La Baia di Eldamar era la grande baia di Valinor abitata dagli Elfi.
Etimologia[]
Eldamar in Quenya significa "casa degli Elfi". L'equivalente Noldorin è Eglamar.
Descrizione[]
La Baia di Eldamar era un'ampia insenatura di Valinor che formava una piccola parte delle sponde occidentali del Belegaer. A nord di estendeva la fredda regione di Araman, a sud la buia landa di Avathar. Al largo della baia era ancorata la grande isola di Tol Eressëa. Le sue bianche sponde erano piene di gemme multicolori che vi avevano sparso i Noldor dopo averle create negli Anni degli Alberi grazie agli insegnamenti di Aulë. Per questo motivo erano ritenute le più belle sponde di Arda. Dalla Baia, durante gli Anni degli Alberi, si poteva scorgere la luce di Telperion e Laurelin attraverso il Calacirya; dopo la loro morte, il grande lume visibile dalla Baia fu il faro d'argento della Mindon Eldaliéva, la Torre di Ingwë in Tirion.[1]
Storia[]
Fu il punto di approdo delle navi che dopo aver attraversato il Belegaer giungevano in Aman, come avvenne nel caso della venuta dei Vanyar e dei Noldor ed infine dei Falmari a bordo delle loro navi-cigno, del viaggio di Eärendil o della spedizione navale di Ar-Pharazôn.
Ne Il Silmarillion si racconta che i Falmari, in viaggio dal Beleriand verso Aman su un'isola spinta da Ulmo, una volta giunti in questa baia furono chiamati da Ossë. Pregarono allora il Signore dei Mari si fermare il viaggio e furono accontentati. L'isola venne ancorata al fondale marino e da allora restò sempre nella Baia e venne battezzata Tol Eressëa, l'Isola Solitaria. In seguito una parte dei Falmari, attratta dalla luce degli Alberi, giunse con le navi-cigno sino alle sponde di Valinor e fondò alcuni insediamenti lungo la costa, il più importante fu Alqualondë.[2]
Note[]
- ↑ Il Silmarillion, cap. V, pp. 67, 69
- ↑ Il Silmarillion, cap. V, pp. 66, 69-70