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Dora nella sua casa di Pretare, affacciata sopra al bar |
La prima volta che entrammo, io e due miei amici, nella latteria di Dora a
Pretare non avevo ancora venti anni. Eravamo scesi dal Monte Vettore, dopo tre giorni di pernottamento nel
rifugio Zilioli, ovviamente senza mai lavarci, con gli scarponi irriconoscibili per quanto erano impastati di terra e sassi. I personaggi del film Brutti sporchi e cattivi dovevano sembrare angeli rispetto a noi. Il tempo di fare non più di due passi nel negozio e Dora ci fulminò con lo sguardo, poi ci chiese di uscire per togliere la terra almeno dalle suole: “ non lo dico per me, io pulisco tutto in pochi attimi con lo straccio, LO DICO PER VOI!”. Uscimmo di corsa, certamente facemmo un buon lavoro perché ricordo il nostro ingresso trionfale poco dopo nel negozio.
Dopo esserci rifocillati partimmo per il viaggio di ritorno, lungo ed estenuante perché non avendo l’auto si svolgeva in parte a piedi e in autostop, con la “corriera” fino ad Ascoli Piceno e poi con tre cambi di treno fino a Jesi. Solo quando trovammo posto a sedere in una carrozza, non ricordo chi disse tra sé e sé “ ma cosa voleva dirci con LO DICO PER VOI?”. Cavolo, scoprimmo in quel momento che quella frase si era conficcata dentro di noi, nessuno escluso, ma il suo significato non era ancora chiaro. Ognuno disse la sua, ci volle tempo per concordare che sì per Dora l’attenzione a come si è non è soltanto forma ma rispetto degli altri e di se stessi. Restammo stupiti per la forza di quel messaggio. Non è che fosse difficile scoprirlo ma eravamo giovani e forse anche increduli per aver ricevuto una lezione di quel tipo in una latteria per noi ai confini del "mondo".
La latteria-bar “Vettore” restò per decenni il nostro punto di ritrovo ogni qualvolta si passava
di lì e il caffè fatto da Dora, a volte, era la scusa per rivederla dietro al
bancone, tirato a lucido, sempre gentile, attenta alle diverse nostre richieste,
con i capelli ordinatissimi e un sorriso ogni volta sempre più contagioso.
Il terremoto del 2016
ha distrutto Pretare e il palazzo cinquecentesco a tre piani dove Dora abitava e lavorava,
lì nel centro del paese, dove la strada prima di salire per Forca di Presta piega a sinistra. Solo nel 2018 ho avuto modo di tornarci per
chiedere di lei. La prima persona che ho
incontrato mi ha sorriso dicendo che Dora stava bene e che sarebbe stata felice
di salutare un suo ex cliente. Così mi ha accompagnato nella sua nuova casa,
nel villaggio SAE costruito per chi aveva scelto di
non partire da Pretare. Lei non si ricordava di me (non ci vedevamo da anni) mi ha però fatto entrare ugualmente, ha preparato e offerto il caffè con la stessa cura e le stesse attenzioni di
sempre e abbiamo parlato di…futuro: già di futuro perché "solo in questo modo Pretare poteva rinascere". Ci siamo salutati con la speranza di rivederci, magari con gli amici e le rispettive famiglie, anche perché, pensavo, quella sarebbe stata l'occasione per raccontarle come quel suo "fulmine" avesse fatto centro.
Alcuni giorni fa Alessandro Trenta, di Pretare, mi ha scritto che a 97 anni di età, “Dora è l’anima di quello che è rimasto di Pretare ed è un forte collante per tutti”.
D'altronde, aggiungo, Dora significa “dono”: dono per Pretare, e non solo.
A presto, Dora.
(A parte la foto del villaggio SAE, che ho scattato nel gennaio 2018, tutte le altre le ho ricevute da Alessandro Trenta che ringrazio.)
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"Caffè latteria Vettore" aperto e gestito sempre da Dora |
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Tempi nuovi per il Bar Vettore con una recente...rivisitazione |
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Dora con la sua macchina del caffè salvata dalla distruzione |
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Il villaggio SAE di Pretare (30.01.2018) |
Una bellissima storia, Leo, che solo tu con la tua sensibilità potevi raccontare!
RispondiEliminaE belle anche le foto di questa donna tenace e ricca di cuore per tutti!
Grazie!!!!
Leo, il cantore delle grandi piccole cose, soprattutto di quelle dei monti che ama così tanto... Di storie belle come questa chissà quante ne hai lì dentro. Non ci fare aspettare sempre tanto
RispondiEliminaBelle gioventù...!!
RispondiEliminaAh dio, o chi per esso, preservi le Dora di tutto il mondo
RispondiEliminaLeggervi qui, lontano dal frastuono degli altri media, è come prendere un caffè tra amici e raccontarsi dopo mesi che non ci si vede. A presto.
RispondiEliminaUn caro saluto.