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Gran Premio d'Italia 1980

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Italia (bandiera) Gran Premio d'Italia 1980
340º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 12 di 14 del Campionato 1980
Data 14 settembre 1980
Nome ufficiale LI Gran Premio d'Italia
Luogo Imola
Percorso 5 km
Distanza 60 giri, 300 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Francia (bandiera) René Arnoux Australia (bandiera) Alan Jones
Renault in 1'33"988 Williams-Ford Cosworth in 1'36"089
(nel giro 47)
Podio
1. Brasile (bandiera) Nelson Piquet
Brabham-Ford Cosworth
2. Australia (bandiera) Alan Jones
Williams-Ford Cosworth
3. Argentina (bandiera) Carlos Reutemann
Williams-Ford Cosworth

Il Gran Premio d'Italia 1980 fu la dodicesima prova della stagione 1980 del Campionato mondiale di Formula 1. Si corse domenica 14 settembre 1980 sul Circuito di Imola. La gara fu vinta dal brasiliano Nelson Piquet su Brabham-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del terzo successo nel mondiale. Precedette sul traguardo l'australiano Alan Jones e l'argentino Carlos Reutemann, entrambi su Williams-Ford Cosworth. Grazie a questi risultati la Williams si aggiudicò matematicamente, e per la prima volta, il Campionato mondiale costruttori di Formula 1.

Fu l'unico Gran Premio d'Italia, valido per il campionato mondiale di Formula 1, a non disputarsi sull'Autodromo nazionale di Monza. Il Gran Premio d'Italia venne premiato, per la seconda volta consecutiva, col Race Promoters' Trophy, quale gran premio meglio organizzato nella stagione. L'anno precedente però la gara si era svolta, come detto, a Monza.

Sviluppi futuri

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La Scuderia Ferrari comunicò la sua intenzione di ufficializzare il pilota, che avrebbe sostituito Jody Scheckter, solo al lunedì dopo il gran premio. Alcune voci davano il francese Didier Pironi quale favorito.[1] La Renault confermò anche per il 1981 la stessa coppia di piloti titolari Jean-Pierre Jabouille e René Arnoux. L'Alfa Romeo comunicò di aver iniziato a testare il suo propulsore V8 turbo da 1.500 cm³, denominato 158, che avrebbe equipaggiato le sue monoposto dalla stagione 1981.[2] Anche la Fittipaldi era intenzionata a passare a un motore turbo per la stagione 1981, e per tale ragione contattò il preparatore tedesco Zakspeed. La casa tedesca stava già gareggiando con una Ford Capri a motore turbo, con un propulsore derivato dal Kent 1300 della Ford Fiesta assemblato con valvole Cosworth DOHC.[3]

La Federazione Internazionale Sport Automobilistico (FISA) confermò che il regolamento tecnico per il 1981 sarebbe stato quello adottato durante le riunioni del 15 aprile, 3 giugno e 30 luglio 1980, che non prevedeva la possibilità di montare le "minigonne" sulle vetture di Formula 1.[4]

Ken Tyrrell annunciò la sua intenzione di schierare una terza vettura negli ultimi gran premi stagionali, affidata al neozelandese Mike Thackwell, che aveva, senza successo, tentato di qualificarsi nel Gran Premio d'Olanda con l'Arrows.[5]

Tornò in forte dubbio l'effettuazione del GP del Watkins Glen. L'inviato della FISA all'ispezione del tracciato dubitò che le condizioni della pista potessero essere adeguate alle esigenze della Formula 1 entro il 5 ottobre, giorno previsto per la gara.[6] Il 9 settembre però la FISA confermò la data.[7]

Analisi per il campionato costruttori

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A differenza della classifica per i piloti quella per la Coppa Costruttori non prevedeva scarti, ma sommava i punti ottenuti dalle migliori due vetture che fossero giunte al traguardo. La Williams, alla vigilia della gara, guidava la classifica con venticinque punti di margine sulla Ligier, 35 sulla Brabham e 42 sulla Renault, con ancora un massimo di 45 punti, ovvero tre gare, da conquistare per ciascuna scuderia.

La Williams, per vincere la Coppa per la prima volta, avrebbe dovuto chiudere la gara aumentando ad almeno 31 i punti di margine sugli inseguitori, potendo ancora superare la casa britannica per numero di vittorie, in caso di arrivo a pari punti.

La scuderia di Frank Williams si sarebbe aggiudicata il titolo se:

  • avesse ottenuto una doppietta primo-secondo posto;
  • fosse giunta prima e terza con nessuna Ligier che non fa più di 7 punti;
  • fosse giunta prima e quarta con la Ligier che non fa più di 6 punti;
  • fosse giunta prima e quinta con la Ligier che non fa più di 5 punti;
  • avesse ottenuto dieci punti (vittoria e sesto posto o secondo e terzo) con la Ligier che non fa più di 4 punti;
  • avesse ottenuto nove punti (solo vittoria o con secondo e quarto posto) con la Ligier che non fa più di 3 punti;
  • avesse ottenuto otto punti (con secondo e quinto posto) con la Ligier che non fa più di 2 punti e la Brabham che non fa primo e terzo;
  • avesse ottenuto sette punti (con secondo e sesto posto oppure terzo e quarto) con la Ligier che non giunge meglio di sesta e la Brabham che fa più di 11 punti;
  • avesse ottenuto sei punti (con un secondo posto oppure un quarto e un quinto) con la Ligier che non fa punti e la Brabham che non fa più di 10 punti;

Aspetti tecnici

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Per la prima, e per ora unica, volta il Gran Premio d'Italia, in una sua edizione valida per il campionato mondiale di F1 non si disputò sul tradizionale Autodromo nazionale di Monza, ma si spostò sul Circuito di Imola, all'epoca dedicato al solo Dino Ferrari. La gara italiana era stata ospitata, prima dell'istituzione del campionato mondiale, anche sui circuiti di Montichiari (nel 1921, prima edizione), poi sul Circuito di Montenero di Livorno (1937) e, nel secondo dopoguerra, anche a Milano (1947) e Torino (1948). Dal 1949 era rimasto in sede fissa a Monza.

Il tracciato di Imola aveva già ospitato due gran premi di Formula 1, non validi però per il mondiale. Il primo il 21 aprile 1963, denominato Gran Premio d'Imola, e vinto da Jim Clark su Lotus-Climax; il secondo il 16 settembre 1979, il Gran Premio Dino Ferrari, che aveva visto il successo di Niki Lauda su Brabham-Alfa Romeo.

Imola avrebbe dovuto ospitare già nel 1979 la gara, in base a un accordo, firmato il 26 ottobre 1978, tra l'Automobile Club di Bologna e Bernie Ecclestone, capo della FOCA, per la disputa di un Gran Premio sul circuito, per tre stagioni. L'annuncio venne criticato dall'ACI, che si considerava l'unico soggetto intitolato per chiudere un tale accordo, così come dalla Commissione Sportiva Internazionale, unico ente predisposto per l'omologazione dei circuiti.[8] Ecclestone giustificò la scelta, che avrebbe eliminato il Circuito di Monza dal calendario, non essendo previsti due Gran Premi in Italia, con la scarsa qualità delle strutture del tracciato brianzolo e dalla mancata progettazione dei lavori richiesti.[9]

Gilles Villeneuve mentre testa la nuova Ferrari a motore turbo sul circuito di Imola una settimana prima del gran premio.

Dopo una lunga diatriba, che vedeva da un lato l'Automobile Club Italiano e dall'altro Bernie Ecclestone, il 13 aprile 1979 vi fu un accordo per tenere il Gran Premio d'Italia 1979 a Monza e svolgere una gara fuori campionato a Imola, che a sua volta, avrebbe ospitato il Gran Premio nazionale nel 1980.[10] In agosto venne raggiunto l'accordo definitivo tra la FOCA e gli organizzatori di Imola per lo svolgimento del Gran Premio non valido per il campionato, da tenersi la settimana successiva a quello d'Italia.[11]

Per attrezzare il circuito in maniera adeguata vennero spesi 2 miliardi e mezzo di lire: vennero rifatti interamente i box e la palazzina dei servizi. Vennero sistemati più di 20.000 pneumatici come barriera di protezione. Il circuito poteva ospitare 28.000 spettatori seduti nelle tribune, più altri 90.000 in piedi, sui prati lungo la pista. La pista era lunga esattamente 5 chilometri, comprendeva 9 curve a destra e 12 a sinistra, e andava affrontata in senso antiorario. La somma delle parti in rettilineo arrivava a 3.450 metri.[12]

L'Alfa Romeo prospettò l'esordio per una nuova monoposto, la 180, esordio che però non si concretizzò per i ritardi nell'approntamento della vettura.[13] La Ferrari testò, senza però portare in gara, la 126 C, vettura equipaggiata col motore turbo. La vettura si presentava con una linea alquanto diversa dalla sola altra vettura turbo del mondiale, ovvero la Renault RE20. Il telaio risultava più stretto e con un motore a 120°, di non grandi dimensioni.[14] Anche l'Osella presentò una nuova versione della sua monoposto, più leggera e con un telaio più stretto.[2]

Aspetti sportivi

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Il 5 e 6 settembre il tracciato ospitò delle prove libere. Il tempo migliore fu di Jean-Pierre Jabouille su Renault in 1'35"37, nuovo record ufficioso della pista. L'interesse dei tifosi fu per l'esordio della prima Ferrari a motore turbo, la 126 C, guidata da Gilles Villeneuve, che chiuse in 1'39"54. Alle prove assistette anche Enzo Ferrari.[15]

Manfred Winkelhock sostituì l'infortunato Jochen Mass all'Arrows.

Il giorno seguente la vettura Ferrari poté compiere solo una decina di giri prima che il surriscaldamento del propulsore costringesse la scuderia italiana a sospendere i test sulla nuova monoposto. Il tempo migliore di Villeneuve fu di 1'38"39, contro l'1'35"68 fatto segnare da Nelson Piquet su Brabham. Ai test del 6 settembre accorsero ben 15.000 spettatori.[16] Durante i test l'ing. Mauro Forghieri della Scuderia Ferrari dichiarò:

«Un primo risultato positivo è stato quello di non aver registrato alcuna rottura del motore. Avevamo un propulsore piuttosto vecchio, affaticato. Stanotte lo abbiamo cambiato e oggi, per la seconda tornata di prove, speriamo di ottenere qualcosa di meglio. Ma non si può, pretendere, la macchina è tutta nuova, tutta da scoprire. Un autentico laboratorio viaggiante.[14]»

Jochen Mass, dopo aver saltato i due ultimi gran premi per i postumi dell'incidente nelle prove del Gran Premio d'Austria, non fu in grado di partecipare nemmeno alla gara romagnola. La sua scuderia, l'Arrows, lo sostituì in questo caso col pilota tedesco Manfred Winkelhock, esordiente nel mondiale di F1, e impegnato nel corso della stagione in Formula 2. L'Ensign confermò ancora Geoff Lees preferendolo a Kevin Cogan, mentre l'Alfa Romeo non portò una terza vettura per Andrea De Cesaris, che era stato fatto testare la vettura nei giorni precedenti la gara al Balocco.[17]

I prezzi per assistere alla gara andavano dalle 3.500 lire del venerdì alla Rivazza o alla Tosa alle 60.000 per le Tribune A e S della domenica.[18] Visto il grande interesse per la gara e per evitare che si potessero distribuire biglietti falsi, gli organizzatori predisposero un rigido controllo all'entrata grazie alla collaborazione della Guardia di Finanza.[19]

L'ing. Carlo Chiti con Bruno Giacomelli nel corso delle prove del Gran Premio.

Al venerdì mattina un elicottero che trasportava dei meccanici dell'Alfa Romeo dal loro albergo di Massalombarda all'autodromo fu protagonista di un incidente. Il pilota del velivolo perse il controllo mentre stava scaricando a terra i passeggeri sul terreno del campo sportivo sito all'interno dell'area del circuito, nei pressi del parco delle Acque Minerali. L'elicottero, dopo aver falciato le persone al suolo, riprese quota per poi piombare nuovamente a terra. Vi furono cinque feriti, di cui due in gravi condizioni. Poco dopo un altro incidente vide protagonista la vettura, guidata da Vittorio Brambilla, che portava al circuito anche l'ing. Carlo Chiti e l'altro pilota della scuderia italiana Bruno Giacomelli. La vettura tamponò un'altra automobile lungo un tratto della statale nei pressi di Imola, finendo in un fosso, ma senza conseguenze per i tre occupanti.[20]

Nella prima giornata di prove il più veloce fu Jean-Pierre Jabouille su Renault con 1'34"339, alla media di 190,801 km/h. Jabouille precedette di oltre quattro decimi il suo compagno di scuderia René Arnoux. Terzo chiuse Bruno Giacomelli su Alfa Romeo, davanti a Alan Jones e Nelson Piquet. Non venne provata invece la Ferrari 126 C. Gilles Villeneuve, con la vecchia vettura a motore aspirato, chiuse comunque settimo. Non partecipò alle prove Manfred Winkelhock che, nel corso delle libere, era uscito di pista, colpendo la vettura di Nigel Mansell.[21]

Al sabato la pole provvisoria di Jabouille resistette fino agli ultimi minuti quando il suo compagno di scuderia René Arnoux fu capace di scendere a 1'33"988, conquistando così la quinta partenza al palo in carriera. Per il terzo posto Carlos Reutemann riuscì a sopravanzare Giacomelli (che comunque migliorò il tempo del venerdì di mezzo secondo), mentre la terza fila fu di Nelson Piquet e Alan Jones. Gilles Villeneuve portò in prova finalmente la Ferrari 126 C, ottenendo un buon riscontro cronometrico, ma decise di utilizzare, per la gara, la tradizionale 312 T5, a motore aspirato.[22]

Nella sessione di qualifica[23] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 16 Francia (bandiera) René Arnoux Francia (bandiera) Renault 1'33"988 1
2 15 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Francia (bandiera) Renault 1'34"339 2
3 28 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 1'34"686 3
4 23 Italia (bandiera) Bruno Giacomelli Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'34"912 4
5 5 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 1'34"960 5
6 27 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 1'35"109 6
7 29 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 1'35"618 7
8 2 Canada (bandiera) Gilles Villeneuve Italia (bandiera) Ferrari 1'35"751 8
9 6 Messico (bandiera) Héctor Rebaque Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 1'35"872 9
10 11 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'36"084 10
11 21 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 1'36"091 11
12 3 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'36"181 12
13 25 Francia (bandiera) Didier Pironi Francia (bandiera) Ligier-Ford Cosworth 1'36"422 13
14 7 Regno Unito (bandiera) John Watson Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'36"450 14
15 20 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 1'36"758 15
16 1 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Italia (bandiera) Ferrari 1'36"827 16
17 31 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Osella-Ford Cosworth 1'36"884 17
18 12 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'36"919 18
19 22 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'36"929 19
20 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Ford Cosworth 1'36"972 20
21 50 Regno Unito (bandiera) Rupert Keegan Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 1'37"169 21
22 4 Irlanda (bandiera) Derek Daly Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'37"215 22
23 9 Svizzera (bandiera) Marc Surer Germania (bandiera) ATS-Ford Cosworth 1'37"270 23
24 8 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'37"284 24
NQ 43 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'37"661 NQ
NQ 30 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 1'38"212 NQ
NQ 14 Paesi Bassi (bandiera) Jan Lammers Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'38"215 NQ
NQ 41 Regno Unito (bandiera) Geoff Lees Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'38"451 NQ

Alla partenza Carlos Reutemann creò un po' di caos per un problema al cambio, tanto da finire in ultima posizione. In testa rimase René Arnoux, seguito dal compagno di scuderia Jean-Pierre Jabouille, poi Nelson Piquet, Bruno Giacomelli, Gilles Villeneuve, Héctor Rebaque e Alan Jones.

Al terzo passaggio Jabouille sorpassò Arnoux alla Tosa che, poco dopo, alle Acque Minerali, venne superato anche da Nelson Piquet. Un giro dopo Gilles Villeneuve passò Giacomelli alla Tosa, mentre Piquet sfruttò un'indecisione di Jabouille, passandolo all'altezza della Variante Bassa. Al quinto giro si ritirò Vittorio Brambilla: sull'Alfa Romeo esplose uno pneumatico in piena velocità. Non vi fu nessuna conseguenza per il pilota.

Un giro dopo nello stesso punto vi fu un grosso incidente per la Ferrari di Gilles Villeneuve, sempre per la rottura di uno pneumatico. La monoposto andò a sbattere contro il muro esterno della semicurva che precede la Tosa (semicurva che oggi è chiamata per l'appunto Villeneuve): la vettura venne divelta nell'impatto ma, fortunosamente, venne evitata da tutti i piloti che seguivano il canadese. Giacomelli però, nello scartarla, uscì nella via di fuga, raccolse dei detriti e dovette, poco dopo, ritirarsi per una foratura. Sempre nel sesto giro Jones aveva passato Rebaque.

All'ottavo giro Jean-Pierre Jarier passò Didier Pironi, entrando in zona punti, mentre Arnoux fu passato da Jones quattro giri dopo. Al 12º giro la gara vedeva così al comando Nelson Piquet, seguito da Jean-Pierre Jabouille, Alan Jones, René Arnoux, Héctor Rebaque e Jean-Pierre Jarier. La gara di Rebaque terminò al giro 19 quando ruppe la sospensione della sua Brabham. Due giri dopo anche John Watson fu costretto all'abbandono per motivi tecnici, quando era sesto.

Nelson Piquet taglia vittorioso il traguardo.

Ora René Arnoux doveva difendersi sia da Jarier che da Mario Andretti, che superò lo stesso Jarier al 27º giro. Due giri dopo Alan Jones conquistò la seconda piazza passando Jabouille alla Variante Bassa.

Andretti si ritirò al quarantesimo giro per un guasto al cambio, così Carlos Reutemann entrò in zona punti dopo aver superato Pironi. Al giro 47 Jarier sopravanzò Arnoux, portandosi al quarto posto. Un giro dopo anche Reutemann passò il pilota della Renault. Sempre nella stessa tornata Jarier ebbe un problema ai freni alla curva delle Acque Minerali, andando in testacoda, riuscendo anche a ripartire, ma venendo passato sia da Reutemann che da Arnoux.

Arnoux stava scontando grossi problemi con gli pneumatici, ciò che consentì a Jarier di riprendere la quinta posizione. La Renault perse diverse posizioni nei giri successivi. Al 55º giro anche l'altro pilota della casa transalpina, Jean-Pierre Jabouille, dovette abbandonare le speranza di punti, causa della rottura del cambio. Un giro dopo anche l'altro francese Jean-Pierre Jarier fu costretto al ritiro per il mancato funzionamento dell'impianto frenante. Dopo che questo trio di piloti francesi fu costretto ad abbandonare la zona punti vi entrarono Elio De Angelis, Didier Pironi e Keke Rosberg. Il finlandese passò poi Pironi al giro 56.

Vinse Nelson Piquet davanti al duo della Williams Alan Jones-Carlos Reutemann. La scuderia britannica conquistò così il suo primo mondiale costruttori.[24] Era la decima casa diversa a raggiungere questo risultato.

I risultati del gran premio[25] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 5 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 60 1h38'07"52 5 9
2 27 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 60 +28"93 6 6
3 28 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 60 +1'13"67 3 4
4 12 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 59 +1 giro 18 3
5 21 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 59 +1 giro 11 2
6 25 Francia (bandiera) Didier Pironi Francia (bandiera) Ligier-Ford Cosworth 59 +1 giro 13 1
7 8 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 59 +1 giro 24
8 1 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Italia (bandiera) Ferrari 59 +1 giro 16
9 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Ford Cosworth 59 +1 giro 20
10 16 Francia (bandiera) René Arnoux Francia (bandiera) Renault 58 +2 giri 1
11 50 Regno Unito (bandiera) Rupert Keegan Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 58 +2 giri 21
12 31 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Osella-Ford Cosworth 57 +3 giri 17
13 3 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 54 Freni[26] 12
Rit 15 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Francia (bandiera) Renault 53 Cambio 2
Rit 9 Svizzera (bandiera) Marc Surer Germania (bandiera) ATS-Ford Cosworth 45 Motore 23
Rit 11 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 40 Motore 10
Rit 29 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 38 Motore 7
Rit 4 Irlanda (bandiera) Derek Daly Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 33 Incidente 22
Rit 7 Regno Unito (bandiera) John Watson Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 20 Cuscinetto di ruota 14
Rit 6 Messico (bandiera) Héctor Rebaque Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 18 Sospensione 9
Rit 20 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 17 Incidente 15
Rit 2 Canada (bandiera) Gilles Villeneuve Italia (bandiera) Ferrari 5 Incidente/Foratura 8
Rit 23 Italia (bandiera) Bruno Giacomelli Italia (bandiera) Alfa Romeo 5 Foratura 4
Rit 22 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Italia (bandiera) Alfa Romeo 4 Foratura/Testacoda 19
NQ 43 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth
NQ 30 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth
NQ 14 Paesi Bassi (bandiera) Jan Lammers Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth
NQ 41 Regno Unito (bandiera) Geoff Lees Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth
  1. ^ Cristiano Chiavegato, Il francese Pironi ha già firmato per correre con la casa modenese?, in La Stampa, 12 settembre 1980, p. 23.
  2. ^ a b Cristiano Chiavegato, Anche l'Alfa ha pronto il turbo mentre la Ferrari è già a Imola, in La Stampa, 11 settembre 1980, p. 21.
  3. ^ (ES) Motor "Zaskpeed" para los "Fittipaldi", in El Mundo Deportivo, 4 settembre 1980, p. 27. URL consultato l'11 febbraio 2013.
  4. ^ (ES) FISA: "Las decisiones tecnicas, irrevocables", in El Mundo Deportivo, 4 settembre 1980, p. 27. URL consultato l'11 febbraio 2013.
  5. ^ (ES) Mike Thackwell dispondra del tercer "Tyrrell", in El Mundo Deportivo, 7 settembre 1980, p. 34. URL consultato l'11 febbraio 2013.
  6. ^ (ES) El G. P. de EE.UU. sera seguramente anulado, in El Mundo Deportivo, 7 settembre 1980, p. 34. URL consultato l'11 febbraio 2013.
  7. ^ (ES) Watkins Glen, confirmado, in El Mundo Deportivo, 10 settembre 1980, p. 35. URL consultato il 20 febbraio 2013.
  8. ^ Questa volta Monza chiude, in Stampa Sera, 27 ottobre 1978, p. 4.
  9. ^ Carlo Ricono, "Perché ho scelto Imola", in La Stampa, 28 ottobre 1978, p. 23.
  10. ^ Monza e Imola per il gran premio d'Italia, in La Stampa, 14 aprile 1979, p. 23.
  11. ^ (ES) Xavier Ventura, Imola: "luz verde" para el 16 de Septiembre, in El Mundo Deportivo, 15 agosto 1979, p. 23. URL consultato il 5 settembre 2012.
  12. ^ Cristiano Chiavegato, Imola, il grande giorno è vicino, in Stampa Sera, 10 settembre 1980, p. 11.
  13. ^ Cristiano Chiavegato, All'Alfa manca solo il risultato, in La Stampa, 4 settembre 1980, p. 17.
  14. ^ a b Cristiano Chiavegato, Turbo, esordio riviato?, in Stampa Sera, 8 settembre 1980, p. 9.
  15. ^ Cristiano Chiavegato, Non vola a Imola la nuova Ferrari turbo, in La Stampa, 5 settembre 1980, p. 20.
  16. ^ Cristiano Chiavegato, La nuova Ferrari turbo ancora problemi a Imola, in La Stampa, 7 settembre 1980, p. 20.
  17. ^ Cristiano Chiavegato, L'ultima parola spetta a Villeneuve, in La Stampa, 10 settembre 1980, p. 17.
  18. ^ I prezzi dei biglietti e dove si acquistano, in Stampa Sera, 10 settembre 1980, p. 11.
  19. ^ Biglietti falsi dei soliti ignoti?, in Stampa Sera, 11 settembre 1980, p. 13.
  20. ^ Elicottero impazzisce a Imola e falcia i passeggeri: cinque feriti, in La Stampa, 13 settembre 1980, p. 7.
  21. ^ Cristiano Chiavegato, La Renault ha messo tutti d'accordo, in La Stampa, 13 settembre 1980, p. 24.
  22. ^ (ES) Piquet, por delante de Jones, in El Mundo Deportivo, 14 settembre 1980, p. 23. URL consultato il 13 febbraio 2013.
  23. ^ Risultati delle qualifiche, su chicanef1.com.
  24. ^ (FR) 12. Italie 1980, su statsf1.com. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  25. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
  26. ^ Jean-Pierre Jarier, pur se ritirato, venne ugualmente classificato, avendo coperto più del 90% della distanza.
  27. ^ Matematicamente campione del mondo costruttori per la stagione 1980.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1980
 

Edizione precedente:
1979
Gran Premio d'Italia Edizione successiva:
1981
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