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Post di Doc
Philomena è una signora anziana che ha trascorso una normale
vita famigliare lavorando come infermiera in una cittadina di provincia inglese. Porta dentro di sé un terribile segreto. Adolescente e ospite di un tristo
convento ostello per adolescenti abbandonate, ha avuto un figlio da un rapido
incontro in un luna-park. La sua colpa
in una integralista Irlanda degli anni 50’ viene scontata lavorando, assieme
ad altre compagne con analoghe situazioni, nei ”servizi” del convento, in
cambio di vitto, alloggio e ”un’ora d’aria” al giorno con il suo piccolo. Ma il convento è il luogo di baby shopping
per americani ricchi. Così il piccolo le
viene sottratto e per la carità di una
pietosa novizia, di quel bimbo dopo cinquant’anni le rimane una straziante
unica fotografia. L’incontro con un
giornalista “esodato” dall’ufficio-stampa di Tony Blair, che si appassiona alla
vicenda, porta il duo in America dove
riescono, tramite rocamboleschi escamotages, a ricostruire la vita avuta dal
ragazzo e i suoi sviluppi affettivi raggiunti. Soprattutto e ciò avviene alla fine, realizzano
la scoperta, di come il figlio creduto
perso, abbia ritrovato il suo
ricongiungimento con la madre e la sua origine. Non dirò come, perché in ciò si dipana il dramma di una
madre mutilata nella sua maternità dalla rigidità cattiva di istituzioni
ufficialmente caritatevoli, non sempre tali. Fantastica la resa recitativa di Judi Dench, che
anche con umorismo riesce a metabolizzare esperienze durissime senza farsi
coinvolgere dall’odio né farsi sommergere dalla colpa, ma semmai elaborando una
pratica di dolente tolleranza. Tratto da
una storia vera, è un film, a mio parere, molto commovente e profondo. doc