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"«Isildur s'impadronì dell'Anello e non avrebbe dovuto. [...] Ma pochi videro il gesto di Isildur: lui era solo accanto a suo padre in quel combattimento all'ultimo sangue; e a fianco di Gil-galad eravamo solo io e Círdan. Ma Isildur non volle ascoltare i nostri consigli. "Terrò questo in memoria di mio padre e di mio fratello" disse, e lo conservò gelosamente lo volessimo o no. [...]»"
Elrond, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Consiglio di Elrond".

Isildur fu un nobile del popolo dei Dúnedain di Númenor, appartenente alla stirpe dei Signori di Andúnië, una linea cadetta della Casa di Elros, e fu inoltre il secondo Alto Re dei reami di Gondor e Arnor. Figlio di Elendil, nacque a Númenor nel 3209 SE, vivendovi per i primi cento anni della sua vita e dove venne alla luce il suo primogenito Elendur.

Nel 3319 SE Isildur, assieme al padre e al fratello minore Anárion, guidò l'esodo dei Númenoreani ancora fedeli ai Valar nella Terra di Mezzo, salvandoli così dall'ira di Eru, causata dallo sconsiderato comportamento di Ar-Pharazôn, che condusse alla rovina l'Ovesturia inabissandola nel Grande Mare.

Mentre Elendil si stabilì dell'Eriador, dove fondò il reame di Arnor, Isildur e Anárion andarono nel sud alla fase dell'Anduin, dove fondarono il reame di Gondor. Isildur edificò la città di Minas Ithil, dove piantò l'arbusto di Nimloth che aveva salvato, e governò per circa un secolo assieme al fratello, il quale risiedeva invece nella città di Minas Anor.

Nel 3429 SE le forze di Sauron attaccarono Gondor conquistando Minas Ithil e obbligando Isildur a raggiungere il nord in cerca di aiuto, mentre Anárion teneva impegnato l'Oscuro Signore a Osgiliath.

Nel 3434 SE discese da nord assieme all'esercito dell'Ultima Alleanza, combattendo valorosamente nela Battaglia di Dagorlad e prendendo parte al successivo Assedio di Barad-dûr, nel quale trovò la morte il fratello.

Nel 3441 SE affrontò e sconfisse Sauron in duello, sottraendogli l'Anello, ma non lo distrusse nonostante i consigli di Elrond e Círdan, rifiutando di buttare l'Anello nel Monte Fato. Siccome il padre perì combattendo contro l'Oscuro Signore, Isildur gli succedette quale Alto Re di Gondor e Arnor, ma non regnò a lungo: morì infatti assieme ai suoi figli maggiori nell'anno 2 TE ucciso dagli Orchi nella Battaglia dei Campi Iridati.

Alla sua morte suo figlio minore Valandil, il quale era rimasto a Gran Burrone in quanto ancora bambino, divenne Re di Arnor mentre suo nipote Meneldil (figlio di Anárion) s'incoronò Re di Gondor separando di fatto i reami dei Dúnedain in due entità distinte.

Etimologia[]

Il nome Isildur deriva dall'antica lingua Quenya e significa letteralmente "Figlio della Luna".

Biografia[]

Nascita e fuga da Númenor[]

Isildur nacque nel 3209 della Seconda Era a Númenor durante il regno di Tar-Palantír, l'ultimo Sovrano della Casa di Elros a tentare di ritornare alle antiche tradizioni dei Dúnedain, in contrapposizione agli Uomini del Re.

Egli era il figlio primogenito di Elendil figlio di Amandil ed ebbe un fratello più giovane di nome Anárion. In quanto figlio di Elendil, il giovane apparteneva alla famiglia dei Signori di Andúnië, una linea cadetta della Casa di Elros, i quali si erano messi a capo della fazione degli Elendili, ovverosia di quei Dúnedain che non approvavano la politica degli Uomini del Re e lottavano per preservare l'amicizia con gli Elfi e la fedeltà ai Valar; si può dunque pensare che Isildur abbia ricevuto un'educazione incentrata sulle antiche tradizioni dei Dúnedain e sull'apprendimento delle lingue elfiche. Intorno agli ottant'anni, età nella quale i "giovani" Uomini dell'Ovesturia erano soliti prendere moglie, si sposò con una nobile dama numenoreana (presumibilmente anch'essa appartenente alla fazione dei Fedeli e imparentata con la casa reale) e nel 3299 SE nacque il suo figlio primogenito Elendur.

Isildur and the fruit of Nimloth by MirachRavaia

Isildur durante la sua impresa di salvare un frutto di Nimloth, in un'illustrazione

Dopo che Sauron impose la propria maligna influenza su Númenor, attraverso il traviamento della mente del Re Ar-Pharazôn, Isildur e i suoi familiari tentarono di opporsi alla dissennata politica contro i Valar imposta dall'Oscuro Signore, ma con scarso successo. Quando il giovane seppe che Sauron aveva convinto il Re a distruggere Nimloth, l'Albero Bianco divino che cresceva nei giardini del palazzo reale e simboleggiava il legame di Númenor con Valinor, decise di agire prima che fosse troppo tardi: qualche notte prima che l'Albero venisse distrutto, Isildur riuscì a introdursi di nascosto nel Palazzo Reale e a recuperarne un frutto, così da preservarlo. Tuttavia, nel corso della fuga dal palazzo reale, fu scoperto dalle guardie e dovette farsi strada combattendo, e nella concitazione del momento ricevette un grave ferita che avrebbe potuto rivelarsi mortale.

Nonostante la gravità delle sue ferite, Isildur riuscì a seminare le guardie e a raggiungere la casa di suo nonno Amandil a Rómenna, giungendovi tuttavia in così gravi condizioni che fu sul punto di soccombere. Tuttavia il frutto di Nimloth, riconoscente a Isildur per la sua coraggiosa impresa anche a costo della sua stessa incolumità, compì un miracolo e guarì il giovane dalle ferite, permettendogli di riprendersi. Il frutto fu quindi piantato nel giardino della casa di Amandil e attentamente curato e sorvegliato, così da preservarlo.

Nel 3318 SE Isildur, assieme al padre ed al fratello, abbandonò Númenor poco prima che essa venisse completamente distrutta dall'ira divina assieme a tutte le navi dei Fedeli ancora rimasti sull'Isola. Con sé il giovane principe portò molti tesori, salvandoli dalla distruzione, tra i quali vi erano i Palantiri, armi, gioielli e appunto l'alberello nato dal frutto di Nimloth che egli aveva recuperato anni prima.

La Terra di Mezzo e la Guerra dell'Ultima Alleanza[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Guerra dell'Ultima Alleanza, Caduta di Minas Ithil (3429 SE), Battaglia di Dagorlad e Assedio di Barad-dûr.

Giunto che fu nella Terra di Mezzo Isildur, mentre il padre Elendil sbarcò a nord, dove fondò il reame di Arnor, assieme al fratello Anárion raggiunse la foce dell'Anduin, presso la città di Pelargir, dove nei secoli precedenti molti Dúnedain della fazione degli Elendil si erano trasferiti per sfuggire alle persecuzioni degli Uomini del Re. I due fratelli risalirono il fiume e, una volta trovato il luogo per loro adatto, fondarono la città di Osgiliath che divenne la capitale del nuovo reame noto come Gondor, governato da una diarchia formata da Isildur e suo fratello Anárion. Mentre suo fratello si stabilì sulla riva occidentale del fiume Anduin, dove fondò la città fortificata di Minas Anor, Isildur si stabilì invece sulla riva orientale, in quella che sarebbe poi diventata la provincia dell'Ithilien, scegliendo una profonda valle degli Ephel Duath, dove costruì una sua città che denominò Minas Ithil; in questa città, nel giardino del suo palazzo, piantò l'alberello che aveva tratto in salvo da Númenor e che divenne il Primo Albero Bianco di Gondor. Per quasi un secolo egli condivise con il fratello Anárion il governo di Gondor, regnando saggiamente sui Dúnedain di quelle terre ed estendo i confini a nord e a sud. Fu sempre nella Terra di Mezzo nacquero gli altri suoi tre figli: AratanCiryon e il minore Valandil.

Isildur and Sauron by Joona Kujanen

Duello tra Isildur e Sauron, Joona Kujanen.

Tuttavia nel 3429 Sauron, recuperate le forze dopo la distruzione di Númenor, scatenò una violenta offensiva contro Gondor e conquistò Minas Ithil mettendola a sacco; Isildur dunque lasciò al fratello il compito di difendere Gondor, mentre lui si recava al nord per organizzare con il padre un esercito di soccorso. Nel 3434 Isildur, insieme al padre Elendil e al signore degli elfi Gil-galad, tornò nell'Ithilien al comando dei guerrieri dell'Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini, sbaragliando l'esercito che Sauron aveva inviato contro Gondor nella Battaglia di Dagorlad e riunendosi al fratello Anárion. Inizialmente vittoriose, le armate dell'Alleanza riuscirono a ricacciare il nemico fino a Mordor, arrivando a porre sotto assedio la torre di Barad-dûr residenza dell'Oscuro Signore di Mordor.

Isildur and the Ring by Abe Papakhian

Isildur rivendica l'Unico Anello per sé, Abe Papakhian.

L'assedio, durante il quale il fratello di Isildur trovò la morte, durò per sette anni finché, nel 3441 SE, l'Oscuro Signore non decise di mettersi egli stesso alla testa delle sue truppe, lanciando una grande sortita che mise in seria difficoltà gli eserciti dell'Alleanza. Durante i combattimenti trovarono la morte, Elendil, e Gil-Galad uccisi da Sauron stesso durante un duro duello.

Isildur stesso stava per essere sopraffatto ma, spinto dalla disperazione, prese dalle mani di suo padre ciò che rimaneva della spada Narsil, e con essa tagliò a Sauron una mano, sottraendogli l'Unico Anello, fonte di tutta la sua potenza e decretando la vittoria degli eserciti del bene sulle forze di Mordor. Sauron fu così sconfitto e perse la capacità di assumere forma fisica per migliaia di anni, garantendo pace alla Terra di Mezzo. Isldur tuttavia non distrusse l'Anello, ma colpito dalla sua potenza, lo rivendicò per sé e per il suo casato.

La pergamena di Isildur[]

Scritta dell'Unico Anello

Incisione sull'Unico Anello.

In seguito all'impossessamento dell'Anello da parte di Isildur, il Re si recò a Minas Anor dove sostò alcuni anni. Qui scrisse un documento che rimase negli archivi della città finché tremila anni dopo non venne ritrovato da Gandalf il Grigio:

"Il Grande Anello apparterrà d'ora in poi al Regno del Nord; ma a Gondor rimarranno alcuni documenti in proposito, nel caso che un giorno il ricordo di una questione sì importante fosse offuscato, poiché anche qui vivono gli eredi di Elendil."
—Pergamena di Isildur, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Consiglio di Elrond".

Nella pergamena, Isildur descrisse attentamente l'Anello e le scritte sopra riportate:

"Era caldo al primo momento, caldo come ferro rovente, e la mia mano ne fu scottata a tal punto che dubito di poter mai liberarmi dal dolore. Eppure nel mentre io scrivo esso si sta rinfrescando, e mi è parso di vederlo restringersi, senza tuttavia perdere né forma né bellezza. Di già la scritta incisa su di esso, che sulle prime era chiara al pari di una rossa fiamma, sbiadisce ed è ormai appena leggibile. I caratteri sono quelli elfici di Eregion, poiché non vi sono a Mordor lettere idonee ad un lavoro sì minuzioso, ma la lingua è a me sconosciuta. Suppongo sia della Terra Nera, perché è rozza ed irregolare; quali malvagità essa dica, lo ignoro, tuttavia traccio qui una copia della scritta qualora dovesse sbiadire senza lasciare indizi. Manca all'Anello forse il calore della mano di Sauron, che era nera, eppur bruciava come fuoco, tanto da distruggere Gil-Galad: e forse se si riscaldasse nuovamente l'oro, la scrittura tornerebbe viva. Ma non sarò io a rischiare di danneggiare questo oggetto: di tutte le opere di Sauron l'unica che sia bella. Mi è caro, benché lo stia acquistando con grandi sofferenze."
—Pergamena di Isildur, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Consiglio di Elrond".

Il Disastro dei Campi Iridati e la morte[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Battaglia dei Campi Iridati.
Morte di isldur

Morte di Isildur

Isildur lasciò al nipote Meneldil, figlio di suo fratello, il controllo di Gondor, ed egli ritornò ad Arnor tre dei suoi figli. Lungo la strada per Gran Burrone, tuttavia, il Re e il suo seguito vennero attaccati nei pressi dei Campi Iridati, da una nutrita schiera Orchi e i figli di Isildur furono uccisi.

Il Re tentò di fuggire gettandosi nel fiume e infilando l'Anello per rendersi invisibile, ma venne tradito dall'Anello che si sfilò dal suo dito rendendolo nuovamente visibile ed esponendolo agli attacchi degli Orchi.

Da quel momento l'Anello fu chiamato il Flagello d'Isildur, e di esso si perse ogni traccia finché non fu ritrovato da Sméagol.

Eredità[]

Isildur fu l'ultimo e il più valoroso Re a governare su entrambi i due regni degli Uomini, finché il suo discendente Aragorn - col nome di Re Elessar - non riunì i regni dopo aver affrontato l'ultima minaccia di Sauron.

Dei figli di Isildur si salvò infatti il quarto, Valandil, il quale si trovava con sua madre a Gran Burrone nel momento del disastro dei Campi Iridati, e da esso discesero i Re di Arnor e i Capitani dei Raminghi, che riuscirono a preservare intatta la linea di Isildur fino alla Terza Era, quando appunto Aragorn non rivendicò il trono di Gondor riunificando i due regni.

Adattamenti[]

Il Signore degli Anelli (1978)[]

Nel film di Bakshi Isildur appare nel prologo e viene fatta vedere la sua morte, anche se non rispecchia il libro: in questo adattamento animato infatti il Re viene sorpreso dagli Orchi mentre in riva al fiume ammira l'Anello e viene colpito a tradimento con delle frecce.

Trilogia de Il Signore degli Anelli (2001-2002)[]

Isildur 2001

Isildur nella trilogia di Peter Jackson.

Isildur appare nel prologo del primo film della trilogia e in diversi flashback di altri personaggi. In questo adattamento il Re viene interpretato da Harry Sinclair, amico di Peter Jackson, in quanto il regista riteneva l'attore l'ideale per interpretare il personaggio corrotto dal potere. Ha solamente una battuta in tutto il film.

Il film ha comunque dato un immagine diversa del personaggio rispetto al libro: in questo adattamento cinematografico infatti, non viene resa appieno la Battaglia dei Campi Iridati, dove Isildur sembra darsi immediatamente alla fuga, mentre ne I Racconti Perduti si narra come in realtà siano stati i suoi stessi uomini ad invitarlo a fuggire.

Altro punto che non viene chiarito molto bene è la questione dinastica: dal film infatti lo spettatore può trarre l'errata convinzione che Isildur sia stato l'ultimo Re degli Uomini, mentre in realtà la Linea di Anárion e la Linea di Isildur perdurarono per millenni dopo la sua morte.

Altra licenza presa dal regista riguarda invece l'erede di Isildur: nel film infatti Aragorn sembra riluttante a diventare Re poiché, essendo erede diretto di Isildur, teme di essere come il suo avo predisposto alla corruzione del male. Niente di tutto questo è mai apparso nel libro dove anzi viene detto che Isildur era reputato un grande Re ed eroe sia in Arnor che a Gondor.

Il Signore degli Anelli Online (2007-2019)[]

La Terra di Mezzo: L'ombra della guerra (2017)[]

Shadow of War Isildur
IsildurNazgul

Isildur in the Shadow of War, sotto l'influsso di uno degli anelli di Sauron

Nel videogioco L'Ombra della Guerra (seguito del precedente L'Ombra di Mordor) il personaggio di Isildur e la sua storia (similmente a quanto fatto per Helm Mandimartello) viene stravolto rendendolo uno dei nove Nazgûl.

Secondo la trama del gioco, dopo aver strappato l'Anello a Sauron, Isildur si mise in testa di divenire il nuovo Oscuro Signore. Tuttavia gli Orchi di Sauron gli tesero un'imboscata e, dopo averlo seriamente ferito, lo portarono al cospetto di Sauron che, per vendicarsi, gli mise al dito uno dei nove anelli rendendolo suo schiavo. Alla fine verrà liberato dall'impietosito Talion che, dopo avergli tolto l'Anello, lo ucciderà con la sua spada donandogli finalmente la pace eterna.

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