Vai al contenuto

Saviore dell'Adamello

Coordinate: 46°04′53″N 10°24′02″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Saviore dell'Adamello
comune
Saviore dell'Adamello – Stemma
Saviore dell'Adamello – Veduta
Saviore dell'Adamello – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoSerena Morgani (centro-sinistra) dal 27-5-2019
Data di istituzione1954
Territorio
Coordinate46°04′53″N 10°24′02″E
Altitudine1 100 m s.l.m.
Superficie84,27 km²
Abitanti795[1] (30-9-2022)
Densità9,43 ab./km²
FrazioniPonte, Valle
Comuni confinantiCevo, Edolo, Ponte di Legno, Sonico, Spiazzo (TN), Valdaone (TN)
Altre informazioni
Cod. postale25040
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017175
Cod. catastaleI476
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 940 GG[3]
Nome abitantisavioresi
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo24 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Saviore dell'Adamello
Saviore dell'Adamello
Saviore dell'Adamello – Mappa
Saviore dell'Adamello – Mappa
Posizione del comune di Saviore dell'Adamello nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Saviore dell'Adamello (Saviúr in dialetto camuno[4][5]) è un comune italiano di 795 abitanti[1] della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]
Il territorio di Saviore in Val Camonica

Saviore dell'Adamello è il più elevato dei paesi della Valle di Saviore; il suo territorio comunale, che si estende soprattutto in territorio montano, è uno dei più estesi della Val Camonica. Questo comune comprende nel suo territorio la cima più elevata della Provincia, ovvero il Monte Adamello, con un'altezza di 3539 metri o, secondo altre fonti, 3554 metri s.l.m.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Val Camonica.

Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 il rappresentante della comunità di Saviore, Ottobono Predorni (anche notaio), si schierò sulla sponda ghibellina.[6]

Il 17 settembre 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Monno, Cevo, Andrista, Grumello, Saviore, Cemmo, Ono, Sonico, Astrio, Malegno, Cortenedolo, Vione, Incudine e Berzo Demo a Bertolino della Torre di Cemmo.[7]

Il 29 aprile 1651 un incendio distrusse il paese, riducendo in cenere anche i documenti dell'archivio comunale, per cui non rimane alcuna antica notizia.[8]

Tra il 1816 ed il 1818 viene attivato il comune di Valli di Saviore.[9]

Nel 1927, a seguito del regio decreto del 28 settembre, il comune di Saviore venne unito a quello di Cevo formando il comune di Valsaviore. I cittadini di Saviore, indignati, si armarono di forche e bastoni e, in corteo, si recarono alla sede comunale di Cevo: ripresi con la forza registri e atti d'archivio e caricatili sui carretti, li riportarono all'antica sede di Saviore.

Il loro gesto non servì ad altro che a far mettere in galera una sessantina di persone, uomini e donne, che furono processati per direttissima e se la cavarono alla meno peggio grazie all'intervento del deputato Carlo Bernardi[10]

Il comune di Valsaviore fu soppresso nel 1954 e sostituito da quello di Cevo e Saviore dell'Adamello.[11]

Feudatari locali

[modifica | modifica wikitesto]

Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Periodo
Della Torre 1423 - ?

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 2614 dell'11 aprile 1986.

«Troncato: nel primo, d'azzurro, alla stella di otto raggi d'oro; nel secondo, di rosso, al monte Adamello, fondato sui fianchi e in punta, al naturale, parzialmente innevato di bianco. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo troncato di rosso e di azzurro.

  • 24 giugno, festa patronale di San Giovanni Battista: Un tempo era consuetudine addobbare il cornicione interno della parrocchiale con veli rossi, mentre davanti all'entrata si formavano arcate di rami d'abete (in dialetto camuno dàse). I bambini raccoglievano quindi la resina in mucchietti, accendendoli a mo' di lumini.[12]

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Le chiese di Saviore sono:[13]

  • Parrocchiale di San Giovanni Battista, ultimata nel primo decennio del Seicento, restaurata nel 1942. Sorge sopra quello che è chiamato Dosso Merlino, dove sono ancora visibili le rovine dell'omonimo castello.

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[14]

Tradizioni e folclore

[modifica | modifica wikitesto]

Gli scutüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomignoli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Saviore è Marà.[15]

Presso il Dosso Merlino si racconta riemergessero frantumi di terraglie, sassi lavorati e tombe con ossa umane.[16]

Esistono nel folklore della Val Camonica alcuni proverbi in dialetto camuno riguardanti Saviore:

  • I marà de Saviúr, quand i sà mia a chi pataila, i sa la peta 'ntrà de lùr . I Marà di Saviore, quando non riescono a far danni agli altri, se li fanno tra di loro.[17]

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Il municipio di Saviore dell'Adamello.
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Alberto Paini lista civica di centro-sinistra Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Alessandro Bonomelli lista civica di centro-sinistra Sindaco [18]
14 giugno 2004 26 maggio 2014 Alberto Tosa lista civica di centro-sinistra Sindaco [18]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Matteo Tonsi lista civica di centro-sinistra Sindaco
27 maggio 2019 "in carica" Serena Morgani lista civica di centro-sinistra Sindaco

Unione di comuni

[modifica | modifica wikitesto]

Saviore fa parte dell'Unione Comuni della Valsaviore, assieme ai comuni di Cedegolo, Cevo, Berzo Demo e, dal 2003, Sellero.
L'Unione di comuni, che ha sede a Cedegolo, è stata creata il 20 agosto 1999, e ha una superficie di circa 225 km².[19]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 161.
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 609, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 183.
  7. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 206, ISBN 88-343-0333-4.
  8. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 325.
  9. ^ Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 novembre 2008.
  10. ^ Gian Maria Bonomelli, Storia di Gorzone e del suo castello, Darfo Boario Terme, Armando Armanini, 1972, p. 253.
  11. ^ Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 novembre 2008.
  12. ^ Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 12-08-2008.
  13. ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 117.
  14. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  15. ^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 162.
  16. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 209.
  17. ^ Andrea Morandini, Folklore di Valcamonica, Breno, Tipografia Camuna, 1988, p. 291.
  18. ^ a b Voli - Speciale elezioni 2009, su pal.voli.bs.it. URL consultato il 14 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  19. ^ Ministero dell Interno - Unione Comuni della Valsaviore, su pers.mininterno.it. URL consultato il 26 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2009).
  • Franco Bontempi, Storia della Valsaviore, Tipografia Camuna, Breno, 2005

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Val Camonica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Val Camonica