Ed ad una ad una, si inseguono come briciole abbandonate dagli uccelli, inermi e letargiche silenziose ed oramai ammuffite, le anime dimenticate. |
Il riso amaro che, a fatica riempie la pancia, è stato sommerso dalla melma e dal fango e le tenere piantine non hanno trovato acqua o letame o frescura ma solo lame arrugginite. |
Cala il sipario pesantemente di broccato viola adorno di merletti bianco-azzurri e splendente di ghirigori d’oro. E’ sotto un sole potente all’ombra di idoli starnazzanti, che si affannano a stenderlo: c’è bisogno di coprire di nascondere di celare di spargere oblìo. |
E la massa, informe, obbediente, chiude gli occhi: solo il rumore delle onde di un mare nero, perso in lontananza, forse su un altro pianeta, rimane a riempire il sottofondo. |
(“Morti-viventi” di Daniela Gambo – 2010 L’Italia che non c’è. Più) |
Io non so, nel dettaglio, cosa preveda l’accordo, se non che Michele, pensionando nel 2016, sarà liquidato con tre annualità del suo stipendio di direttore (un terzo di quello di Vespa) e non avrà vincoli di esclusiva. Né so che altro intenda fare in futuro, oltre alle docufiction. Non conosco, insomma, l’ultimo fotogramma. Ma conosco fin troppo bene quelli precedenti. So che in autunno la Rai, ligia agli ordini superiori, cercava pretesti per non far partire Annozero. So che, presentando Annozero in conferenza stampa, il direttore di RaiDue disse che, fosse dipeso da lui, Santoro non sarebbe mai andato in onda (così gli ascolti della sua rete sarebbero scesi sottozero). So che per tutto l’anno, vedi intercettazioni di Trani, Berlusconi e i suoi manutengoli in Rai, Agcom, Vigilanza e persino Csm han trafficato per chiudere Annozero. So che ad aprile la Rai ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza che impone la messa in onda di Annozero, costringendo Santoro ad altri tre anni (in aggiunta ai sette passati) di battaglia legale contro l’azienda per cui lavora. So che la famosa opposizione se n’è beatamente infischiata. Anzi ha subito votato con la maggioranza a favore dell’uscita di Santoro, salvo poi polemizzare perché – horribile dictu – se ne andrà con la liquidazione anziché regalarla alla Rai che l’ha trattato così bene. |
da Il Fatto Quotidiano, 20 maggio 2010 |
Ieri c’era Annozero. C’era la D’Addario (che sembra tanto una gatta morta) e c’era il premio Pulitzer Carl Bernstein, che ha commentato la desolante situazione della libertà di informazione in Italia… ha detto, cioè, che il nostro beneamato premier ha deliberatamente manipolato ed oscurato ciò che lo riguardava. C’era il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che sulla situazione della sanità della Puglia, una risposta non l’ha data. C’era Travaglio, che, al solito, delinea gli avvenimenti e le loro implicazioni con precisa e cruda chiarezza, quella della verità che fa pensare.
Tutti gli uomini sono uguali e pensano solo a quello, dice un detto, ma agli italiani prude più che agli altri? Ecco che finalmente in Italia – con il solito ritardo – si parla del “Sistema” Tarantini: escort (che è un termine carino per dire puttana), favori sessuali (nessuno mi toglierà dalla testa l'idea che la Carfagna è lì solo per essere passata dal “letto grande”) e narcisismo da lettino dello psichiatra (harem di donnine che si sorbiscono filmettini sul Berlusca e che cantano canzoncine da Psicho “meno male che Silvio c’é!”). Perché, mi chiedo io? Sarò diffidente, ma la domanda mi sorge spontanea:
da che cosa vogliono distrarci?
Dal lodo Alfano, che è in discussione alla corte costituzionale? Dallo schifo dello Scudo fiscale? Dalla manifestazione per la libertà d’informazione del 3 ottobre a Roma? Dalla nuova legge sulla Libertà d’informazione? Da cosa, cosa, COSA?!?
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