- "I figli di Finwë furono Fëanor, Fingolfin e Finarfin; [...] Fingolfin era il più forte, il più risoluto e il più valente."
- —Il Silmarillion, cap. V, "Eldamar e i Principi degli Eldalië"
Fingolfin fu un nobile Elfo della stirpe dei Noldor che visse a cavallo tra gli Anni degli Alberi e la Prima Era. Primo figlio avuto da Finwë e Indis, era fratello maggiore di Irimë, Finarfin e Findis, e fratellastro minore di Fëanor.
Quest'ultimo, che non aveva approvato il secondo matrimonio del padre, non provò mai amore per il fratello ed era anzi geloso che Fingolfin lo soppiantasse nel cuore di Finwë; le paure infondate di Fëanor furono alla base di molti dei mali che avrebbero afflitto la sua gente successivamente.
Mentre viveva in Valinor sposò la fanciulla Anairë e da lei ebbe quattro figli: Fingon, Turgon, Aredhel e Argon. Descritto come il più forte, valoroso e bello dei figli di Finwë, seguì Fëanor durante la Fuga dei Noldor per vendicare il padre ucciso da Morgoth, venendo tuttavia abbandonato dal fratellastro neil'Helcaraxë assieme alla sua gente, venendo costretto ad affrontare una lunga e dolorosa marcia tra i ghiacci della regione.
Dopo molte difficoltà giunse nel Beleriand al primo levarsi del Sole e inizialmente vi fu inimicizia tra lui e i Figli di Fëanor, ma dopo che suo figlio Fingon salvò il cugino Maedhros dalla sua prigionia sul Thangorodrim, Fingolfin venne riconosciuto Re Supremo dei Noldor e si stabilì nella regione dell'Hithlum che divenne il suo regno.
Morì nel 455 PE durante la Dagor Bragollach, combattendo a duello contro Morgoth in persona.
Etimologia[]
Fingolfin fu chiamato dal padre Nolofinwë, che in Quenya significa "Finwë il Saggio", dall'unione del nome Finwë con la parola ngolod ("saggio"). Fingolfin ne è la traslitterazione Sindarin.
Dalla madre Indis ricevette invece il nome di Arakáno, che nella lingua dei Noldor significa "Grande Capo".
Descrizione[]
Aspetto e carattere[]
Benché sua madre Indis appartenesse alla stirpe elfica dei Vanyar, Fingolfin nll'aspetto era in tutto e per tutto un Noldor: era infatti molto alto, con la pelle chiare, gli occhi grigi e una fluente chioma di capelli corvini. Caratterialmente era anche lui abbastanza orgoglioso, ma a differenza del fratello maggiore Feanor conservava una buona dose di umiltà ed era in grado di controllare i propri istinti più violenti, oltre ad essere maggiormente misurato e riflessivo nelle proprie azioni. Amava particolarmente l'argento, tanto che i suoi vestiti erano spesso intrecciati con tale materiale, così come anche la sua armatura e le sue armi erano di quel colore.
Poteri e abilità[]
Essendo figlio di Finwe, Fingolfin apparteneva alla più nobile schiatta dei Noldor e dunque era dotato di poteri di certo superiori a quelli dei suoi sudditi. Era comunque un eccellente guerriero, tanto che alla fine della Dagor Bragollach combattè un feroce duello contro l'Oscuro Signore in persona e riuscì ad infliggergli ben sette gravi ferite prima di soccombere allo strapotere di Morgoth.
Biografia[]
Nascita e la vita a Valinor[]
Fingolfin nacque a Tirion in Valinor durante la Beatitudine di Valinor. Suo padre era Finwë, Re Supremo dei Noldor, mentre sua madre fu Indis del popolo dei Vanyar. Sebbene avesse un carattere accomodante e non cercasse di provocare dissidi, entrò in conflitto con il fratellastro Fëanor: quest'ultimo era infatti geloso dell'affetto del padre, non avendone mai approvato il secondo matrimonio, ed era ingiustamente convinto che Fingolfin volesse sostituirsi a lui nel cuore del genitore.
Le cose peggiorarono quando Melkor venne rilasciato dalla sua prigionia: il malvagio Vala, infatti, non tardò ad approfittare del dissidio tra i due fratelli così da acuire le divisioni tra il popolo dei Noldor, insinuando che Fingolfin stesse congiurando con i Valar per escludere Fëanor dalla primogenitura e succedere al padre Finwë in cambio dei Silmaril.
Sebbene Fëanor non avesse rapporti di amicizia con Melkor, anzi ne diffidava, nel suo orgoglio prestò purtroppo orecchio a queste menzogne: cominciò così ad accentuare il suo carattere arrogante, parlando pubblicamente sia contro Fingolfin che contro i Valar. La situazione si fece talmente tesa che Fingolfin, durante una riunione di nobili Noldor a Tirion, chiese al padre di intervenire per porre freno alle azioni del fratello, da lui ritenute sconsiderate e dannose. Proprio mentre FIngolfin parlava Fëanor apparve sulla soglia della casa di suo padre e, credendo di trovare nel discorso la conferma delle menzogne di Melkor, in preda all'ira arrivò a minacciare pubblicamente il fratello puntandogli la spada al petto.
- "«Re e padre, non vuoi tu mettere freno alla superbia di nostro fratello Curufinwë, che è detto lo Spirito di Fuoco, e fin troppo veracemente? Con quale diritto egli parla in nome di tutto il nostro popolo, quasi fosse Re? [...]» Ma ancor mentre Fingolfin parlava, Fëanor entrò nella sala, ed era armato di tutto punto: l'alto elmo in capo, al fianco una gran spada. «Dunque, è proprio come sospettavo» disse. «Il mio fratellastro vorrebbe scavalcarmi ed essere il primo con mio padre, in questa e in ogni altra faccenda.» Quindi, volgendosi a Fingolfin, snudò la spada gridando: «Fuori di qui, e statti al tuo posto!» Fingolfin si inchinò a Finwë, e senza una parola o uno sguardo a Fëanor uscì dalla stanza. Ma Fëanor lo seguì, e sulla soglia della casa reale lo fermò; e puntò contro il petto di Fingolfin la spada lucente. «Guardala bene, fratellastro» disse. «Questa è più tagliente della tua lingua. Provati una volta ancora a usurpare il mio posto e l'amore di mio padre, e può darsi che essa sbarazzi i Noldor di uno il quale vorrebbe essere signore di schiavi.» Tali parole furono udite da molti, che la casa di Finwë sorgeva sulla grande piazza ai piedi della Mindon; ma neppure questa volta Fingolfin replicò, e fendendo in silenzio la calca andò a cercare suo fratello Finarfin."
- —Il Silmarillion, cap. VII, "I Silmaril e le Agitazioni dei Noldor".
A causa di questo gesto, con gran dispiacere dello stesso Fingolfin, il fratello fu esiliato nella città di Formenos, seguito dal padre Finwë, dove rimase per alcuni anni.
- "Ora, però, le azioni di Fëanor non potevano essere ignorate, e i Valar erano irati e costernati; e Fëanor fu convocato al loro cospetto alle porte di Valmar, onde rispondere di tutte le sue parole e atti. [...] Disse allora Fingolfin: «Io non nutro rancore verso mio fratello». Fëanor però nulla rispose, e rimase in silenzio davanti ai Valar. Poi si volse, e lasciò il concilio e si dipartì da Valmar. Con lui se ne andarono, banditi, i suoi sette figli, e al nord, in Valinor, costruirono un luogo forte e una camera del tesoro tra i colli; e quivi, a Formenos, una gran quantità di gemme fu radunata, e con esse armi, e i Silmaril furono chiusi in una stanza di ferro. Ivi si trasferì anche Finwë il Re, a causa dell'amore che nutriva per Fëanor; e Fingolfin governò i Noldor in Tirion. [...] e il rancore seminato da Melkor non si spense, e continuò a serpeggiare ancora a lungo tra i figli di Fingolfin e Fëanor."
- —Il Silmarillion, cap. VII, "I Silmaril e le Agitazioni dei Noldor".
L'ottenebramento di Valinor e la Fuga dei Noldor[]
Per approfondire, vedi le voci Ottenebramento di Valinor, Fuga dei Noldor e Maledizione di Mandos. |
Alcuni anni dopo i Valar invitarono Fëanor a Tirion, affinché questi si rappacificasse con Fingolfin, cosa che formalmente avvenne con i due fratelli che si abbracciarono e si scambiarono il bacio della pace. Mentre ciò accadeva Melkor, dopo aver distrutto gli Alberi di Valinor, attaccò Formenos uccidendo Finwë e rubando i Silmaril dalla camera blindata, per poi fuggire nella Terra di Mezzo approfittando della tela di tenebre che la sua alleata Ungoliant aveva steso per coprire la fuga.
La notizia della morte di Finwë e del furto non era ancora giunta e i Valar si riunirono in concilio per decidere il da farsi: Yavanna disse che era possibile ridare la vita agli Alberi, ma ciò avrebbe richiesto che Fëanor le consegnasse i Silmaril che lei avrebbe dovuto rompere per utilizzare il loro potere benedetto. L'elfo era riluttante e disse che, se fosse stato costretto a distruggere la sua opera, probabilmente ne sarebbe morto primo tra tutti i Figli di Ilúvatar a trovare la morte nel Reame Beato. Proprio mentre diceva queste parole giunsero messaggeri da Formenos che annunciarono l'assassinio di Finwë per mano di Morgoth e il furto dei Gioielli.
Disperato per la morte del padre e il furto dei Silmaril, Fëanor abbandonò il concilio dei Valar e, recatosi nella piazza di Tirion assieme ai suoi figli, pronunciò il suo terribile Giuramento e arringò i Noldor invitandoli a schierarsi con lui e a lasciare Valinor per recarsi nella Terra di Mezzo: in primis per vendicarsi di Morgoth e recuperare i Silmaril, in secundis fece balenare nella mente del suo popolo un'esistenza indipendente dai Valar, prefigurandogli i grandi regni e la gloria che si sarebbero potuti guadagnare a est del Grande Mare.
Fingolfin non prestò il giuramento né era interessato a costruirsi un nuovo regno nella Terra di Mezzo; tuttavia, disperato per la morte del padre, decise comunque di seguire ugualmente il fratello insieme alla sua gente e ai suoi figli per cercare di ottenere vendetta contro Morgoth.
Non prese direttamente parte al Fratricidio di Alqualondë, in quanto la sua schiera procedeva più lentamente di quella di Fëanor essendo più numerosa, ma quando le sue avanguardie giunsero alle porte della città dei Teleri, vedendo che la loro gente era stava combattendo, esse credettero che i Valar avessero ordinato ai Teleri di ostacolare la fuga dei Noldor e si gettarono nella mischia, ribaltando le sorti dello scontro e contribuendo a rubare le navi dei Teleri per raggiungere il Beleriand. Sebbene la partecipazione delle genti di Fingolfin al massacro fosse stata involontaria e frutto dell'equivoco, ciò attirò anche su di essi gli effetti della Maledizione di Mandos che fu mitigata solo di poco negli effetti.
Siccome i Noldor erano molti ed inesperti nel condurre le navi, la flotta sovraccarica procedeva lentamente, con grande disappunto di Fëanor, così a metà del viaggio furono obbligati ad una sosta sull'Helcaraxë (piana dei Ghiacci Stridenti) per recuperare le forze e riorganizzarsi.
Fëanor era impaziente di raggiungere la Terra di Mezzo e prendersi la sua vendetta così, comprendendo che portandosi dietro Fingolfin e la sua gente ci avrebbe messo troppo tempo, decise di abbandonare il fratello e i suoi sudditi e lasciare che se la sbrigassero da soli. Nottetempo Fëanor e i suoi figli s'impadronirono dunque delle navi e s'imbarcarono alla volta del Beleriand, sbarcando nella Baia di Losgar; qui Maedhros, il quale non aveva compreso le intenzioni del padre, chiese dunque al genitore quali equipaggi sarebbero tornati indietro a prendere il resto dei Noldor, ma Fëanor disse che nessuno sarebbe tornato indietro e ordinò di bruciare le navi, che arsero in un immenso incendio visibile a moltissime miglia di distanza.
Furono proprio il fumo e la luce delle fiamme che resero coscienti Fingolfin e la sua gente del tradimento perpetrato da Fëanor nei loro confronti; furibondo, Fingolfin maledisse il fratello e giurò eterna inimicizia a Fëanor e ai suoi figli, dopdiché lui e la sua gente cominciarono dunque un viaggio a piedi verso il Beleriand, affrontando una durissima marcia tra i ghiacci esposti al freddo e alle intemperie dell'Helcaraxë.
Vita nel Beleriand e la Guerra dei Gioielli[]
Per approfondire, vedi le voci Guerra dei Gioielli, Dagor Aglareb, Assedio di Angband e Battaglia di Lammoth. |
- "Ed ecco che, per un certo tempo, il mondo ebbe la luce della Luna, e molte cose si sommossero e risvegliarono, che a lungo avevano atteso nel sonno di Yavanna. I servi di Morgoth rimasero sbigottiti, ma gli Elfi delle Terre Esterne levarono all'insù sguardi felici; e mentre la Luna si alzava vincendo la tenebra in occidente, Fingolfin fece dar fiato alle sue trombe d'argento e iniziò la marcia nella Terra di Mezzo, e le ombre dei suoi seguaci si allungavano nere loro dinanzi."
- —Il Silmarillion, cap. XI, Il Sole, la Luna e l'Ottenebramento di Valinor".
Fingolfin e le sue genti giunsero nel Beleriand nel 1 PE al primo levarsi della Luna, e furono entusiasti per la luce di questo nuovo lume; Fingolfin fece dare fiato alle trombe delle sue schiere annunciando così il suo arrivo nella Terra di Mezzo e affinché l'Oscuro Signore e i Figli di Fëanor fossero consci della sua brama di vendetta. Morgoth, temendo una possibile riunione delle forze dei Noldor, inviò un forte esercito di Orchi per ricacciare in mare le schiere di Fingolfin, ma essere risultarono vincitrici nella successiva Battaglia di Lammoth, anche se Argon, figlio di Fingolfin, trovò la morte in combattimento dopo aver ucciso il comandante dell'esercito nemico.
Usciti vittoriosi dallo scontro, Fingolfin e i suoi avanzarono neIl'Hithlum e inizialmente stabilirono i propri accampamenti a nord del lago Mithrim, mentre i Figli di Fëanor avevano i propri a sud del lago.
Inizialmente i due schieramenti stettero per un po' a guardarsi con diffidenza e ostilità, con somma soddisfazione di Morgoth, il quale sperava nello scoppio di una guerra civile tra i Noldor; tuttavia Fingon, figlio di Fingolfin, ristabilì la pace nel suo popolo salvando il cugino Maedhros, cui era legato da profondo affetto, dalla sua prigionia sulle vette del Thangorodrim. Riconoscente per l'aiuto prestatogli e anche per ripagare le sofferenze patite dalla gente di Fingolfin a causa di suo padre, Maedhros rinunciò al titolo di Re Supremo dei Noldor e si trasferì con la sua gente ad est, andando a fondare la Marca di Maedhros.
Fingolfin divenne dunque Re Supremo dei Noldor e stabilì il proprio regno nella regione dello Hithlum e costruì la città-fortezza di Barad Eithel, che divenne un possente baluardo contro Morgoth.
Partecipò poi alla Dagor Aglareb, riportando una splendida vittoria che pose l'inizio del secolare Assedio di Angband. Nel IV secolo della Prima Era Fingolfin, su suggerimento di suo figlio Fingon, accolse nel proprio regno gli Edain della Casa di Hador come propri vassalli, donando loro le terre del Dor-lómin e accogliendo i rampolli delle loro casate come propri scudieri.
Ne Il Silmarillion si dice che dopo la venuta degli Uomini, mandò loro messaggi di benvenuto e quindi molti degli Edain più giovani e curiosi abbandonarono i loro simili per poter prestare servizio presso gli Eldar come scudieri.
Duello contro Morgoth e la morte[]
Per approfondire, vedi le voci Dagor Bragollach e Duello tra Fingolfin e Morgoth. |
- "Tre volte Fingolfin fu premuto ginocchioni, e tre volte si risollevò, rialzando lo scudo infranto e l'elmo ammaccato. Ma tutt'intorno a lui la terra era fessa e sfondata, ed egli incespicò e cadde supino ai piedi di Morgoth; e Morgoth gli posò sul collo il sinistro, e fu il peso di una collina che crolli. Ma, con un ultimo, disperato fendente, Fingolfin tagliò il piede con Ringil, e il sangue ne zampillò nero e fumigante e andò a riempire le fosse scavate da Grond. Così morì Fingolfin, Supremo Re."
- —Il Silmarillion, cap. XVIII, "La Rovina del Beleriand e l'Uccisione di Fingolfin".
Vedendo le armate dei Noldor e dei loro alleati disperse dopo la Dagor Bragollach, Fingolfin in preda alla disperazione e all'ira attraversò come un turbine il campo di battaglia, giungendo presso le porte di Angband e sfidando l'Oscuro Signore a duello. Di malavoglia, e solo per non perdere la faccia, l'Oscuro Signore accettò la sfida e uscì dagli abissi di Angband per combattere contro il Re Elfico.
Fu una battaglia dura e senza esclusione di colpi, e il Re Elfico riuscì ad infliggere sette ferite a Morgoth prima di essere atterrato; con le ultime forze che gli restavano riuscì a tagliare un piede dell'Oscuro Signore rendendolo per sempre zoppo. In preda al dolore Morgoth avrebbe certamente fatto scempio del corpo del Re dei Noldor se non fosse intervenuto Thorondor, che gli graffiò la faccia e recuperò il corpo di Fingolfin. Questo fu portato a Gondolin, dove il figlio Turgon diede al padre degna sepoltura.