
terroristi se la facessero sotto dalla paura e i migranti cambiassero il loro
itinerario e i loro programmi per la prossima vacanza?
Ma se fosse impossibile trovare
accordi per formare il nuovo governo, vi conforterà sapere che Lapo Elkan si
mette a disposizione dell’Italia, qualora ce ne fosse bisogno, qualora cioè
mancassero gli imbecilli, pronto ad assumere qualsiasi incarico, da Capo del
Governo, ad un ministero o anche solo di rappresentanza nel mondo.
Potete essere titubanti quanto
volete su questa candidatura, però dovete ammettere che Lapo non ha bisogno di presentazioni,
tutti quanti nel mondo sanno benissimo chi è, è un tipo che può fermare un
pallone nel corso di una partita di basket negli USA (quasi come Giosuè fermò
il sole con la mano), è un noto cocainomane che è solito festeggiare con i
trans e che per poterseli mantenere si rapisce da solo, è l’unico in grado di
distruggere una Ferrari da fermo … provate vi se ne siete capaci!
Io credo che, come non fu lecito
mettere i 30 denari di Giuda assieme al tesoro del tempio, non è corretto
mettere, dopo le elezioni e dopo che ciascuno ha fatto di tutto per
accreditarsi come migliore e diverso dei suoi avversari, dopo anche aver
sottolineato a sufficienza quanto anzi questi avversari fossero pericolosi e le
loro proposte ridicole, mettere assieme
queste persone e queste proposte diverse per governare non funzionerebbe, la
tensione e la diffidenza sarebbero troppe e le soluzioni trovate sarebbero
inevitabilmente poco meditate, cucite con fili sottili, pronte a spezzarsi da
un momento all’altro … non avremmo alcuna garanzia di stabilità di governo.
Non credo nel cosiddetto “governo
di scopo” o “governo del Presidente”, veniamo da un quinquennio di governi di
questo tipo e abbiamo solo perso tempo; non credo che sia il caso di fare solo
una nuova legge elettorale per andare alle urne su nuove basi, non si fanno
leggi elettorali a ridosso delle elezioni e così come per quella in vigore,
anche la nuova legge sarebbe studiata per garantire la vittoria o la
sopravvivenza degli attori politici in gioco.
Credo sia molto meglio tornare
alle urne con questa legge (perché questa abbiamo, a meno che la consulta non
la ritenga a breve anticostituzionale, allora si potrebbe riprendere il cosiddetto
Mattarellum, l’ultima legge che non ha subito contestazioni riguardo alla sua
costituzionalità), e così finalmente vedremo se i politici scesi nell’agone
elettorale sono davvero quei grandi statisti che crediamo, oppure degli emeriti
Pirlo.
Ma per il momento godiamoci per
un breve istante la prospettiva di avere un “governo Fico”.
“Blondie: You see, in
this world there's two kinds of people, my friend: Those with loaded guns and
those who dig. You dig”.
(Sergio Leone, The
Good, the Bad and the Ugly, ending scene).