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3 aprile 2022

 ( Pubblicato nel 2006... c'è da meditare..  )

"SIAM MESSI BENE!"

In questi giorni si è concluso il Congresso Italiano di Psichiatria a Montesilvano (PE), e , dopo lo scoop sul 30% di parlamentari drogati, ne scoppia un altro sui 500.000 italiani “sport-dipendenti” (e non sedentariamente davanti alla tv, altrimenti sarebbero milioni!, ma attivi nell’esercizio fisico) e sui ragazzi (90%) con la sindrome da dipendenza dalle nuove tecnologie (internet e cellulari).

Sport-Dipendenza

Non sono stupita della cosa, perché è scoppiata da tempo l’era dell’immagine, dell’apparire, al punto da portare in tv aberrazioni mentali quali “il brutto Anatroccolo”, (dove arrivavi “un cesso”, magari con l’aiuto di felpe fuoritaglia e di color vomito, e diventavi una Vamp, con il deciso ausilio di truccatori d’esperienza, ed abiti studiati su misura), oppure quella specie di macelleria in diretta, di cui non ricordo il titolo, nella quale facevano le operazioni di chirurgia plastica sotto la luce dei riflettori. Lo scopo dichiarato era far vedere che un’operazione estetica non è una bazzecola, ma il veder una cozza che diventa miss airbag, certo non dissuadeva chi ci pensava da tempo!

Apparire, essere in forma, essere sempre al massimo, non perché lo vuole il mondo, ma perché lo vuoi tu! Credi di volerlo, ed invece, te lo hanno messo in testa a forza, perché tu “bevi” il miele delle sirene mediatiche, e ti ritrovi, se ti va bene, in palestra a sudare come un bue, e dopo qualche tempo, decidi di rallentare i ritmi, concederti qualche stravizio in meno, e consumare, magari, qualche caloria in più con il compagno o la compagna della tua vita, che almeno ti diverti, se ti va male, (10% dei frequentatori), diventi schiavo del fitness, e scivoli magari anche nella bulimia o nell’anoressia, per essere adeguato ai modelli che ti impongono. Purtroppo la discesa si conclude spesso nella depressione, che costituisce lo specchio deformante della tua esistenza. Naturalmente allenatori e trainers non hanno generalmente la cultura sufficiente per evidenziare i comportamenti a rischio, o son loro stessi vittime del sistema, tant’è vero che il commercio di anabolizzanti parte spesso dalle palestre.

Sindrome del “Giapponesino”

Questo è un campo in cui ho infilato di netto la testa, per i miei trascorsi di docente, perché riguarda in particolare il 90% della fascia adolescenti-giovani. In che cosa consiste? Nella dipendenza dal cellulare,con conversazioni o sms, o da internet con i suoi blog, chat, forum, o da entrambe, visto che le nuove tecnologie hanno unificato i due sistemi.

“Spegni il cellulare!”-“Un attimo prof. Che ho il gatto che sta male e voglio sapere come va!”- “Ma la scorsa ora non era tuo nonno?”- “si, ma ha attaccato l’influenza al gatto! Ed ora stanno male tutti e due!”-“Spegni quel cell. O te lo frullo dalla finestra!”

Questa è una conversazione tipo, che mille volte è capitata in classe. Un giorno ho sorpreso un ragazzo con ben tre telefonini sul banco! Peccato che io stessi spiegando!

Se chiedevo la formula dell’acido solforico, passavo per carogna, ma se accennavo al mio blog erano tutti sull’attenti, superinformati, pronti a fornire indirizzi ecc. Perchè ?

Perché la maggior parte di loro è stata allevata dalla babysitter TV, dal gioco tecnologico che interagiva con loro, chiusi tra le asettiche mura di un appartamento, depredati di quel sacrosanto diritto alla sporcizia creativa del fango delle pozzanghere, del pezzo di legno brandito a mo’ di spada nella lotta, della bambola vestita di stracci rubati alla mamma. Abituati alla solitudine del “corso di..”, o della play station, vengono irresistibilmente attratti dalla rassicurante luce soffusa dello schermo del PC, dalla comunicazione verbale, negata altrimenti, classica delle Community, dal silenzio rassicurante del blog, nel quale puoi esprimere qualunque pensiero, senza la crudeltà della derisione o la stressante durezza della polemica, perché puoi cancellare o escludere chi non ti piace, ed immergerti solo nell’affettuosa presenza di chi ti è psicologicamente simile.

Altrettanto si può dire del cellulare, cordone ombelicale che lega il branco, mezzo di comunicazione minimale, asettico ed immediato, come richiedono i tempi odierni. Ormai si ama in chat o tramite sms, si odia cancellando il numero dalla rubrica, o il nik dalla sezione “amici” del forum, si esclude chi non è gradito con un clic del mouse.

La scuola, che presuppone il contatto e la comunicazione diretti, non fa parte del loro mondo. Ed allora ..”clic..” rifiutata!

Colpa della società? Della famiglia? Della scuola? ..Non lo so.

(Articolo pubblicato su "Spaziodì magazine" nel 2006 e nel mio primo blog )



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