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23 dicembre 2020

Trittico degli Ottoni: Natività - Matelica, Museo Piersanti

Museo
Natività, Luca di Paolo e Lorenzo d'Alessandro

Questa Natività dipinta nel 1475 è una delle innumerevoli opere d'arte disseminate in tutto il territorio marchigiano spesso dimenticate o sconosciute, il perché oramai lo sappiamo tutti. Non fa eccezione il museo Piersanti di Matelica che è un concentrato di testimonianze artistiche concepite e prodotte per questo territorio. Una perla, insomma. Eppure, anche se abito poco distante, c'è voluto un appuntamento canoro lo scorso fine anno per avere l'opportunità di visitarlo. Giusto in tempo, tra l'altro, perché il giorno dopo sarebbe stato chiuso per consentire la messa in sicurezza dell'edificio parzialmente lesionato dal terremoto. E' tuttora in lockdown, come noi. 
Per saperne di più ecco i link per il Museo e per il Trittico.

Auguri, cari amici, per un sereno Natale, e che anche la Bellezza ci sostenga in questi difficili momenti.






25 dicembre 2019

La Natività di Giampietro da Spilimbergo a Tauriano

Tauriano, Natività di Giampietro da Spilimbergo

La Natività fa parte di un ciclo di affreschi, purtroppo deteriorati dal tempo,  dedicato alle storie di san Nicolò vescovo,  dipinti nel 1502 da Giampietro da Spilimbergo a Tauriano (UD) nell'abside della chiesa dedicata al santo.  Malgrado le ricche vesti cinquecentesche di  Giuseppe e Maria è una delle natività più semplici ed essenziali che abbia mai visto dove sono stati raffigurati  in un rudere (stalla?) solamente Gesù bambino riscaldato dal bue e dall'asinello, i suoi genitori e san Nicolò in preghiera, un paesaggio friulano e  lo stesso santo in cima a una collina apparso in uno dei suoi miracoli. Tutto qui. Il senso del mistero di questa nascita è racchiuso in un piccolo spazio con i soli "attori" principali della narrazione. 

Auguro anche a voi, amici di Web, un Natale così, semplice ed essenziale.

20 dicembre 2018

La natività murata nella Cattedrale di San Venanzio di Fabriano

Fabriano, Cattedrale di San Venanzio  - natività 

Questa  natività fu affrescata nella cappella absidiale della Cattedrale di San Venanzio di Fabriano tra il '300 e il '400 da un artista rimasto sconosciuto, ma tutta la parete, nello stesso periodo, è stata colorata da un ciclo di affreschi di Alegretto Nuzi e del  Maestro di San Verecondo. Una meraviglia!

Passano un paio di secoli e nel '600 la chiesa fu quasi completamente ricostruita. E cosa fecero i grandi ingegneri, architetti, artisti e sapientoni , manieristi ovviamente, dell'epoca? Tirano su l'abside della nuova chiesa a meno di due metri dalle cappelle laterali, murandole di fatto impedendone perciò sia l'accesso che la vista.

Non ci misero molto tempo, i Fabrianesi, a dimenticare gli affreschi murati della  loro cattedrale e  per tre secoli scese il buio assoluto su quelle pitture. Il buio vero quello fisico. Soltanto nel 1905 un architetto della soprintendenza (diremmo oggi), Icilio Bocci, mettendo a confronto la forma dell'abside esterna con quella interna intuì e poi scoprì la presenza  non solo di una bensì di due cappelle nascoste, entrambe affrescate:  la cappella della Santa Croce (accesso dalla sacrestia) e la cappella di San Lorenzo (accesso da una piccola porta nel coro ligneo).

Siete curiosi di sapere dove si trova la natività? Beh! Fabriano è una  città troppo bella (clicca qui), è un peccato togliervi il piacere di scoprirla da soli.

Buon Natale amici del Web.

20 dicembre 2017

La Natività nella chiesa di Sant'Agostino di Fermo



Il 23 Gennaio di quest'anno, il parroco era affacciato all'ingresso della chiesa di S.Agostino di Fermo in attesa dell'impresa che avrebbe iniziato i lavori per la messa in sicurezza dell'edificio lesionato dal terremoto di qualche mese prima. Malgrado non fosse possibile per ovvi motivi di sicurezza, il sacerdote, mosso a compassione dalla mie implorazioni, mi ha fatto entrare, di corsa, giusto per dare uno sguardo dall'ingresso ai bellissimi affreschi del '200, '300, '400 e, purtroppo, anche alle pietre e agli intonaci caduti e disseminati nella navata. Siamo usciti, sempre di corsa, dall'atrio ed è qui che ho intravisto quasi in ombra, il sole era tramontato e l'impianto elettrico della chiesa era fuori uso, questa Natività affrescata nel '300.

Ed è stato amore a prima vista. 

Maria è distesa a terra, su un fianco, rivolta verso suo figlio, con una mano sotto la guancia, forse quello è il suo modo per dormire o rilassarsi. Il suo corpo, la sua fisicità occupa quasi tutta la lunghezza dell'affresco, solo la dimensione di Gesù Bambino è rapportata a quella di sua madre. Giuseppe e tutti gli altri attori del presepe sono più piccoli e relegati ai margini della scena: se fosse stata  una fotografia sarebbero risultati tutti sfocati. Sembra che per l'autore trecentesco il presepe fosse una scusa per raccontare la nascita, l'amore tra madre e figlio e il miracolo della nuova vita descritti come fatti terreni, gli stessi vissuti da tutte le madri del mondo. Solo l'aureola dei genitori e la presenza dell'angelo ci raccontano l'altro miracolo, quello della nascita di Gesù. L'affresco è stato dipinto nell'atrio della chiesa ad altezza d'uomo, o forse sarebbe meglio dire di donna, perché sono state proprio le loro mani, a forza di sfiorare nei secoli la pancia di Maria per invocare una gravidanza o un parto felice, a consumare completamente la pittura in quel punto. 

Passerà parecchio tempo prima di poter entrare in questa che è una tra le più antiche e belle chiese di Fermo, ma mi consola sapere che questa opera sia ora al sicuro e capace di restituirci chissà per quanto tempo ancora quelle splendide e toccanti testimonianze di arte, fede e storie vissute del nostro territorio.

Buon Natale cari amici del Web.