Cerveno
Cerveno comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Amministrazione | |
Sindaco | Luigi Simone Mondoni (lista civica “Uniti per Cerveno”) dal 10-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 46°00′12″N 10°19′36″E |
Altitudine | 500 m s.l.m. |
Superficie | 21,55 km² |
Abitanti | 695[1] (31-12-2023) |
Densità | 32,25 ab./km² |
Comuni confinanti | Braone, Ceto, Losine, Lozio, Malegno, Ono San Pietro, Paisco Loveno, Schilpario (BG) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25040 |
Prefisso | 0364 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 017049 |
Cod. catastale | C549 |
Targa | BS |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 924 GG[3] |
Nome abitanti | cervenesi |
Patrono | san Martino |
Giorno festivo | 11 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cerveno nella provincia di Brescia | |
Sito istituzionale | |
«Di qui si passa a Cerveno, terra anch'essa illustrata da diverse gran torri, ch'indicavano la nobiltà, ed opulenza degli habitanti, dei quali tutt'hora verdeggiano traci per conditione...»
Cerveno (Hervé in dialetto camuno[5]) è un comune italiano di 695 abitanti[1], della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il paese di Cerveno giace ai piedi della Concarena, sul versante occidentale della Val Camonica, di fronte alla frazione Badetto del comune di Ceto.
Presso Cerveno si estraeva il marmo occhialino.[6]
-
Lavori di sistemazione dei terreni in Valle delle Glere, Cerveno, 1950 (Archivio storico del Touring Club Italiano)
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il 14 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Cerveno, Ono e Cricolo, Esine e Paisco Oprandino Codaferri da Cemmo.[7]
L'11 gennaio 1350 il vescovo di Brescia Bernardo Tricardo investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Berzo Inferiore, Ono e Cricolo e Cerveno Rainaldo del fu Zanino Federici di Gorzone.[8]
Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 il rappresentante della comunità di Cerveno, Manfredo Barosino (anche notaio), si schierò sulla sponda ghibellina.[9] Suo figlio, il notabile notaio Franceschino Barosini, figura nell'elenco dei cittadini ascritti al patriziato bresciano firmatari del patto di unione tra Brescia e Venezia giurato nelle mani del Carmagnola il 6 di ottobre 1426.[10]
Nel 1610 Giovanni da Lezze afferma che i vini prodotti a Cerveno sono pocco buoni.[4]
Dal 1927 al 1947 Cerveno fu unita a Ceto nel comune di Ceto-Cerveno.
La Vicinia
[modifica | modifica wikitesto]Le proprietà della vicinia si estendevano ben oltre le terre coltivate e vicine al fondovalle principale. Comprendevano ben 21 km², molti dei quali rappresentati da pascoli e roccia ed vi era un forno fusorio.
I consigli dei vicini, ovvero le riunioni pubbliche degli antichi originari della comunità seguivano i cicli naturali legati soprattutto alle attività agricole essenziali. Tuttavia potevano avere convocazioni straordinarie proprie dei villaggi minerari per la manutenzione e avviamento dei forni fusori.
Uno dei più antichi documenti in valle che testimonia l’imprenditorialità delle vicinie e la presenza di forni fusori gestiti collegialmente, è proprio l’atto Costitutivo del forno della vicinia di Cerveno del 1429[11].
Feudatari locali
[modifica | modifica wikitesto]Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:
Famiglia | Stemma | Periodo |
Codaferri | 1336 - ? | |
Federici | 1350 - ? |
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 2941 del 20 settembre 1977.
«Di rosso, al cervo saliente di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Le chiese di Cerveno sono:[12]
- Parrocchiale di San Martino, XIII secolo, venne rimodellato nel XVII secolo. L'ancona è di Beniamino Simoni.
- Santuario della Via Crucis, del ciclo dei Sacri Monti.
- Oratorio della Madonna del Carmine, attiguo alla parrocchiale.
- Chiesetta campestre dei Morti, sorta come lazzaretto per le vittime della peste del 1630, ampliata e consacrata nel 1869.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[13]
Tradizioni e folclore
[modifica | modifica wikitesto]Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Cerveno è Giüdé (Giudei?), Capèle,[5] Brusa crus (brucia croci).
Di grande importanza nel contesto culturale della Valle Camonica è la tradizione decennale della Santa Crus.
- 1º gennaio Capodanno. Era la hèra incrusèra, sera degli incroci. Le strade venivano rese impraticabili con fascine o altro, le porte delle case venivano legate dall'esterno di modo che non s'aprissero e venivano esposti all'aperto gli abiti sottratti alle ragazze.[14]
- 1º marzo. I giovani si recavano la sera all'esterno delle stalle, dove si riuniva la gente, e proclamavano scherzosamente (ed in incognito) dei matrimoni assurdi. Anche in quest'occasione si rubavano alle ragazze dei vestiti, che venivano esposti la mattina seguente in luoghi ben visibili.[14]
- aprile, Rogazioni che si compivano nell'arco di tre giorni, benedicendo tutto il territorio agricolo del comune.[15]
- Prima domenica di maggio, San Rocco. Processione ad una chiesetta fuori paese, oggi crollata, presso un antico lazzaretto.[15]
- Corpus Domini, 9º giovedì dopo Pasqua. La processione seguiva un percorso speculare a quello della Santa Crus: dalla piazza girava a sinistra, proseguiva sul lato nord dell'abitato, entrava per un tratto in campagna e si concludeva al Santuario della Via Crucis.[15]
- 11 novembre San Martino patrono. Processione che trasportava la statua del santo.[15]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Musei
[modifica | modifica wikitesto]La Casa Museo di Cerveno, edificio rurale di fine ‘500 recentemente ristrutturato,costituisce una concreta testimonianza dei metodi costruttivi edili, visibili nell’organizzazione degli spazi e nell’uso dei materiali locali: pietra calcarea, legno e ferro. I reperti raccolti e gli arredi recuperati denotano stili di vita particolari; gli attrezzi impiegati nel lavoro dei campi, specificatamente per la viticoltura e la vinificazione, e quelli per l’allevamento, le attività silvo-pastorali e l’artigianato esprimono il livello di abilità manuale-creativa dell’homo faber, che sa costruire, adattare, riadattare quando gli serve per vivere e per sopravvivere. Significativa, nel museo, anche la presenza del materiale prodotto per la realizzazione della Santa Crus, rappresentazione vivente, a cadenza decennale, della Passione di Cristo. Gli abiti utilizzati dai figuranti, le armi, le corazze, i segni della Passione, le immagini riproducenti le fasi preparatorie della manifestazione esprimono efficacemente la complessità del lavoro che si compie, la coralità che lo caratterizza, la partecipazione collegiale dell’intera comunità, a testimonianza dell’atavica fede, delle tradizioni consolidate e dell’identità locale.
Evocare i tratti distintivi dell’identità del paese e della sua gente è lo scopo di questa Casa Museo. Una casa rurale che ha fatto parte per almeno cinque secoli della storia della comunità e che oggi raccoglie oggetti e immagini utili per trasmettere saperi e memorie.
La Casa Museo è luogo di incontri e mostre temporanee, occasioni di confronto e di formazione per gli adulti, attività didattiche e ludiche per i bambini e i ragazzi, lavori di preparazione per la manifestazione decennale della Santa Crus.
La Casa Museo rimanda al paese e al territorio che la circonda offrendo indicazioni utili per accostarsi al patrimonio storico e artistico di Cerveno e per seguire percorsi di conoscenza del paesaggio, dell’ambiente e degli altri abitati ai piedi della Concarena.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Strade
[modifica | modifica wikitesto]Dal versante meridionale di Cerveno diparte una strada agro-silvo-pastorale che sale in quota sulla Concarena fino a 1300 m s.l.m., in località Monte Arsio. Da qui discende fino alla frazione di Sommaprada nel comune di Lozio, in Val di Lozio. Percorribile a piedi o in bicicletta in 2.30 ore.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Angelo Simone Nani | lista civica | Sindaco | |
14 giugno 1999 | 8 giugno 2009 | Anna Caterina Bonfadini | DS | Sindaco | |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Giancarlo Maculotti | lista civica | Sindaco | |
26 maggio 2014 | 10 giugno 2024 | Marzia Romano | lista civica | Sindaco | 2º mandato dal 27-5-2019 |
10 giugno 2024 | in carica | Luigi Simone Mondoni | lista civica | Sindaco |
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Casa-Museo
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Portale con caratteri gotici
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Viale
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Interno della parrocchiale di San Martino
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ a b Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 460.
- ^ a b Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 164.
- ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 461.
- ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 80, ISBN 88-343-0333-4.
- ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 100, ISBN 88-343-0333-4.
- ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], pg. 183.
- ^ Alessandro Augusto Monti della Corte, Le famiglie del patriziato bresciano.
- ^ Ivan Faiferri, Elisa Maculotti e Giancarlo Maculotti, Vicinìe alpine : mutamenti ed azioni delle antiche istituzioni precomunali diffuse nell'arco alpino : atti del convegno tenutosi a Pezzo, Ponte di Legno (BS) il 25 ottobre 2014, Biblioteca civica dalignese, 2016, ISBN 978-88-99319-09-0, OCLC 1090164643. URL consultato l'8 febbraio 2022.
- ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 85.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ a b Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 13-08-2008.
- ^ a b c d Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 13-08-2008.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Cerveno
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cerveno
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- https://www.santacrus.it
- Sito ufficiale, su comune.cerveno.bs.it.
- Cervèno, su sapere.it, De Agostini.
- Fotografie storiche - Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2023).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145606836 · LCCN (EN) n2001001082 · J9U (EN, HE) 987007482451605171 |
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