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SCRITTURA COLLETTIVA

Era un sabato pomeriggio bigio, uggioso, piovoso…

Il fruscio delle auto sull’asfalto bagnato faceva da sottofondo
Angela era affacciata alla finestra. Dietro di lei il divano la chiamava ad un ozio innaturale. Anche il gatto, acciambellato sul divano, pareva sopraffatto dalla noia. Nessuno stimolo gli provocava una reazione.

Improvvisamente un tuono fece sobbalzare il gatto e lei…

Elena, neo pensionata, cercava un posto nel parcheggio sotterraneo del supermercato. Ancora doveva spiegarsi come mai si riduceva a farlo il sabato ma la spiegazione era molto semplice: gli altri giorni aveva troppo da fare! “ Devo assolutamente cambiare qualcosa nell’organizzazione del mio tempo” -si disse rimuginando tra sé- “Non ho ancora realizzato che il tempo adesso non mi manca…” Eppure, quel tempo, lo maneggiava ancora come quando lavorava…

E proprio perché non le mancava, il tempo, Elena pensò che appena smetteva di piovere, dopo aver riposto la spesa, avrebbe dovuto lavare i vetri, stendere una lavatrice, passare l’aspirapolvere. Ma…il tempo per lei..? Intanto continuava a piovere…

Angela decise di sedersi sul divano accanto al gatto e lasciare che i pensieri le fluissero liberi nella mente. Per quel genere di “attività” quel sabato di pioggia, uggioso e bigio, era perfetto!
Durò poco. Lo squillo del cellulare la riportò alla realtà. Era Giacomo, Il nipote undicenne, che le chiedeva aiuto per i compiti del fine settimana.
“Ma dove sei?” Domandò indispettita “Non dovevi essere da Carlo per i compiti?.. No no zitto” -lo interruppe al sentire un respiro e una mezza parola-adesso era arrabbiata davvero-
“Adesso torni a casa e vediamo cosa possiamo fare”
“Va bene” sussurrò Andrea e riattaccò

Bianca viaggiava sull’autostrada con la sua piccola utilitaria. Le sembrava di essere in un mondo fatato, come in una bolla, al calduccio, con la sua musica preferita a volume sostenuto che giungeva dall’autoradio. Fuori, si scatenavano gli elementi. Sentiva la pioggia vicinissima battere sui vetri, la sentiva ma non la bagnava. Mentre si gustava la sua confortevole tana a quattro ruote un fragore, un rimbombo la riscosse… Un tir minaccioso l’aveva affiancata. Dalla motrice un ometto sbraitava e smanacciava verso di lei. Non si era accorta di aver rallentato un po’ troppo…

No ti prego Attilio non qui, non nel parcheggio della coop…ci potrebbero vedere! E stai fermo con ‘ste mani sembri una piovra!”
Mentre Luana cercava di frenare invano, l’impeto di Attilio in quel luogo non proprio adatto alla situazione amorosa, due suore del convento di Cristo del fico di Gerico, portavano la spesa al loro furgoncino. La loro attenzione fu attratta da quella Simca 1000 verde, con i vetri appannati, che dondolava come se fosse posseduta dal demonio. Demoni Attilio, così lo avremmo potuto definire, o quantomeno lo avrebbero potuto definirlo le due suorine!

Anche Elena passava di lì nello stesso momento, trascinando il suo carrello carico di spesa, in parte utile, in parte raffazzonata alla rinfusa. Le suore vestite di grigio e Simca 1000 dondolante, catturano la sua attenzione….

Donne, di storie intrise, di desideri raccontati solo in parte.
Donne, hanno divani su cui ritrovarsi e tragitti in cui perdersi.
Donne, il tempo spesso le vive ma non le ha mai fino in fondo.
Donne, innamorate di amore che sta tra gli uomini, le donne, Dio.
Donne, sanno lasciarsi andare nei pomeriggi di pioggia, mettendo insieme parole, per insieme stare…