Ieri Bertolaso è tornato come l’assassino sul luogo del delitto. Anche se, rispetto al famoso detto, c’è da dire che il Guido nazionale ha già abbondantemente superato la sua seconda visita su questi luoghi.
Ma qualcosa, rispetto alle prime volte è cambiato, e val la pena darne notizia a voi che non potete sapere se non tramite chi è sul posto.
Rispetto all’anno trascorso, si sono ripetute più volte le visite a sorpresa, non ve ne sono più di annunciate, e questo almeno da febbraio: Guido non teme le menti fragili, perché allora non erano ancora partorite dalla mente deviata di chi ci governa. Molto più banalmente, teme i contestatori: quelli sani, armati di striscioni e frasi critiche; quelli che se ci fosse stato qualcosa di cui andare orgogliosi nel modo in cui il Dipartimento ha operato a L’Aquila l’avrebbero detto con onestà intellettuale.
Nulla c’entrano le indagini della Procura Aquilana sulla Commissione Grandi Rischi, anche perché Bertolaso, non essendosi seduto attorno a quel tavolo, per una volta è estraneo alla vicenda.
E allora cosa lo spinge a comportarsi così? Una coscienza laica come la mia dovrebbe limitarsi a dire che nel suo comportamento di ieri a Collemaggio, c’è solo l’idiosincrasia dell’uomo per le critiche altrui. Eppure, voglio leggerci un segno di qualcosa di più profondo: io conosco cosa sia quella porta che Bertolaso ieri ha varcato insieme a Gianni Letta. Non è una porta di servizio. E’ una Porta Santa.
La si varca nell’unico Giubileo annuale che il Mondo intero conosca. Roma lo vive ogni 25 anni, L’Aquila tutti gli anni, con il rito della Perdonanza. E’ una concessione ecclesiastica più unica che rara, che dobbiamo a Celestino V, il Papa del Morrone, il Papa del gran rifiuto. Chi la varca, sinceramente pentito, guadagna l’indulgenza plenaria. Dal 1294.
Capita così che ieri, dopo due settimane senza ponteggi ad oscurarla, arrivino due ometti da Roma, a festeggiare la “scoperta” della facciata di Collemaggio. Liberata dalle impalcature che la coprivano dal 2007. Già, dal 2007; nulla c’entra il terremoto. Nessuna ricostruzione. Non ricostruzione della facciata. Bensì una ricostruzione DI facciata. Sono venuti a vendersela alle telecamere come una loro opera a tempo di record, mentre invece come ormai anche voi saprete, la Basilica aveva quell’impalcatura enorme già da tre anni quando s’è verificato il terremoto. E grazie ad essa la facciata è rimasta indenne.
Siccome ormai gli Aquilani (non tutti) hanno imparato a conoscere le loro intenzioni, si erano radunati in gruppo davanti all’ingresso della Basilica per ricordare che l’opera di restauro non poteva essere venduta all’opinione pubblica come intervento di ricostruzione, ché non essendosi danneggiata il 6 Aprile, proprio non c’era nulla da riparare.
E lì, l’imprevisto; forse neppure troppo, perché il gesto una sua utilità ce l’ha anche oltre l’aggiramento di una insostenibile (per i due) contestazione: anziché passare dal davanti della Basilica, Bertolaso e Letta guadagnano un ingresso laterale: si tratta, appunto, della Porta Santa, aperta fuori stagione, in deroga anche al secolare rito ecclesiastico.
Il Vescovo Molinari (boccaccia mia stai zitta), afferma ” che è stato un suggerimento di Celestino V”….
Pare che Bertolaso, all’uscita sembrasse più sollevato, nell’espressione del volto: purificato dal transito sotto la Porta Santa.
Miracoli dell’indulgenza.
la notizia è stata diffusa ieri qui
il video della contestazione, e dei metodi della Polizia per impedirla, lo trovate qui
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