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Gran Premio d'Italia 1977

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Italia (bandiera) Gran Premio d'Italia 1977
294º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 14 di 17 del Campionato 1977
Data 11 settembre 1977
Nome ufficiale XLVIII Gran Premio d'Italia
Luogo Monza
Distanza 52 giri, 301,600 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Regno Unito (bandiera) James Hunt Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti
McLaren-Ford Cosworth in 1'38"08 Lotus-Ford Cosworth in 1'39"10
(nel giro 31)
Podio
1. Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti
Lotus-Ford Cosworth
2. Austria (bandiera) Niki Lauda
Ferrari
3. Australia (bandiera) Alan Jones
Shadow-Ford Cosworth

Il Gran Premio d'Italia 1977 è stata la quattordicesima prova della stagione 1977 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 11 settembre 1977 sul Circuito di Monza. La gara è stata vinta dallo statunitense Mario Andretti, su Lotus-Ford Cosworth. Andretti ha preceduto sul traguardo l'austriaco Niki Lauda su Ferrari e l'australiano Alan Jones su Shadow-Ford Cosworth.

Sviluppi futuri

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All'indomani del Gran Premio d'Olanda la Scuderia Ferrari comunicò l'interruzione, per la stagione successiva, del rapporto con Niki Lauda. Lauda aveva disputato 57 gran premi validi per il mondiale col Cavallino, conquistando 15 vittorie (oltre a un'altra vittoria in una gara non valida per il mondiale), 23 pole, 12 giri veloci e il titolo mondiale piloti nel 1975. Aveva inoltre chiuso secondo nella classifica piloti nel 1976. Tra i vari piloti che si avvicinarono alla scuderia italiana per la stagione 1978 vi furono Jody Scheckter, Patrick Tambay ed Emerson Fittipaldi.[1]

Il giorno seguente Lauda, che era ormai vicino al secondo titolo mondiale, spiegò:

«Lavoro con la Ferrari dal 1973, ho vinto 15 Grandi Premi e un titolo, sono vicino a conquistarne un altro. Insieme abbiamo fatto il massimo possibile. Non ho più motivazioni valide per proseguire con Maranello. È venuto meno quel qualcosa che ti spinge, che ti stimola a fare. Mi sono trovato davanti ad un bivio: continuare nella attività di pilota o smettere, dedicarmi a mia moglie Marlene, alla casa e intraprendere un altro genere di lavoro. Ho deciso di non ritirarmi, perché correre mi piace. Ho anche stabilito, però, di farlo in modo nuovo, cioè lasciando la Ferrari e ripartendo da zero, in un altro ambiente, in un altro "team", con altra gente. È un'avventura, lo so, ma penso che valga la pena di viverla. Non ci sono altre ragioni. Non è colpa di nessuno se lascio la Ferrari né esistono problemi di natura economica. Diciamo che è accaduto un fatto naturale, come due persone che non si vogliono più bene. Sono stati insieme per anni, poi il rapporto non suscita più gli stessi entusiasmi. La donna cerca di farsi più desiderabile, va in Svizzera per una cura di bellezza. Ma è inutile, se l'amore è svanito.[2]»

La Commissione Sportiva Internazionale bocciò l'idea, proposta da Bernie Ecclestone, di creare una sorta di campionato europeo, dedicato a quei piloti che non trovavano posto nel mondiale, per l'alto numero di iscritti. Venne annunciata inoltre l'abolizione della libertà di iscrizione a un gran premio.[3]

Analisi per il campionato piloti

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Niki Lauda poteva diventare campione del mondo piloti per la seconda volta nella carriera, qualora avesse vinto e Jody Scheckter non fosse terminato tra i primi quattro.

Analisi per la coppa costruttori

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La Scuderia Ferrari poteva conquistare la Coppa Costruttori per la quinta volta qualora la sua migliore vettura fosse giunta a podio, oppure se la sua migliore vettura fosse giunta a punti con la Lotus non vincente. Se la Ferrari non avesse ottenuto punti allora nessuna Lotus sarebbe dovuta giungere nei primi due posti della classifica.

Aspetti tecnici

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L'Apollon presentò il modello Fly, che di fatto era una Williams FW03 modificata con l'apporto dell'ingegnere italiano Giacomo Caliri. La Wolf ripresentò il modello WR1.

Bruno Giacomelli fece il suo esordio in Formula 1 con la McLaren.

Aspetti sportivi

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La McLaren iscrisse nuovamente una terza vettura, questa volta affidata al pilota di casa Bruno Giacomelli, al suo esordio nel mondiale di Formula 1. Giacomelli, che aveva vinto lo Shellsport F3, uno dei campionati della Formula 3 inglese nel 1976, era impegnato nel 1977 nel Campionato europeo di F2 con la March. Fecero il loro esordio nel mondiale anche altri due piloti italiani: Giorgio Francia, sulla terza Brabham (era stato ipotizzato anche Eddie Cheever[4]), e Lamberto Leoni, che prese il posto di Vern Schuppan alla Surtees.

Fece l'esordio anche l'Apollon, con una vettura gestita dal Jolly Club Switzerland, e affidata a Loris Kessel, pilota anch'egli svizzero, che aveva già affrontato sei gran premi validi per il mondiale nel 1976. Fu per l'ultima volta presente la BRM, che non prese parte agli ultimi tre gran premi stagionali. La casa britannica, dopo 23 stagioni, un mondiale costruttori (nel 1962), uno piloti (sempre nel 1962 con Graham Hill) 17 vittorie iridate, 11 pole, 15 giri veloci in gara e 61 podi, e 197 gran premi disputati, abbandonò il mondiale dopo la gara di Monza. Anche per la Boro fu l'ultima apparizione. Non si presentò invece al gran premio la RAM.

Arturo Merzario aveva annunciato a luglio la volontà di far debuttare una propria vettura nel Gran Premio d'Italia. Merzario affermò di sperare di ottenere un propulsore dall'Alfa Romeo, che già riforniva la Brabham. Il comasco utilizzò invece ancora una March.[5]

A causa dell'elevato numero di iscritti si ripropose il problema di come far disputare le prove di qualificazione alla gara. Gli organizzatori proposero di dividere in due gruppi i piloti (ammettendo alla gara i migliori 12 di ognuno dei due gruppi), ma tale soluzione venne bocciata dall'Associazione dei costruttori, in quanto avrebbe portato a vari problemi in merito alla suddivisione dei piloti nei due gruppi.[6]

L'organizzazione mise in vendita 78.000 biglietti, i cui prezzi variavano dalle 30.000 lire per la tribuna principale la domenica alle 3.500 lire per le prove del venerdì.[6]

Nelle prove libere dei giorni precedenti il miglior tempo fu fatto da Jean-Pierre Jabouille su Renault in 1'40"4, nuovo record ufficioso della pista monzese.[7]

Carlos Reutemann durante le prove del gran premio.

Nelle prove del venerdì (condizionate anche da un vento teso[8]) il miglior tempo assoluto fu di Niki Lauda, ottenuto nell'ultimo tentativo della sessione mattutina, in 1'38"97. L'austriaco della Ferrari precedette il compagno di scuderia Carlos Reutemann, poi John Watson e Mario Andretti. Jacques Laffite subì lo scoppio di uno pneumatico che lo condusse a un'uscita di pista. Vi furono dei problemi anche sulla Brabham di Hans-Joachim Stuck, tanto che il tedesco utilizzò la vettura assegnata inizialmente a Giorgio Francia, che così fu relegato all'ultima posizione, a causa del poco tempo a disposizione per far segnare un tempo valido. Nella sessione pomeridiana solo Andretti e Hunt riuscirono a migliorare i propri tempi del mattino.[9] Non prese parte alle prove Arturo Merzario: il pilota si ritirò per protesta vista l'assenza di un box per la sua scuderia e per il trattamento che la Goodyear, fornitrice degli pneumatici, riservava ai team privati.[10] La casa statunitense forniva infatti tre mescole diverse ai team legati alla FOCA e solo due agli altri.[11] Anche Loris Kessel non completò le prove, dopo pochi giri, a causa della scarsa competitività della sua Apollon e di un incidente, decise di ritirarsi.[12]

Al termine delle prove vi fu una riunione dei piloti in merito alla situazione del traffico in pista durante le qualifiche, visto l'alto numero di piloti iscritti. Non si erano registrati particolari problemi con un numero medio di vetture in pista che oscillava tra le 16 e le 18 unità, con una punta massima di 24 vetture.[9]

Al sabato ben dieci piloti furono capaci di abbassare il tempo limite stabilito da Lauda al venerdì. Il poleman fu James Hunt su McLaren che conquistò così la tredicesima partenza al palo nel mondiale. In prima fila si qualificò Carlos Reutemann, mentre la seconda fila fu ottenuta da Jody Scheckter e Mario Andretti. Lauda chiuse quinto, a circa mezzo secondo da Hunt; a far compagnia a Lauda in terza fila vi fu Riccardo Patrese su Shadow. Lauda venne penalizzato da un'uscita di pista durante le prove libere del sabato mattino, che fece danneggiare la sua vettura, rompendo una sospensione. Andretti invece terminò il carburante negli ultimi minuti e non fu capace di tornare ai box per l'ultimo tentativo. Un incidente più serio toccò a Patrick Tambay, sempre nelle libere: la sua Ensign finì contro il guardrail alla Seconda di Lesmo, la vettura effettuò dei testacoda e terminò con le ruote verso l'alto, tanto che il casco del pilota toccò terra. Non vi furono conseguenze per il pilota.[13] A seguito dell'incidente di Tambay vennero sospese le prove libere; la Ferrari chiese di posticipare le prove ufficiali di qualche minuto per recuperare il tempo perduto per il prolungarsi delle libere, ma tale posticipo non venne concesso.[14] A Giorgio Francia, che al venerdì aveva potuto provare solo per 4 giri, non venne concesso di effettuare nessun giro dalla Brabham, in quanto la scuderia britannica preferì salvaguardare la sua vettura quale muletto per Hans-Joachim Stuck.[15]

Nella sessione di qualifica[16] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 1 Regno Unito (bandiera) James Hunt Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'38"08 1
2 12 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Italia (bandiera) Ferrari 1'38"15 2
3 20 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Canada (bandiera) Wolf-Ford Cosworth 1'38"29 3
4 5 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'38"37 4
5 11 Austria (bandiera) Niki Lauda Italia (bandiera) Ferrari 1'38"54 5
6 16 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'38"68 6
7 22 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'38"68 7
8 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 1'38"77 8
9 2 Germania (bandiera) Jochen Mass Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'38"86 9
10 19 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'38"92 10
11 8 Germania (bandiera) Hans-Joachim Stuck Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'39"05 11
12 3 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'39"17 12
13 4 Francia (bandiera) Patrick Depailler Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'39"18 13
14 7 Regno Unito (bandiera) John Watson Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'39"21 14
15 14 Italia (bandiera) Bruno Giacomelli Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'39"42 15
16 17 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'39"50 16
17 10 Sudafrica (bandiera) Ian Scheckter Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'39"62 17
18 34 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 1'39"63 18
19 6 Svezia (bandiera) Gunnar Nilsson Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'39"85 19
20 15 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Francia (bandiera) Renault 1'40"03 20
21 23 Francia (bandiera) Patrick Tambay Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'40"19 21
22 30 Stati Uniti (bandiera) Brett Lunger Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'40"26 22
23 24 Regno Unito (bandiera) Rupert Keegan Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 1'40"28 23
24 27 Belgio (bandiera) Patrick Nève Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'40"51 24
NQ 9 Brasile (bandiera) Alex-Dias Ribeiro Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'40"79 NQ
NQ 28 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 1'40"97 NQ
NQ 18 Italia (bandiera) Lamberto Leoni Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'41"03 NQ
NQ 38 Regno Unito (bandiera) Brian Henton Paesi Bassi (bandiera) Boro-Ford Cosworth 1'41"13 NQ
NQ 36 Spagna (bandiera) Emilio de Villota Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'41"21 NQ
NQ 25 Regno Unito (bandiera) Ian Ashley Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 1'41"22 NQ
NQ 35 Belgio (bandiera) Teddy Pilette Regno Unito (bandiera) BRM 1'41"92 NQ
NQ 33 Austria (bandiera) Hans Binder Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 1'43"10 NQ
NQ 41 Svizzera (bandiera) Loris Kessel Svizzera (bandiera) Apollon-Ford Cosworth 1'46"68 NQ
NQ 21 Italia (bandiera) Giorgio Francia Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'49"67 NQ
Una fase della gara.

Al mattino crollò un tabellone pubblicitario posto all'altezza della prima chicane, sul quale si erano appesi diversi spettatori. A causa del crollo perse la vita un ragazzo quattordicenne di Lissone e vennero ferite altre 23 persone.[17]

Alla partenza Jody Scheckter prese il comando, seguito da Clay Regazzoni, James Hunt, Mario Andretti, Carlos Reutemann, Niki Lauda e Jochen Mass. Già nel corso del primo giro Regazzoni venne passato da Hunt e Andretti, con l'italoamericano che si pose secondo passando lo stesso Hunt. Nel giro seguente Regazzoni cedette la sua posizione anche a Carlos Reutemann e Niki Lauda, poi anche a Mass e Stuck. Al sesto giro Stuck passò Mass. La classifica vedeva così in testa Jody Scheckter, seguito da Mario Andretti, James Hunt, poi il duo della Scuderia Ferrari, seguito da Hans-Joachim Stuck.

Al decimo giro Andretti prese il comando della gara passando Scheckter. Due giri dopo Hunt fu autore di un testacoda che lo fece retrocedere in ottava posizione. Stava nel frattempo rinvenendo Alan Jones che passò Mass per la sesta posizione al giro 14. Quattro giri dopo Mass venne sorpassato anche dal compagno di scuderia Hunt.

Al ventiquattresimo giro Scheckter fu costretto al ritiro per la rottura del motore. Nel medesimo giro Jones passò anche Hans-Joachim Stuck. Anche James Hunt fu costretto a ritirarsi, pochi giri dopo, per un guasto all'impianto frenante, così come Stuck, per la rottura del suo motore. La classifica vedeva sempre in testa Andretti, seguito da Reutemann, Lauda, Jones, Mass, Regazzoni e Ronnie Peterson.

Mario Andretti taglia il traguardo, vincendo il gran premio.

Al 36º giro Lauda passò Reutemann mentre al giro 40 Bruno Giacomelli fu vittima della rottura del suo propulsore: l'accaduto inondò d'olio la pista alla prima chicane. Carlos Reutemann scivolò sull'olio, e la sua vettura finì nella sabbia. Anche Riccardo Patrese uscì di pista per l'olio; nell'uscita venne coinvolto un commissario di gara che si fratturò una gamba.[17]

Mario Andretti conquistò la sesta vittoria nel mondiale, davanti a Lauda, Alan Jones (settimo e ultimo podio per la Shadow). Con il podio di Niki Lauda la Scuderia Ferrari fece propria, per la quinta volta, la Coppa Costruttori.[18]

I risultati del gran premio[19] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 5 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 52 1h27'50"30 4 9
2 11 Austria (bandiera) Niki Lauda Italia (bandiera) Ferrari 52 + 16"96 5 6
3 17 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 52 + 23"63 16 4
4 2 Germania (bandiera) Jochen Mass Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 52 + 28"48 9 3
5 22 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 52 + 30"11 7 2
6 3 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 52 + 1'19"22 12 1
7 27 Belgio (bandiera) Patrick Nève Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 50 + 2 giri 24  
8 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Ligier-Matra 50 + 2 giri 8  
9 24 Regno Unito (bandiera) Rupert Keegan Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 48 + 4 giri 23  
Rit 10 Sudafrica (bandiera) Ian Scheckter Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 41 Trasmissione 17  
Rit 12 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Italia (bandiera) Ferrari 39 Testacoda 2  
Rit 16 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 39 Testacoda 6  
Rit 14 Italia (bandiera) Bruno Giacomelli Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 38 Motore/Testacoda 15  
Rit 8 Germania (bandiera) Hans-Joachim Stuck Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 31 Motore 11  
Rit 1 Regno Unito (bandiera) James Hunt Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 26 Problema all'impianto frenante 1  
Rit 4 Francia (bandiera) Patrick Depailler Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 24 Motore 13  
Rit 20 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Canada (bandiera) Wolf-Ford Cosworth 23 Motore 3  
Rit 15 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Francia (bandiera) Renault 23 Motore 20  
Rit 34 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 19 Motore 18  
Rit 23 Francia (bandiera) Patrick Tambay Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 9 Motore 21  
Rit 19 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 5 Incidente 10  
Rit 6 Svezia (bandiera) Gunnar Nilsson Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 4 Sospensione 22  
Rit 30 Germania (bandiera) Brett Lunger Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 4 Motore 19  
Rit 7 Regno Unito (bandiera) John Watson Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 3 Incidente 14  
NQ 9 Brasile (bandiera) Alex-Dias Ribeiro Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth        
NQ 28 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth        
NQ 18 Italia (bandiera) Lamberto Leoni Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth        
NQ 38 Regno Unito (bandiera) Brian Henton Regno Unito (bandiera) Boro-Ford Cosworth        
NQ 36 Spagna (bandiera) Emilio de Villota Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth        
NQ 25 Regno Unito (bandiera) Ian Ashley Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth        
NQ 35 Belgio (bandiera) Teddy Pilette Regno Unito (bandiera) BRM        
NQ 33 Austria (bandiera) Hans Binder Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth        
NQ 41 Svizzera (bandiera) Loris Kessel Svizzera (bandiera) Apollon-Ford Cosworth        
NQ 21 Italia (bandiera) Giorgio Francia Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo        
NPR 37 Italia (bandiera) Arturo Merzario Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth   Ritirato prima delle prove    
  1. ^ Michele Fenu, Divorzio tra lauda e Ferrari, in La Stampa, 30-8-1977, p. 15.
  2. ^ Michele Fenu, Lauda: "Perché me ne vado", in La Stampa, 31-8-1977, pp. 1–2.
  3. ^ Csi contro Ecclestone, in La Stampa, 11-9-1977, p. 19.
  4. ^ (ES) Giacomelli sí, Cheever no, in El Mundo Deportivo, 4-9-1977, p. 24. URL consultato il 7-6-2012.
  5. ^ (ES) Arturo Merzario construirá su proprio monoplaza, in El Mundo Deportivo, 13-7-1977, p. 29. URL consultato il 19-5-2012.
  6. ^ a b Ercole Colombo, Tutto esaurito a Monza mentre non si sa come far svolgere le prove ufficiali di F.1, in La Stampa, 7-9-1977, p. 15.
  7. ^ (ES) El "Renault-Turbo" batio el record oficioso de Monza, in El Mundo Deportivo, 9-9-1977, p. 28. URL consultato il 7-6-2012.
  8. ^ Ercole Colombo, Andretti prepara la replica per oggi, in La Stampa, 10-9-1977, p. 19.
  9. ^ a b Cristiano Chiavegato, Ferrari dà subito spettacolo, in La Stampa, 10-9-1977, p. 19.
  10. ^ Merzario si ritira, in La Stampa, 10-9-1977, p. 19.
  11. ^ (ES) Lauda y Reutemann, los mas rapidos en Monza, in El Mundo Deportivo, 10-9-1977, p. 12. URL consultato il 7-6-2012.
  12. ^ (ES) Italia F-1: Hunt y Reutemann, favoritos, in El Mundo Deportivo, 11-9-1977, p. 28. URL consultato il 7-6-2012.
  13. ^ Cristiano Chiavegato, Che sfida nel gran premio d'Italia, in La Stampa, 11-9-1977, p. 19.
  14. ^ Cristiano Chiavegato, Monza non accoglie una richiesta di Ferrari, in La Stampa, 11-9-1977, p. 19.
  15. ^ Ercole Colombo, Patrese entusiasima a Monza- Francia, delusione cocente, in La Stampa, 11-9-1977, p. 19.
  16. ^ Risultati delle qualifiche, su chicanef1.com.
  17. ^ a b Giorgio Viglino, Tabellone cede sotto il peso degli spettatori a Monza: un morto, cinque in fin di vita, in Stampa Sera, 12-9-1977, pp. 1–2.
  18. ^ Giorgio Viglino, Andretti, quasi una passeggiata, in Stampa Sera, 12-9-1977, p. 17.
  19. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
  20. ^ La Scuderia Ferrari è matematicamente la vincitrice della Coppa Costruttori per la stagione 1977.

Altri progetti

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Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1977
 

Edizione precedente:
1976
Gran Premio d'Italia Edizione successiva:
1978
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