[Storia di quello che prometteva d’essere un giallo letterario dai risvolti inquietanti, una di quelle formidabili avventure che...]
27
lug 2019, 05:27
Caro
Luigi, ti sottopongo un caso che credo ti interesserà, anche per
chiederti consiglio data la tua conoscenza di cose vaticane e di
filiere librarie. L’altro
giorno è venuto da me un professore di scienze ambientali,
anzianotto ma sembra molto in gamba, gioviale, ha fatto consulenza a
Obama per tutti gli otto anni etc. e adesso insegna da noi ma credo
sia stato assunto per far figura, non risponde a nessun dipartimento
ma solo ai capi dell’amministrazione.
Orbene, questo docente è da anni impegnato in una prova tanto
estenuante quanto - fino ad ora - vana: provare a dare un nome o
cavare qualche notizia utile su tale Padre Luis Gallet, autore del
libro El Padre, storia della sua missione in un villaggio remoto
delle lontane aree indigene brasiliane. Il libro è stato scritto
negli anni 60, tradotto in varie lingue, da noi edito da Borla, e a
detta del docente pur essendo datato è un testo fondamentale per un
approccio nuovo alla sostenibilità del mondo globale etc. Ora qui
viene il bello: anche se nel libro lui dice di venire dalla diocesi
di Nizza - mi sembra - il professore ha fatto ricerche
dettagliatissime e di questo Gallet negli archivi della diocesi non
c’è
traccia, così come i nomi delle città francesi nel testo sono tutti
inventati di sana pianta. Pare che il libro sia stato fatto sparire,
due nuovissime Storie del Brasile non lo nominano, così come altri
testi dedicati alla teologia della liberazione, di cui questo libro
dovrebbe essere uno dei pilastri fondanti. Insomma, non ci si capisce
un cazzo. Questo era uno che è diventato scomodo, troppo preso nella
sua missione di prete d’assalto?
La traduzione in inglese è stata resa come Freedom to starve che
diciamo non suona benissimo per una chiesa cattolica impegnata in
mille maneggi finanziari e in ancor più numerose intemerate a favore
di imprenditori filibustieri sì, ma amici-amici. Io ho suggerito al
docente due cose: a) investigare su associazioni cattoliche di
sinistra che possono aver avuto a che fare con lui personalmente o
con la pubblicazione del libro; b) trovare uno sponsor che gli
permetta di avere accesso a qualche informazione nella biblioteca
vaticana, magari mettendo sul piatto una certa accondiscendenza verso
le posizioni della chiesa nei prossimi interventi del prof che
saranno ai massimi livelli - testi che avranno diffusione universale,
documenti adottati dalle nazioni unite etc. in un momento in cui la
chiesa deve far dimenticare tante brutte situazioni... Tu che dici?
Qualsiasi tuo pensiero sarà come sempre prezioso.
***
27
lug 2019, 06:21
Sono
a Ischia, dammi il tempo di tornare a Napoli, martedì, per frugare
nei miei scaffali, e al massimo entro giovedì ti faccio sapere. Ti
abbraccio,
L.
27
lug 2019, 15:21
Grazie,
carissimo, un abbraccio anche a te.
***
4
ago 2019, 17:15
Non
mi sono dimenticato di te, ma ho avuto imprevisti. Provvederò appena
possibile. Ciao.
L.
4
ago 2019, 19:38
Tranquillissimo,
nessun problema. Spero imprevisti non sgradevoli. Alla prossima.
***
5
ago 2019, 21:58
Cominciamo
col dire che non si tratta di padre Luis Gallet, ma di padre Paul
Gallet, e che non è mai esistito per la semplice ragione che è uno
pseudonimo, molto probabilmente dello Jean-Marie Perret che si
presentò come curatore dell’edizione
di El Padre in Francia. Non avevo il libro, ma ce n’era
ancora una copia su eBay, mi arriverà venerdì 9. Lo porterò con me
a Berlino dove starò per 4 o 5 giorni, solo dalla lettura potrò
dirti qualcosa. Il Consolato del Brasile a Napoli, che peraltro ho
scoperto essere a meno di 100 metri da casa mia, è chiuso dal 1
agosto al 19 settembre, ma ho inoltrato via email una richiesta di
incontro col console accennando, pur vagamente, alla questione. Ti
farò sapere. Ciao.
L.
5
ago 2019, 22:22
Allora
subito grazie per l’interessamento, ho già girato le informazioni
al collega, il quale si starà fregando le mani. Sul nome del
missionario sotto pseudonimo ho fatto una cappella io e ti chiedo
scusa, dovendo compattare molto materiale in una sola mail mi sono
incartato. Per cui grazie ancora e se il collega scopre qualcosa -
sarà presto in italia per ricerche - ti tengo informato.
***
8 ago
2019, 21:17
Caro
***, il volume di Paul Gallet mi è arrivato con un giorno di
anticipo e mi sono fiondato a leggerlo preso dalla curiosità
instillatami dalla tua prima email di questo scambio. Per darti la
misura della mia delusione, riporto alcuni brani della tua email.
«Questo docente è da anni impegnato in una prova tanto estenuante
quanto - fino ad ora - vana: provare a dare un nome o cavare qualche
notizia utile su tale Padre Luis Gallet, autore del libro El Padre,
storia della sua missione in un villaggio remoto delle lontane aree
indigene brasiliane». Mi chiedo se «questo docente» abbia almeno
letto El Padre: fin dalla presentazione del curatore, Michel Quoist,
e dalla introduzione dello stesso, si fa presente che Paul Gallet è
uno pseudonimo, e che dunque ricerche su quel nome non possono
materialmente dare notizie significative; altra cosa è cercare di
capire chi ci sia dietro quel nome, e qui - con le riserve del caso -
io credo di poter avanzare un’ipotesi, ancorché con l’azzardo
dato dal non avere a disposizione il testo in lingua originale: Paul
Gallet non è altri che lo stesso Michel Quoist, che ha probabilmente
elaborato in forma di epistolario le chiacchierate con un (o più
probabilmente più d’un) presbitero volontario in Brasile:
estremamente indicative in tal senso le consonanze lessicali tra
alcuni passaggi delle lettere (per esempio, la circolare n. 4 di pag.
38 et segg.) e il testo dell’introduzione (ma potrebbe trattarsi di
un artefatto dato da un’omogeneizzazione lessicale voluta dalla
traduttrice, Piera Zamaglino). «Ora
qui viene il bello: anche se nel libro lui dice di venire dalla
diocesi di Nizza - mi sembra - il professore ha fatto ricerche
dettagliatissime e di questo Gallet negli archivi della diocesi non
c'è traccia, così come i nomi delle città francesi nel testo sono
tutti inventati di sana pianta». Ma è ovvio: è chiaramente
affermato dal Quoist che i nomi delle città sarebbero stati
«inventati di sana pianta [per] rispettare l’incognito di questa
testimonianza» (pag. 9). «Ricerche dettagliatissime»? A che pro
con queste premesse? «Pare
che il libro sia stato fatto sparire». Ma proprio per nulla:
difficile trovarlo in italiano (ti ho detto che su eBay c’era
un’unica copia, ora mia), ma in Francia e altrove (soprattutto in
lingua inglese) si trova, eccome. «Due
nuovissime Storie del Brasile non lo nominano, così come altri testi
dedicati alla teologia della liberazione, di cui questo libro
dovrebbe essere uno dei pilastri fondanti». Perché dovrebbero
nominarlo? Non ha alcun valore documentale sul piano della ricerca
storica o di quella sociologica. E perché, poi, dovrebbe essere un
pilastro fondante della teologia della liberazione, visto che è
privo di ogni elaborazione teologica, sia sul piano della dottrina
morale, sia su quello della dottrina sociale? Insomma,
caro ***, un falso problema. Purtroppo.
L.
8 ago,
21:48
Mi
dispiace moltissimo che tutta questa aspettativa si risolva in una
panna montata anche un po’ rancida. Inoltrerò tutto al collega,
forse uno dei problemi è che un filino di preparazione
storico-letterario-filologica gli sarebbe servita per non darsi così
facilmente a tali entusiasmi. Che poi, per rafforzare gli stereotipi,
è anche una cosa straordinariamente americana. In ogni caso grazie
ancora.
***
[Macché giallo, macché avventura.]