Vi andrebbe di fare un viaggio indietro nel tempo? So anche dove tentare questa avventura fantastica: nella valle del fiume Cesano, sulla strada comunale tra Castelleone di Suasa e Senigallia dove una cappellina religiosa e una casa disabitata sono le uniche costruzioni visibili e, sul rettilineo perfettamente in piano, il traffico è pressoché inesistente.
Restate perciò seduti nella vostra macchina del tempo, schiacciate il piede sull'acceleratore e poi, via, fiondatevi in quella che sembra una pista, fatelo ruggire il motore.
E anche se delle transenne sbarrano la strada e un segnale di divieto impone di fermarsi, non frenate, fidatevi!
Ecco, ci siamo, e' arrivato il momento! E poiché solitamente nei film è il buio che segnala il passaggio da una dimensione all'altra, provatela anche voi questa sensazione, chiudete gli occhi per due secondi...mentre fate scorrere lo schermo sull'immagine successiva.
Bentrovati a Suasa nel 409 d.c. Stiamo camminando sulla strada al centro della città romana: a destra c'è il Foro commerciale, a sinistra la splendida domus dei Coiedii ricca di mosaici. Le altre abitazioni, il teatro, l'anfiteatro e la necropoli non sono distanti, basta chiedere a qualche passante. In realtà oggi non c'è nessuno nei paraggi perché dicono che stia per arrivare Alarico, re dei Visigoti, con il suo esercito. Si sa che con lui c'è poco da scherzare e, perciò, chi può è scappato via.
Ricostruzione virtuale dell'antica città di Suasa |
Ho giocato un po' con la fantasia, ma volevo farvi provare la sorpresa che ti toglie il fiato quando, al di là delle transenne (puntino rosso nelle foto), ti accorgi che il lungo tratto di strada asfaltata contiguo al Parco Archeologioco Città di Suasa non c'è più e trovi al suo posto, circa un metro più in basso, la pressoché intatta strada romana che collegava, come oggi, Suasa a Sena Gallica (Senigallia).
E' sbalorditiva la sovrapposizione delle due arterie avvenuta nel tempo. La strada, pratica comoda e veloce, percorsa ripetutamente negli anni e che ritenevi fosse opera recente non è altro che l'evoluzione millenaria del desiderio dell'uomo di viaggiare.
Parco archeologico Città Romana di Suasa - tra le due barre rosse il tratto di strada asfaltata rimosso |
Mirco Zaccaria, archeologo del Parco, raccontava che durante gli scavi, in quel metro di dislivello, erano ben visibili le tracce lasciate dai rifacimenti stradali nelle epoche successive a quella romana, ma non riuscivano a spiegarsi, lui e tutta l'equipe, perché l'asse stradale fu spostato, di volta in volta, leggermente più a sud. La risposta non l'hanno ancora trovata, ma che importa! In quel metro di dislivello il tempo sembra essersi condensato per restituirci, strato dopo strato, tutta la ricchezza del pensiero umano e le sue trasformazioni che in duemila anni ci hanno consegnato la civiltà così come la conosciamo e che crediamo, a volte con un pizzico di superbia, essere frutto solo del genio moderno.
Parco Archeologico Città di Suasa - verso ovest |
Verso est, lo scostamento tra i due assi stradali è ben visibile |
E Suasa? Dunque, Alarico è passato e da quel momento in poi la città inizia a perdere d'importanza perché insicura e indifendibile. Gli abitanti fuggono sulle colline circostanti e creano altre città: Corinaldo, Orciano, Mondavio, San Lorenzo in Campo e Castelleone di Suasa, la sola ad aver conservato nel nome la sua origine. Nel VI secolo Suasa è oramai abbandonata ma diventa una miniera per il riciclo dei materiali nelle città vicine, come dimostrano le quattro colonne di marmo grigio utilizzate nell' abbazia benedettina di San Lorenzo a San Lorenzo in Campo.Tutto viene asportato mentre il tempo provvede a interrare anche le ultime tracce rimaste.
San Lorenzo in Campo, abbazia di San Lorenzo - colonne romane |
Negli ultimi trent'anni una minima parte della città è stata di nuovo portata alla luce ma la sfortuna sembra ancora accanirsi su di essa. L'eccezionale nevicata del 2011, infatti, ha demolito parte della struttura costruita a protezione della domus dei Coiedii e, l'anno successivo, l'esondazione di un torrente ha di nuovo interrato una parte significativa dell'area. Oggi si possono visitare solo le zone scoperte del Parco in attesa di interventi e di finanziamenti per la messa in sicurezza di tutta l'area.
Parco archeologico Città Romana di Suasa |
Dalle transenne è però possibile sbirciare una parte del Parco Archeologico e sopratutto la strada romana: l'acciottolato costruito a schiena d'asino ancora integro, i marciapiedi delimitati dalle pietre conficcate nel terreno e un quadrivio che lascia intuire l'intreccio di altre strade mentre le tracce lasciate dalle ruote dei carri, visibili sopratutto con la luce radente del tramonto, restituiscono le immagini, i rumori e le voci che davano vita alla città.