Costituzione della Repubblica italiana
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 35.
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.
Art. 36.
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
Art. 37.
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
Questi erano i princìpi che ispirarono l'Assemblea costituente, nel lontano e dimenticato 1946! Il legislatore, per scongiurare il ripetersi dei fenomeni di sfruttamento e discriminazione tipici del "passato" del nostro Paese, pose il lavoro ed il lavoratore al centro del nuovo sistema Repubblicano! Basta rivolgere lo sguardo alla realtà attuale, per comprendere che un "salto nel tempo" è stato fatto... nel passato che non si voleva più vivere!!
L'uomo di oggi, sempre più lontano dai limiti etici e infastidito da qualsiasi principio che ricordi gli stessi, ha costruito un mondo sempre più disumano e disumanizzante, perseguendo un unico fine: spendere la propria vita cercando di raggiungere il "profitto" ad ogni costo!! Poco importa se per raggiungere questo obiettivo, è necessario "sfruttare" i propri simili.
Il lavoratore "flessibile", il lavoratore "precario" sono gli sfruttati, il mezzo attraverso il quale alcuni, pur di affermarsi nella nostra società dell'apparire, privano gli altri di quella dignità che, invece, è connaturata ad ogni uomo! Le aziende, per perseguire la "competitività" sul mercato, hanno trovato nel lavoratore "usa e getta" il mezzo più adatto allo scopo.
Questi, mette a disposizione le proprie capacità professionali solo per periodi di tempo limitati perché non deve gravare sulle spese dell'impresa, nei periodi meno produttivi!! Per l'azienda è il massimo del risultato con il minimo sforzo ovvero il più grande profitto possibile limitando al massimo le spese!! Se il princìpio può essere valido per l'azienda, non può esserlo per il lavoratore.
Poi ci sono gli altri sfruttati: il lavoratore disoccupato, l'operaio e l'impiegato dell'azienda a rischio chiusura, gli impiegati e gli operai tutti. Già un Governo di centrosinistra aveva iniziato quella riforma del "mondo del lavoro" di cui oggi vediamo i risultati. 15 anni di Governo di centrodestra hanno fatto il resto!! Stipendi e salari che con il passare del tempo sono sempre meno sufficienti a garantire un minimo di vita dignitosa. Tutele sindacali annullate. Certezze economiche e sociali annullate. Princìpi costituzionali disattesi.
Il Primo maggio si celebra la "Festa dei lavoratori"... ma cosa c'è da festeggiare?