tutta o quasi la concentrazione e l'attenzione sono rivolte al risultato e alla prestazione.
ogni cosa è stata programmata e calcolata.
quale spazio resta per le vicende personali e le emozioni dei protagonisti?
Se ti riferisci alle olimpiadi, credo che le emozioni siano palpabili...l'aria è un misto di attesa ansia trepidazione ma tutte sensazioni rivestite di gioia, perchè lo sport è così, non è mai vuoto, attende sempre per esplodere...
La gente non la conosce nei particolari ma il sacrificio, lo intende, ed anche le rinunce.D'altra parte, qualunque scelta importante porta con sé un ventaglio di rinunce che non è escluso che si possano ripescare in altri momenti della vita.
ma di qua dal sacrificio e di certe scelte, anche importanti, non c'è proprio qualcosa di più fondante e caratterizzante? che riempie di senso e dà la dimensione, unica e irripetibile. naturalmente le due cose, i due percorsi non si escludono
Secondo me la cosa più fondante è non tradire se stessi.Mi spiego meglio, riferendomi sempre agli atleti ed ai loro sacrifici che comportano delle rinunce.Io credo che ciascuno parta da un suo naturale talento che a prezzo ed attraverso grandi sacrifici può giungere a risultati eccezionali e comunque importanti.Quindi anche non coltivare un talento è un tradire se stessi.(Non so se ho risposto al tuo quesito)
Sarebbe come dire, cara Lili, che un/a atleta non possano avere, non si possano permettere emozioni e vicende del tutto personali? Non penso sia così, le nostre migliori atlete non sono scevre dall'innamorarsi, ad esempio, e dall'avere figli. Amare e riprodursi sembrano essere importanti tanto quanto primeggiare dunque!
questo è già un altro argomento rispetto al post. sicuramente occorre coltivare la propria natura. in quest'ottica non parlerei di grandi sacrifici. mi parrebbe una forzatura che non si concilia col coltivare. ciao
Uhm...un agro-dolce potrebbe andare bene? :(
RispondiEliminaApparentemente tutto tace!
non riesco a capire bene a cosa ti riferisci. forse proprio a quella sfera personale?
EliminaSe ti riferisci alle olimpiadi, credo che le emozioni siano palpabili...l'aria è un misto di attesa ansia trepidazione ma tutte sensazioni rivestite di gioia, perchè lo sport è così, non è mai vuoto, attende sempre per esplodere...
RispondiEliminasì, mi riferivo a quelle. ma ritorno al tema: sono palpabili quelle concentrate sull'evento. e tutta la vicenda più intima? ciao
EliminaLa gente non la conosce nei particolari ma il sacrificio, lo intende, ed anche le rinunce.D'altra parte, qualunque scelta importante porta con sé un ventaglio di rinunce che non è escluso che si possano ripescare in altri momenti della vita.
RispondiEliminama di qua dal sacrificio e di certe scelte, anche importanti, non c'è proprio qualcosa di più fondante e caratterizzante? che riempie di senso e dà la dimensione, unica e irripetibile. naturalmente le due cose, i due percorsi non si escludono
EliminaSecondo me la cosa più fondante è non tradire se stessi.Mi spiego meglio, riferendomi sempre agli atleti ed ai loro sacrifici che comportano delle rinunce.Io credo che ciascuno parta da un suo naturale talento che a prezzo ed attraverso grandi sacrifici può giungere a risultati eccezionali e comunque importanti.Quindi anche non coltivare un talento è un tradire se stessi.(Non so se ho risposto al tuo quesito)
RispondiEliminaSarebbe come dire, cara Lili, che un/a atleta non possano avere, non si possano permettere emozioni e vicende del tutto personali? Non penso sia così, le nostre migliori atlete non sono scevre dall'innamorarsi, ad esempio, e dall'avere figli. Amare e riprodursi sembrano essere importanti tanto quanto primeggiare dunque!
RispondiEliminaquesto è già un altro argomento rispetto al post. sicuramente occorre coltivare la propria natura. in quest'ottica non parlerei di grandi sacrifici. mi parrebbe una forzatura che non si concilia col coltivare. ciao
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