Vai al contenuto

The House of Blue Light

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
The House of Blue Light
album in studio
ArtistaDeep Purple
Pubblicazione12 gennaio 1987
Durata50:38 (LP)
46:16 (CD 1988)
Dischi1
Tracce10
GenereHeavy metal
Hard rock
Album-oriented rock
Pop rock
EtichettaPolydor (UK)
Mercury Records (US)
ProduttoreRoger Glover
& Deep Purple
RegistrazioneThe Playhouse Stowe - Vermont 1986
FormatiCD, LP, MC
Certificazioni
Dischi d'argentoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[1]
(vendite: 60 000+)
Dischi d'oroCanada (bandiera) Canada[2]
(vendite: 50 000+)
Svizzera (bandiera) Svizzera[3]
(vendite: 25 000+)
Deep Purple - cronologia
Album precedente
(1984)
Album successivo
(1988)
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[4]
Rolling Stone(favorevole)[5]

The House of Blue Light è il dodicesimo album in studio dei Deep Purple, pubblicato nel 1987. Si tratta del secondo album dalla reunion della Mark II, ed il sesto album della formazione.

La creazione dell'album fu un processo eccessivamente lungo e difficile, che il cantante Ian Gillan paragonò alla registrazione di Who Do We Think We Are nel 1973 a Roma[6]. Gillan ha osservato come la tensione dei rapporti avesse compromesso l'album: "Se ripenso a House Of Blue Light, ci sono delle buone canzoni su quell'incisione, ma c'è qualcosa che manca nella totalità del disco. Non riesco a sentire lo spirito della band. Riesco a vedere cinque professionisti che fanno del loro meglio, ma è come una squadra di calcio, non funziona. È come undici superstar che stanno giocando sullo stesso campo da gioco ma non sono connesse nel cuore e nello spirito".[7] Il chitarrista Ritchie Blackmore ha detto che buona parte del disco fu ri-registrata, ed ha confessato "Penso di aver suonato di merda, e non credo che a nessun altro gli sia piaciuto veramente".[8] L'organista Jon Lord ha aggiunto "House of Blue Light fu un album strano e difficile da mettere insieme. Abbiamo fatto il gigantesco errore di provare a rendere la nostra musica attuale. Abbiamo scoperto che la gente non voleva che lo facessimo".[9]

Nonostante le preoccupazioni della band, l'album vendette bene. Raggiunse la prima posizione in Germania e Svezia per due settimane, la seconda in Norvegia, la terza in Svizzera, la decima nella Official Albums Chart e la trentaquattresima posizione nel Billboard 200 degli USA.

Furono realizzati due video promozionali, per le canzoni "Bad Attitude" e "Call Of The Wild". In entrambe partecipano i membri della band.

L'album ricevette delle recensioni miste. David Fricke su Rolling Stones scrisse che "[l'album] è certamente un netto miglioramento rispetto al tiepido primo album della reunion" e premiò la scelta del ritorno alle sonorità degli album storici di brani come Mad Dog, Hard Lovin' Woman e Bad Attitude, sebbene definì molte dei testi di Gillan "imbarazzanti".[10]

In un'altra recensione dell'epoca, Steve Newton scrisse: "Com'era d'aspettarsi, la musica sull'ultimo album dei Deep Purple non è tanto differente dalla roba del 1984. Ma va bene, perché Perfect Strangers era un buon disco. Non un buon disco come Machine Head, Who Do We Think We Are? o Burn, ma neanche troppo ignobile. Nonostante non sia presente niente di immediatamente piacevole come "Knocking at Your Back Door", c'è roba abbastanza carina da soddisfare i fan di vecchia data ed acchiaparne alcuni nuovi."Mad Dog" e "Dead or Alive" sono rock scatenati che dovrebbero piacere ai nuovi headbangers, con la chitarra unica di Blackmore al comando, ma il resto della band è altezza. Richie è caldo anche su "The Spanish Archer" e "The Unwritten Law". Brano che divide la critica è "Mitzi Dupree".[11]

Ladano riporta che "Blackmore si rifiutò di registrare Mitzi Dupree e che la chitarra che si sente su disco era la versione della demo". Inoltre, scrive che "The House of Blue Light non è all'altezza del suo predecessore. Con una migliore produzione e forse un paio di canzoni diverse, avrebbe potuto. [...] Non si sente la stessa confidenza della band che incise Perfect Strangers."[11]

Nella recensione su AllMusic di Eduardo Rivadavia osserva che "[l'album] supera la prova del tempo bene, se non meglio, del suo predecessore. Il secondo sforzo della riformata lineup Mark II mostra i Deep Purple alla ricerca di una hit dal sapore anni 80 e, facendo così, suonano scomodamente simili all'altra band di Richie Blackmore, i Rainbow".[12]

Alcune tracce sulla versione in LP e cassetta sono più corte del CD originale pubblicato nel 1987. Per il remaster del 1999 sono stati utilizzati i master del vinile originale e così il tempo complessivo è più corto rispetto al CD originale.

Tutte le tracce sono state scritte da Ritchie Blackmore, Ian Gillan e Roger Glover, eccetto laddove indicato.

Edizione in CD del 1987

[modifica | modifica wikitesto]
  1. Bad Attitude – 5:04
  2. The Unwritten Law – 4:54 (musica: Blackmore, Gillan, Glover, Paice)
  3. Call of the Wild – 4:48 (musica: Gillan, Blackmore, Glover, Lord)
  4. Mad Dog – 4:36
  5. Black & White – 4:39 (musica: Blackmore, Gillan, Glover, Lord)
  6. Hard Lovin' Woman – 3:25
  7. The Spanish Archer – 5:31
  8. Strangeways – 7:36
  9. Mitzi Dupree – 5:05
  10. Dead or Alive – 5:00

Vinile, cassetta ed edizione in CD del 1999

[modifica | modifica wikitesto]
  1. Bad Attitude – 4:32
  2. The Unwritten Law – 4:34 (musica: Blackmore, Gillan, Glover, Paice)
  3. Call of the Wild – 4:48 (musica: Gillan, Blackmore, Glover, Lord)
  4. Mad Dog – 4:29
  5. Black & White – 3:39 (musica: Blackmore, Gillan, Glover, Lord)
  6. Hard Lovin' Woman – 3:25
  7. The Spanish Archer – 4:56
  8. Strangeways – 5:56
  9. Mitzi Dupree – 5:05
  10. Dead or Alive – 4:42

Produzione

  • Prodotto da Roger Glover e Deep Purple
  • Registrato al Playhouse, di Stowe (Vermont), con Le Mobile operato da Guy Charbonneau
  • Fonico di studio: Nick Blagona
  • Mixato da Harry Schnitzler presso gli Union Studios, Monaco di Baviera, Germania Ovest
  • Masterizzato da Greg Calbi presso lo Sterling Sound, New York

Classifiche di fine anno

[modifica | modifica wikitesto]
Classifica (1987) Posizione
Germania[20] 49
Italia[17] 69
  1. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 10 dicembre 2015. Digitare "Deep Purple" in "Keywords", dunque premere "Search".
  2. ^ (EN) Gold Platinum Database: Deep Purple - The House of Blue Light, su musiccanada.com, Music Canada. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  3. ^ (EN) European Gold & Platinum Awards 1987 (PDF), su americanradiohistory.com, Music & Media. URL consultato il 7 luglio 2019.
  4. ^ Eduardo Rivadavia, Deep Purple The House of Blue Light review, in AllMusic, Rovi Corporation. URL consultato il 17 settembre 2011.
  5. ^ David Fricke, Deep Purple: The House Of Blue Light, in Rolling Stone, 26 febbraio 1987. URL consultato l'8 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2017).
  6. ^ Dave Thompson, Smoke on the Water: The Deep Purple Story, Toronto, Canada, ECW Press, 2004, ISBN 978-1-55022-618-8.
  7. ^ Yiannis Dolas, Interviews: Deep Purple singer, Ian Gillan, su rockpages.gr. URL consultato il 16 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2014).
  8. ^ Ritchie Blackmore - Recalls Life with Deep Purple | Guitar.com, su web.archive.org, 10 ottobre 2014. URL consultato il 16 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2014).
  9. ^ "Jon Lord's Purple Reign", su thehighwaystar.com. URL consultato il 16 ottobre 2020.
  10. ^ (EN) David Fricke, David Fricke, The House Of Blue Light, su Rolling Stone, 26 febbraio 1987. URL consultato il 17 ottobre 2020.
  11. ^ a b (EN) mikeladano, REVIEW: Deep Purple – The House of Blue Light (1987), su mikeladano.com, 15 febbraio 2016. URL consultato il 17 ottobre 2020.
  12. ^ (EN) The House of Blue Light - Deep Purple | Songs, Reviews, Credits | AllMusic. URL consultato il 17 ottobre 2020.
  13. ^ (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, St Ives, N.S.W., Australian Chart Book, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  14. ^ a b c d e f g (NL) Deep Purple - The House Of Blue Light, su Ultratop. URL consultato il 2 novembre 2017.
  15. ^ (EN) Top Albums - March 7, 1987, su Library and Archives Canada. URL consultato il 2 novembre 2017.
  16. ^ (FI) Timo Pennanen, Sisältää hitin - levyt ja esittäjät Suomen musiikkilistoilla vuodesta 1972, 1ª ed., Helsinki, Kustannusosakeyhtiö Otava, 2006, ISBN 978-951-1-21053-5.
  17. ^ a b Gli album più venduti del 1987, su Hit Parade Italia. URL consultato il 2 novembre 2017.
  18. ^ (EN) Official Albums Chart: 18 January 1987 - 24 January 1987, su Official Charts Company. URL consultato il 2 novembre 2017.
  19. ^ (EN) Deep Purple – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 2 novembre 2017. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  20. ^ (DE) Album – Jahrescharts 1987, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 2 novembre 2017.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rock