Con fantasmi da marte Carpenter sfrutta l’occasione per dirigere una rielaborazione in chiave fantascientifica di Distretto 13, ma allo stesso tempo ricordando altre sue celebri pellicole come il signore del male e la cosa.
In teoria il film doveva essere il terzo capitolo della saga di fuga da new york con jena plissken al posto del personaggio di ice cube. In effetti il tutto si nota in molte scene come si nota che ice cube non ha per niente lo stesso carisma e le stesse capacità attoriali di Kurt russel, ma questo non penalizza l’opera.
L’ambientazione e lo stile del film racchiudono perfettamente l’estetica dei primi anni 2000, sembra quasi di assistere ad un videogioco cinematografico.
La trama è semplice come lo era quella di distretto 13 ma presentando anche molte particolarità e sottotesti interessanti come la lotta tra i “fantasmi“ di marte e i colonizzatori terrestri.
La musiche sempre una garanzia con Carpenter, a mio avviso qui compone una delle sue colonne sonore migliori, anche grazie all’aiuto degli Anthrax.
Nel complesso fantasmi da marte è la prova che Carpenter non ha mai diretto un film considerabile brutto, e mi dispiace dirlo ma chi non è d’accordo non sa cosa sia il cinema.
abitante più sano di mente della regione campania.
]]>THIS IS CINEMA.
]]>John sborrami in gola ti prego, fate dirigere almeno un’altro film a quest’uomo prima che schiatta.
The ward è tra i film più sottovalutati degli ultimi 20 anni, a mio avviso superiore e non di poco a shutter island dello stesso anno con cui ha molte somiglianze.
Sia la trama che il lato tecnico sono impressionanti, carpenter riesce addirritura a sfruttare bene il metodo subdolo dello jumpscare.
Per la velata critica sociale (onnipresente nei film di carpenter) ai manicomi negli anni 60 ricorda molto anche qualcuno volò sul nido del cuculo.
Il cast quasi tutto al femminile compie un lavoro eccellente, ogni personaggio/personalità è caratterizzato al meglio facendo eccellere il film anche dal punto di vista psicologico.
Spero davvero in una rivalutazione in positivo da pubblico e critica di quest’opera con il passare degli anni.
Cult e capolavoro fondativo nella storia del cinema, i guerrieri della notte ha ispirato decine di film usciti dopo (oltre ad esser stato plagiato innumeravoli volte) e ha indubbiamente contribuito a far nascere una determinata estetica cinematografica.
La storia è semplice ma piena di sfaccettature e si presta a molte interpretazioni, il film si basa sul romanzo omonimo, ovvero una reinterpretazione dell’Anabasi di Senofonte, ma allo stesso tempo nel film si possono riscontrare numerosi parallelismi con l’iliade e l’odissea.
Nella sua breve durata il film presenta un cast di personaggi immenso, ogni gang del film è a suo modo iconica dai Warriors protagonisti indiscussi ma anche gli antagonisti rogues fino a gli Orphans e le Lizzies.
Il momento che ho più apprezzato dell’opera è il magnifico discorso di Cyrus, leader dei Riffs (ovvero la gang più potente) nel suo discorso quasi rivoluzionario fa notare che se le varie gang smettessero di farsi guerra da sole potrebbero prendere il potere nella città a discapito della polizia che continua a commettere crimini e abusi.
Le scene nella metropolitana, le iconiche scene alla radio, la colonna sonora, il magnifico finale sulla spiaggia, il tutto si amalgama perfettamente in questo capolavoro.
La regia ma in particolar modo la fotografia a distanza di oltre 40 anni ancora stupiscono.
Le varie gang del film mi hanno ricordato in qualche modo i Drughi di Arancia meccanica mentre l’ambientazione ricorda molto Fuga da new york uscito pochi anni dopo.
In conclusione i guerrieri del notte è un film da vedere e rivedere, anche per rendersi conto di come ha cambiato sia il cinema che l’immaginario collettivo.
Venerdi 13 parte 8 è tra i capitoli più odiati della saga, a mio avviso invece è una tamarrata godibile e divertente.
L’ottima sequenza iniziale trasuda di anni 80 da tutti pori, la prima parte del film ambientata sulla nave è abbastanza debole, sembra quasi di assistere ad un remake di titanic con jason, ma comunque riesce ad intrattenere grazie a gli omicidi e alla buona caratterizzazione dei personaggi.
Il film da il meglio di se con lo sbarco a new york, vedere jason aggirarsi per la grande mela dona un tocco di novità alla saga con un cambio di ambientazione non da poco.
Kane hodder interpreta jason magnificamente dando la fisicità necessaria al personaggio.
I difetti non sono pochi, sopratutto gli effetti speciali non sono all’altezza ma ci può stare visto il calo di budget, il trash a momenti la fa da padrone ma risultando quasi piacevole.
Il finale non l’ho gradito particolarmente ma rispetto al pessimo capitolo precedente già meglio.
Il più grande difetto del film è che le scene a new york sono troppe poche rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare.
L’avventura di jason con la Paramount si concluse abbastanza dignotosamente con questo film poi i diritti passarono alla new line, già in possesso di quelli della saga di Nightmare.
Un buon film, da non aspettarsi un biopic sui sex pistols ma un racconto molto ma MOLTO romanzato (sopratutto nelle scene finali) del rapporto tra sid e nancy, come suggerisce il titolo.
Lodevole l’interpretazione di Gary oldman, che già qui dimostrò la sua bravura e il suo potenziale come attore.
La narrazione andava sviluppata leggermente meglio, uno spettatore ignaro dei fatti potrebbe perdersi, ma allo stesso tempo il film affascina nel mostrare indirettamente (e superficialmente) alla storia d’amore tra i due protagonisti, la storia di un movimento sviluppatosi in quel periodo storico con tutti gli eccessi che ne derivano.
L’odio verso questo film da parte di johnny rotten è abbastanza comprensibile ma a mio avviso la pellicola non è da vedere come l’adattamento dei fatti realmente avvenuti (anche per ovvi motivi) ma va visto come il racconto di un amore nichilista e autodistruttivo, e in questo senso quest’opera è un piccola perla cinematografica da non sottovalutare.
Watched on Sunday October 27, 2024.
]]>Watched on Monday October 21, 2024.
]]>Venerdì 13 parte 6 è tra i capitoli della saga più apprezzati dalla critica e dai fan e ne capisco il perchè.
Con questo film inizia una nuova era per il personaggio di Jason, la sua resurrezione introduce l’elemento sovrannaturale nella saga, trasformando Jason in una sorta di entità maligna.
La sequenza iniziale è a dir poco iconica, il modo in cui jason resuscita non è tanto credibile ma il film si fa perdonare.
Rispetto ai precedenti questo è forse il capitolo più divertente e divertito, l’elemento comico è molto presente e ben fuso con l’horror.
Una nota leggermente stonata è di nuovo la presenza ormai ridondante dell’ennesimo campeggio a Crystal lake ma fortunamente il film non punta solo su quello e le uccisioni non avvengono solo lì, ad esempio molto apprezzabile e ben diretta è la scena in cui jason uccide i giocatori di paintball nel
bel mezzo di una partita.
Il modo in cui Jason viene fatto fuori da Tommy, (ormai diventato l’avversario principale del killer in questa saga) l’ho apprezzato particolarmente.
Tecnicamente il film è diretto bene, anche molto meglio rispetto ad altri film della saga, la colonna sonora di Manfredini qui è abbastanza anonima ma a livello musicale il tocco di classe sono i brani di Alice Cooper, in particolare He’s Back (The man behind the mask) composta appositamente per il film.
Capitolo molto particolare della saga e sono molto combattuto sul come valutarlo.
La mancata presenza di Jason in questo film l’ho apprezzata molto sia per la coerenza narrativa di non far resuscitare il personaggio casualmente e sia come ritorno alle origini al primo film dove come ben noto jason non è presente come villain.
Qui abbiamo un impostore che si finge jason e che inizierà un massacro tra i ragazzi di un istituto psichiatrico, il film punta constantemente ad ingannare lo spettatore facendo inizialmente credere ad un ritorno del vero jason e poi indirettamente a far dubitare di tommy, il ragazzo che uccise jason nel film precendente, il problema è che tutto questo è abbastanza prevedibile.
Ma onestamente il film mi ha intrattenuto e anche divertito il molte scene, premio l’impegno e le idee anche se non sviluppate al meglio.
Venerdì 13 parte 4 è a mio avviso il miglior film della saga fin ora.
Originariamente concepito come capitolo conclusivo della quadrilogia, successivamente come ben noto ci furono altri 7 sequel.
Il film funziona benissimo, come ogni capitolo dei primi 4 ricomincia sul finale del precedente, ma dopo il prologo iniziale il film prova a cambiare leggermente la formula, oltre al solito gruppo di ragazzi ci viene presentata sia la famiglia jarvis e sia rob, fratello di una vittima di jason che qui cerca vendetta.
Ho apprezzato molto il coraggio di osare che ha quest’opera, gli omicidi sono spietatissimi e la trama si fa più seria e cupa che mai.
Joseph zito alla regia si dimostra più che un ottimo mestierante, in molte scene lo spettatore percepisce sia tensione che paura.
Il maestro Tom savini con gli effetti speciali come al solito non delude mai.
Il finale a mio avviso è quasi perfetto, la saga poteva tranquillamente finire qui, con tommy della famiglia jarvis che uccide jason per poi assumere quello sguardo fisso e perso nel vuoto come se l’essenza del male fosse entrata dentro di lui tramite l’atto di uccidere. (in modo simile al finale di halloween 4 uscito quattro anni dopo).
Per la trama leggermente diversa, per i personaggi caratterizzati meglio, per il valore tecnico e per le tematiche accennate, venerdì 13 parte 4 merita sicuramente la visione.
venerdì 13 parte 3 aveva il potenziale di esser qualcosa in più rispetto ai 2 capitoli precedenti.
La prima mezz’ora lascia ben sperare ma poi il film ripesca sempre la stessa formula del precedente con jason che deve uccidere un gruppo di ragazzi.
Qui abbiamo l’esordio dell’iconica maschera da hockey e vediamo per la prima volta jason nel suo aspetto definitivo, anche se l’eredità di Micheal myers si sente ancora.
In realtà il film prova anche a creare qualche sottotrama in più, ci viene narrato che la protagonista incontrò jason 2 anni prima (quindi prima degli eventi del secondo film) ma questo dettaglio alla fine risulta quasi inutile per la storia.
A livello di ritmo l’ho trovato leggermente altalenante, a momenti intrattiene moltissimo in altri si prende i suoi tempi.
Tecnicamente nulla da dire, a parte qualche effetto speciale invecchiato male, le morti “creative“ son messe in scena benissimo e sono proprio il punto di forza di questa saga.
Nonostante lo reputi inferiore a gli altri 2, comunque lo promuovo pienamente e son fiducioso per il quarto capitolo.
Venerdì 13 parte 2 è la prima apparizione cinematografica da villain di Jason Voorhees.
Anche se il Jason mostratoci in questo film è ancora un jason “primordiale” ma interessante proprio per questo.
Il sacco di iuta, l’altarino in memoria della madre o il fatto che sia un bambino nel corpo di un adulto creano un immaginario affascinante del personaggio, anche vagamente profondo dal punto di vista psicologico, seppur diverso da quello classico che nascerà con il terzo film.
Il film in sé è ancor meno originale del primo, ma si lascia guardare con piacere, le uccisioni son sempre ben realizzate, però il difetto maggiore è proprio la mancanza di inventiva a momenti il film copia il precedente che già a sua volta non spiccava per l’originalità.
Si vede che è stato realizzato subito dopo il primo, magari prendendo un po’ di tempo in più si poteva puntare a realizzare un prodotto ancor più interessante.
Ho sempre odiato ingiustamente venerdì 13 ma rivedendolo mi son reso conto di quanto mi sbagliassi.
Sicuramente il film è poco originale, non inventa niente e, sangue a parte, aggiunge poco allo slasher, sottogenere dell’horror ufficialmente nato 2 anni prima con Halloween di cui questo film cavalca l’onda del successo.
Ma nonostante questo venerdì 13 ha un suo fascino unico, ha la sua storia da raccontare, la storia di Crystal Lake e di Pamela è interessante a dir poco ed è resa benissimo.
Il film funziona anche senza la presenza (almeno come villain) di Jason, l’iconico personaggio di questa saga.
C’è da dire che il gruppo di ragazzi non è caratterizzato al meglio, più che personaggi sono carne da macello per l’assassino.
La regia non è sicuramente autoriale ma il film regala allo spettatore molte inquadrature ottime, specialmente quelle sul lago.
La colonna sonora non è iconica come altre del genere ma è stupenda, anzi è proprio la colonna sonora a creare il senso di paura e inquietudine in molte scene.
Per concludere, non siamo di certo ai livelli di un Halloween o di un Nightmare che sono dei capolavori del genere ma rivedendolo ho capito il perchè Venerdì 13 sia un cult magistrale che ancora oggi fa parlare di se.
Capolavoro di estetica, di ambientazione e d’atmosfera.
Mario bava in questo suo esordio da il meglio di se, qualche punto della trama poteva esser sviluppato meglio ma sono io coglione che non capisco un cazzo.
HO SBORRATO PER UN ORA E MEZZA.
Capolavorone, miglior film della trilogia della casa, horror e fantasy (2 dei miei generi preferiti) sono uniti perfettamente con una trama ancor più irriverente e incontrollata di quella del secondo capitolo.
Tecnicamente impeccabile, l’aumento di budget rispetto alle 2 opere precedenti si vede.
Un film unico nel suo genere con Bruce Campbell che dona la sua miglior interpretazione e con Sam raimi alla regia in stato di grazia.
La trilogia de “La casa” è forse la miglior trilogia horror che abbia mai visto, parte dell’horror classico con il primo capitolo fino ad evolversi in qualcosa di unico e fuori controllo con i 2 capitoli successivi.
Sam Raimi purtroppo viene molto spesso considerato solo per trilogia di Spiderman da lui diretta ma è stato il regista di capolavori intramontabili e grotteschi da scoprire e riscoprire ancora oggi.
Watched on Sunday October 6, 2024.
]]>Watched on Saturday October 5, 2024.
]]>Watched on Monday September 30, 2024.
]]>Watched on Saturday September 28, 2024.
]]>Watched on Monday September 16, 2024.
]]>Lo zombi contro lo squalo e la scena dell’occhio sono il punto più alto raggiunto nella storia del cinema.
]]>Film prequel della miglior serie tv della storia.
Ha ricevuto molte critiche e in effetti come prequel dei Soprano non funziona più di tanto.
Più che altro il film va visto come uno spin off su Dickie moltisanti, padre di Christopher e mentore di Tony.
L’atmosfera originale della serie in alcuni momenti si respira tantissimo in altri è totalmente assente.
Si deve ammettere che in alcuni momenti i collegamenti con la serie sono abbastanza forzati ma alcune scene come quella iniziale della tomba le ho gradite molto.
Micheal Gandolfini è stato bravissimo ad interpretare il ruolo storico del padre rendendogli omaggio.
In generale è stato bello poter rivedere per un ultima volta i personaggi iconici della serie anche se interpretati da attori diversi ed è emozionante risentire nei titoli di coda la sigla stupenda dello show.
Capolavoro della storia della musica, Quorthon genio assoluto.
]]>Watched on Tuesday August 27, 2024.
]]>allora praticamentw
]]>Il classico film che potrei aver visto su italia 1 da piccolo anni fa ma allo stesso tempo è uno dei thriller più interessanti degli anni 90.
]]>Un filmetto fine a se stesso fatto soltanto per far sfidare sul ring Stallone e De niro, protagonisti in passato di Rocky e Toro Scatenato ovvero i due film sulla boxe più iconici di sempre.
Nonostante gli enormi difetti la pellicola non si fa odiare e la coppia Stallone/De niro funziona inaspettatamente bene.
Il film ci prova anche a creare un pretesto per motivare lo scontro tra i due, pretesto che non è tra i migliori ma lo sforzo è apprezzabile.
Labyrinth è una grande perla del filone fantasy anni 80, dove il genere dava il meglio di se.
Il tocco di Jim Henson (creatore dei Muppets) si nota tantissimo, il suo stile unico è presente in tutta la pellicola.
Il film è noto anche per la presenza di David Bowie nel ruolo del Re dei goblin ovvero una delle sue migliori e più iconiche intepretazioni cinematografiche.
La trama nonostante la semplicità a volte anche infantile stupisce per tutto il corso dell’opera che risulta un viaggio psichedelico per la protagonista e per lo spettatore.
È da apprezzare anche l’ispirazione ai quadri di Escher per realizzare l’interno del castello del Re, inoltre sono riscontrabili altri riferimenti a varie opere come Alice nel paese delle meraviglie o il mago di Oz.
Le canzoni del film sono composte dallo stesso Bowie che insieme a Trevor Jones pubblicò anche l’album con la colonna sonora del film lo stesso anno.
Apparte qualche effetto visivo invecchiato male l’opera ancora oggi offre un esperienza godibilissima e quasi onirica.
Aladeen basato
]]>Eguagliare il livello di Nosferatu di Murnau, ovvero una delle opere più importanti della storia del cinema era difficile se non impossibile ma Herzog con la sua pellicola ci riesce totalmente, divenendo uno dei migliori remake mai fatti.
Il film ripercorre appieno la trama dell’originale ma sapendosi distinguere significamente dando un anima unica e propria alla pellicola.
Come in tutte le sue opere Herzog mette in mostra le sue doti da documentarista inquadrando con magnificenza i paesaggi della Transilvania e della cittadina di Wismar per far entrare in simbiosi lo spettatore con lo spirito gotico di metà Ottocento.
Le caretteristiche peculiari che distinguono la pellicola dall’opera madre sono riscontrabili principalmente nel Nosferatu interpretato da Kinski, nel film del ’22 la creatura rappresentava quasi il male assoluto che agisce per creare altro male, all’opposto qui il vampiro compie le sue gesta per la noia dell’immortalità e per la sofferenza e il dolore che questa condizione provoca, nel finale dopo essersi reincarnato nel corpo del protagonista cavalca sulle dune di sabbia probabilmente per tornare nel castello in Transilvania conscio del suo eterno destino.
Da broly al mostro della palude è un attimo
]]>Una commedia fantascientifica erotica mezza fantasy, cosa si può chiedere di meglio dalla vita?
]]>Trunks che piscia in testa a broly scena migliore di tutto dragonball
]]>“Sto facenn nu maronn e cacio e maccarun!
e nisciun m’adda scassà o cazz“
~Broly
Watched on Tuesday July 16, 2024.
]]>Watched on Monday July 15, 2024.
]]>Watched on Sunday July 14, 2024.
]]>Watched on Saturday July 13, 2024.
]]>Watched on Friday July 12, 2024.
]]>Me lo ricordavo più brutto ma comunque non l’ho rivalutato.
La prima parte più o meno funziona abbastanza bene e lo scenario post-apocalittico è bello ma la parte live action è davvero fatta male.
Film molto deludente sopratutto se paragonato al suo predecessore.
Oppenhaimer ma fatto decisamente molto meglio.
]]>Un capolavoro, uno dei migliori biopic che abbia mai visto.
Il film narra la storia di Ed Wood, acclamato come peggior regista di tutti i tempi.
Burton mette in scena tutto magistralmente con il suo stile riconoscibile.
La scelta del bianco e nero aggiunge molto fascino alla pellicola e la narrazione mi ha incantato per tutte le 2 ore di durata.
Il periodo storico della Hollywood dell’epoca ci viene mostrato egregiamente, ricordando in questo il ben più recente “C’era una volta Hollywood” di Tarantino.
Il cast è perfetto ed è da notare sia l’interpretazione di Johnny Depp nel ruolo di Ed wood e sia quella di Martin Landau nel ruolo del grande Bela Lugosi.
Di solito i biopic raccontano storie di grandi successi, persone che dal niente diventano qualcuno affermandosi, ma non è questo il caso, o forse si?
Infatti sarà proprio uno dei momenti più belli del film a rimettere in discussione tutto questo, l’incontro tra il protagonista e Orson Welles.
Un’altro momento che mi ha particolarmente colpito è la morte di Bela Lugosi, triste evento omaggiato anche dai Bauhaus nel loro primo singolo “Bela Lugosi’s Dead”.
In conclusione Ed wood è sicuramente un biopic atipico e stupendo che consacra Burton nell’olimpo dei migliori registi viventi.
“Spongebob-il film“ del 2004 è un’opera stupenda, uscita quando la serie animata era all’apice del suo successo.
Il film è scritto e diretto da Stephen Hillenburg, ideatore della serie e del personaggio di Spongebob.
Il lato tecnico è molto alto, viene unita l’animazione tradizionale con delle scene girate dal vivo e dopo oltre vent’anni dall’uscita il risultato è ancora una gioia per gli occhi.
La trama nella sua semplicità è interessante, il film attraverso i personaggi di Spongebob e Patrick parla della crescita e del passaggio all’età adulta.
Lodevoli anche le numerose rotture della quarta parete, lo stile da road movie e le innumerevoli citazioni.
La colonna sonora è splendida, sopratutto il pezzo dei Motorhead.
Un vero peccato che gli altri film sulla spugna gialla usciti successivamente non abbiano raggiunto i livelli altissimi di questo piccolo gioiello animato.
In questo capitolo finale della quadrilogia dei morti viventi, Romero prende tutto quello visto nella trilogia iniziale e lo rimodernizza agli anni 2000, portando avanti il suo discorso politico e sociale tramite la figura dello zombie.
L’invasione come in ogni capitolo della saga peggiora sempre di più, i sopravvissuti resistono in delle piccole città fortificate.
Ci viene mostrata la città di Pittsburgh dove i ricchi vivono nel lusso all’interno di un grattacielo, il Fiddler’s Green mentre il popolo sopravvive per miracolo.
Il Dead Reckoning, un enorme veicolo armato viene utilizzato per portare risorse all’interno della città e per sterminare gli zombie.
Zombie che se già in “il giorno degli zombie“ si rivelarono sempre più umani, qui si evolvono ancor di più, in particolare uno di essi, Big Daddy che organizzerà una rivolta con tutti i morti viventi.
Un membro della squadra del Dead Reckoning si ribellerà contro Kaufman, capo della città e sovrano della fortezza poichè non vuole dargli un posto all’interno del palazzo e il gruppo di protagonisti dovrà fermarlo.
Nel mentre gli Zombie si avvicinano sempre di più al palazzo, uccidendo Kaufman e gli altri al suo interno.
Il finale ci lascia intendere che gli zombie ormai evoluti vivranno pacificamente con il resto del popolo ribelle a Kaufman che prenderà il potere, mentre i protagonisti all’interno del Dead Reckoning andranno in Canada.
La trama affronta temi già trattati nella saga portandoli ai massimi livelli, ma tratta anche tematiche molto attuali all’inizio degli anni 2000, come la lotta al terrorismo o la globalizzazione.
Gli effetti speciali sono ottimi e le scene gore iconiche e molto presenti.
All’interno del film fa una breve apparizione Tom Savini oltre che Edgar Wright e Simon Pegg, i 2 creatori di “L’alba dei morti dementi“.
Per concludere, “Land of the dead“ (la terra dei morti viventi) è un’opera stupenda e ingiustamente sottovalutata o criticata, ed è tra le migliori pellicole su gli Zombie realizzate negli ultimi 20 anni.
Non un capolavoro come i primi 2 ma sicuramente un filmone.
È il capitolo più gore e splatter dell’inziale trilogia poi diventata quadrilogia.
Qui gli zombie sono sempre più numerosi e il ristretto gruppo di protagonisti vive in una base militare governata dai militari stessi, criticati fortemente durante il corso della pellicola.
Oltre i militari nella base vivono anche gli scienzati tra cui il Dr Frankenstein che compie esperimenti disumani.
Ritorna il tema dello Zombie più umano degli umani stessi tramite il personaggio dello zombie bub, cavia degli esperimenti del dottore che alla morte dello stesso per mano dei militari proverà un sentimento di disperazione e compassione vendicandosi.
Il finale è più speranzoso e molto più intepretabile rispetto a quello dei due capitoli precedenti ed è bello proprio per questo.
Dopo aver già realizzato “La notte dei morti viventi“ ovvero il capolavoro che ha cambiato e rivoluzionato il cinema sugli zombie, Romero con “Zombi“ (Dawn of the Dead) supera se stesso.
La critica sociale già presente nel capitolo precedente viene amplificata mostrando un’umanità sempre più divisa davanti alla minaccia, la scienza simbolo della “superiorità“ dell’uomo fallisce non offrendo soluzioni, la televisione ed i media continuano ad illudere i popoli.
Il gruppo di protagonisti si rifugia nel simbolo per eccellenza del consumismo, il centro commerciale.
All’interno di esso nonostante il pericolo esterno hanno l’occasione di sperimentare tutti i falsi piaceri dell’edonismo, per poi scontrarsi con un gruppo di sciacalli per il possesso del centro e dei beni al suo interno.
In un mondo dove la cultura capitalista del consumismo si espande sempre di più, quest’opera si è rivelata e si rivelerà profetica.
Provoca più paura il desiderio di possedere, di sopraffare e di consumare che mette gli uomini l’uno contro l’altro che gli zombie, che senza queste aspirazioni sono paradossalmente più liberi degli umani stessi.
“Zombi“ è un capolavoro della storia del cinema che senza vergogna mette davanti lo spettatore le problematiche del mondo in cui vive e di cui forse ne è anche complice.
Watched on Wednesday June 26, 2024.
]]>Mi aspettavo un film abbastanza diverso, il finale bello deprimente
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