Helmut Kohl
Helmut Kohl | |
---|---|
Helmut Kohl nel 1996 | |
6º Cancelliere federale della Germania[1] | |
Durata mandato | 1º ottobre 1982 – 27 ottobre 1998 |
Presidente | Karl Carstens Richard von Weizsäcker Roman Herzog |
Vice capo del governo | Hans-Dietrich Genscher Jürgen Mollemann Klaus Kinkel |
Predecessore | Helmut Schmidt |
Successore | Gerhard Schröder |
Presidente del Consiglio europeo | |
Durata mandato | 1º gennaio 1983 – 30 giugno 1983 |
Predecessore | Poul Schlüter |
Successore | Andreas Papandreou |
Durata mandato | 1º gennaio 1988 – 30 giugno 1988 |
Predecessore | Poul Schlüter |
Successore | Andreas Papandreou |
Durata mandato | 1º luglio 1994 – 31 dicembre 1994 |
Predecessore | Andreas Papandreou |
Successore | François Mitterrand |
Leader dell'opposizione | |
Durata mandato | 13 settembre 1976 – 1º ottobre 1982 |
Capo del governo | Helmut Schmidt |
Predecessore | Karl Carstens |
Successore | Herbert Wehner |
Presidente del gruppo CDU/CSU nel Bundestag | |
Durata mandato | 13 dicembre 1976 – 4 ottobre 1982 |
Predecessore | Karl Carstens |
Successore | Alfred Dregger |
Presidente dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania | |
Durata mandato | 12 giugno 1973 – 7 novembre 1998 |
Predecessore | Rainer Barzel |
Successore | Wolfgang Schäuble |
Ministro presidente della Renania-Palatinato | |
Durata mandato | 19 maggio 1969 – 2 dicembre 1976 |
Vice | Otto Meyer |
Predecessore | Peter Altmeier |
Successore | Bernhard Vogel |
Membro del Bundestag per la Renania-Palatinato | |
Durata mandato | 14 dicembre 1976 – 20 dicembre 1990 |
Predecessore | distretto plurinominale |
Successore | distretto plurinominale |
Durata mandato | 20 dicembre 1990 – 26 ottobre 1998 |
Predecessore | Manfred Reimann |
Successore | Doris Barnet |
Durata mandato | 26 ottobre 1998 – 17 ottobre 2002 |
Predecessore | distretto plurinominale |
Successore | distretto plurinominale |
Legislatura | 8ª, 9ª, 10ª, 11ª, 12ª, 13ª, 14ª |
Circoscrizione | 12ª, 13ª: Ludwigshafen/Frankenthal |
Dati generali | |
Partito politico | CDU (1946-2017) |
Titolo di studio | Laurea in scienze politiche e storia, Dottorato in storia dei partiti politici |
Università | Università di Heidelberg |
Professione | Storico |
Firma |
Helmut Josef Michael Kohl (Ludwigshafen am Rhein, 3 aprile 1930[2] – Ludwigshafen am Rhein, 16 giugno 2017[3]) è stato un politico e storico tedesco. Cancelliere federale della Germania dal 1º ottobre 1982 al 27 ottobre 1998. Fino al 3 ottobre 1990, data dell'unificazione delle due Germanie, fu cancelliere della sola Germania occidentale, poi della Germania unita. È stato anche leader del partito dell'Unione Cristiano-Democratica (CDU) dal 1973 al 1998. Dai presidenti degli Stati Uniti George H. W. Bush[4] e Bill Clinton[5], venne descritto come "il più grande leader europeo della seconda metà del XX secolo". Nel 1970 Helmut Kohl fu uno dei più giovani politici della CDU e presidente del suo partito, nel 1969 per la prima volta ebbe un ruolo nell'opposizione.
Con 16 anni di permanenza in carica, Helmut Kohl fu il più longevo Cancelliere della storia dopo Otto von Bismarck e il suo periodo di cancellierato di gran lunga il più lungo di qualsiasi altro cancelliere democraticamente eletto. Kohl ha supervisionato la fine della guerra fredda ed è ampiamente considerato come il principale artefice della Riunificazione tedesca. Insieme con il presidente francese François Mitterrand, Kohl è anche considerato l'architetto del Trattato di Maastricht, trattato che ha istituito l'Unione Europea (UE).[6]
Ha progettato con decisione il processo di riunificazione con la Germania Est. Controverso rimase lo scandalo delle donazioni al partito, dopo la divulgazione delle quali perse la presidenza onoraria nel 2000, anno in cui Kohl ricevette numerosi premi nazionali e internazionali. Dalla fine della sua carriera politica Kohl è divenuto un lobbista, ricoprendo diverse posizioni nel mondo degli affari, tra le quali, quelle per il Credit Suisse e per KirchMedia.[7] Fu inoltre fondatore di una società di strategia politica.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Note familiari
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Ludwigshafen nello stato federato della Renania-Palatinato, da una famiglia conservatrice e cattolica, il padre, Hans Kohl (1887–1975), era un ufficiale della finanza e la madre, Cäcilie Schnur (1891–1979), un'insegnante.[8] Aveva una sorella, Hildegard (1922–2003), e un fratello, Walter (1926-1944).[9] Allo scoppio della seconda guerra mondiale, come tutti i giovani dell'epoca, seguì un addestramento, ma non combatté mai: la guerra finì infatti prima che egli partisse per il fronte.
Studi
[modifica | modifica wikitesto]Kohl frequentò la Rupprechtschule e proseguì gli studi al Max-Planck-Gymnasium. Nel semestre estivo del 1950 ha iniziato a studiare legge e storia all'Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno. Per il semestre invernale 1951/52 si è trasferito all'Università Ruprecht Karl di Heidelberg, dove ha studiato storia e scienze politiche. Durante i suoi studi, è stato membro dell'organizzazione studentesca AIESEC.[10] Dal 1956 al 1958 Kohl è ricercatore associato presso l'Istituto dell'Università Alfred Weber.[11] Nel 1958 ha redatto una tesi di dottorato di Walther Peter Fuchs. phil. PhD. Divenne poi vicedirettore presso una fonderia di ferro nella sua città natale e fu relatore presso l'Associazione dell'industria chimica tedesca dal 1959 al 1969.
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]La sua passione per la politica si manifestò molto presto: nel 1947 lavorava nell'Unione Cristiano Democratica giovanile (CDU) della sua città.[12] Studiò all'Università di Francoforte scienze politiche, storia e legge, conseguendo il dottorato in storia ad Heidelberg.[13] Nel 1960 venne eletto nel parlamento locale della Renania Palatinato, dove ottenne cariche di crescente prestigio, fino a quando, nel 1969, venne eletto Ministerpräsident, grazie alla reputazione di capace amministratore, guadagnata piuttosto velocemente.
Fu Ministerpräsident fino al 1976[14] quando divenne il candidato della CDU al cancellierato nelle elezioni federali del 1976, vinte dalla SPD. Divenne quindi leader dell'opposizione cristiano-democratica contro il governo allora retto dal cancelliere Helmut Schmidt (SPD). Anche la sua ascesa nelle gerarchie del partito dei cristiano-democratico fu fulminea: nel 1953 divenne dirigente regionale e nel 1954 vicepresidente.[15] A seguito della sconfitta elettorale del partito nel 1972, Helmut Kohl prese il posto dell'allora presidente, Reiner Barzel, divenendo il nuovo presidente della CDU, carica che mantenne fino al 1998.[15]
Il 1º ottobre 1982 il Partito Liberale Democratico si ritirò dalla coalizione con il Partito Socialdemocratico tedesco, votando una mozione di sfiducia costruttiva che deponeva Schmidt per insediare come cancelliere Helmut Kohl. Nei primi giorni del suo governo, Kohl dovette affrontare la dura opposizione della sinistra tedesca: i suoi avversari si riferivano spesso a lui con lo sprezzante soprannome di Birne.[16][17] Inizialmente Kohl diede appunto un'impressione di debolezza e goffaggine, ma non passò molto tempo prima che quest'impressione venisse superata grazie alla sua abilità politica.
La politica messa in atto da Kohl fu sostanzialmente centrista e comprese tagli modesti al governo e un forte sostegno agli impegni NATO sostenuti dalla Germania occidentale. Accettazione del dispiegamento dei missili NATO sul territorio tedesco, in cambio della firma di un fondamentale trattato Usa-Urss che prevedeva il ritiro degli euromissili appartenenti alle due nazioni. Il successo di questa politica venne ulteriormente confermato dalla vittoria nelle elezioni del 1987.[18]
Ministro-presidente della Renania-Palatinato
[modifica | modifica wikitesto]Venne rieletto deputato il 23 aprile 1967, mantenendo la presidenza. Due anni dopo, il 19 maggio 1969, venne nominato Ministro presidente della Renania-Palatinato a soli 39 anni, sostituendo Altmeier, in questa carica dal luglio 1947. Da tale posizione, trasformò in soli sette anni La Renania-Palatina in una regione dinamica. Prese poi la direzione di una coalizione nero-gialla con il Partito Liberale Democratico (FDP).
Al Congresso federale della CDU del 17 novembre 1969 a Magonza, venne eletto vicepresidente federale con 392 voti su 476, rappresentando una maggioranza pari all'82,4%. Nelle elezioni regionali del 21 marzo 1971, divenne leader della CDU, conquistando il 49,9% dei voti e una maggioranza assoluta dei seggi con 53 deputati su 100. Fu la migliore performance del partito nel Land da venticinque anni a quella parte.
Cancelliere della Germania Ovest
[modifica | modifica wikitesto]Ascesa al potere
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º ottobre 1982 la CDU propose un voto di sfiducia costruttiva sostenuto anche dalla FDP. Tre giorni dopo, il Bundestag ha votato un nuovo governo di coalizione CDU / CSU-FDP, con Kohl cancelliere. Anche se l'elezione di Kohl venne realizzata secondo la Legge fondamentale della Repubblica Federale di Germania, questa ha suscitato qualche controversia. La FDP aveva progettato la sua campagna elettorale del 1980 facendo proprie alcune soluzioni tipiche della SPD, posizionando il Cancelliere Schmidt su alcuni dei loro manifesti di campagna.
Vi erano anche dei dubbi sul fatto che il nuovo governo potesse ottenere il sostegno della maggioranza della popolazione. In risposta, il nuovo governo puntava alle nuove elezioni al più presto possibile. I sondaggi suggerivano che una maggioranza chiara fosse effettivamente raggiungibile. Poiché la legge fondamentale della Repubblica federale di Germania consente solo la dissoluzione del parlamento dopo un voto di fiducia venuto meno, Kohl dovette fare un'altra mossa controversa: chiese il voto di fiducia solo un mese dopo aver giurato, perdendo intenzionalmente, in quanto i membri della sua coalizione si erano astenuti.
Il presidente Karl Carstens ha poi sciolto il Bundestag alla richiesta di Kohl e ha proclamato nuove elezioni. La mossa fu controversa, poiché i partiti di coalizione negarono i loro voti allo stesso uomo che avevano eletto cancelliere un mese prima e che volevano rieleggere dopo le elezioni parlamentari. Tuttavia, questa contraddizione venne condannata dalla Corte Costituzionale Federale tedesca, ma nuovamente applicata dal Cancelliere SPD, Gerhard Schröder nel 2005.
Secondo governo
[modifica | modifica wikitesto]Nelle elezioni federali del marzo 1983 Kohl ottenne un'eccezionale vittoria elettorale. La CDU / CSU vinse con il 48,8%, mentre la FDP ottenne solo il 7,0%. Alcuni membri dell'opposizione del Bundestag hanno chiesto alla Corte Costituzionale federale di dichiarare l'intero procedimento anticostituzionale. La loro richiesta venne negata, ma, in futuro, impose restrizioni a simili movimenti. Il secondo governo Kohl fece approvare diversi piani profondamente controversi, tra cui lo stazionamento dei missili a medio raggio della NATO, contro la grande opposizione del movimento pacifista.
Il 22 settembre 1984 Kohl incontrò il presidente francese François Mitterrand a Verdun, luogo dove avvenne una famosa battaglia, tra Francia e Germania, che si era svolta durante la prima guerra mondiale. Insieme hanno commemorato le morti di entrambe le guerre mondiali. La fotografia, che raffigurava la lunga stretta di mano, divenne un simbolo importante della riconciliazione franco-tedesca. Kohl e Mitterrand hanno sviluppato una stretta relazione politica, costituendo un motore importante per l'integrazione europea. Insieme, hanno posto le basi per progetti europei, come l'Eurocorps e l'Arte. Questa cooperazione franco-tedesca è stata vitale anche per importanti progetti europei, sia per il Trattato di Maastricht che per l'Euro.
Nel 1985 Kohl e il presidente Usa Ronald Reagan, nell'ambito di un piano per osservare il 40º anniversario della V-E Day, hanno colto un'occasione per dimostrare la forza dell'amicizia esistente tra la Germania e il suo ex nemico. Durante una visita nel novembre 1984 alla Casa Bianca, Kohl ha chiesto a Reagan di unirsi a lui, in un cimitero militare tedesco, per simboleggiare la riconciliazione dei loro due paesi. Reagan ha visitato la Germania nell'ambito dell'undicesimo vertice dei G7 a Bonn, la coppia ha visitato sia il campo di concentramento di Bergen-Belsen il 5 maggio 1985 che il controverso cimitero militare tedesco di Bitburg.
Politiche nazionali
[modifica | modifica wikitesto]La cancelleria di Kohl ha realizzato una serie di misure innovative. In Germania sono state introdotte estensioni in caso di disoccupazione per i richiedenti più anziani, mentre il beneficio per i giovani disoccupati è stato esteso fino all'età di 21 anni. Nel 1986 è stata introdotta un'indennità per l'istruzione dei figli per i genitori quando ne è stato impiegato almeno uno. Al personale informale sono stati offerti un'indennità di accompagnamento insieme agli incentivi fiscali, entrambi stabiliti con le riforme fiscali del 1990, anche garantite fino a 25 ore al mese di supporto professionale, integrato da quattro settimane di sollievo annuale per le vacanze.
Nel 1984 è stato introdotto un regime di pensionamento anticipato che ha offerto incentivi ai datori di lavoro per sostituire i lavoratori anziani con i candidati al di fuori del registro dei disoccupati. Nel 1989 è stato introdotto un piano di pensionamento parziale in base al quale i lavoratori anziani possono lavorare a metà tempo e ricevere il 70% del loro precedente salario "e essere accreditati con il 90% del pieno diritto di assicurazione sociale". Nel 1984 è stato istituito un Fondo Madre e Bambino, che prevedeva sovvenzioni discrezionali "per prevenire aborti a causa di difficoltà materiali" e nel 1986 è stato introdotto un pacchetto di assistenza per l'infanzia di 10 miliardi di dollari[19], anche se secondo diversi studi quest'ultima iniziativa è stata fortemente controbilanciata dai tagli.
Terzo governo
[modifica | modifica wikitesto]Dopo le elezioni federali del 1987 il candidato della SPD per la cancelleria fu il Ministro-presidente della Renania Settentrionale-Vestfalia, Johannes Rau. Nel 1987 Kohl ospitò il leader tedesco dell'Est, Erich Honecker, il primo Capo di Stato tedesco orientale in Germania Ovest.[20] Questo è generalmente visto come un segno di perseguimento da parte di Kohl dell'Ostpolitik, una politica di distensione tra Oriente e Occidente, iniziata dai governi guidati dalla SPD, e fortemente opposta dalla CDU di Kohl, negli anni '70.
Cancelliere della Germania riunificata
[modifica | modifica wikitesto]La riunificazione ha posto Kohl in una posizione momentaneamente inattaccabile. Nelle elezioni del 1990, le prime elezioni libere tedesche, giuste e democratiche dall'epoca della Repubblica di Weimar, Kohl vinse sul candidato dell'opposizione e ministro presidente della Saarland, Oskar Lafontaine. Ha quindi formato il suo quarto governo.
Dopo le elezioni federali del 1994 venne nuovamente eletto con una maggioranza ridotta, sconfiggendo il ministro-presidente della Renania-Palatinato Rudolf Scharping. La SPD fu in grado di conquistare la maggioranza nel Bundesrat, limitando significativamente il potere di Kohl. Nella politica estera, ha avuto più successo, ad esempio, nell'ottenere Francoforte sul Meno come sede per la Banca centrale europea. Nel 1997 ha ricevuto il Premio Vision for Europe, per i suoi sforzi nell'unificazione dell'Europa.
Alla fine degli anni Novanta, la popolarità di Kohl era scesa a causa della crescente disoccupazione. Fu sconfitto con un ampio margine nelle elezioni federali del 1998 dal ministro-presidente della Bassa Sassonia, Gerhard Schröder. Il più recente cancelliere Angela Merkel ha iniziato la sua carriera politica come protetta di Kohl e venne conosciuta negli anni Novanta come "la ragazza di Kohl". Nel gennaio 1991 ha portato la Merkel alla guida nazionale nominandola nel governo federale.
La Riunificazione tedesca
[modifica | modifica wikitesto]Il principale successo politico di Kohl - riconosciutogli da estimatori e avversari - fu il modo sicuro e deciso con il quale ha guidato il processo di riunificazione della Germania, iniziato con la caduta del Muro di Berlino. Dopo che l'Unione Sovietica aveva abbandonato il suo pressante controllo sulla Germania Est, Kohl, approfittando della debolezza dell'URSS ormai destinata al collasso, sollecitò, con sempre maggior forza, le procedure per l'unione delle due Germanie. Nel maggio del 1990 si concluse la trattativa con la Germania Est, che prevedeva la parificazione economica e monetaria tra le due nazioni e l'unificazione dei sistemi di governo. Ufficialmente la Germania Est scomparve il 3 ottobre 1990.
Come prima tappa della riunificazione, Kohl seguendo i principi della Ostpolitik, si recò, nel 1987, in visita di stato dal leader della Repubblica Democratica Tedesca Erich Honecker,[21] primo incontro ufficiale tra i capi di Stato delle due Germanie dalla fine della seconda guerra mondiale. È da ricordare che un incontro con Honecker l'aveva avuto anche Helmut Schmidt l'11 dicembre 1981, pochi mesi prima della caduta del suo governo.
Nel momento in cui venne rovesciato il comunismo nella Germania Est, Kohl persuase il governo sovietico ad accettare l'idea di una Germania riunificata sotto l'alleanza della NATO. Contemporaneamente, convinse il francese François Mitterrand a non opporsi, prospettandogli il ruolo di traino della nuova Germania verso il progetto di una maggiore integrazione europea[22].
Sull'onda della gioia per la riunificazione, Kohl stravinse le prime elezioni della Germania riunificata nel 1990 riuscendo, dopo quattro anni, a vincere sul filo del rasoio anche le elezioni del 1994; ma i grandi problemi economici del dopo riunificazione, la disoccupazione galoppante e la mancanza di riforme necessarie per il paese decretarono la sua sconfitta nelle elezioni del 1998, con la schiacciante vittoria del SPD del suo leader Gerhard Schröder. Dopo questa sconfitta Kohl abbandonò la carica di cancelliere il 27 ottobre 1998.
Kohl rimane comunque il secondo più duraturo Cancelliere della Germania dopo Otto von Bismarck, che governò per 19 anni, avendo governato la Germania dal 1º ottobre 1982 al 27 ottobre 1998. Dopo aver lasciato il cancellierato Kohl conservò la presidenza onoraria della CDU. Però gli scandali legati alle varie accuse per aver gestito dei fondi neri del partito lo costringeranno ad abbandonare, nel 2000, anche la presidenza onoraria.
Lo scandalo dei fondi al partito
[modifica | modifica wikitesto]A dispetto dei suoi successi, l'eredità politica di Kohl è stata gravemente danneggiata da uno scandalo riguardante il finanziamento del suo partito, scandalo iniziato nel 1999, quando venne scoperto che la CDU riceveva, sotto la sua leadership, fondi illegali. Le indagini del Parlamento tedesco sulla provenienza dei fondi illegali della CDU, la maggior parte dei quali depositati in conti bancari a Ginevra, rivelarono due fonti: vendite di carri armati all'Arabia Saudita e una maxi-tangente da 40 milioni di euro pagata dall'allora governo francese di François Mitterrand per l'acquisto di una compagnia petrolifera della Germania Est da parte dell'azienda parastatale ELF Aquitaine, di cui 15 milioni sarebbero stati versati direttamente alla CDU come aiuto per la campagna elettorale di Kohl del 1994. Oltre 300 milioni di marchi tedeschi in fondi illegali furono scoperti in depositi nel cantone di Ginevra.
Kohl stesso affermò che la ELF Aquitaine aveva offerto un massiccio investimento nell'industria chimica della Germania Est insieme con l'assorbimento di 2000 stazioni di rifornimento tedesche formalmente possedute dalla compagnia petrolifera nazionale Minol. L'ELF Aquitaine venne accusata di aver illegalmente finanziato la CDU su ordine di Mitterrand. Nel 2003 fu reso noto che a Helmut Kohl furono pagati 300.000 marchi da Leo Kirch,[15] proprietario di un canale televisivo privato, per un contratto di consulenza. La questione era molto delicata, considerando il fatto che Kirch costruì il suo impero televisivo privato grazie alle riforme promosse da Helmut Kohl negli anni ottanta.
Personalità e ritratti multimediali
[modifica | modifica wikitesto]Kohl affrontò la rigida opposizione dalla sinistra tedesca occidentale e venne deriso per la sua statura fisica, la presunta provincialità e il linguaggio semplicistico. Simile ai cartoni storici francesi di Luigi Filippo di Francia, Hans Traxler ha descritto Kohl come una pera nella rivista satirica di sinistra Titanic. La parola tedesca Birne ("pera") divenne un soprannome diffuso e simbolo del cancelliere. Comici come Thomas Freitag e Stefan Wald imitavano il cancelliere e inoltre uscirono diversi libri contenenti scherzi dove Kohl appariva quale "stupido protagonista".
Quando l'ex-cancelliere è morto, il giornale di sinistra TAZ ha redatto una pagina che mostrava composizioni di fiori tipiche dei funerali, ma vi era presente una pera. In seguito ad alcune proteste, il direttore si è scusato. Il biografo Hans Peter Schwarz nomina cinque problemi del candidato Kohl allora quarantaseienne: non conosce i complicati rapporti fra le fazioni del Bundestag, non ha esperienza internazionale, non conosce approfonditamente l'economia, manca di carisma e di accettazione culturale nel nord della Germania.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Famiglia di Helmut Kohl
[modifica | modifica wikitesto]Il 27 giugno 1960, Kohl si sposò con l'interprete Hannelore Renner,[23] dopo aver già chiesto la sua mano nel 1953, ritardando la cerimonia finché non fosse finanziariamente stabile. Entrambi si erano conosciuti nel 1948 presso una scuola di ballo. Ebbero due figli, Walter Kohl (nato nel 1963) e Peter Kohl (nato nel 1965).[15][24] Hannelore Kohl aveva studiato lingue e parlava correntemente francese e inglese. Durante la carriera politica del marito, svolgeva il ruolo di suo consigliere personale, soprattutto all'estero. Era una sostenitrice solidale sia della riunificazione tedesca, ancor prima che fosse fattibile, che dell'alleanza alla NATO della Germania con gli Stati Uniti.
Hannelore era figlia di uno dei più grandi armatori tedeschi, molto vicina agli ambienti nazisti e fieramente antisemita, scrive persino a quattro mani con il marito un libro di ricette tedesche,[15][25] assecondando così la passione di Helmut per il buon vino e il buon cibo e in particolare per una ricetta della sua regione di origine: la Saumagen, pancia di scrofa alla renana. Questa passione di Kohl confermerà la sua immagine di politico semplice e bonario, che, all'inizio della sua carriera, lo definisce alla stregua di un provinciale. Il 5 luglio 2001 Hannelore fu trovata morta nella sua casa a Ludwigshafen. Si ritiene che la donna si sia tolta la vita dopo aver ingerito una dose eccessiva di sonniferi, probabilmente a causa dell'insofferenza alla sua dolorosa e rarissima allergia alla luce che le impediva di uscire al sole.[26] Si è poi risposato, nel 2008,[27] con Maike Richter, di 34 anni più giovane.[28]
Entrambi i figli sono stati educati negli Stati Uniti, rispettivamente all'Università di Harvard e al MIT. Walter Kohl ha lavorato come analista finanziario presso Morgan Stanley a New York e successivamente ha fondato nel 1999, insieme a suo padre, una società di consulenza. Peter Kohl ha lavorato a Londra, per molti anni, come banchiere d'investimento. Walter Kohl si è sposato in prime nozze con l'accademica Christine Volkmann, esperta in amministrazione aziendale, da cui ha avuto un figlio, Johannes Kohl. In seconde nozze si è sposato invece con la coreana Kyung-Sook. Peter Kohl è sposato con la figlia di Elif Sözen, banchiere d'investimento turco, e hanno una figlia, Leyla Kohl, nata nel 2002.[29]
Helmut Kohl Cancelliere della Germania | Hannelore Kohl | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Christine Volkmann | Walter Kohl | Kyung-Sook Kohl | Peter Kohl | Elif Sözen-Kohl | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Johannes Kohl | Leyla Kohl | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Secondo e controverso matrimonio (2008-2017)
[modifica | modifica wikitesto]Mentre era in ospedale nel 2008, dopo aver subito gravi traumi alla testa, Kohl, settantottenne, sposò Maike Richter, ex dipendente della Cancelleria di 44 anni. Durante tutta la durata di questo matrimonio, Kohl soffrì di danni cerebrali: era a malapena in grado di parlare e si muoveva su una sedia a rotelle. Secondo suo figlio, Peter, il padre non aveva intenzione di sposarsi con la Richter e lo aveva dichiarato chiaramente; "Poi è avvenuto l'incidente e una perdita di controllo", suggerendo che la Richter avesse forzato il padre, allora seriamente malato, a sposarla. La Richter è stata fortemente criticata in Germania, sia dai figli di Kohl, che dagli ex amici e dai media tedeschi.[30]
Dopo il suo nuovo matrimonio, Kohl venne isolato sia dai suoi due figli che dai nipoti. I figli affermarono che il padre era tenuto dalla nuova moglie, "come un prigioniero". Ai suoi figli e nipoti fu anche impedito di vederlo negli ultimi sei anni della sua vita. Nella biografia di sua madre, Peter Kohl ha scritto che l'unica volta che aveva visitato l'appartamento della Richter, che descriveva come "un museo privato di Helmut Kohl" pieno di fotografie e manufatti ovunque, gli "sembrava il risultato di una meticolosa raccolta di reliquie per l'adorazione dell'eroe, come le conosciamo dai rapporti sugli stalkers".[31] Il biografo di Kohl, Heribert Schwan, descrive la Richter come "più che conservatrice, piuttosto nazionalista tedesca"[32] Fu uno scandalo, quando la Richter ha negato ai figli e i nipoti di Kohl di entrare nella casa del padre, dopo la morte di Kohl.[33]
Gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Dal 2007 la salute di Kohl iniziò a declinare, obbligandolo a sottoporsi a diverse operazioni.[34] Inoltre una caduta patita nel febbraio 2008 gli provocò un trauma cranico e gli rese difficile parlare.[35] Nondimeno, nelle apparizioni pubbliche dovette servirsi di una sedia a rotelle.
Nel luglio 2009 Kohl rilevò la presidenza della Fondazione Hannelore-Kohl, fondata dalla moglie defunta, esautorandone i vertici in quanto "non legati in alcun modo alla sua consorte".[36]
Nel luglio 2013 ebbe un qualche rilievo la notizia che Kohl, insieme a Guido Westerwelle, avesse fatto da testimone al matrimonio del suo avvocato Stephan Holthoff-Pförtner con Klaus Sälzer; interpellato a riguardo, l'ex cancelliere si disse molto felice di aver ricoperto un simile ruolo per un amico.[37]
Morte e funerale
[modifica | modifica wikitesto]Kohl è morto il 16 giugno 2017 nella propria abitazione a Ludwigshafen all'età di 87 anni.[38]
Il 1º luglio 2017 Kohl venne premiato come la prima personalità nella storia a ricevere un formale "atto di lutto dell'UE", che il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha descritto come "atto statale".[39] Oltre a Juncker erano presenti anche il presidente del Parlamento europeo, a Strasburgo, Antonio Tajani, il presidente del Consiglio dell'Unione europea Donald Tusk, la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e il primo ministro russo Dmitrij Medvedev. La bara di Kohl giunse alla cattedrale di Spira da Ludwigshafen. Dopo un grande onore militare, Kohl venne sepolto nel cimitero della cattedrale.[40]
Kohl ha ricevuto anche un tributo da un atto di governo, come tutti i suoi predecessori deceduti in Germania, ma fu respinto dalla vedova. Il 22 giugno 2017 al Bundestag tedesco si è svolta una cerimonia di commemorazione, durante la quale ha preso la parola il presidente del Bundestag Norbert Lammert. Subito dopo la morte di Kohl il dissenso familiare fu subito notato nei media.[41] Il giorno del funerale, i due figli di Kohl non erano presenti, né a Strasburgo, né alla cattedrale di Spira.[42]
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Die politische Entwicklung in der Pfalz und das Wiedererstehen der Parteien nach 1945.[43] Dissertation, Universität Heidelberg 1958.
- Hausputz hinter den Fassaden. Praktikable Reformen in Deutschland. Fromm, Osnabrück 1971[44], ISBN 3-7729-5015-9.
- Zwischen Ideologie und Pragmatismus. Aspekte und Ansichten zu Grundfragen der Politik. Verlag[45] Bonn Aktuell, Stuttgart 1973, ISBN 3-87959-014-1.
- (Hrsg.): Konrad Adenauer 1876/1976. Belser, Stuttgart 1976, ISBN 3-7630-1163-3.
- (Hrsg.): Der neue Realismus. Außenpolitik nach Iran und Afghanistan.[46] Erb, Düsseldorf 1980, ISBN 3-88458-017-5.
- (Hrsg.): Die CDU. Porträt einer Volkspartei. Rüber, Schwieberdingen[47] 1981, ISBN 3-922622-02-X.
- Der Weg zur Wende. Von der Wohlfahrtsgesellschaft zur Leistungsgemeinschaft.[48] Herausgegeben von Dietrich Heissler. Husum-Druck- und Verlags-Gesellschaft, Husum 1983, ISBN 3-88042-190-0.
- Reden und Berichte der Bundesregierung.[49] Presse- und Informationsamt der Bundesregierung, Bonn (zahlreiche Einzelveröffentlichungen).
- Deutschlands Zukunft in Europa. Reden und Beiträge des Bundeskanzlers.[50] Herausgegeben von Heinrich Seewald. Busse Seewald, Herford 1990, ISBN 3-512-00979-4.
- Die deutsche Einheit. Reden und Gespräche.Mit einem Vorwort von Michail Gorbatschow.[51] Lübbe, Bergisch Gladbach 1992, ISBN 3-7857-0665-0.
- Der Kurs der CDU. Reden und Beiträge des Bundesvorsitzenden 1973–1993.[52] Hrsg. von Peter Hintze und Gerd Langguth. DVA, Stuttgart 1993, ISBN 3-421-06659-0.
- Ich wollte Deutschlands Einheit.[53] Dargestellt von Kai Diekmann und Ralf Georg Reuth. Propyläen, Berlin 1996, ISBN 3-549-05597-8; Ullstein, Berlin 2010, ISBN 978-3-548-37349-2.
- Mein Tagebuch 1998–2000.[54] Droemer Knaur, München 2000, ISBN 3-426-27241-5.
- Erinnerungen. 1930–1982.[55] Droemer Knaur, München 2004, ISBN 3-426-27218-0.
- Erinnerungen. 1982–1990.[56] Droemer Knaur, München 2005, ISBN 3-426-27320-9.
- Erinnerungen. 1990–1994.[57] Droemer Knaur, München 2007, ISBN 978-3-426-27408-8.
- Vom Mauerfall zur Wiedervereinigung. Meine Erinnerungen.''[58] Knaur-Taschenbuch-Verlag, München 2009, ISBN 978-3-426-78336-8.
- Berichte zur Lage 1989–1998[59] Der Kanzler und Parteivorsitzende im Bundesvorstand der CDU Deutschlands. Bearbeitet von Günter Buchstab und Hans-Otto Kleinmann, Droste Verlag, Düsseldorf 2012, ISBN 978-3-7700-1915-1.
- Aus Sorge um Europa: Ein Appell.[60] Droemer Knaur, München 2014, ISBN 978-3-426-27663-1.
- Vom Mauerfall zur Wiedervereinigung. Meine Erinnerungen.''[61] Droemer Knaur, München 2014, ISBN 978-3-426-27655-6. Gekürzte und überarbeitete Fassung.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze tedesche
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ A causa della divisione della Germania, Helmut Kohl è stato il cancelliere federale della sola Germania Ovest fino al 2 ottobre 1990. Dal 3 ottobre 1990 al 1998 è stato cancelliere federale della Germania riunificata. Il termine Germania Ovest è il nome comune per la Repubblica Federale di Germania tra la sua formazione il 23 maggio 1949 e la riunificazione tedesca il 3 ottobre 1990, quando la Germania Est venne unita alla sua controparte occidentale. La carica di cancelliere non è mai esistita nella RDT.
- ^ (DE) Heribert Schwan e Rolf Steininger, Helmut Kohl: Virtuose der Macht, Mannheim, Artemis & Winkler, 2010, ISBN 3-538-07272-8, OCLC 643066786. URL consultato il 7 maggio 2017.
- ^ È morto Helmut Kohl, padre della Germania unita, su ansa.it, 16 giugno 2017. URL consultato il 15 agosto 2023.
- ^ (EN) George H. W. Bush, Helmut Kohl, su time.com, Time. URL consultato il 17 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008).«I view him as the greatest European leader of the second half of the 20th century.»
- ^ (EN) Clinton praises Germany's Kohl at Berlin award, su monstersandcritics.com, Deutsche Presse-Agentur - Monsters and Critics, 16 maggio 2011. URL consultato il 17 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2011).«the most important European statesman since the Second World War»
- ^ Manlio Pisu, L'Europa di Maastricht nasceva 25 anni fa, un momento decisivo per la nostra storia recente, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 Ore, 22 gennaio 2016. URL consultato il 18 giugno 2017.
- ^ Morto il cancelliere tedesco Helmut Kohl, papà dell'Unione Europea: ha "inventato" Angela Merkel, su liberoquotidiano.it, Libero (quotidiano), 16 giugno 2017. URL consultato il 16 giugno 2017 (archiviato il 17 giugno 2017).
- ^ Helmut Kohl - Lebendiges Museum Online, su hdg.de. URL consultato il 4 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2020).
- ^ Müchler & Hofmann, p. 16
- ^ (DE) Pressemitteilung KIT 27. Juni 2013 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2015). Abgerufen 9. Juli 2017.
- ^ (DE) Würdigung: 80. Geburtstag Helmut Kohl, su kas.de, Konrad Adenauer Stiftung, 2010. URL consultato il 12 dicembre 2011 (archiviato il 22 agosto 2012).
- ^ (EN) Helmut Kohl, su britannica.com, Enciclopedia Britannica, 16 giugno 2017. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato il 20 luglio 2017).
- ^ (EN) Exhibition: Famous Alumni of the University of Heidelberg, su uni-heidelberg.de, Universität Heidelberg, 29 marzo 2001. URL consultato il 19 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2011).«Helmut Kohl, for example, did his doctorate in Heidelberg in 1958, the title of his thesis being "The Political Development of the Palatinate and the Revival of the Political Parties after 1945"»
- ^ (DE) Hahanns Jürgen Küsters e Ulrike Hospes, Geschichte der CDU - Helmut Kohl, su kas.de, Konrad-Adenauer-Stiftung. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato il 25 giugno 2017).
- ^ a b c d e È morto Helmut Kohl all'eta di 87 anni, su corrierequotidiano.it, Corriere Quotidiano, 16 giugno 2017. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato il 16 giugno 2017).
- ^ (DE) Christoph Gunkel, Die Rache der Birne, su spiegel.de, Der Spiegel, 16 giugno 2017. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato il 18 giugno 2017).
- ^ Termine tedesco per "pera", poiché nelle caricature la testa del cancelliere era rappresentata appunto con una pera.
- ^ (DE) Ralf Zerback, Die Anerkennung, su zeit.de, Die Zeit, 30 agosto 2012. URL consultato il 20 giugno 2017 (archiviato l'11 ottobre 2017).«Im Januar 1987 wird Kohl wiedergewählt»
- ^ DM di Erziehungsgeld
- ^ Honecker in Bonn – 07. bis 11. September 1987, su ddr-im-www.de, Die DDR im WWW. URL consultato il 15 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2012).
- ^ (DE) Honecker lädt Kohl in die DDR ein, su spiegel.de, Der Spiegel, 27 luglio 1987. URL consultato il 18 giugno 2017.
- ^ Elvert, Jürgen, and Helmut Kohl. "Helmut Kohl und die europäische Integration 1982-1992: Grundlagen der Europapolitik / Helmut Kohl and European integration between 1982 and 1992: foundations of European Policy." Die Politische Meinung: Monatsschrift zu Fragen der Zeit, no. 4, Nr. 485, Helmut Kohl zum 80. Geburtstag (2010): 37.
- ^ (DE) Helmut Josef Michael Kohl, su helmut-kohl.de, Konrad-Adenauer-Stiftung. URL consultato il 17 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2015).
- ^ (DE) Klaus Brinkbäumer, Almut Hielscher, Carsten Holm, Jürgen Leinemann, Udo Ludwig, Hartmut Palmer, Sven Röbel, Rüdiger Scheidges e Barbara Schmid, „Ich verbrenne von innen“, su spiegel.de, Der Spiegel, 9 luglio 2001. URL consultato il 19 giugno 2017 (archiviato il 20 giugno 2017).
- ^ Kohl: presentato il suo libro di ricette, su www1.adnkronos.com, Adnkronos, 16 gennaio 1996. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato il 17 settembre 2017).
- ^ La moglie di Kohl si è suicidata, su repubblica.it, la Repubblica (quotidiano), 5 luglio 2001. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato il 2 luglio 2017).
- ^ (DE) Die Frau, die nie richtig Familie Kohl war, su welt.de, Die Welt, 18 giugno 2017. URL consultato il 19 giugno 2017 (archiviato il 3 luglio 2017).
- ^ Addio Helmut Kohl, padre della riunificazione tedesca, su espresso.repubblica.it, L'Espresso, 16 giugno 2017. URL consultato il 19 giugno 2017 (archiviato il 18 giugno 2017).
- ^ " Enkeltochter heißt Leyla – 'Hürriyet': Helmut Kohl ist Großvater (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2017).," Rheinische Post, 12 marzo 2002
- ^ Kohl-Söhne: Wird Altkanzler Kohl von seiner Frau fremdgesteuert? - WELT, su DIE WELT. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 19 giugno 2017).
- ^ Thorsten Denkler, Kohl und seine Familie - eine öffentliche Tragödie, su sueddeutsche.de, 17 giugno 2017. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 29 luglio 2017). Ospitato su Sueddeutsche.de.
- ^ Heribert Schwan, Tilman Jens, Vermächtnis: Die Kohl-Protokolle, Heyne Verlag, 2014, ISBN 9783641167974
- ^ Kohl-Sohn Walter: "Mich empört das pietätlose Verhalten von Maike Kohl-Richter" - WELT, su DIE WELT. URL consultato il 22 agosto 2017 (archiviato il 31 agosto 2017).
- ^ Kein Zorn auf Thierse und keine Rache, in Der Tagesspiegel, 16 novembre 2007. URL consultato il 12 dicembre 2011.
- ^ Heribert Schwan, Tilman Jens, Vermächtnis. Die Kohl-Protokolle, 2ª ed., München, Heyne, 2014, p. 54, ISBN 978-3-453-20077-7.
- ^ (DE) Helmut Kohl verlässt Stiftung seiner verstorbenen Frau, in Spiegel Online, 1º luglio 2009. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).
- ^ (DE) Helmut Kohl Trauzeuge bei Verpartnerung. (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2019). queer.de; Deutscher Altkanzler Kohl Trauzeuge bei Homo-Hochzeit. (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2016). In: Die Presse.
- ^ Germania: morto Helmut Kohl, il cancelliere della riunificazione, in la Repubblica. URL consultato il 2 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2017).
- ^ Strasburgo, l'ultimo saluto a Helmut Kohl. Merkel: "Senza di lui non sarei stata qui", in la Repubblica. URL consultato il 2 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2017).
- ^ (DE) Helmut Kohl: ARD und ZDF übertragen Trauerakt für Helmut Kohl live. (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2017). In: Augsburger Allgemeine online. 30. Juni 2017, abgerufen am 30 giugno 2017.
- ^ (DE) Mich empört das pietätlose Verhalten von Maike Kohl-Richter. (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2017). Die Welt. 21 giugno 2017.
- ^ (DE) Kohls Söhne bleiben Trauerfeiern fern. (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2017). In: n-tv.de. 1º luglio 2017, abgerufen am 2. Juli 2017.
- ^ Trad.Ted.: "Lo sviluppo politico nel Palatinato e la rinascita dei partiti dopo il 1945"
- ^ Trad.Ted.: "L'intonaco dietro la facciata. Riforme pratiche in Germania." Fromm, Osnabrück 1971
- ^ Trad.Ted.: "Tra ideologia e pragmatismo. Aspetti e opinioni sulle questioni politiche fondamentali"
- ^ Trad.Ted.: "Il nuovo realismo. Politica estera all'Iran e all'Afghanistan."
- ^ Trad.Ted.: "La CDU. Ritratto di una festa popolare."
- ^ Trad.Ted.: "La strada per cambiare. Dalla società del welfare alla comunità di servizio".
- ^ Trad.Ted.: "Discorsi e relazioni del governo federale"
- ^ Trad.Ted.: Il futuro della Germania in Europa. Discorsi e contributi del Cancelliere federale
- ^ Trad.Ted.: L'unità tedesca. Discorsi e conversazioni. Prefazione di Mikhail Gorbachev
- ^ Trad.Ted.: "Il corso della CDU. Discorsi e contributi del Presidente Federale, 1973-1993"
- ^ Trad.Ted.: "Volevo l'unità della Germania"
- ^ Trad.Ted.: "Il mio diario"
- ^ Trad.Ted.: "Ricordi. 1930-1982"
- ^ Trad.Ted.: "Ricordi. 1982-1990"
- ^ Trad.Ted.: "Ricordi. 1990-1994"
- ^ Trad.Ted.: ""Dalla caduta del Muro alla riunione. Le mie memorie"
- ^ Trad.Ted.: "Relazioni sulla situazione 1989-1998
- ^ Trad.Ted.: "Preoccupazione per l'Europa: un appello."
- ^ Trad.Ted.: "Dalla caduta del Muro alla riunificazione. Le mie memorie"
- ^ Kohl Dott. Helmut - Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica, 3 giugno 1977. URL consultato il 19 giugno 2017 (archiviato il 13 giugno 2018).
- ^ a b Presidencia.
- ^ Acta del Jurado, su fpa.es.
- ^ Presidency.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Günter Müchler, Klaus Hofmann, Helmut Kohl: Chancellor of German Unity, a Biography, Bonn: Press and Information Office of the Federal Govenment, 1992
- (EN) Clay Clemens, William E. Paterson, The Kohl Chancellorship, Routledge, 2014
- (DE) Hans-Peter Schwarz, Helmut Kohl: Eine politische Biographie, Deutsche Verlags-Anstalt, 2012
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Caduta del Muro di Berlino
- Cancellieri federali della Germania
- Guerra fredda
- Governo Kohl I, II, III, IV, V
- Hannelore Kohl
- Leader dell'opposizione (Germania)
- Ministri presidenti della Renania-Palatinato
- Peter Kohl
- Presidenti del Consiglio europeo
- Riunificazione tedesca
- Storia della Germania dal 1945
- Trattato sullo stato finale della Germania
- Unione Cristiano-Democratica di Germania
- Università di Heidelberg
- Walter Kohl
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Helmut Kohl
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Helmut Kohl
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Sito ufficiale, su helmut-kohl.de.
- Kohl, Helmut, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Kohl, Helmut, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Helmut Kohl, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Helmut Kohl, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Helmut Kohl, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Helmut Kohl, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Helmut Kohl, su Olympedia.
- (EN) Helmut Kohl, su IMDb, IMDb.com.
- (DE, EN) Helmut Kohl, su filmportal.de.
- (DE) Helmut Kohl, su bundeskanzler.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 100951272 · ISNI (EN) 0000 0001 2145 5475 · SBN TO0V006652 · LCCN (EN) n50042957 · GND (DE) 118564595 · BNE (ES) XX830098 (data) · BNF (FR) cb12144018g (data) · J9U (EN, HE) 987007263834005171 · NSK (HR) 000040716 · NDL (EN, JA) 00620947 · CONOR.SI (SL) 99037283 |
---|
- Politici tedeschi del XX secolo
- Storici tedeschi
- Storici del XX secolo
- Nati nel 1930
- Morti nel 2017
- Nati il 3 aprile
- Morti il 16 giugno
- Nati a Ludwigshafen am Rhein
- Morti a Ludwigshafen am Rhein
- Helmut Kohl
- Cancellieri della Germania
- Presidenti del Consiglio europeo
- Leader dell'opposizione (Germania)
- Ministri presidenti della Renania-Palatinato
- Presidenti federali dell'Unione Cristiano-Democratica di Germania
- Cavalieri di gran croce OMRI
- Cavalieri dell'Ordine dell'Aquila Bianca
- Decorati con la Medaglia presidenziale della libertà
- Anticomunisti tedeschi
- Studenti dell'Università Ruprecht Karl di Heidelberg
- Personalità commemorate con funerali di Stato