Questo blog, era nato poco più di un anno fa per uno scherzo.Uno scherzo che io stesso volevo fare a me.
Divertirmi usando il mio computer, facendo filmati e dicendo assurdità.
Oggi, e da alcuni mesi, ha cambiato la sua veste,credo.
Il 6 Aprile è uno spartiacque netto, nella mia vita.
Da quella data e da quello che i suoi avvenimenti hanno deciso dovesse significare, per me, per la mia famiglia, per L’Aquila e quindi, per l’Italia tutta, il 6 aprile segna un punto di non ritorno.
Fino ad allora, potevo pensare che avere un’opinione differente dalla mia fosse semplicemente una libertà, che non comportava conseguenze di nessun tipo a me.
Oggi, sperimento che è la maggioranza a decidere, e valutare i miei bisogni, i miei diritti, anche le mie aspettative.
Sono loro,con la forza dei loro numeri attuali a potermi dire a cosa aspirare, di cosa vergognarmi, di cosa andare fiero.
La mia voce, la mia opinione, non solo non è lecita, ma va zittita, o annichilita in un gioco al massacro tra delazioni,ingiurie, simil-maledizioni affinché io patisca ancora di più di quanto non ho fatto finora.
Io non posso, secondo loro, criticare ed argomentare. Non posso non sentirmi grato a nessuno,né ritenere che lo Stato a L’Aquila ha fatto solo una minima parte di quello che era il suo dovere, distruggendo una terra incontaminata, sperperando anche il mio denaro, col quale non mi è stato chiesto che uso avrei preferito venisse fatto per me,con miei soldi, che aiutano comporre quell’elemosina.
Io non posso farlo: perché sarei ingrato, perché nessun terremoto fino ad oggi era stato gestito con così tante risorse nell’immediato, perché io non mi faccio il culo nella ricostruzione come i Friulani,perché perché perché…
Perché fondamentalmente, ancora non vi accorgete che tutto quello fatto fino ad oggi è solo una macchina messa in moto per farvi tacere in futuro, per dirvi e dire anche a me (per colpa anche vostra, che lì li avete messi) che da domani il set si chiude, e si inizia a farla davvero l’elemosina.
Senza lavoro, senza sistemare le nostre case ed i nostri monumenti, senza rispettare le volontà di chi certe decisioni è obbligato a subirle, senza consentirci un confronto.
L’emergenza è così, richiede misure drastiche, e chi s’è visto s’è visto.
Buon proseguimento, nel posto dove avete avuto la possibilità di decidere di trascorrere i prossimi vent’anni: Stazione Mir, cambia pelle.
Ci sono dei momenti in cui avere un’ opinione chiara e motivata significa anche non essere disposti a farne merce di trattativa.
Beh, quel momento, è arrivato: ognuno si faccia un’opinione su che vita vuole condurre. io ho scelto di dire quello che penso, e di agire di conseguenza.
Fate a meno di dirmi la vostra, se significa parlare dell’opinione che avete di me.
Non vi viene richiesta.
Sottoscrivo ogni singola parola.
http://nozionicomuni.blogspot.com/2009/06/laquila-e-la-shock-economy.html
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Continua così quatrà!
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