uì. s'è muà!!
Perchè non sia mai che io riesca a vivere qualcosa in modo semplice e piano. No. Io se non incasino la cosa semplice e piana facendola diventare un bordello, se non mi ingarbuglio tra me e me dando prova di schizofrenia, se non rompo le balle al popolo con i miei se e ma ... ecco non sto bene, non sono contenta, non mi sento a mio agio.
E pure questa volta non mi smentisco. Con la fissa del ballo, intendo (che io sia in fissa è innegabile, btw). Insomma il punto è che questa cosa mi coinvolge sul piano emotivo così tanto, ha tali implicazioni che vorrei davvero se non risolvere quanto meno affrontare, che mi pare che sia una sorta di terapia, quelle robe tipo lo psico dramma o quelle terapie che una si mette in gioco a fare il clown ed intanto affronta la malmostosa che è in lei...
Silvia l'altro giorno mi scriveva che lei balla anche il suono del campanello, ed io lo so che esistono persone per le quali muovere il corpo a ritmo della qualsiasi è naturale come respirare. Perchè? e perchè io no? è un fatto di fisiologia del mio cervello? me ne manca un pezzetto? quello che controlla certi movimenti o certe risonanze? Oppure "semplicemente" le inibizioni trasmesse in famiglia e nel proprio contesto sociale nonchè quelle raccolte per strada cammin facendo sono solo quelle a fare da padrone??
Io sento che potrei lasciarmi andare, che potrei imparare a farmi guidare solo dalla musica o da colui con cui sto ballando, sento che potrei mollare il controllo, che potrei spegnere il cervello. Ma non ci riesco. Quando sto ballando e mi rendo conto che sto seguendo il ritmo è come se mi spaventassi di me stessa e trac! sicuro che lo perdo. Quando qualcuno si presta ad insegnarmi io sono imbarazzata da questa disponibilità, ho paura di fargli sprecare del tempo che potrebbe impiegare a divertirsi. Eppure come sarebbe bello affidarsi a qualcuno, anche solo per la breve durata di una danza e lasciare che guidi lui! Del resto in ogni caso quando una persona mi fa una gentilezza, o fa qualcosa per me io non riesco ad accettarlo con naturalezza: rispondo con una gratitudine eccessiva oppure mi ritraggo pensando che sicuramente ha un secondo fine. E' molto più facile farle le gentilezze che riceverle, come i regali.
E della fisicità, vogliamo parlarne? Sono troppo vicina all'altra persona? sono troppo distante? sono troppo pesante? e se questa persona è sudata? e se io sono sudata? e le persone che ti si avvicinano ed hanno odori troppo forti? o presenze troppo forti?
Quando un paio di anni fa fui scossa fortemente da quel minimo inizio di cena al buio totale, la prima impressione negativa che ebbi fu la presenza di altri corpi la distanza dai quali non era sotto il mio controllo. La seconda l'odore di cibi che non potevo vedere, la terza il caldo umido nella stanza. Tutte sensazioni fisiche di eccessiva vicinanza al mio corpo in una condizione di mancanza di possibilità di controllo da parte mia.
Che c'entra tutto questo con il ballo? Boh, non so. Certo è che sono sovrastrutture psicologiche che ho raccolto man mano durante la mia vita e che oggi sono come un muro tra il mio corpo e la mia mente. Se son trent'anni che tiri la carretta da sola, o con la sensazione di essere sola, non riesci più a lasciarti andare nelle braccia di un perfetto sconosciuto il cui corpo ti dice 'fai come me ma fallo camminando all'indietro'. Se la tua 'one night stand' si è trasformata in una relazione ventennale non riesci (posto che tu l'abbia mi fatto) ad affidarti nelle braccia di uno sconosciuto senza se e senza ma ...
Al tempo stesso però credo che se riuscissi a dimostrare a me stessa che si può lasciare andare il proprio corpo senza che questo si trasformi in una colossale figura di sterco (e poi cos'è una figura di sterco? e perchè bisogna fuggirla come il diavolo l'acqua santa?), se riuscissi a sperimentare che lasciare il bastone del comando ad un'altra persona (e per di più un uomo) non implica nulla se non un pò di sano divertimento, se mi concedessi di avvicinarmi ad un altro corpo senza cominciare a farmi troppe domande .. se tutto ciò accadesse riuscirei a trasformarmi in una persona più leggera e, suppongo, più felice.
Ma si può, arrivata a 54 anni, diventare altro da sè?