- " [...] e non serviva altri che se stessa, bevendo avidamente il sangue di Elfi e Uomini, grassa e gonfia per via dell’interminabile rimuginare i suoi banchetti, tessendo ragnatele d’ombra; ogni essere vivente era il suo cibo, e il suo vomito era oscurità. Le sue orride covate, bastardi dei miserevoli maschi, della propria progenie che uccideva, si erano disperse a destra e a sinistra, fra monti e valli, dall'Ephel Dùath ai colli orientali, sino a Dol Guldur e alla fortezza del Bosco Atro. Ma nessuno poteva rivaleggiare con lei, Shelob la Grande, ultima figlia di Ungoliant, nel tormentare il mondo infelice."
- —Il Signore degli Anelli, libro IV, cap. IX, "La Tana di Shelob".
Shelob è un aracnide che vive all'interno del Regno di Mordor, più precisamente in un insieme di cunicoli e gallerie nei pressi della torre e della scalinata di Cirith Ungol, nella Catena del Morgai, vicino a Minas Morgul.
Una dei discendenti della stirpe di Ungoliant, viene definita come "l'ultima figlia di Ungoliant nel tormentare il mondo infelice".
Etimologia[]
Il nome Shelob deriva dall'unione delle parole inglesi she ("lei") e lob, una parola in antico inglese che significa "Ragno".
Descrizione[]
- "Assai simile a un ragno, ma più immensa dei grandi animali da preda, e molto più terribile a causa del malvagio intento che covava nei suoi occhi senza rimorso. Quei medesimi occhi che Sam credeva spauriti e sconfitti, si riaccendevano ora d’una luce crudele, incastrati nella testa proiettata in avanti. Aveva grandi corna, e dietro al tozzo e corto collo ondeggiava il suo immenso corpo gonfio, un immenso tumido sacco straripante fra le sue gambe; era una massa nera, macchiata di segni lividi, ma la parte inferiore, pallida e luminosa, emanava un orrendo fetore. Curve le gambe dalle enormi giunture nodose, e come spine d’acciaio i peli irsuti, ed un artiglio all’estremità di ogni membra."
- —Il Signore degli Anelli, libro IV, cap. IX, "La Tana di Shelob".
Aspetto e carattere[]
In quanto prole di Ungoliant, Shelob può essere classificata come una via di mezzo tra una creatura predatrice e un demone, che ai più bassi istinti dell'animale univa un'intelligenza malevola e molto pericolosa.
Fisicamente appariva come un orrido ragno, dalla testa sporgente dotata di molti occhi, grandi corna e con un collo simile ad un gambo, oltre a possedere un becco dal quale gocciolava veleno. Aveva un corpo enorme, più grande di qualsiasi uomo, che somigliava ad un otre gonfio sul punto di scoppiare, con una pelle nera macchiata da segni lividi, mentre il ventre era pallido e luminoso ed emanava un orrendo fetore. Aveva delle gambe lunghe e dalle articolazioni nodose, situate sopra la schiena dotate di artigli a ciascuna delle estremità e ricoperte di peli duri e taglienti come l'acciaio. Aveva inoltre anche un pungiglione, con il quale iniettava il proprio veleno paralizzante alle vittime.
La sua pelle era talmente dura, a causa dei vari strati accumulatisi nel corso dei secoli, che non poteva essere penetrata con la semplice forza di uomo, nano o elfo, così l'unico suo effettivo punto debole erano gli occhi.
Abilità[]
Nonostante la sua stazza, Shelob era in grado di muoversi molto silenziosamente, cosa che la rendeva oltremodo pericolosa, in quanto le permetteva di tendere agguati alle sue prede. Essendo poi un ragno in tutto e per tutto, era solita disseminare le gallerie della sua tana di ragnatele appiccicose, dove animali e altre creature rimanevano invischiate e non riuscivano più a liberarsi. Era inoltre dotata di un veleno sia sulla bocca che nel proprio pungiglione, cosa che rendeva il confronto ravvicinato ancora più pericoloso.
Biografia[]
Origine[]
- "Essa dimorava lì da tempi immemorabili, malefico essere a forma di ragno, lo stesso che anticamente errava nella Terra degli Elfi in quell'Occidente ormai sommerso dal Mare, lo stesso contro il quale lottò Beren nei Monti del Terrore a Doriath, e che poi in un remoto chiaro di luna si recò a Luthien sull’erba verde fra le cicute. Nessuna storia narra in che modo, fuggendo dalla rovina, Shelob fosse giunta lì: pochi sono i racconti tramandati dagli Anni Oscuri. Eppure era ancora in quel luogo, colei che vi era arrivata prima di Sauron, prima che fosse posta la prima pietra di Barad-dûr"
- —Il Signore degli Anelli, libro IV, cap. IX, "La Tana di Shelob".
Non si conosce con precisione la data di nascita di Shelob, si sa comunque che ella nacque come parte della prole di Ungoliant, probabilmente nella Prima Era. Durante questo periodo risiedette sugli Ered Gorgoroth, i Monti del Terrore, dove si scontrò con l'eroe Beren che tuttavia non riuscì ad ucciderla e fuggì dinnanzi a lei.
A seguito della sua fuga nel Beleriand si stabilì nelle caverne presso quello che sarebbe divenuto noto come passo di Cirith Ungol ("Il passo del ragno") a Mordor. Diede alla luce anche una sua prole, con cui si accoppiava e si cibava spesso, mentre gli altri suoi discendenti si stabilirono nei meandri di Bosco Atro (gli stessi che attaccarono i Nani e Bilbo, in "Lo Hobbit").
Shelob è inoltre descritta nel libro come una residente di Mordor da molto più tempo dello stesso Sauron, persino prima che la torre di Barad-dûr fosse costruita.
Terza Era[]
- "Sauron sapeva perfettamente dove fosse il suo covo. Era contento ch'Essa vivesse lì affamata ma indomita nella sua malvagità: sarebbe stato difficile ad altri che a lui immaginare un guardiano più sicuro per quell'antico ingresso nella sua terra. E gli Orchi erano certo utili schiavi, ma ne aveva in abbondanza. Se di tanto in tanto Shelob li utilizzava per appagare la propria fame, tanto meglio: Sauron poteva farne a meno. E a volte, come il padrone che dà al gatto una leccornia, le inviava prigionieri che non sapeva come meglio adoperare: li faceva condurre sino alla tana, ed esigeva rapporti che descrivessero in che modo il mostro avesse giocherellato con le prede"
- —Il Signore degli Anelli, libro IV, cap. IX, "La Tana di Shelob".
Dopo aver stabilito la sua dimora nei pressi del passo di Cirith Ungol, Shelob vi rimase fino alla fine della Terza Era, continuando a tessere le sue tele di malvagità e attendendo nell'oscurità le sue prede. Sebbene fosse dotata di grande malignità, ella rimase indipendente dall'influenza di Sauron e non ne divenne una servitrice diretta. L'Oscuro Sire dal canto suo, proprio perché ne conosceva la malvagità, le lasciava tutta la libertà che preferiva: era perfettamente a conoscenza della sua presenza e sapeva con precisione dove si trovava il suo nascondiglio, ma non gli passò mai per la mente di disturbarla o scacciarla, poiché costituiva una guardiana perfetta per i suoi confini; inoltre non lo turbava il fatto che mangiasse gli Orchi che si addentravano entro i suoi territori (sebbene ella non ne amasse affatto il sapore, a causa della loro pelle coriacea) e occasionalmente le inviava dei prigionieri per cui non aveva progetti particolari.
Pochi anni prima dell'inizio della Guerra dell'Anello, Gollum giunse presso i confini di Mordor, dove venne catturato e torturato dai servi di Sauron. Convintosi di avergli estorto tutto ciò che serviva, oppure perché per lui aveva altri piani, l'Oscuro Signore rilasciò la creatura che per andarsene da Mordor si servì del passo di Cirith Ungol. Qui venne catturato da Shelob, tuttavia riuscì a salvarsi promettendole di portarle delle prede ancora più succulenti di lui.
Tempo dopo Gollum ottemperò alla promessa fattale conducendo gli Hobbit Frodo e Sam attraverso il passo (dal quale Faramir aveva messo in guardia Frodo), e facendoli cadere nelle tele del mostruoso ragno per poi recuperare l'Anello dai loro resti. Tuttavia i due Hobbit non si arresero e, servendosi delle loro spade e dalla Fiala di Galadriel, riuscirono a farsi strada fuori dalla tana di Shelob e a raggiungere l'uscita. La mostruosa creatura però non rinunciò facilmente al pasto e tese un'imboscata ai due amici tramortendo Frodo con il proprio veleno e cominciando ad avvolgerlo nella propria tela; l'intervento di Sam vanificò però i suoi sforzi e dopo un duro combattimento con l'hobbit, Shelob venne gravemente ferita da Pungolo e costretta a ritirarsi. Il suo destino è sconosciuto, alcuni ipotizzano che sia morta per le ferite, altri ancora che sia fuggita ancora più a est dopo la sconfitta di Sauron.
Adattamenti[]
Adattamenti cinematografici[]
Il Signore degli Anelli (1978)[]
Nel film di animazione di Bakshi Shelob non compare, ma viene indirettamente menzionata da Gollum in una delle battute finali del film. Infatti quest'ultimo dice, parlando tra sé e sé, "Lei potrebbe aiutarci..."; probabilmente il ragno sarebbe apparso nell'eventuale seguito del film, ma il progetto venne cancellato.
Il Ritorno del Re (1980)[]
In questo adattamento animato della Rankin-Bass il personaggio di Shelob non compare né viene menzionata, in quanto il combattimento di Frodo e Sam contro di essa viene totalmente omesso, passando direttamente alla prigionia di Frodo nella torre di Cirith Ungol e al tentativo di Sam di salvare il suo padrone; tuttavia, in una scena precedente, si possono osservare i due hobbit attraversare delle gallerie ricoperte di ragnatele, quindi è intuibile la citazione indiretta alla sua tana.
Il Signore degli Anelli: il Ritorno del Re (2003)[]
Il ragno Schelob compare nel film "Il Ritorno del Re", della trilogia "Il Signore degli Anelli" di Peter Jackson, anche Tolkien lo descrive già nei capitoli finali del libro "Le Due Torri". Già nel film precedente, similmente a quanto accade nell'adattamento di Ralph Bakshi, nella parte finale del precedente film Gollum, dopo aver lasciato Osgiliath, fa un'allusione a Shelob dicendo tra sé e sé che "Lei" lo avrebbe aiutato a sbarazzarsi degli Hobbit.
Peter Jackson per rendere il personaggio di Shelob si è servito di un mix di CGI e arti animatronici, ispirandosi per l'aspetto a quello dei Ragni Lupo.
Il ragno, che in realtà è una femmina, viene gravemente ferito da Sam nel tentativo di salvare Frodo, dopo questo avvenimento non si hanno più sue notizie.
Adattamenti videoludici[]
Il Signore degli Anelli: la Battaglia per la Terra di Mezzo (2004)[]
In questo videogioco RTS per PC, Shelob è il principale boss che Samwise Gamgee dovrà affrontare nel livello "Cirith Ungol" della Campagna del Bene, assieme ai soldati di Gondor da lui liberati dalle ragnatele. È essenzialmente uguale alla rappresentazione fatta da Peter Jackson nell'ultimo film della sua trilogia.
Il Signore degli Anelli: la Battaglia per la Terra di Mezzo II (2006)[]
Shelob è un eroe giocabile della fazione dei Goblin all'interno della "Campagna del Male" a partire dal quinto livello della campagna ambientato a Bosco Atro, dove apparentemente si è unita alla Bocca di Sauron nella sua missione di conquistare la Vecchia Strada della Foresta. Nel corso del livello, Shelob potrà essere utilizzata per reclutare i Ragni Giganti di Bosco Atro; questi infatti, essendo suo figli, obbediranno a Shelob se questa verrà inviata presso i loro nidi e si uniranno alle forze di Mordor contro gli Elfi. Compare anche nell'ultimo livello della Campagna del Male, prendendo parte all'assalto finale contro Gran Burrone assieme alle altre forze di Sauron.
La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra (2017)[]
Nel videogioco La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra (2017), Shelob è in grado di cambiare il suo aspetto, assumendo l'immagine di una donna sensuale in abito nero, con occhi verdi e dai lunghi capelli corvini. Possiede il dono della veggenza ed è in grado di mostrare le sue visioni ad altri.
In passato fu l'amante di Sauron, ma fu abbandonata e sfruttata da Sauron come capro espiatorio per conquistare la fiducia di Suladân e poi donargli uno degli Anelli.
Shelob massacró gli assassini inviati per ucciderla e il suo odio e la sua rabbia la sfigurarono trasformandola in un orrido e gigantesco ragno. Dopo la sua fuga, si nascose nei cunicoli di Cirith Ungol dove avrebbe divorato gli intrusi o fatto impazzire chi da lei cercava saggezza, nella speranza di poter un giorno vendicarsi di Sauron.
Il Signore degli Anelli Online (2019)[]
Altri adattamenti[]
Shelob è stata fonte ispiratrice per la protagonista senza nome del romanzo Storia di un Orrore di Emanuele Ardore.[1]
Note[]
- ↑ Conversazione privata con l'autore.