Elon Musk si è intromesso indebitamente negli affari interni di un altro Paese. Gli americani fanno così con tutti, da sempre, perché scandalizzarsi solo ora? Nel merito, Musk ha ragione (ma dovrebbe prima guardare in casa propria). Non mi riferisco allo specifico relativo al carcere costruito in Albania e alla decisione del governo di imprigionarvi delle persone, ma per quanto riguarda il fatto che l’ordine giudiziario italiano agisce, in genere, come una casta di intoccabili che fanno e disfano a loro piacimento.
Ultimo esempio che mi viene in mente è dato dalla procura di Torino, che, mentre si accingeva a riaprire le indagini sulla sparatoria avvenuta nel lontano giugno 1975 davanti alla cascina Spiotta, in località Arzello nei pressi di Acqui Terme, dove morirono l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e la fondatrice della Brigate rosse Margherita Cagol, non sapeva che nel 1983 l’autorità giudiziaria di Alessandria aveva già condotto una propria inchiesta sugli stessi fatti contro Angelo Basone e Lauro Azzolini, due brigatisti poi prosciolti nel novembre 1987. La circostanza è stata candidamente ammessa dal pubblico ministero Emilio Gatti nella discussione che si è tenuta lo scorso 26 settembre durante l’udienza preliminare che ha deciso di rinviare a giudizio gli ex militanti della Brigate rosse. E poi pare ci siano anche altre procedure della procura palesemente contrarie alla legge. Ma chi se ne occupa dei nostri media? Inoltre, come mai la procura titolare delle nuove indagini non ha voluto fare luce sulla morte di Mara Cagol nonostante la perizia ne avesse accertato l’uccisione a freddo?