Obiettivo Trop Model

Visualizzazione post con etichetta ragionare. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ragionare. Mostra tutti i post

luglio 24, 2011

Boicottare il lavoro nero?

o sfruttato o malpagato, insomma, ci siamo capiti.

Stamane, come tutte le domeniche, spedizione al mercato del paesello montano dove Carla la contadina mi vende frutta e verdura ormai da qualche anno. Acquisto prodotti anche un poco più cari di quelli provenienti dal circuito distributivo dei mercati generali ma con una garanzia di freschezza assoluta, sostenendo il lavoro del coltivatore diretto ed evitando di contribuire alla movimentazione su terra di ingenti quantitativi di merce con relative problematiche di inquinamento ambientale e non. Chiaramente la varietà è solo quella stagionale e locale ma a me/noi va benissimo così e ci sembra di fare la cosa giusta, oltre che la cosa buona (e la differenza, vi assicuro, è notevole).
Il mercato in questione è piccolino quindi fortunatamente non ci sono grosse occasioni per buttar via quattrini ma il solito banco acchiappatutti c'è: un blocchista nordafricano con due ragazzi che non hanno nemmeno il compito di ricevere i pagamenti (i pezzi non costano mai più di 5€ cad), normalmente biancheria intima ma oggi aveva anche una montagna di occhiali da lettura, quelli da presbite, da vecchietti insomma. Io non so chi dei miei pochi lettori sta già combattendo con le scritte che diventano ogni giorno più piccole e più sfocate ma vi assicuro che è una rottura di scatole significativa. Anche perchè, a meno di avere occhiali con lenti a più gradazioni (multifocali), il casino è che per vedere a distanza gli occhiali non occorrono anzi sono fastidiosi mentre se non ce li hai non leggi una ricca fava. La spesa diventa una rottura di palle non da poco: leggere gli ingredienti, i prezzi, le pezzature ... insomma il supermercato è un campo di battaglia. Nonchè qualsiasi altra situazione in cui leggere possa avere una qualche rilevanza. Incluso prendere un caffè al bar: hai visto mai che ti venisse voglia di dare una scorsa al giornale?

E ovviamente sei sempre in un posto diverso rispetto agli occhiali! Fino a quando non ne hai comprato un numero sufficiente da spargerli per ogni dove tu possa averne bisogno (la borsa, la scrivania, la macchina, la libreria, in cucina vicino ai libri di ricette, in un paio di tasche tattiche, etc etc etc).

E qui viene il bello.

Perchè gli occhiali fatti dall'ottico sono effettivamente meglio calibrati, li usi ad una distanza ragionevole anche superiore ai 30-40 cm che pare essere la distanza di lettura, per esempio vanno bene anche per lavorare al pc. Possono poi avere montature accattivanti e modaiole, lenti eventualmente colorate per leggere anche al sole e via narrando. E costano di conseguenza! dipende ovviamente dalla montatura ma quelli che la cana bionda mi ha masticato arrivavano tranquillamente intorno ai 250€ (e notare che le lenti da presbite non sono particolarmente sofisticate quindi dovrebbero costare meno di altre)



Io ne ho fatti fare due paia e poi ho deciso che non mi potevo svenare per la presbiopia e quindi sono ricorsa a quelli da farmacia: 30€. Colorati, non proprio bruttissimi ma si può fare di molto meglio, hanno il grosso difetto di essere calibrati esattamente per la distanza di lettura di cui sopra e quindi tutt'intorno il mondo appare ingigantito e sfocato, inclusa la distanza di ca. 60cm necessaria per scrivere al pc. Danno abbastanza fastidio in effetti anche se la lettura in sè e per sè funziona bene, forse persino un poco meglio degli altri.

E poi ci sono quelli del mercato, del blocco di oggi ad esempio. Montature bruttarelle ma anche molto colorate, disegnate, vagamente modaiole, calibrati esattamente come quelli da farmacia, costo: 3€. Attenzione, ripeto, 3(si legge tre)€.

Poi guardo meglio e vedo che l'etichetta dice importato dalla ditta individuale XenXiaoPong indirizzo questo e quest'altro, Roma.

E allora penso alle fabbrichette nascoste negli scantinati, con gli immigrati cinesi (o anche più probabilmente le immigrate) che lavorano 12x7 e non escono nemmeno per andare a fare una passeggiata, e non imparano l'italiano e vivono in ghetti che non capisci come sia possibile che le pizzerie sono ormai quasi tutte gestite da cinesi ma in giro per strada non se ne vedono mai, men che meno al cimitero. Voglio dire sono la metà di melle possibile che non abbiano visibilità alcuna?

E penso al nostro indotto dell'abbigliamento, della pelletteria, del tessile, piuttosto che alla cucitura/produzione dei divani che vanno a farsi fottere perchè non riescono a reggere la concorrenza di produzioni che lavorano al di fuori delle regole anche quando lavorano sul territorio italiano. E penso pure ad una dichiarazione di made in Italy che ti chiedi a cosa serva se poi viene fatto a queste condizioni, magari assemblando localmente oggetti prodotti sui mercati cinesi alle condizioni che sappiamo essersi realizzate laggiù (e mi riferisco sia allo sfuttamento del lavoro che alla disinvoltura nel copiare).

E allora mi dico, come mi sono detta un tot di volte fino ad oggi, che nossignore questo approccio al mercato non va sostenuto, costeranno anche di meno ma io non li compro i prodotti che arrivano da questi meccanismi qua. E si badi bene che non è una questione di razzismo o simili stupidaggini, è proprio che lo sfruttamento del lavoro i miei soldi non li avrà. Soprattutto se dietro c'è una produzione sul territorio italiano e non ci sono tutte le considerazioni a latere del tipo 'si vabbè ha 11 anni e cuce palloni ma almeno così la sua famiglia mangia' etc etc etc

E quindi gli occhiali non me li sono comperati.

Ma poi mi sono sentita un pò stupida perchè, al di là della validità di quanto sopra, quel che davvero stamane mi sono chiesta è  se a fronte di qualità dei materiali tutto sommato analoghi e di lenti che sono poi delle semplici lenti di ingrandimento, è mai possibile che un costo dieci volte maggiore quando non poco meno di cento volte maggiore sia giustificato????

Perchè va da sè che gli occhiali acquistati in farmacia sono esattamente la stessa roba, solo che la distribuzione e vendita è un pò meno raffazzonata del banco di blocchista al mercato.

E cosa vogliamo dire del mio ottico che mi vende un paio di occhiali in acetato, carini finchè vuoi ma sicuramente non pezzi unici, dopo avermi misurato la vista e dimensionato le lenti in modo che accomodino la mia presbiopia ma anche un tot di astigmatismo (operazione che ha richiesto circa mezz'oretta a voler esagerare), mettendo dentro tutto dal costo del negozio fighetto in centro al suo lavoro nell'aiutarmi a scegliere la montatura (viste tutte e scelto la prima max seconda che mi aveva mostrato) al lavoro di coloro che gli occhiali me li hanno poi preparati; insomma anche volendo essere generosi ma tutto ciò davvero giustifica un prezzo 80 volte maggiore?????

E' quindi così corretto boicottare il lavoro cinese, per scorretto che sia, a favore del ciclo made in Italy (ammesso e non concesso che lo sia davvero fino in fondo)?

giugno 06, 2011

Riprendiamo le trasmissioni ...

Faccio un pò di fatica a riprendere a scrivere perchè gli ultimi giorni sono stati funestati da una brutta faccenda: qualcuno che non doveva finire qua sopra (*) c'è puntualmente finito, pare non da ieri, ha letto e interpretato a suo modo e senza appello mi ha dato la croce addosso. Ne è nata una querelle che non so bene dove porterà e non mi aspetto nulla di buono, ora pare che non accederà più, ciò nondimeno la sensazione di essere spiata continua e rende tutto un pò più difficile.

Le mie ragioni per scrivere sono parecchie, la prima e più forte è che questa è una via attraverso la quale io razionalizzo (o cerco di) i pensieri che mi si affastellano in mente a proposito de la qualsiasi. Acchiappo stracci di pensieri che mi girano per la testa, alcuni più rarefatti altri più complessi, alcuni più leggeri altri più profondi, alcuni più lieti altri più tristi o incazzati, e li metto in fila, organizzandoli in sequenze che una persona che legge possa comprendere. Il fatto stesso di passare attraverso questa operazione mi consente spesso di arrivare al nocciolo della questione, magari in più passaggi successivi ma comunque mi è utile per razionalizzare le mie emozioni.

Inoltre, attraverso questo processo, io spesso riesco ad elaborare una situazione ed a superarla, andare oltre, risolvermela o comunque metabolizzarla in qualche modo.

E ancora, la condivisione con altre persone che mi danno il loro input mi fa sentire di avere una rete di relazione che spesso risulta essere più profonda e proficua di tutte quelle che posso avere in piedi in carne ed ossa.

Non ho quasi mai condiviso con persone della mia vita reale l'esistenza del mio blog perchè la dimensione di relativo anonimato mi consente di buttar fuori anche le emozioni meno nobili così come le provo ed in questo caso l'elaborazione di cui sopra è quella che mi consente di non partire per la tangente o di mantere un certo equilibrio (anche se nel mio caso trattasi di parola grossa assai!).

Per tutte queste ragioni io considero questo spazio importante e privato anche se so che non bisogna mai sottovalutare, quando si affida qualcosa all'etere, che la rete è per sua natura anarchica e priva di regole. Ho infatti spesso detto che quel che lasci in piazza non deve essere tale da crearti dei problemi qualora qualcuno ne facesse un uso improprio. Diciamo che è una sorta di rischio calcolato quello che si corre, coprendo le proprie tracce per non farsi scoprire e ben sapendo però che potrebbe sempre accadere.

Potrebbe accadere, ad esempio, che qualcuno mi riconosca e disperda al vento i cazzi miei o che addirittura vada a riferire ciò che io ho espresso in modo non filtrato nelle orecchie sbagliate, provocando più male che bene ed annullando il valore salvifico di sfiatatoio che può rappresentare un angolo recondito di mondo come questo. So che può accadere, spero che non accada e comunque ritiengo che se accadesse la persona artefice di tutto ciò sarebbe lontana dall'essere corretta e come tale sarebbe persona a me sgradita.

Vabbè, è accaduto, pazienza. Io continuo perchè questo è il mio spazio, ne ho bisogno e lo voglio difendere. Così come voglio difendere il mio diritto a pensare le cose peggiori posto che io poi non le agisca. E questo mio scrivere mi consente esattamente quello: sublimare le mie cose peggiori per non arrivare ad agirle.

(*) giusto in caso, non si tratta del mio compagno che pare che da un pò sospetti ma che mai ha voluto approfondire la cosa, rispettando il mio spazio personale. Ora, sarà che è olandese, sarà che tra noi il livello di fiducia è molto alto, io gli credo.

giugno 29, 2010

Io questa crisi la vorrei davvero capire ...

Siamo in montagna.

Nel condominio in cui abitiamo sono stati venduti in blocco dalla fondazione che li possedeva 7 appartamenti (bilocali con servizi). Erano sfitti e la fondazione (che peraltro ne possiede altri 8, regolarmente affittati) non aveva ritenuto necessario negli ultimi anni provvedere a pagare le spese di condominio. Capirai! non importa che fosero di fatto un capitale ben rivalutato, non importa che non sia mai stato fatto nessun lavoro di adeguamento se non la manutenzione spicciola irrinunciabile (tipo che se si rompe un rubinetto ahiloro non possono proprio fare a meno di ripararlo) ma in quanto sfitti rappresentavano solo un costo e quindi zero, zilch, niet il costo non si sostiene, hai visto mai??!!

Bell'imprenditoria eh??!! mi vien da dire. Piace vincere facile, evidentemente. Che la fondazione non è che fosse venuta giù dal cielo ma altro non è stato se non un escamotage per mettere tutti questi beni immobili al riparo dalle mani del fisco (e si parla di qualcosa come 27 appartamenti, mica bruscolini)

Cmq, imprenditore per imprenditore, si sono presentati questi due soci che hanno acquisito gli appartamenti sfitti in blocco, pagandone anche i debiti pregressi (30000 cocuzze, pare) e che li hanno messi immediatamente in ristrutturazione.

Ma mica roba da poco eh?? che ormai sono talmente tanti anni che nessuno fa niente che non si può proprio fare diverso: impianto elettrico e idraulico da rifare ex novo inclusi i termosifoni, rimozione del boiler ed intallazione della caldaia, impanto gas che prima non esisteva, pavimenti in toto, bagno, cucinino e infissi vari.

Pare che ne preparino uno da utilizzare come demo e poi li metteranno in vendita. Poi. Pare che ad oggi non abbiano uno straccio di compratore in vista.

Investimento puro. Alla faccia del capitale. Mi domando questo da dove venga. Qualche rientro condonato? qualche soldino men che pulito?? non si saranno mica fatti imprestare i soldi dalla mamma no???

I due condomini di fronte sono in fase di ristrutturazione della facciata la cui perlinatura è piuttosto danneggiata. Altri lavori importanti.

L'anno scorso negli stessi condomini sono stati ristrutturati tre appartamenti. Nel nostro condominio due più uno doppio.

E tutto questo in cento metri di strada.

I cartelli di vendesi si vedono un pò dappertutto e tu, idiota, diresti che qua si stanno svendendo il paese. Peccato che cambino con una certa frequenza ovvero le case vengono vendute e acquistate con una certa disinvoltura. Del resto in paese ci sono almeno 7 agenzie immobiliari (di cui una della moglie del sindaco ha ha ha!!): il comune esiste dal 1934 e a oggi non arriva a 900 abitanti. Siamo qua da 6 anni e non ho ancora visto un esercizio uno chiudere per cause ipotizzabili a cattiva rendita, anche il turn over degli esercizi è minimo.

Ecco, io qua la crisi non la vedo proprio.

Vero è che stamane al mercato non c'era praticamente nessuno e luglio è davvero alle porte. Francamente non ricordo se gli anni precedenti c'era più gente, forse un minimo di movimento in più. Nel paese precedente, quello dove vado a far la spesa la domenica, in effetti ho visto poca gente l'altro ieri. Ovviamente si lamentan tutti. Ma de che, dico io???

E mio figlio, poveretto, si arrabatta a pensare che come potrà mai tra cinque anni arrivare ad avere i soldi per mettere su il suo locale se non riesce a lavorare con continuità ed a prendere più di 1000 euro al mese???

Illuso

novembre 16, 2009

Mettiamola così ...

Ancora sulla faccenda del lavorare fuori e/o dentro casa ...

Cito da un commento di Emily

" ... noi donne abbiamo studiato, ci siamo sudati quello straccio di laurea e lavoro e magari, dico magari, siamo anche brave e magari possiamo anche darlo un contributo alla crescita dell'umanità ..."

poi da un commento di Lisa

"...io sono una di quelle che stanno a casa ... perchè la vita non è 'vince chi fa più cose e più velocemente e guadagna più soldi', ma la vita è anche fermarsi e avere il tempo e la voglia di avvolgersela intorno e assaporarsela finchè è bella ..."

e ancora da un articolo comparso su D di Repubblica un paio di settimane fa, Rossella Nappi (che personalmente non so chi sia, definita ginecologa e sessuologa)

"... per esempio imparando a riconoscere le priorità individuali nei vari momenti della vita. Non è che non si può "fre tutto" ma non si può fare tutto contemporaneamente e se in questo momento faccio la mamma debbo capire che forse non posso dirigere l'ufficio, devo mollare, almeno un pò.."

Ecco, trovo che questi tre commenti abbiano in sè il mio confuso e contraddittorio pensiero.

Io vorrei un mondo ideale in cui una donna si sentisse davvero libera di percorrere una carriera, se è ciò che desidera, senza questo profondissimo condizionamento culturale che le dice che è normale e doveroso fare figli. Io vorrei che una donna si sentisse libera di scegliere in totale serenità la stessa dedizione al lavoro di molti uomini, Emily nel suo commento giustamente dice "..per gli uomini non si pone il quesito, stare a casa o lavorare..". Nella mia carriera professionale io ho visto donne determinate ferocemente a scalare la gerarchia aziendale arrivare ad una sedia di quelle che contano e poi ad un certo punto fermarsi lo stretto indispensabile perchè costrette e poi tornare a lavorare, più agguerrite che mai, lasciando la creatura ad una costellazione di tate diurne e - spesso - notturne. Che lo fai a fare un figlio se lo dai in appalto? per confermarti di essere normale? perchè gli altri se lo aspettano?
(Poi per carità se sei del tipo che la creatura è un altro dei tuoi assets assieme al SUV e la borsa di coccodrillo, vabbè questa è un'altra storia, no?)

E vorrei anche un mondo ideale in cui una donna che voglia godersi "... il profumo dei ... figli dopo il bagnetto, e ... i ... genitori..." (Lisa) finchè ce li ha possa farlo, scegliendo di non lavorare affatto fuori casa o magari interrompendo la professione per un pò e poi ripartendo quando i tempi, i ritmi ed i i modi dell'accudimento cambiano. Senza per questo sentirsi dare dell'oca o dover dimostrare niente a nessuno. E vorrei anche che chi invece il lusso di questa scelta (perchè alla fine di lusso si tratta, secondo me) non se lo può permettere fosse in grado di discriminare se il non potere dipende dal fatto che diversamente non paga l'affitto o non si può comprare la borsa firmata o le vacanze di grido. (e se poi c'è gente che la borsa firmata è la sua vera ragion di vita cadiamo nel caso di sopra, no?)

E vorrei che si imparasse di nuovo a capire qual'è il vero obiettivo in un dato momento, che si riuscisse a non rispondere ad ogni stimolo che i nostri markettari si inventano, che si capissero le priorità vere che abbiamo dentro, quali che esse siano. Che si accettasse che non si può fare/avere tutto, che scegliere è difficile ma è importante perchè fintanto che possiamo scegliere vuol dire che siamo liberi.

E vorrei che la conciliazione dei tempi venisse declinata in part time verticale o orizzontale realmente disponibile per chi lo desidera, imprenditori che si ricordino che pure loro da quache ventre sono usciti, orari di apertura elastici (al mattino presto per esempio, non necessariamente la sera tardi, no?), in trasporti funzionanti, in reti di babysitting affidabili e ragionevolmente prezzate, in strutture pubbliche che non ti mettano i bastoni nelle ruole con orari da pazzi o organizzazione da caricatura, in un sostegno alla nascita di figure tipo la doula o micronidi familiari, e via elencando.

Non vorrei invece che per conciliazione dei tempi si finisse per intendere praticamente solo scuole dagli orari estesi oltre misura dove parcheggiare il futto del seno nostro o sfilze di attività ludico sportive messe una in fila all'altra con la scusa di offrire stimoli ad una creatura che un pò di sano ozio se lo concederebbe volentieri.

Poi vabbè i se e ma sono tanti, i casi sono sempre personali e non possono fare media, ed il mondo del lavoro oggi è tale che se esci sai per certo che non rientri più ... tutto quello che vogliamo! ma allenarsi a tenere a mente come dovrebbe essere magari aiuta a non mollare, a pretendere di arrivarci un giorno o l'altro a questo mondo ideale e a non correre dietro alle lanterne che il potente di turno ci fa brillare davanti agli occhi.

luglio 13, 2009

Devo dimagrire. Sgrunt.

Scopo del post:
coming out
guardare in faccia il nemico
sputtanamento a giro
pietire l'altrui comprensione
insomma, fate vobis.
Il punto è che il mio DNA meridionale è tutta la vita che rema contro la farfalla che c'è in me, condannandomi piuttosto ad un'esistenza da bruco. Il mio 50% casertano, ovvero mammà, alla mia età, ed anche prima, era piuttosto in carne pure lei e quando, anni dopo, si guardava nelle foto si definiva 'nu puorc rass'. Eh si, mammà non ha mai avuto mezzi termini! Il mio 50% piemontese, papà, è un cultore dell'alimentazione corretta, quando ho letto la definizione di ortoressia - che non conoscevo - ho subito pensato fosse stata coniata per lui. Pertanto, nonostante il suoi 78 anni, è in forma splendida. Sua sorella, per contrappeso, è una grande obesa. A chi somiglio io, caratterialmente e non? Indovina, indovinello ...
Mia sorella ha preso tutti i geni paterni, è alta 20 cm più di me e 20 cm più stretta. Ha 47 anni e ne dimostra almeno 10 in meno, ha una volontà di ferro e si scucchiara un centinaio di km la settimana di corsa. Folti capelli ricci lunghi fino a metà schiena e senza un filo di bianco. Insomma una strafiga! (perlomeno dimostra la correttezza della mia tesi per cui le donne tra i 40 ed i 50 sono al massimo della forma fisica). Quando ci vedono insieme le persone non ci possono credere a che siamo sorelle, ho spesso pensato che non dovremmo dirlo perchè facciamo una pessima pubblicità a mammà ...
Io invece .... sono sempre stata piuttosto formosa, ho già detto di quando un mio fidanzato mi disse di amare il mio corpo perchè fatto come una esse. A me!!! che aspiravo ad essere eterea ed immateriale come una ballerina classica!!! Dannazione all'imperante modello di donnino filiforme, mi sono sempre sentita eccessiva anche se guardando oggi le mie foto dei vent'anni vedo benissimo che non lo ero affatto.
E non lo sono stata fino ad una quindicina di anni fa, direi. Insomma pesavo tra i 60 ed 65 chili e nonostante mi sentissi comunque dalla parte degli orsi vedo benissimo che non lo ero affatto. Ora, 15 anni fa vuol dire che si parla del 1994. Il mio amatissimo lavoro che avevo fatto con passione negli ultimi 6 anni, che mi aveva portato a girare tutta l'europa e non solo e che mi aveva fatto incontrare il batavo, stava velocemente andando a ramengo. Il gruppo fu dissolto, io cominciai a peregrinare su gruppi diversi, ormai solo più italiani, addio europa, ciò non di meno rimase impegnativo, quanto meno per il tempo da dedicarci.
Nel '92 mi ero separata ed il mio ex marito faceva del suo meglio per dimostrare al mondo quanto fosse disperato. Quando si scordava di disperarsi, faceva il ragazzino - scemo per essere precisi ("abbiamo fatto le gare in tangenziale con la macchina. Siamo arrivati a 160/ora. Figlio1 di a graz quanto ci siamo divertiti" il tutto con una vecchia e sgangherata Y10). Non contribuiva in nessun modo alla gestione familiare, io avevo un lavoro, due ragazzini ed un mutuo, nonchè ovviamente a tutte le altre spese. Il moroso c'era ma viveva a 3 ore di auto da me. Nel 1995 è morto il padre dei miei figli, ed i casini sono diventati stellari. L'impasse con il mio lavoro si è risolta nel 1996 ed io mi sono trovata ad avere un altro incarico e le mani così piene che non lo posso nemmeno raccontare.
Mi giro e mi rigiro, passano un 7-8 anni, la situazione si tranquillizza, ho finalmente ripreso a respirare e .... mi rendo conto che sono aumentata di un 10-15 Kg.
Com'è successo? Boh .....
Oggi sono lì. Stabile tra i 75 ed i 78 kg. Mi sono messa a dieta tra ottobre e dicembre e sono scesa a 72. Mi sentivo una silfide. Il punto è che per raggiungere tale risultato ho dovuto rigar dritto come un fuso per tre mesi. Poi sono arrivate le feste di fine anno e francamente io non è che stramangi mai, di regola, ma il mio fabbisogno calorico è talmente minimo evidentemente che basta davvero poco. Poi io sono una disordinata mentale pazzesca, che riesce a rimanere in controllo solo a prezzo di una routine severissima. Se succede qualcosa che mi spiazza ci metto davvero un secolo a riprendere il giro. Insomma da dopo Natale non mi ci sono più rimessa.
Oggi non so quanto peso, evito accuratamente ogni tipo di rapporto con la bilancia, ma da quel che vedo temo di non essere lontana dai 78. Il mio più grosso problema però è che io NON MI VEDO GRASSA!!! Ho letto il blog di My qualche giorno fa, raccontava in modo molto spiritoso di come lei non si vedesse affatto grassa negli specchi di casa, anzi di come lei si vedesse una strafiga!! L'ho sentita mia sorella virtuale. A me succede uguale!!!
Di fatto non credo di essere brutta, ho la pancia, e questo mi ha sempre crucciato, figurarsi oggi che debbo ammettere di avere un cuscino davanti. Ciò che non mi piace è che ho l'aspetto di un tronco, e la menopausa non aiuta certo. Vorrei forme più gentili, meno maschili, non mi importa più di tanto non essere magra ma vorrei non sentirmi la versione a due piedi di un mastino. Invecchiare non fa un granchè bene alla finezza dei lineamenti, tranne scarse eccezioni per lo più si diventa più 'pesanti', che non vuol dire più grasse. Guardate per esempio queste tre foto
Ingrid Bergman, un'attrice che io amo moltissimo, pur rimanendo una bella donna, invecchiando acquisisce la pesantezza di lineamenti che intendo io. Figurarsi la sottoscritta che già in partenza non aveva niente a che spartire con la bellissima Ingrid ...

E quindi? perchè non ce la faccio?
Perchè sono golosa ....
Perchè sono sensuale ... (del cibo mi piace tutto, anche la consistenza ed il colore)
Perchè ho la forza di volontà di due etti di ricotta ...
Perchè non ho una reale motivazione ...
Perchè ........................... ????
Ecco, a me sembra che se riuscissi a far scattare questo meccanismo che sembra essersi bloccato, io ce la farei a dimagrire quella decina di kg. Del resto dei principi di una sana alimentazione, dell'apporto calorico e del consumo calorico necessari per dimagrire so praticamente tutto, e se non lo sapessi io basterebbe mio padre che vorrebbe esportare il suo sistema su di me e che mi fa di quei pipponi da far girar la testa.
Ma non sono sicura che sia ciò che voglio perchè nonostante tutto non lo faccio.
Insomma, mi ci devo mettere. Come faccio? dove prendo la determinazione?

maggio 18, 2009

Il 'corpo insegnanti', by Lia

A me questo post è piaciuto tantissimo. E' uno di quei casi in cui vorrei averlo scritto io, con questa chiarezza e precisione. Con queste parole.

maggio 16, 2009

Ieri Emily pubblicava un post circa gli espedienti truffaldini pe' tirà a campà che stanno aumentando a dismisura e si chiedeva

" ... sapendo di truffare, lo capite che fate un patto col diavolo? lo capite che vi vendete dignità e rispetto per voi stessi? ..."

e concludeva dicendo

"... C'è sempre un'alternativa senza scendere a patti con la propria coscienza....almeno lo spero..."

Io, in un commento, ho risposto che dignità e rispetto per sè stessi mi sembra abbiano preso una certa deriva ed avevo in mente parecchi, troppi casi di giovanotti e giovanotte che nulla pensano di male di (quasi) qualsiasi mezzuccio che consenta loro di omologarsi all'immagine dei vincenti così come questa viene propinata insistentemente ovunque giri gli occhi.

Dopodichè però ci ho ripensato e, sarà che ieri era un bad hair day o sarà che la preoccupazione per il bartender fa capolino quando meno me lo aspetto, ho ripensato al colloquio di mia figlia di quanlche giorno fa, così come alle condizioni di lavoro di mio figlio che sono quanto di più truffaldino uno possa immaginare e che peraltro sono ineluttabili e soprattutto estremamente comuni in quell'ambiente.

Poi ho pensato a quanto ho visto in quattro anni di formazione per il contratto di apprendistato. Oppure a quanto vedo mettere in atto da persone che viaggiano infiocchettati di tutti i meglio status symbol ma poi sfruttano il lavoro di badanti, personale domestico, giardinieri etc etc etc con stipendi da fame e orari di lavoro da schiavitù.

E mi è venuto da chiedere

ma precisamente in tutto questo la dignità ed il rispetto verso sè stessi questi ragazzi dove dovrebbero trovarlo?

che fiducia possono avere nel sistema? nel futuro?

Ed a latere di quanto sopra mi è sovvenuta un'altra riflessione che prontamente vado a rifilare ...

Io non posso parlare con cognizione di causa di una classe imprenditoriale che non conosco dall'interno e che vedo quasi solo dalla prospettiva del dipendente e so che oggi la crisi sta mettendo a dura prova strutture aziendali che non se lo meritavano affatto.

Però sono quei trent'anni che lavoro ed un minimo di esperienza del mercato del lavoro me la sono pure fatta e so anche, e credo che sia difficilmente smentibile, che la nostra classe di impenditori fai da te, con boite medio piccole, troppo spesso la responsabilità sociale non sa nemmeno cosa voglia dire ed interpreta l'azienda come un sistema da sfruttare per vivere nell'agio. E ritiene che il proprio agio economico sia un dono inalienabile e non condivisibile con quelli che contribuiscono a crearlo questo benessere. Tranne poi lamentarsi che non c'è più voglia di lavorare, che la gente pretende le ferie pagate e la malattia etc etc etc.

Ho lavorato per un periodo per l'associazione dei piccoli imprenditori, svolgendo un lavoro di indagine che mi ha portato ad intervistare circa 1000 associati. Stiamo parlando prevalentemente di indotto metalmeccanico e qua da noi la crisi è un cavallo di battaglia ormai da anni per giustificare tutto ed il contrario di tutto.

Ho visto imprenditori che di fatto sono diventati tali solo perchè negli anni di vacche grasse c'era più lavoro che possibilità di farlo. Si sono messi in proprio ed hanno lavorato a testa bassa anno dopo anno, senza guardarsi intorno. Quando l'hanno finalmente fatto si sono accorti che il mondo intorno era cambiato e non hanno saputo più muoversi.

Ne ho visti altri macchinone&orpelli muniti lamentarsi perchè i dipendenti volevano le ferie. Altri ancora affrontare lo scontro con le maestranze nei termini di 'ora vediamo chi ce l'ha più duro'.

Ne ho visti pochi in grado di pianificare il futuro a medio termine, pochi in grado di parlare un'altra lingua, pochi in grado di orientarsi sul mercato estero, pochi in grado di pensare out of the box, pochi ad interpretare il rapporto con i propri dipendenti come una collaborazione e non un braccio di ferro.

Ora, probabilmente io sono naif ed ancora più probabilmente dovrei stare zitta, ma credo che l'imprenditore che dà vita ad un'azienda sana e profittevole lo faccia perchè ha delle caratteristiche e competenze speciali e per questo ne goda giustamente i frutti in termini di benefici economici. E queste doti speciali possono essere frutto di preparazione scolastica, esperienza e doti personali quali la determinazione, la costanza, l'intuito commerciale, l'intelligenza economica etc etc etc

Chi non fa la stessa cosa è perchè queste caratteristiche e competenze speciali non le ha e pertanto sa che dovrà accontentarsi di una vita più modesta (che tanto se non lo sa sarà la realtà a ricordarglielo) .

Ma proprio perchè questa differenza esiste non credo che si possa pretendere che questi ultimi nello svolgimento del proprio lavoro si assimilino ai primi. Se una persona non ha l'interesse e la determinazione per essere un leader deve essere libero di essere un gregario e pertanto di rivolgere la propria attenzione dove meglio gli pare, per esempio pretendendo le ferie che, vale la pena ricordarlo, non sono un regalo ma parte del pacchetto retributivo.

E invece troppo spesso ci si lamenta che la gente 'non ha più voglia di lavorare' e che quando si cercano badanti, giardinieri, camerieri e pizzaioli si trovino solo più persone straniere .... luogo comune quanto dire che la crisi non c'è perchè due domeniche fa in liguria c'erano 25Km di coda (dove? non lo so)

aprile 24, 2009

Rita, il vecchio ed il 25 aprile

Ho scoperto molto di recente il blog di Angela, non la conosco, non ho letto (ancora) molto di suo.

Mi sento comunque di puntare il suo post in cui ragiona su "Due modi di invecchiare e di vivere ovvero due modelli da osservare" (cit.) ovvero sui cento anni della Montalcini, sugli "-anta" del vecchio che vorrebbe essere imperatore e sull'onorare il 25 aprile.

Vorrei averlo scritto io, non l'ho fatto perchè non sono così brava, non ho la capacità di distillare i miei confusi pensieri in un'analisi così logica e (per me) così condivisibile.

Se ne avete voglia, la strada è di qua: Angela esiste?: Rita e il vecchio